Zucco di Pesciola - Versante Sud via Ferrata

Valutazione:  Difficile
Tempi:  ore 2.30
Lunghezza:  300 mt ca. solo la ferrata. 
Base di Partenza:  rifugio Lecco 0341-998093   
Difficoltà:  tecniche 3.8
Esposizione:  3.3
Impegno fisico:  3.6
Interesse paesaggistico:  3.2
AVVICINAMENTO
1)  da Barzio-Lc :con la funivia,oppure con il sentiero Italia, raggiungere i Piani di Bobbio 
1670 mt, ore 2.30.
Da qui per le piste da sci si sale al rifugio Lecco dal quale,seguendo il sentiero n. 30 verso 
il rifugio Cazzaniga Merlini,in 20' si giunge all' attacco -1806 m. - della ferrata , posto pochi metri 
più in alto del sentiero.
2)  da Concenedo -frazione di Barzio-:dal Cimitero salire per prati fino a prendere il sentiero n. 22 che mette in 
comunicazione,in ore 2,con il sentiero n. 30. Da qui,come al punto 1. 
                         
Dal Rif. Lecco m. 1779 a destra in direzione sud ci si dirige alla bocchetta 
di Pesciola m. 1780. 

Da qui si inizia il «Sentiero degli stradini» che si percorre per una decina di minuti. L'attacco della ferrata è costituita da una evidente torre posta sulla sinistra (quota di attacco m. 1810).

SALITA

La «via ferrata Domenico Rebuzzini» supera un dislivello di m. 280 (da quota 1810 a quota 2096) con uno sviluppo di poco superiore ai 500 m. che si percorre in circa 2 ore.

Raggiunto l'attacco con il percorso di avvicinamento descritto sopra, ci si trova alla base della prima torre che va risalita al centro evitandone poi verso destra la cuspide terminale.

Un esposto traverso permette il suo aggiramento e consente infine di abbassarsi ad un colletto dove, sulla sinistra, esiste una traccia di sentiero che scende in un canale (prima possibilità di ritorno).

Superato il colletto, salire all'attacco di un diedro che termina sotto uno strapiombo; si percorre il diedro ma si evita lo strapiombo traversando a destra.

Continuare poi a traversare sino ad una placca articolata e quindi, per prato ripido, arrivare ai blocchi terminali che portano sulla cresta erbosa (qui esiste una seconda possibilità di ritorno).

Ora un tratto facile, sempre in cresta, che, con qualche piccolo salto, porta alla parte centrale della ferrata (90 m. di sviluppo - attenzione in caso di innevamento), al termine di questo tratto terza e ultima possibilità di ritorno.

Superare un breve ma faticoso strapiombino e, quindi, una bella parete articolata di 20 metri.

Portarsi così nel diedro successivo caratterizzato da una grossa fessura e da un masso incastrato: risalirlo per 5 m., traversare verso destra per un breve tratto e salire poi fino al pianerottolo posto alla base della «placca», la parte più impegnativa di tutto il tracciato (molto faticosa - consigliato l'uso di un «fifì» per eventuali soste intermedie).

Attaccarla un pò a destra per poi traversare verso sinistra e portarsi in centro parete.

Risalire per 15 metri, spostarsi nuovamente verso destra per mezzo di una fessura meno impegnativa ed infine riprendere a salire fino a raggiungere una cengia che taglia tutta la parete.

Proseguire ora per 3 m. lungo un diedro, traversare per 5 m. verso destra e quindi risalire il tratto che precede una serie di piccole caratteristiche cuspidi: «le torri».

II percorso, intercalato da brevi salti rocciosi, si snoda fra tali piccole cuspidi e conduce al prato scosceso che precede la parte terminale della ferrata.

Vincere una paretina di 15 metri che porta sotto un diedro.

Risalire il diedro per 20 metri, piegare un pò sulla destra e salire la successiva parete fino ad un pianerottolo.

Proseguire direttamente verso l'alto fino a sbucare nei pressi della sommità dello Zucco di Pesciola in vista della Madonnina posta in vetta.

ALTRA DESCRIZIONE

Incominciare scalando un torrione  con arrampicata divertente e mai troppo sostenuta che termina con un
delicato traverso che porta ad un terrazzo panoramico.

Una breve discesa attrezzata porta ad una forcella da cui si attacca una bastionata strapiombante con passaggi faticosi, cui segue un
traverso molto esposto e quindi tratti più semplici  alternati a qualche passaggio atletico.

A metà circa del percorso la ferrata si biforca e si può scegiere tra due percorsi:
1)  alternativa sinistra (variante Molto Difficile) risale direttamente una parete verticale con passaggi aerei  e, se percorsi in arrampicata,decisamente duri e tecnici ;
2)  alternativa destra, più semplice, aggira la suddetta parete per un canalino e con l'ausilio di una scala di ferro.

I due percorsi si ricongiungono poco più a monte per affrontare l' ultima parte della ferrata, più distesa rispetto alla parte già  percorsa, che alterna tratti di piacevole arrampicata a piccole cenge e terrazzini dove riposarsi ammirando i panorami sulle Grigne.

Un ultimo piccolo diedro  e qualche roccia rotta porta direttamente ai 2096 m., vetta dello Zucco Pesciola con
la statuetta della Madonna del CAI-Monza ed uno splendido panorama sull' anfiteatro dello Zuccone Campelli e Zucco Barbesino.

DISCESA

Dalla vetta un sentiero scende verso Est per il ripido Canalone Madonna fino ad una Bocchetta.

Qui prende a sinistra il canale (spesso innevato fino a tarda stagione) che si abbassa verso i ghiaioni terminali da dove si stacca il sentiero che, snodandosi sul fondovalle del Vallone dei Camosci, si dirige verso Ovest e raggiunge il Rif. Lecco ai Piani di Bobbio (m. 1779 - 30 minuti).