Gruppo delle Pale di S. Martino

A Sud del Gruppo della Marmolada, dalla quale sono separate dalla Valle del Riois, si ergono le cime e le creste del Gruppo delle Pale di S. Martino di Castrozza.

Esso forma un massiccio roccioso di estensione di 240 km ritenuto dai conoscitori, fra i più belli della regione dolomitica.

Già il suo nome "Pale o Pala'', fa pensare ad un regno di rocce e cime di struttura particolare.

Non per nulla il Cimon della Pala è il ''Matterhom'' delle Dolomiti e l'atmosfera di fiaba rievoca il nome della Cima del Velo o Cima Madonna che è pure considerata fra le arrampicate più affascinanti.

Il nucleo del Gruppo delle Pale, costituito per la maggior parte da Dolomia dello Sciliar, è formato dall'altopiano; un esteso bacino montano.

A Nord lo racchiude la catena - Cima della Vezzana (3192), e a Sud la catena principale delle Pale incombe sulla Valle del Cismon.

I solchi profondi delle due valli dolomitiche, della Val Canal e Anghèraz, separano la zona centrale del Gruppo delle Pale dalla estesa catena SE che trova il suo punto culminante nel Monte Agnèr (2872).

Oltremodo raccomandabile è un viaggio intorno al gruppo attraverso una zona montuosa e incantevole, circa 100 km; Paneveggio - Passo Rolle (1972) - S. Martino di Castrozza - Fiera di Primiero - Passo Cereda (1361) - Agordo - Cencenighe - Falcade - Passo Valles (2031) - Paneveggio.

Bivacco Fiamme Gialle , 3005 m

Per chi viene da Nord, il Passo Rolle (1972) è la porta d'entrata al Gruppo delle Pale.

Durante la salita per la Val del Travignolo appaiono immediatamente riconoscibili all'orizzonte le sue guglie e si coglie però solo al Passo.

Qui domina il Cimon della Pala con i suoi 3184 m, un ardito corno di pietra, che, già nel secolo scorso, attirò l'attenzione di molti alpinisti.

Dopo molti tentativi falliti, tra gli altri anche Paul Grohmann dovette desistere, la sua vetta fu vinta nel 1870 dall'inglese E. R. Whitwell assieme con le sue due guide Santo Siorpaès e Christian Lauener.

Il sentiero da loro seguito è quello tipico di quel tempo sul ripido ghiacciaio del Travignolo che dà le sorgenti al rio omonimo.

La via normale di oggi, un giro di II e IIl grado, fu scoperta dall'alpinista berlinese Ludwig Darstàdter nel 1889.

Un secolo dopo la prima scalata, precisamente nel 1970, il Cimon ebbe la sua via ferrata.

Attrezzata con circa 500 m di corda metallica, la Via ferrata Bolver  Lugli segue in gran parte la Via Higusi aperta nel 1921 dai Langes.

Con un'audace e entusiasmante linea diretta la ferrata attraversa la larga parete SO del monte.

Dall' uscita della ferrata a quota 3000 circa si raggiunge in pochi minuti il Bivacco Fiamme Gialle.

Accessi in automobile:  Attraverso il Passo Rolle (1972) sulla SS 50 per S. Martino di Castrozza (1466), 30 km da Predazzo (1018).

Da Feltre 47 km, da Primolano 53 km. Indicazione all'accesso per la stazione a valle della seggiovia di Col Verde all'ingresso del complesso alberghiero.

Vie d'accesso:  Da Col Verde (1965) tracce di sentiero e segnavia rossi portano, attraverso praterie e ghiaie, in direzione Nord, all'attacco a circa 2280 m (targa commemorativa), 1 ora.

Qui sbocca da sinistra un altro interessante accesso, che ha il suo punto di accesso al Passo della Costazza (2180), passa sul fianco O del Cimon della Pala compiendo il percorso verso le Crode Rosse in 2 ore circa.

Questo sentiero è soprattutto interessante per alpinisti che intendono includere nei loro piani la traversata della Cima della Vezzana.

Via ferrata Bolver Lugli

La ''Ferrata Bolver  Lugli" è ritenuta fra le più impegnative ferrate delle Dolomiti.

Il primo tratto dell'ascesa, fra grandi blocchi di pietra, non comporta difficoltà eccessive, anzi l'inizio è abbastanza facile, ma all'altezza di 2500 m, mostra la sua classe.

Funi di acciaio e pochi scalini artificiali assicurano costantemente la salita, in parte assai esposta.

Chi si appresta a compiere questa via ferrata, deve oltre a non soffrire di vertigini per le grandi profondità, anche possedere una certa tecnica da scalatore.

Allora la scalata, sulla quasi sempre verticale parete del Cimon della Pala, rappresenterà un vero godimento.

Il sentiero termina su una forcella a circa 2950 m sulla cresta SE del Cimon.

Tracce di sentiero e segnavia accompagnano al vicino Bivacco Fiamme Gialle (3005), 3 ore.

Il rifugio si trova su una cengia di ghiaia sotto la sporgenza della Cima del Cimon della Pala.

Discesa:  Dal bivacco scendere rapidamente fra crepacci e neve, al Passo Travignolo (2925).

Dalla forcella fra il Cimon della Pala (3184) e la Cima Vezzana (3192) si ha un'ampia veduta sopra il ghiacciaio del Travignolo, sulla parte alta della Valle Venegiotta e sulla strada contorta del Passo Costazza.

Ora a SE attraverso la Valle dei Cantoni, scendendo fino a quando le tracce del sentiero e il segnavia rosso indicano a destra verso il Passo Bettega (2667).

Segue una breve salita per raggiungere e superare la sella e poi in giù a Ovest intorno alla Cima Corona al Rif. Rosetta (2581), ore 1,30.

Dislivello:  Col Verde - Bivacco Fiamme Gialle 1040 m.

Tempo complessivo:  Col Verde - Bivacco Fiamme Gialle - Rif. Rosetta ore 5,30.

Grado di difficoltà:  Molto difficile

Le attrezzature sono in parte danneggiate o strappate.

Punti d'appoggio:  Rif. Rosetta (2581) gestito in estate; Bivacco Fiamme Gialle (3005) in caso di emergenza, sempre aperto.

NOTA:  Con favorevoli condizioni di tempo non si dovrebbe rinunciare alla scalata del Passo Travignolo alla Cima Vezzana (3192), 45 min.

Periodo: Metà giugno - fine settembre.

Forcella dei Portòn , 2450 m

La Ferrata del Velo, il cui nome è legato alla famosa Guglia del Velo della Cima Madonna (2752), è interessante per il rocciatore quale parte del grandioso giro intorno al Sass Maor (2814). Questa impegnativa escursione, in certi punti estremamente ricca di scorci panoramici, comprende: il - Sentiero dei Velo, il - Sentiero dei Cacciatore e la - Ferrata del Portòn per complessive ore 7.

Possibilità d'accesso dalla Val Cìsmon, dalla Val Pradidali e dal Rif. Rosetta (2581).

Punti d'appoggio sono il nuovo Rif. del Velo della Madonna (2358) e il Rif. Pradidali (2278).

Accessi in automobile:  Prati Col (1440).

Dal centro di S. Martino di Castrozza (1466) a 1.2 km a sud-est possibilità di parcheggio nei pressi della strada. - Ristorante Civertaghe (1375).

Accesso sulla Strada delle Laste, 3 km, segn. 713. Bivio per la strada forestale presso il km 81.2 della SS 50 a circa 5 km sotto S. Martino di Castrozza.

Accesso:  La salita al nuovo Rif. del Velo della Madonna (2358) è molto ripido; richiede a causa del notevole dislivello che man mano si deve superare, buone condizioni di forma.

Il piccolo sentiero con tratti di pista nuovi, n. 713, attraversa la Val de la Vècia in direzione del possente zoccolo, del monte, sul quale si trova il rifugio.

Il punto di partenza è presso Campigol di Sora Ronz (1600), questa quota d'altitudine la si raggiunge, partendo da S. Martino di Castrozza su comodo, leggermente ripido sentiero di bosco in meno di 1 ora da Civertaghe sulla strada forestale in 40 minuti.

Ai Cadini di Sora Ronz, all'alta quota di 1950 m, si dirama a sinistra l'accesso diretto al Portòn

( Ferrata del Portòn, indicazione segnata su di un grosso blocco di sasso).

Il sentiero al rifugio prosegue a destra e sale sempre serpeggiando verso le rocce.

Superando anche questa barriera con l'ausilio di sicurezze, si scorge poco dopo il grazioso rifugio, ore 3 da Prati Col.

Selvaggi e primordiali si ergono i fianchi rocciosi di Sass Maor e di Cima della Madonna; altrettanto imponente a N la Cima di Ball.

Suggestiva la veduta sulla sottostante Valle del Cismon.

A 0vest si delineano le cime della catena dei Lagorai e quella del Gruppo della Cima d'Asta.

Via ferrata del Velo

Il Sentiero del Velo collega il Rif. del Velo della Madonna (2358) con la Forcella del Portòn (2450) dove sbocca un'altra via ferrata.

Esso percorre il gigantesco basamento della Cima della Madonna e del Sass Maor che incombe sulla Val della Vècia.

A metà circa del sentiero superare una gola profonda con l'aiuto di solidi cavi d'acciaio e staffe di ferro con un dislivello di 100 m.

La salita termina al Portòn che è una sella a forma di U, una gigantesca forcella nella cresta Sud della Cima di Ball (2802) a 2450 m circa; ore 1 dal Rif. del Velo della Madonna.

Importante bivio a sinistra:  discesa in Val della Vècia, segn. 739, attraverso la forcella si scende al Rif. Pradidali (2278) - Ferrata del Portòn; poco prima del vallo a sinistra diramazione del Sentiero Nico Gusella.

Discese: 

Sulla Ferrata del Portòn scendere a Ovest in Val de la Vècia, segn. 739 e 713, fino a Civertaghe, 2 ore fino ai Prati Col ore 2,30.

Dislivello:  Rist. Civertaghe - Rif. AI Velo della Madonna - Porton 1100 m.

Tempi complessivi:  Prati Col (S. Martino di Castrozza) ore 6,30, Civertaghe ore 5,45.

Grado di difficoltà:  Medio. Giro di un giorno.

Punto d'appoggio:  Rif. del Velo della Madonna (2358), gestito in estate.

Periodo:  Metà giugno - inizio ottobre.

Cima della Stanga , 2550 m

Il "Sentiero del Cacciatore" si presenta a tratti attrezzato e, malgrado alcuni passaggi assai esposti, è il collegamento fra la Val Pradidali e il nuovo Rif. del Velo della Madonna risulta moderatamente difficile.

L'itinerario fa parte di un giro al Sass Maor e alla Cima Madonna, che è fra i più appaganti giri della Pala e offre i più bei panorami dolomitici - Via ferrata del Velo - Ferrata del Porton.

Il Sentiero del Cacciatore sale dal fianco Est del Sass Maor, alla Cima della Stanga.

Dalla sua vetta si ha una veduta incantevole sulla cima Madonna e Sass Maor.

A sinistra la famosa Guglia del Velo considerata la più bella scalata delle Dolomiti.

Questa "Via ideale" di IV e V grado di difficoltà, è stata aperta nel 1920 da Gunther Langes e Erwin Merlet.

Accessi in automobili:  Da Fiera di Primiero (713) su buona strada per Valle dei Canali fino al Rif. Cant del Gal (1160) 7,5 km.

Chi volesse scendere per il Sentiero attrezzato Dino Buzzatti, può posteggiare l' auto alla biforcazione stradale sottostante i Prati Fosne (circa 1320), 10 km da Fiera di Primiero.

Accesso:  Dal Rif. Cant del Gal si sale in ore 1,30, su buon sentiero, segn. 709, attraverso Val Pradidali al Sentiero del Cacciatore.

Sotto all'esteso sbarramento, formato da un enorme balzo in mezzo alla valla ai piedi del monte (Pedemonte, la Portela), attraverso il quale si raggiunge il Rif. Pradidali (2278), sbocca a sinistra il sentiero che viene da Piereni, e rispettivamente da Prati Fosne, segn. 719, ore 1,15.

  Sentiero del Cacciatore

Ai piedi del sopracitato sbarramento una tabella indica a sinistra l'inizio del Sentiero del Cacciatore segn. 742.

Camminando sopra resti di neve e attraverso uno stretto canale raggiungere un sistema di cenge, a volte erbose, che percorrono il fianco del Sass Maor (2814).

Funi metalliche assicurano alcuni passaggi assai esposti.

Si godono toccanti panorami nella Valle Pradidali.

Da questa prospettiva, le cime che la circondano a Est, colpiscono per la loro imponenza: sono Cima Canali (2900), Pala Canali (2720) e Sass de le Lede (2580).

La stretta cengia sbocca in una gola ingombra di ghiaia, chiamata Boal dei Pissoti.

La si attraversa e si sale, seguendo le tracce del sentiero, sopra roccette e per un camino attrezzato alla spalla E della Cima della Stanga, dove sbocca a sinistra il Sentiero attrezzato Dino Buzzati.

Proseguendo verso la cima della cresta la si raggiunge in 3 ore con la veduta sulla Cima della Madonna e Sass Maor.

Circa a 200 m più sotto, al margine del bacino montano di Cadinot, si trova il piccolo Rif. del Velo della Madonna (2358), a 20 minuti da Cima della Stanga (2550), su sentiero normale e con segn. n. 742.

Discesa:  Sul sentiero attrezzato  "Dino Buzzati", segn. 747, ore 3.

Dislivelli:  Cant del Gal - Cima della Stanga 1390 m, Prati Fosne - Cima della Stanga 1230 m.

Tempo complessivo:  Con la discesa sul "Sentiero Dino Buzzati"  ore 7,20.

Grado di difficoltà:  Medio

Punto d'appoggio:  Rif. del Velo della Madonna (2358), gestito in estate.

Periodo:  Metà giugno - inizio ottobre.

Monte Agnèr , 2872 m

L' Agnèr è il simbolo della Val d'Agordo ed è pure una delle più impressionanti formazioni rocciose delle Dolomiti; nel Gruppo delle Pale di S. Martino di Castrozza esso è comparabile solo col Cimon.

Si erge sulla Val S. Lucano, come un gigantesco obelisco, a destra fiancheggiato dalla Torre Armena (2652) e a sinistra dallo Spiz d'Agnèr (2617).

La sua parete Nord, alta quasi 1600 m, una delle più alte dell'intera zona delle Alpi calcaree, è percorsa da molte e difficili vie.

La montagna fu scalata la prima volta nel 1921 da F. lori, A. Andreotti e E. Zanutti.

Il sentiero normale, quello scelto dal primo scalatore nel 1875, passa attraverso la gola SE, che scende dalla Forcella del Pizzon (2623).

Oggi il sentiero che a tratti è indicato da segnavia e munito di ancoraggi, consiste in una salita all' Agnèr di media difficoltà.

Difficoltà notevolmente maggiori pone la via ferrata - Stella Alpina, che passa ad ovest attraverso gli strapiombi del Lastei d'Agnèr (2861).

Dalla sommità della sua cima si ha un vasto panorama e lo sguardo sul fondo valle, aggiunge altre emozioni.

All' orizzonte N e a E emergono le cime più famose delle Dolomiti:  il Sassolungo, la Marmolada, Lavarella, Conturines, Cime di Fanis, le Tofane, la Croda Rossa, il Cristallo, la Civetta, il Pelmo, I' Antelao.

Accessi in automobile e mezzi di risalita:  Il piccolo luogo di villeggiatura di Frassenè (1084) si raggiunge sulla tortuosa SS 347.

A 10 km da Agordo (611), 23 da Fiera di Primiero (713).

Una seggiovia sale a Est all'Alpe di Losch.

Poco sopra la stazione a monte (1704) in elevata posizione panoramica si trova il Rif. Scarpa (1735). 2 ore da Frassenè su sentiero segnato.

Monte Agnèr, sentiero attrezzato

Sopra il Rif. Scarpa si elevano le pareti rocciose della catena che dall'Agnèr si estende alla Croda Grande (2849).

Risalita la grande gola colma di neve a NO essa indica la via alla cima.

La si raggiunge in 30 min. salendo su blocchi di pietra.

Poi si sale per la gola fino al segnavia rosso che indica a destra.

Quindi con l'aiuto dì corde fisse e attraverso un camino si raggiunge il costone dello strapiombo, che delimita nella parte bassa a sinistra il Gran Canalone.

Di fronte si alzano gli strapiombi del Lastei d'Agnèr (2861).

Su di essi corre la  ''Via ferrata Stella Alpina" in un ardito tracciato.

Sulla via normale dell' Agnèr si sale per burroni e per rocce gradinate, rimanendo costantemente sulla destra nella gola, al Bivacco Biasin (2650)  3 ore.

Questi si trova poco al di sopra della Forcella Pizzon (2623); da sinistra sbocca la ''Ferrata Stella Alpina''.

Alla forcella, il sentiero passa sul fianco dell'Agnèr rivolto verso la Val Angheraz.

Immediatamente si apre una splendida vista sulla catena N della Pala.

Su strette cenge, a volte attrezzate si attraversa la cresta O.

Tracce di sentiero e segnavia conducono su rocce facili e a gradini, infine al punto più alto.

In totale 4 ore dal Rif. Scarpa.

Discesa:  Come per la salita, ore 2,30 fino al Rif. Scarpa, ore 3,30 fino a Frassenè.

Dislivelli:  Frassenè - Rif. Scarpa 650 m, Rif. Scarpa - Monte Agnèr 1170 m.

Tempi complessivi:  Da Frassenè ore 9,45, dal Rif. Scarpa ore 6,45.

Grado di difficoltà:  Medio. Impegno di un giorno.

Le condizioni della grande gola dipendono dalla stagione.

Si consiglia in ogni caso di portare una piccozza da ghiaccio.

Fare attenzione sopratutto nella discesa sulle rocce coperte di ghiaia sotto il Bivacco Biasin.

Punti d'appoggio:  Rif. Scarpa (1735), gestito in estate, Bivacco Giancarlo Biasin (2650), ricovero di emergenza sempre accessibile.

Periodo:  Metà giugno - inizio ottobre.

Via ferrata Stella Alpina

Una tabella sul sentiero per il Gran Canalone, circa 20 m dal Rif. Scarpa, indica a sinistra la via ferrata.

La prima cresta molto articolata si supera seguendo l'indicazione delle macchie rosse, solo con l'aiuto delle mani, senza ausilio di ancoraggi.

Poi si sale su dirupi brevemente fino ai piedi della parete (a circa 2000 m); qui ha inizio la Ferrata Stella Alpina.

Seguendo le funi solidamente ancorate, ci si arrampica attraverso scanalature, su rocce ripide e esposte e su per vertiginosi camini.

La via percorre in parte una pista con terreno franabile; evitare quindi di procurare inutili smottamenti.

Da una traversata esposta si gode di uno spazioso e incantevole panorama sulla sottostante prateria alpina e sul Rif. Scarpa.

Una piccola terrazza permette una breve sosta poi il giro riprende a salire in verticale.

L'ultima ascesa su roccia levigata richiede ancora un impegno totale, anche ai muscoli delle braccia poi, la via ferrata a circa 2320 m è superata.

Segnavia e tracce di sentiero conducono trasversalmente e in leggera salita su enormi lastroni (= Lastei), nella Forcella del Pizzon (2623), in 3 ore dal Rif. Scarpa.

Aldilà della stretta Forcella Pizzon, si trova il Bivacco Biasin (2650).

Alla vetta del Monte Agnèr per la via normale, ore 1 dal Bivacco Biasin Monte Agnèr, sentiero attrezzato.

Discesa:  Su sentiero normale attraverso la Grande Gola, ore 2,45 fino al Rif. Scarpa, ore 3,45 fino a Frassenè.

Dislivelli:  Frassenè - Rif. Scarpa 650 m, Rif. Scarpa - Monte Agnèr 1170 m.

Grado di difficoltà:  Molto difficile

Faticoso impegno di un giorno.

La Via ferrata Stella Alpina passa, assieme alla - Ferrata Tomaselli e la - Ferrata Costantini, tra le ferrate più difficili delle Dolomiti.

Punti d'appoggio:  Rif. Scarpa (1735), gestito in estate, Bivacco Giancarlo Biasin (2650), ricovero di emergenza aperto tutto l'anno.

Periodo: Metà giugno - inizio ottobre.