RELAZIONE   Via   COMICI

TRE CIME DI LAVAREDO CIMA GRANDE

PER PARETE NORD

Arrampicata che quando fu compiuta la prima volta creò stupore, che si  degrada per il gran numero di ripetizioni e l'infissione sempre maggiore di chiodi.

Via impegnativa, soprattutto se percorsa in libera, è molto frequentata per la bellezza dell'arrampicata e l'eleganza della linea.

Primi salitori:  G. e A. Dimai, Emilio Comici, dal 12 al 14 agosto 1933

1° salita solitaria:  Emilio Comici il 2 settembre del 1937

Difficoltà:  VI°- / A1 ( VII° in libera, V+/A1 obbligatorio)   Coefficiente di Difficoltà: 3105 e 4285 in libera    Coefficiente Globale: 3415 e 4713 in libera

(40*0,2) +(40*0,5) +(20*3) +(10*0,2) +(195*10) +(35*14) +(30*5) +(40*0,5) +(30*3) +(30*6) +(20*5) +(70*0,5) = 3105

(40*0,2) +(40*0,5) +(20*3) +(10*0,2) +(20*16) +(5*18) +(65*18) +(30*10) +(15*18)+(20*18) +(20*19)+(20*18) +(20*14) +(15*6) +(30*5) +(40*0,5) +(30*3) +(30*6) +(20*5) +(70*0,5) = 4285 in libera

Dislivello:  450m.

Sviluppo:  520 m.   

Rischio: R2 

Tempi:  7 - 12 ore

Materiale:  15 rinvii, la via è ben chiodata portare comunque dei nuts e friends.

Nei giorni 12 e 13 agosto 1933, con i cortinesi  Angelo e Giuseppe Dimai, Comici sale la parete Nord della Cima Grande di Lavaredo, realizzando una via di grande livello.

Quattro anni dopo Comici la ripete (2-9-1937), da solo e senza corde in ore 3,45.

MIE IMPRESSIONI

Percorsa nel Settembre 1984 con Renato Bernard.

E’ stato un vero exploit, che mi rende ancor oggi orgoglioso, considerando che avevo già 41 anni.

Difficoltà 6° , continuo per 7 tiri.

Dopo lo zoccolo iniziale c'e il tiro più duro in libera dove i chiodi non danno molta fiducia soprattutto uno che sporge almeno 2-3 centimetri.            

Poi seguono per 5 lunghezze un evidente camino-fessura con scarse protezioni fino a raggiungere la cengia.          

Molti dopo questi tiri si calano , non è molto etico e rispettoso per il grande Comici che qui ha compiuto veramente un capolavoro.

La parete è una vera muraglia che sembra inarrampicabile, viceversa si trovano gli appigli e gli appoggi necessari.

Ricordo dopo La targa a Comici un traverso impegnativo seguito da una placca liscia superabile con un lancio (7-) (probabilmente si è rotta qualche scaglia, Comici non può aver fatto questo passaggio).

Occorre affrontarla con molto allenamento , perché 7 tiri consecutivi difficili , possono distruggere le braccia.

La parte alta è più facile , ma altrettanto bella.

Conviene uscire alla cengia anulare senza andare in vetta.

La Variante Costantini è di V / V+ sostenuto, con pochi chiodi (una dozzina in tutta la variante, comprese le poche soste chiodate).

Il primo tiro della variante Costantini è un buon VI vista anche la difficoltà a proteggerlo.

ACCESSO GENERALE
I punti di partenza ideali sono Cortina d'Ampezzo ed Auronzo raggiungibili da nord attraverso la 
Pusteria e da Sud con la A27 e poi lungo la statale.
Per gli itinerari delle Tre Cime da entrambi i paesi si deve poi raggiungere Misurina, da Cortina valicando il Passo Tre Croci.
Infine da Misurina si imbocca la strada (a pagamento) che risale fino alla base dei versanti meridionali 
delle Tre Cime.
Lasciare l'auto al parcheggio del rifugio Auronzo, dove termina la strada.
Per dormire l'ideale è pernottare al rifugio Auronzo o al rifugio Lavaredo, che si raggiunge in 15 min.
lungo la strada sterrata (chiusa al traffico) posto proprio sotto le pareti sud. 

ACCESSO

Dal rifugio Lavaredo seguire il sentiero che porta alla forcella Lavaredo.

Seguire una traccia di sentiero verso sinistra che attraversa alla base delle pareti nord.

La via attacca sulla sommità di uno zoccolo da salire da sinistra verso destra lungo una fessura a gradoni.

 SALITA

Attaccare a destra dei grandi gialli e strapiombi della parete Nord.

L’ attacco è costituito da rocce che da facili diventano poi un pò più difficili, e portano, dopo circa 30 m., su una prima grande terrazza (4° gr.).

A sinistra sale una fessura difficile, alta 7 m. (4°), per la quale raggiungere un' altra terrazza.

Salire a sinistra della terrazza per una stretta fessura (2 ch.; 6°), dove finisce  traversare in  orizzontale a sinistra per 4 m. (2 ch..; 6°).

Proseguire poi su parete per 12 m. fino ad un posto di sosta (7°-, 6°+).

Da qui salire in obliquo verso destra fino al diedro strapiombante, salirlo circa 10 m.;  traversare poi a destra in parete fino ad un terrazzino (posto di sosta).

Traversare a sinistra su parete gialla e salire circa 10 m. (2 ch.; 6°) fino a imboccare un'altra fessura strapiombante di circa 25 m. (4 ch.; 6°) e raggiungere una terrazza.

Dalla terrazza salire a destra per un diedro fessurato (3 ch.; 6°), che dopo 10 m. strapiomba; poi circa 5 m. di forte strapiombo arrivare ad un' altra terrazza (2 ch.; 6°).

Continuare prima diritto per 7 m. (3 ch.; 6°) su roccia compatta, poi traversare a destra per circa 3 m..

Salire fin sotto dei soffitti e strapiombi da superare a sinistra (6 ch.; 6°) e arrivare ad una terrazza più piccola, lontana circa 18 m. dall'altra.

Proseguire per un diedro aperto e strapiombante, di roccia compatta e nera, alto 20 m. (10 ch.; 6°), poi per qualche metro a destra fino ad una piccola terrazza (2 ch.; 6°), dalla quale, traversando in salita a destra su roccia scura, raggiungere una terrazza più grande (6°).

Da qui salire qualche metro su un pilastro rosso-giallo, poi traversare a destra e per una fessura nera salire per circa 15 m. fin sotto un soffitto.

Superare il soffitto sulla destra tramite una fessura (4 ch.; 6°), e salire ancora a destra per roccia nera e solida fino ad un'altra terrazza (4°).

Da qui la verticalità della parete si attenua ed appare più frastagliata (bivacco dei primi salitori; e inizio della Variante della Fessura (Costantini)).

Scendere alcuni metri e traversare poi a sinistra per circa 10 m. fino ad una serie di camini aperti (4°) che si dirigono verso un grande soffitto nero che si trova circa 100 m. più in alto.

Dopo 40 m. di questi camini arrivare ad una terrazza, poi proseguire a destra per una fessura nero-gialla strapiombante (5°).

La fessura è alta circa 60 m., nel salire si incontra un piccolo soffitto da evitare a destra per la fessura, poi un blocco giallo ed infine una terrazza.

Dalla terrazza salire per un camino-colatoio nero e arrivare così sopra il grande soffitto nero (1 ch.) (inizio della Variante Aschenbrenner)

Traversare a sinistra per circa 30 m. su parete molto esposta (4°+) fin dove è possibile;  scendere (1 ch.; 5°) per circa 3 m.; traversare poi a sinistra per alcuni metri.

Proseguire poi per camini, prima molto difficili (4°), poi più facili, per circa 80 m., fino ad arrivare su una larga cengia con detriti e con roccia friabile.

Percorrere la cengia verso destra per circa 20 m.

A)  Da qui se si vuole andare in vetta, salire per roccia facile ma friabile (via originale).

Dopo circa 30 m.  imboccare un camino che dopo circa 20 m. ha un grande soffitto giallo da evitare sulla destra (4°).

Ritornare nel camino, sorpassare dei blocchi incastrati e, dopo circa 20 m., raggiungere una grande terrazza.

Proseguire a sinistra per camini abbastanza friabili alti circa 35 m. che sboccano direttamente in cima.

B)  Se si vuole evitare l'ultimo tratto di parete, arrivati sulla cengia anulare con detriti,  proseguire verso destra e, aggirata la cresta Ovest, fino ad arrivare alla grande terrazza Sud.

VARIANTE DELLA FESSURA  (Costantini)

C. Alverà e E. Costantini, estate 1941

Dal posto di bivacco a circa metà parete salire in obliquo a destra (molto difficile) fino alla lunga fessura che solca in verticale la parete fra la Via Dimai-Comici e la Via Schrott-Abram.

Salire sempre per la fessura, salvo qualche breve spostamento dove diventa troppo stretta, con difficoltà costanti di 5° / 5°+ e passi di VI fino alla cengia superiore.

VARIANTE ASCENBRENNER

Prima dell'inizio della traversata alta sopra il grande soffitto nero, seguire in verticale un diedro che porta direttamente alla grande cengia superiore. (5°+).

DISCESA
Si effettua lungo la via normale. 
Dalla cima si seguono tracce e ometti fino ad arrivare alla grande cengia. 
Scendere un canale camino (ometto iniziale) con due corde doppie da 50 m. 
Continuare arrampicando fino alle ghiaie sottostanti, seguire gli ometti verso sinistra e poi una breve corda doppia porta in
prossimità di una forcella. 
Raggiungere la forcella (versante sud-est) che si affaccia su un ripido canalone (est) che si può
scendere con numerose corde doppie o arrampicando su difficoltà di 2°. 
Il salto finale si evita traversando lungo una cengia verso sinistra e raggiungendo il canalone detritico che divide la Cima Grande dalla Piccola. 
Fare attenzione in caso di nebbia; si deve avere una buona percezione della roccia in quanto questa
è resa lucida e marmorea dall'usura delle continue salite lungo la via normale.