TORRE TRIESTE   Via CARLESSO - SANDRI   Parete Sud

La Torre Trieste è il più grande monolito delle Dolomiti, offre da ogni versante un aspetto affascinante, è percorso da molte vie tutte interessanti.

Questa via a mio parere è la più bella e completa della Torre.

Chi la percorre merita una Laurea in Alpinismo in quanto la via comprendendo una salita in diedro, fessura, placca, camino, traversi, strapiombi, roccia delicata, difficoltà non indifferenti, fiuto del percorso, una lunghezza chilometrica, una discesa non semplice, fanno del tutto un mix di grande livello.

Per avere però un voto di 110 e lode sarà necessario percorrerla in libera e in un tempo compreso tra alba e tramonto (accesso,salita, discesa).

Certo per conseguire però il Master occorrono certe altre vie (Parete Nord del Civetta, Sud Marmolada, Tofane, Roda di Vael, ecc.).

Primi salitori:  Raffaele Carlesso, Bortolo Sandri, 7/8-8-1934

Difficoltà:  4°, 5°, 6°, 7°+, 8°-, A1, A2              Coefficiente di Difficoltà:  5212     Coefficiente Globale:  5993

(45*3) +(15*3)+(15*16) +(15*8)+(10*19) +(25*6)+(20*3) +(40*0,5) +(50*3) +(40*8)+(5*16) +(50*0,2) +(30*8) +(40*16) +(50*0,5) +(40*14) +(30*3)+(5*20) +(40*10) +(40*8) +(70*3) +(25*0,5)+(25*3) +(30*8) +(30*18) +(30*8) =  5212        815m.

Dislivello:  570 m. (via originale 750 m.)

Sviluppo:  815 m. 37 lunghezze di corda, (via originale 1100 m.)

Rischio: R3

Tempi:  ore 10/12, 25 ore dei primi salitori

Materiale:  chiodi lasciati dai primi salitori 45.

MIE IMPRESSIONI

Via grandiosa , una delle più belle che abbia fatto, percorsa nel luglio 1985.

Molto complessa , piena di traversi e traversini che necessita un secondo bravo come il capocordata.

Ha un esposizione eccezionale , molto più solare della Cassin della quale è anche più difficile e più in libera.

La roccia è buona anche se non perfetta.

E’ un vione che abbiamo percorso in 10 ore.

Caratteristico il passaggio chiave (al 22° tiro) , una placca panciuta al cui centro c’è un chiodo non moschettonabile se non inserendo un cordino finissimo o fil di ferro.

Difficoltà del passaggio chiodo o non chiodo 8°-

Qui abbiamo trovato una cordata polacca il cui capocordata continuava a volare sul passaggio , ricadendo sul chiodo moschettonato con un cordino da 3mm. che ci faceva venire i brividi solo a vederlo.

Non capiva nessuna lingua e a gesti siamo riusciti a fargli capire di farsi da parte perché non volevamo certo bivaccare in attesa che lui riuscisse a superarlo.

La via l’abbiamo fatta in compagnia di una cordata composta da una guida francese e un ragazzo che aveva solo 18 anni e che arrampicava molto bene e in alterno.

A metà via gli facevano male le scarpette ed allora ha messo le scarpe da trekking e con quelle ha arrampicato fino in vetta.

Allora non era nessuno , ma era Jean Cristoff Lafeille che è ora famoso per le vie estreme fatte ed aperte sul Bianco e in Himalaia, purtroppo è morto qualche anno fa mentre faceva il suo 12° Ottomila.

Ricordo un camino con una partenza e un tratto così stretto che uno robusto non so come possa fare ad entrarci (34° Tiro), e una discesa in doppia rapidissima fatta in collaborazione coi francesi.

Tempo totale della via da e per il Rif. Vazzoler 14 ore (ottimo).

ACCESSO

Dal rifugio Vazzolèr raggiungere il lungo canalone ingombro di massi e mughi alla base della parete est della Torre Trieste.

Abbandonare il sentiero fin qui seguito e risalire il canalone per circa 200 m, fino all'inizio di una grande cengia.

Seguendo la cengia verso sinistra, attraversare la parete Est e un tratto della parete Sud della Torre fino all'attacco, dove si trova 1 CF (ore 2).

I primi salitori iniziarono la salita partendo dal sentiero che passa sotto la parete Sud della Torre Trieste, salirono il grande sperone con mughi ed erba (180 m; 2°, 3°, 4°) e raggiunsero la sopradetta cenngia.

Questa prima parte della via di solito viene evitata dai ripetitori, anche perché ha poco interesse.

SALITA

1)  25 m (4°-)  Dal chiodo di attacco salire in obliquo a destra fino ad un terrazzino.

2)  40 m (4°, 4°+; 4 C)  Salire, obliquando leggermente a destra, fino ad una sosta sotto uno strapiombo giallo.

3)  20 m (A1, 5°, 6°; 4 C)  Superare lo strapiombo (6 m; A1, 5°, 6°; 3 C), obliquare a destra, raggiungere una cengia (1 C) e  traversare a destra (6 m, 5°+) fino ad un posto di sosta (1 CF).

4)  35 m (5°, 6°, A1, A2; 12 C; roccia friabile)  Traversare verso destra (5 m, 5°) fino ad un chiodo, salire su parete friabile (10 m; 5°), traversare a sinistra (5 m; 6°) e proseguire in verticale fin sotto un tetto nero (A1, A2, 6°+;1 C).

Traversare a sinistra (3 m), superare il tetto e raggiungere un piccolo posto di sosta (A2, 6°, 7°-).

5)  15 m (5°+, A1)  Traversare a sinistra (4 m), salire poi in verticale, superare uno strapiombo e raggiungere una cengia.

6)  25 m (4°, 4°+; 2 C). Traversare sulla cengia a sinistra (8 m; 1 C), salire (6 m; 4°) e traversare a destra fino ad un chiodo.

Continuare salendo in obliquo a destra fino ad un'altra cengia.

Qui termina il tratto comune anche alla Via CASSIN.

7-8-9-10)  90 m (3°, 4°, 5°, 5°+)  Traversare a sinistra fino alla fine della cengia (4°; 1 C), superare un leggero strapiombo (5°) e poi salire in verticale per 10 m (4°).

Continuare verso sinistra fino alla base di un grande diedro, salire su parete verticale, interrotta da strette cenge (4°, 5°), fino ad una nicchia gialla sotto un piccolo tetto.

11)  10 m. Superare il tetto (3 m; A2, 6°) e raggiungere un posto di sosta, sopra il quale si vede una fessura nera.

12)  25 m (5°+)  Per arrivare alla fessura attraversare facilmente a destra per 5 m, salire fino ad una piccola nicchia (1 C) e  traversare a sinistra (5°+).

Raggiunta la fessura, risalirla fin sotto uno strapiombo (5°+).

13)  30 m (A1, 5°+, 3°)  Superare lo strapiombo (A1, 6°) e continuare la salita, prima per la fessura (5°+) e poi su parete inclinata (3°), fino alla prima grande cengia della Torre (cengia inferiore).

Ottimo posto per bivacco.

Dopo aver attraversato sulla cengia verso destra, fino alla sua fine sulla parete Est, si può raggiungere la gola della via Cozzi e scendere per questa alla base della Torre.

Dall'estremità Nord della cengia si può anche salire (90 m; 4°, 3°; 1 C) fino alla seconda grande cengia della Torre (cengia superiore) e raggiungere verso destra la via di discesa.

14)  40 m.  Traversare sulla cengia verso sinistra fino alla base di un grande diedro grigio, chiuso, 35 m più in alto, da un grande tetto.

15-16)  60 m (5°, 5°+, 6°, A2)   Salire a destra del diedro.

17)  10 m (3°)  Con breve salita raggiungere la seconda grande cengia (cengia superiore).

Ottimo posto per bivacco.

Traversando sulla cengia verso destra si può uscire dalla parete Sud e raggiungere sulla parete Est della Torre la via di discesa.

18)  30 m.  Traversare a sinistra prima facilmente, poi con difficoltà su una stretta cengia (4°),

(inizialmente gialla e friabile, in seguito grigia e salda).

Salire (3 m.) e raggiungere un terrazzino con erba, a destra della base di un grande diedro giallo-grigio.

19)  20 m (6°)  Salire sulla parete, a destra del diedro, fino ad un terrazzino.

20)  15 m (6°)  Proseguire in verticale fino ad un posto di sosta.

21)  40 m (3°, 2°)  Salire in obliquo verso destra, su rocce facili con terrazzini erbosi, fino alla base di un placca grigia.

22)  30 m (5°+, A2, 6°, 6°, 8°-) Tratto chiave della via.

Salire prima in verticale (5°+, A2), poi leggermente verso destra fino ad un chiodo a pressione.

Poco più in alto, sulla sinistra, è infisso un chiodo costituito da un piccola lama con un foro.

Per utilizzarlo sono necessari 30 cm di filo di ferro o cordino sottile da infilare nel foro.

Salire sul chiodo (6°, A2, in libera 8°-) e proseguire verticalmente (1 C) fino a raggiungere un altro chiodo, sopra la placca.

Da qui traversare verso destra (5 m; 6°) fino ad uno scomodo terrazzino, alla base di un diedro giallo.

23)  20 m (5°+)  Scalare il diedro e continuare per una fessura-camino fino ad una nicchia gialla.

24)  15 m (5°+)  Non proseguire per la soprastante fessura gialla e friabile ma, traversare 5 m a destra, raggiungere la continuazione della fessura-camino e salirla fino ad un buon posto di sosta, sotto una parete strapiombante.

25)  15 m (5°, A1)  Traversare a sinistra, seguendo una fessura gialla orizzontale, fino ad un buon posto di fermata, alla base di un diedro grigio, inclinato.

26-27)  40 m (5°)  Salire sul fondo del diedro e raggiungere una zona di parete meno difficile, un pò friabile.

28-29)  50 m (3°, 4°)  Salire in obliquo verso destra.

30-31)  50 m (4°)  Proseguire con salita obliqua verso sinistra fino alla base della parete gialla terminale.

(Qui inizia una variante diretta [Hasse]).

32)  25 m.  Traversare verso sinistra, quasi in orizzontale, su una placca grigia (ottimo posto per bivacco) e salire su un pulpito giallo e friabile.

33)  25 m (3°, 4°)  Scendere dietro al pulpito (1 C), per un caminetto (3°, 4°), fino ad una sottostante cengia.

Traversare a sinistra, salire un camino svasato (4°) e raggiungere la base del camino grigio terminale.

34-35-36)  90 m (5°)  Seguire il camino molto stretto (recuperare lo zaino da solo) fino al suo termine.

37)  Poi per facili rocce raggiungere la cima.

DISCESA

Sviluppo 950 m; 2°, 3°, 8 corde doppie (260 m); ore 4.

Dalla vetta scendere sul versante Ovest, traversare a sinistra, aggirare uno spigolo raggiungendo una piattaforma in un canale.

I) C.D. 25 m.

Scendere fino alla base del camino Cozzi.

Traversare a nord lungo la cresta.

Passare a sinistra di una torre, salire poi in obliquo a sinistra, continuare ad attraversare fino ad arrivare sopra la forcella Cozzi (2°, 3°).

II) C.D. 40 m.  Raggiungere la forcella.

III) C.D. 25 m.

IV) C.D. 40 m. Scendere in libera 5 m.

V) C.D. 50 m. Scendere in libera 10 m.

VI) C.D. 35 m.

VII) C.D. 30 m.

Fino ad uno sperone della seconda cengia.

Scendere il canalone a nord dello sperone fino ad una biforcazione e continuare per il ramo di sinistra (or.) fino ad un salto.

VIII) C.D. 15 m.

Scendere poi verso sinistra (or.) fino ad una spalla sulla cresta del canalone.

Traversare fino alla spalla proseguendo verso nord per gradoni.

Raggiungere un pulpito, traversarlo e scendere ad un colatoio che conduce alla parte alta del canalone che scende alla base della parete Est.

Scendere il canalone (2°, 3°).

Recentemente le doppie sono state riattrezzate, evitando i pendoli e spostamenti tra le varie calate, abbreviando i tempi e togliendo la parte avventurosa che quelle originali comportavano.

Combinazione Vie Carlesso + Cassin + Hasse
La via descritta nello schizzo è una combinazione tra l'itinerario della via Carlesso, alcuni tiri della Cassin e la variante finale Hasse.
Nell'insieme risulta una via stupenda tra le più belle delle Dolomiti; le difficoltà sono sostenute, i due tiri iniziali
se saliti in libera possono essere valutati attorno al 6b, mentre nella parte alta il tiro di artificiale con il famoso
chiodo con filo di ferro potrebbe essere valutato attorno al 7b.
La roccia è quasi sempre ottima e la chiodatura è complessivamente buona. 
DIFFICOLTA':  VI, A0   (OBBLIGATORIO  VI)
VERSANTE:  Sud
LUNGHEZZA DISLIVELLO:  600 m., Sviluppo 900 m.
MATERIALE:   2 corde da 50 metri, numerosi cordini, rinvii un set di nuts e qualche friends medio per le numerose fessure 
ACCESSO GENERALE
Dal paese di Listolade, in Valle Agordina, ad alcuni chilometri dopo Agordo imboccare la strada che sale a Capanna Trieste dove si lascia l'auto. 
ACCESSO
Dal parcheggio seguire la strada che porta al Rif. Vazzoler.
Dopo circa 40 min. poco prima del torrente che scende dalla Val dei Cantoni imboccare sulla destra il sentiero che sale alla ferrata Tissi.
Seguirlo contornando la base della Torre Trieste fino ad una forcella da dove si scende fino ad un canale.
Sulla sinistra del canale parte una traccia di sentiero da seguire entrando poi nel canale ghiaioso da risalire fino al termine.
Salire a sinistra per rocce imboccando la cengia che conduce all'attacco della via.
Seguire la cengia superando alcuni posti di bivacco, uscire sul versante Vazzoler e dopo poco legarsi.
La partenza è su una parete di roccia grigia articolata con due chiodi di sosta. 
DISCESA
La discesa è piuttosto complessa e richiede attenzione.
Dalla cima seguire gli ometti verso Ovest - Val dei Cantoni Rif. Vazzoler.
Dopo poco si incontra una corda fissa che permette di calarsi velocemente in un canale camino.
Continuare nel canale verso sinistra con un'altra corda fissa e poi in arrampicata superare un paio di salti.
Scendere verso destra per evidenti tracce fino ad una sosta.
Con una prima doppia da 40 m si arriva all'altezza dei due intagli che dividono la Torre Trieste dal Castello della Busazza.
Con una breve arrampicata (sempre lato Val dei Cantoni) si raggiunge il primo intaglio, lo si supera arrivando al secondo.
Qui iniziano le doppie sul versante Est. 
Con due doppie da 40 in un canale camino si arriva in un punto pianeggiante.
Attraversare lungo una cengia per una quindicina di metri fino ad un anello cementato, con 3 doppie si arriva ad una buona cengia.
Ancora a sinistra fino ad un altro anello cementato e con 2 doppie si arriva alla seconda cengia.
Scendere per tracce di sentiero lungo uno sperone che divide due grandi canali, proseguire sul lato sinistro fino ad un mugo vicino 
al quale un anello cementato permette di calarsi nel profondo canale (doppia da 50 m attenzione le corde scorrono male).
Continuare nel canalone a tratti arrampicando e con altre 3/4 doppie fino ad arrivare alla base della Torre nei pressi della cengia d'attacco. 
COMMENTI
La combinazione Carlesso-Hasse è forse più bella rispetto all'itinerario proposto, perchè i tiri della Carlesso tra le 2 cenge sono veramente belli
(il diedro grigio e la placca successiva).