RELAZIONE  Via  DIMAI  alla  PUNTA  FIAMES

PUNTA FIAMES, m. 2240  parete sud, via Dimai-Verzi-Heath (1901) 

CENNO GENERALE

E' una delle vie più classiche e frequentate della zona di Cortina, su una parete soleggiata e panoramica, percorribile dalla primavera all'autunno, ben chiodata, con le soste cementate, meno frequentata del vicino spigolo JORI.

Via con una buona esposizione a Sud, roccia ottima, parete esposta e grandiosa, vicina alla strada, discesa comoda, anelli cementati alle soste.

Il camino a metà parete può risultare bagnato; la roccia è sempre ottima.

L'attacco è piuttosto lungo e faticoso e non da sottovalutare (passaggi di 2° e 3° grado).

Dalla terrazza ghiaiosa dell'attacco, la via sale ad una piccola cengia con mughi, aggira a destra uno spigolo, si immette in un ampio diedro che porta alla cengia più evidente della parete.

Si sposta a sinistra e affronta a zigzag la sovrastante parete fino ad immettersi in un profondo camino, dal quale esce a sinistra dove è ostruito; si mantiene quindi costantemente alla sinistra, passa in mezzo ai due grossi tetti della parte alta della parete, uscendo poi sulla cresta sommitale.

Primi salitori:  J.L Heath, A. Dimai, A. Verzi; 7 luglio 1901

Difficoltà:  D; passaggi di 4°/4°+    Coefficiente Difficoltà:  619    Coefficiente Globale:  680

(15*0,5)+(15*3) +(10*0) +(20*0,2)+(20*0,5) +(20*0,2)+(20*0,5) +(30*0,2) +(20*2)+(5*0,5) +(15*3)+(10*2) +(15*5)+(10*3) +(20*3) +(15*5)+(15*0,5) +(20*3) +(15*0,2)+(15*0,5) +(15*3)+(15*0,5) +(20*0,5)+(15*3) = 619   390m.

Dislivello:  300 m.

Sviluppo:  390 metri; 15 lunghezze di corda

Rischio: R2

Tempi:  5 ore

Versante:  Sud

Materiale:  la via è attrezzata (soste cementate), portare una normale dotazione alpinistica.

ACCESSO GENERALE

Dalla SS 51 oltre Cortina (direzione Dobbiaco), circa 500 m. oltre l’ospedale Codevilla, si trova sulla destra uno spiazzo dal quale si stacca una stradina asfaltata (tabelle dei sentieri fra le quali l’indicazione “Punta Fiames”).

Seguire la stradina per 50 m. fino ad incrociare il percorso dell’ex ferrovia (ora pista ciclabile).

Seguirla a sinistra per circa 200 m. fino ad altre indicazioni.

Prendere sulla destra il sentiero (indicazioni “Punta Fiames”, (non la stradina) segnato in bianco-rosso senza numero che risale il  bosco.

Altra possibilità (più breve) è lasciare l’auto un pò più avanti presso il mobilificio Lacedelli;  attraversare la statale e raggiungere il percorso dell’ex ferrovia da seguire per poco a destra.

Qui sale verso il Pomagagnon un ghiaione con degli di alberi, da risalire direttamente fino ad incrociare il sentiero quando attraversa il ghiaione stesso (segni bianco-rossi sugli alberi) e seguirlo a sinistra.

Seguire il sentiero e fare sempre attenzione ai segnavia fino ad arrivare sotto gli avancorpi della catena del Pomagagnon.

(30-40 min. da Fiames).

Qui prendere a sinistra una traccia che risale un vallone detritico, oltre il quale corre il basamento erboso e con mughi della Punta della Croce.

La traccia attraversa il canalone che separa questa dalla Punta Fiames  (N°. 202).

Subito oltre risale un ripido caminetto di rocce, erba e terra (3°-) e proseguire poi in salita diagonale per roccette fino ad uno spiazzo detritico sotto la parete Sud della Punta Fiames.

Dallo spiazzo risalire ancora il canale roccioso che porta alla base della parete vera e propria, quasi al suo margine sinistro, sotto due camini.

L’ attacco è nel punto più alto del cono di ghiaia su un piccolo spiazzo di terra sotto il camino di destra (grossa clessidra).

 ore 1,30-1,45 da Fiames.

SALITA 

1)  Salire a destra del camino, lungo una spaccatura della parete, che dopo 10 m. presenta una strettoia strapiombante, che dà accesso alle rocce superiori, più inclinate (10 m., 3°, pass. 4°).

Risalire la parete, con erba ma di roccia buona, in diagonale verso destra fino a raggiungere la “prima cengia” (10 m., 3°+, 1C).

Percorrerla verso destra fino al primo grosso anello cementato (8 m., 2°).

30 m., 3°, 4°, 3°+, 2°, 1C

2)  Seguire la cengia verso destra, oltrepassare uno spigolo, oltre il quale c' è un diedro ampio e appoggiato che forma una depressione al centro della parete.

10 m., 1°

 3)  Dalla sosta attraversare un paio di metri a destra (3 m., 3°, esposto), raggiungendo la base di un diedro-canale.

Risalire senza eccessive difficoltà nel fondo o un pò a destra, superando qualche salto più ripido fino ad un buon punto di sosta con anello (35 m., 2°, pass. 3°).

40 m., 3°, 2°

 4)  Proseguire lungo il diedro-canale per rocce per lo più facili (20 m., 2°, pass. 3°, 1C).

Tenendosi a destra del diedro risalire dei facili gradoni rocciosi fino a raggiungere la seconda grande cengia della parete (20 m., 2°, 3°).

 40 m., 2°, 3°, 1C

5)  Seguire la cengia verso sinistra per tracce (a destra si va sulla via dello spigolo Jori).

Oltrepassare un diedro (10 m., 1°, 1C), oltre il quale girare uno spigolo (8 m., 2°, 1C) portandosi su uno spiazzo ghiaioso con mughi (10 m., 1°).

30 m., 1°, 2°, 2C

6)  Dalla sosta rimontare una fessura verticale (5 m., 4°-) che porta su una rampa con mughi.

Seguirla in salita verso destra (8 m., 3°) fino alla base di una larga fessura che tende leggermente a sinistra.

Rimontarla nel fondo (10 m., 4°-) fino all’anello cementato della sosta.

25 m., 4°-, 3°, 4°-

7)  Continuare nella fessura fino a circa 5 m. sotto gli strapiombi gialli che la chiudono (10 m., 4°).

Traversare a destra con passo esposto su parete di roccia grigio scura, portarsi verso la base del grande camino che incide tutto il settore centrale della parete (15 m., 4°, 1C ).

Sostare all’imbocco del camino.

25 m., 4°-, 4°, 1C

8)  Scalare il camino verticale che ha i primi 15 metri ripidi (sulla sinistra una grande nicchia gialla, 15 m., 4°).

Il camino qui piega leggermente a destra e strapiomba leggermente.

Tenersi sulla fessura sinistra delle due che formano il camino (8 m., 4°+, 1C), raggiungendo un terrazzino all’interno della spaccatura.

25 m., 4°, 4°+, 1C

9)  Proseguire nel camino, sempre con difficoltà piuttosto sostenute e continue fino al successivo anello, alla base del tratto più verticale della linea di salita, circa 10 m. sotto un grande strapiombo.

20 m., 4°

10)  Continuare nel camino molto verticale, in opposizione fin sotto lo strapiombo che lo chiude (10 m., 4°+, 2C).

All’altezza del secondo chiodo stare sulla parete a sinistra leggermente strapiombante, per uscire a sinistra su rocce più facili (10 m., 4°+, 3°, 1C).

Per rocce più facili raggiungere la “terza cengia” dove si sosta (10 m., 3°).

30 m., 4°+, 3°, 3C

11)   A sinistra della sosta c’ è un camino di roccia bianca con un masso incastrato.

Salire il camino, passare sotto al grosso masso fino ad uno spiazzo all’interno del camino.

20 m., 4°

12)  Dalla sosta andare a sinistra in orizzontale per qualche metro, aggirare lo spigolo sulla sinistra del camino. (2 m., 2°).

Inizia una rampa di rocce bianche che porta verso la base dell’ultima ripida parete che sbarra l’accesso alla vetta (25 m., 3°, 2°).

30 m., 2°, 3°, 2°

13)  Attaccare la parete verticale di roccia scura, per una fessura che la incide nei primi metri (5 m., 4°).

Quando la fessura si esaurisce scalare direttamente la parete con i successivi metri molto verticali (8 m., 4°+, 2C).

Seguono poi delle rocce più inclinate che portano alla base dei gradoni finali (8 m.,3°, 1C).

Prendere una fessura che in diagonale a sinistra porta a un terrazzino di sosta (5 m., 4°-).

30 m., 4°, 4°, 3°, 4°-, 3C

14)  Scalare l’ultimo salto verticale della parete in diagonale a destra lungo una fessura (10 m., 3°, pass. 4°), sopra la quale si appoggia.

Salire un canale che porta sulla spalla della punta Fiames circa 80 m. sotto la cima  (vicino alle attrezzature della ferrata Strobel) (25 m., 3°, 2°).

35 m., 3°, 4°, 3°, 2°

DISCESA

Ci sono 2 possibilità: 
A)  In inverno conviene scendere per la ferrata Strobel (dall’uscita della via con le corde metalliche), che lungo il fianco ovest della Punta Fiames 
porta a valle all’altezza del campo sportivo di Fiames.
Da qui seguire verso sinistra l’ex ferrovia (ora ciclabile) fino al parcheggio (ore 1,30). 
B)  D’estate è più comodo salire a destra l’ultimo tratto della ferrata fino in vetta (10 min.).
Da qui scendere per sentiero lungo il versante nord e poi quello est (ometti), per terreno verde, 
fino alla profonda Forcella Pomagagnon. 
Da qui calarsi verso sud (destra) nel ripido canalone ghiaioso.
Generalmente si riesce a scivolare nella ghiaia per tutta la lunghezza del canale. 
Quando questo esce dalla sua gola in mezzo alle pareti sulla sinistra c' è un ometto che indica l’inizio del sentiero che seguito in discesa 
si riallaccia a quello percorso per andare all’attacco della via e per questo a valle (ore 1,40).
Tuttavia conviene continuare a scendere in scivolata per il canale-torrente fino alla sua fine, dove si incrocia lo 
stesso sentiero quasi in vista della strada statale (questa soluzione permette di risparmiare tempo). 

                             

RELAZIONE  Via  JORI  (SPIGOLO) alla PUNTA  FIAMES

PUNTA FIAMES (m. 2240)  Spigolo Jori, 1909 (spigolo sud-est) 

CENNO GENERALE

Con la via classica “DIMAI” della parete Sud, è la via più frequentata della conca ampezzana per la ottima qualità della roccia e per la grande eleganza del suo sviluppo; lo spigolo ha una linea perfetta e un panorama incomparabile.

È una delle arrampicate più belle, esposizione solare, anche se l’accesso all’attacco è un po’ laborioso.

Soste cementate, chiodatura discreta (buona per alpinisti abituati a queste difficoltà, utili comunque dadi e friend, anche grossi), percorribile in molti mesi dell'anno.

La via sale l'evidente spigolo della Punta Fiames con un arrampicata aerea spesso in fessura.

La via attacca dalla cengia di metà parete, che si raggiunge con la via Dimai, ma è anche possibile seguire lo spigolo nella parte bassa lungo una variante più diretta del tracciato originale.

Dall'estremità destra della cengia mediana, la via sale prima a sinistra e più in alto al centro o a destra del filo dello spigolo, sfruttando le fessure vicine allo stesso ed evitando alcuni evidenti tetti che ne interrompono la continuità.

Primi salitori:  F. Jori, K. Bròske; 19 agosto 1909

Difficoltà:  D+,  5°, max. 5°+    Coefficiente Difficoltà:  1339    Coefficiente Globale:  1472

(10*0,5)+(10*0,7)+(10*3) +(10*0) +(20*3)+(20*0,2) +(20*0,2)+(20*0,5) +(50*0) +(45*3) +(25*3) +(15*0,7) +(20*3)+(20*8) +(5*8) +(30*2) +(15*3)+(15*8)+(10*0,5) +(15*6)+(20*3) +(25*0,5)+(15*5) +(10*8)+(10*5) +(20*3)+(5*6)+(25*2) =  1339

Versante:  Sud - Sud-Est

Dislivello:  400 m

Sviluppo:  580 m. ,  350 metri alla cengia; 10 / 14 lunghezze di corda

Rischio: R2

Materiale:  la via è attrezzata, normale dotazione, portare qualche friend o nuts.

Tempi:  6 ore.

ACCESSO GENERALE

Dalla SS 51 oltre Cortina (direzione Dobbiaco), circa 500 m. oltre l’ospedale Codevilla, si trova sulla destra uno spiazzo dal quale si stacca una stradina asfaltata (tabelle dei sentieri fra le quali l’indicazione “Punta Fiames”).

Seguire la stradina per 50 m. fino ad incrociare il percorso dell’ex ferrovia (ora pista ciclabile).

La si segue a sinistra per circa 200 m. fino ad altre indicazioni.

Prendere sulla destra il sentiero (indicazioni “Punta Fiames”, (non la stradina) segnato in bianco-rosso senza numero che risale il  bosco.

Altra possibilità (più breve) è lasciare l’auto un po’ più avanti presso il mobilificio Lacedelli;  attraversare la statale e raggiungere il percorso dell’ex ferrovia da seguire per poco a destra.

Qui sale verso il Pomagagnon un ghiaione con degli di alberi, da risalire direttamente fino ad incrociare il sentiero quando attraversa il ghiaione stesso (segni bianco-rossi sugli alberi) e seguirlo a sinistra.

Seguire il sentiero e fare sempre attenzione ai segnavia fino ad arrivare sotto gli avancorpi della catena del Pomagagnon.

(30-40 min. da Fiames).

Qui prendere a sinistra una traccia che risale un vallone detritico, oltre il quale corre il basamento erboso e con mughi della Punta della Croce.

La traccia attraversa il canalone che separa questa dalla Punta Fiames  (N°. 202).

Subito oltre risale un ripido caminetto di rocce, erba e terra (3°-) e proseguire poi in salita diagonale per roccette fino ad uno spiazzo detritico sotto la parete Sud della Punta Fiames.

Dallo spiazzo risalire ancora il canale roccioso che porta alla base della parete vera e propria, quasi al suo margine sinistro, sotto due camini.

L’ attacco è nel punto più alto del cono di ghiaia su un piccolo spiazzo di terra sotto il camino di destra (grossa clessidra).

ore 1,30-1,45 da Fiames.

ACCESSO

Seguire il percorso della via Classica DIMAI fino alla cengia a metà parete (5 lunghezze).

Lungo la cengia traversare a destra fino allo spigolo, dove ha inizio la via vera e propria.

SALITA

Le prime 4-5 lunghezze di corda sono in comune con la via Dimai, con la quale si raggiunge la “seconda cengia”.

1)  Salire a destra del camino, lungo una spaccatura della parete, che dopo 10 m. ha una strettoia strapiombante, poi seguite da rocce più inclinate (10 m., 3°, pass. 4°).

Risalire la parete con erba ma di roccia buona, in leggera diagonale verso destra fino a raggiungere la cengia sovrastante (la “prima cengia”; 10 m., 3°+, 1C alla fine).

Percorrerla verso destra fino al primo grosso anello cementato (8 m., 2°).

30 m., 3°, 4°, 3°+, 2°, 1C

2)   Seguire la cengia verso destra, oltrepassare uno spigolo, oltre il quale c'è un diedro  molto ampio e appoggiato che forma una  depressione al centro della parete.

10 m., 1°

3)  Dall’anello di sosta attraversare ancora un paio di metri a destra (3 m., 3°, esposto), fino a raggiungere la base di un diedro-canale.

Rimontarlo nel fondo o leggermente a destra, superare qualche salto più ripido fino ad un punto di sosta con anello (35 m., 2°, pass. 3°).

40 m., 3°, 2°

4)  Proseguire per il diedro-canale sempre con la stessa direttiva per rocce  facili (20 m., 2°, pass. 3°, 1C), risalire dei facili gradoni rocciosi verso la seconda grande cengia della parete (20 m., 2°, 3°).

40 m., 2°, 3°, 1C

5)  Qui si lascia la via DIMAI, traversare a destra la “seconda cengia” per circa 50 m. fino a portarsi sotto lo spigolo.

Prima di raggiungerlo, alla base di un sistema di fessure e diedri, c'è uno spiazzo con un chiodo.

Qui è “l’attacco” della via JORI.

6)  Risalire le fessure sovrastanti su roccia non sempre buona, lasciando il filo dello spigolo circa 10 m. a destra.

Raggiungere un pulpito con mugo vicino allo spigolo.

45 m., 4°

7)  Salire in diagonale a destra su roccia nera e solida, leggermente a sinistra dello spigolo, fino a raggiungere una sosta cementata.

25 m., 4° (lunghezza senza chiodi ma con possibilità di protezione con dadi).

8)  Passare a destra dello spigolo e risalire un canale di roccia bianca fino ad una cengia.

15 m., 3°+.   Le lunghezze  7 e 8 si possono unire.

9)  Sopra la cengia inizia una fessura di roccia bianca leggermente inclinata da sinistra a destra.

Salire qualche metro per parete articolata fino alla sua base (10 m., 4°, 1C) e iniziare a risalirla.

A metà altezza della fessura c'è un passo delicato, con appigli ed appoggi molto piccoli. (20 m., 4°, pass. 5°, 2C).

Proseguire ancora una decina di metri più facili fino a raggiungere un pulpito sul filo dello spigolo (10 m., 4°).

40 m., 4°, 5°, 4°, 3C

10)  Rimontare a sinistra dello spigolo una fessura difficile con appigli levigati.

(5 m., 5°, 1C).

Passare a destra del filo dello spigolo su roccia più facile fino a raggiungere una sosta in cima ad un pilastro (30 m., 4°-).

35 m., 5°, 4°-, 1C

11)  Sopra la sosta c’ è un tetto triangolare molto sporgente (visibile anche dal basso).

Alla destra del tetto c'è una profonda fessura da risalire.

Partenza con 10 m. di placca appigliata (10 m., 3°, 1C) fino alla base di un'altra fessura.

Rimontarla con un passo delicato (facilitato da un cordino attorno ad un masso) (15 m., 4°, pass. 5°-, A0 su cordino) e arrivare alla base della fessura-camino a destra del tetto.

Salire la difficile fessura fino a portarsi su una cengia sul filo dello spigolo (15 m., 5°, 3C).

40 m., 3°, 4°, 5°-, 5°, 4C

12)  Seguire per qualche metro a destra in leggera discesa la cengia (3 m., 1°).

Scalare direttamente una fessura verticale (grossi appigli, 10 m., 5°-).

Sopra la fessura le difficoltà diminuiscono e salire una parete nera tendendo leggermente a destra (1C cementato a metà), raggiungendo una comoda sosta sotto l’ultima parete della via (15 m., 4°, 1C).

35 m., 5°-, 4°, 1C

13)  Superare la soprastante parete, raggiungendo una prima cengia (15 m., 4°+, 1C cementato).

Continuare per rocce facili sempre a destra dello spigolo fino ad un’ampia cengia

(25 m., 3°, 2°).

40 m., 4°+, 3°, 2°, 1C

14)  Dalla sosta salire una fessura verticale, sbarrata in alto da uno strapiombo, che si evita a sinistra (8 m., 5°, 2C).

Passare a sinistra dello strapiombo, tramite una lama di roccia a sinistra della fessura (5 m., 5°, pass. 5°+, 1C).

Scalare ora un sistema di fessure meno impegnativo fino ad uscire dal tratto verticale quasi sul filo dello spigolo (7 m., 4°+, 1C).

Sosta su terrazzino.

20 m., 5°, pass. 5°+, 4°+, 4C, 1 clessidra

15)  Risalire il risalto finale, a destra dello spigolo, in leggera diagonale a destra un sistema di fessure e caminetti (20 m., 4°), arrivando sotto ad una fessura verticale da scalare direttamente (5 m., 5°-, 1C).

In cima alla fessura obliquare a destra fino a raggiungere la cima della Punta Fiames (25 m., 4°-, 3°, 2°).

50 m., 4°, 5°-, 4°-, 3°, 2°, 1C

DISCESA

Ci sono 2 possibilità:

A)  D'inverno conviene scendere per la ferrata Strobel.
Dalla cima seguire il sentiero con ometti che scende a sinistra (vers. Ovest).
Circa 50 m. sotto la vetta iniziano le corde metalliche, che lungo il fianco ovest, con percorso molto lungo che alterna tratti attrezzati a tratti di sentiero, riporta a valle all’altezza del campo sportivo di Fiames.
Da qui si segue verso sinistra l’ex ferrovia (pista ciclabile) fino al parcheggio o al mobilificio Lacedelli

(ore 1,30 – 2).

B)  D’estate è più comodo scendere per il canalone di Forcella Pomagagnon.

Dalla cima scendere leggermente per sentiero lungo il versante Nord (a destra) e poi quello Est (ometti), per terreno verde, fino alla profonda Forcella Pomagagnon.

Da qui scendere verso Sud (destra) nel ripido canalone ghiaioso.

All’uscita della gola in mezzo alle pareti sulla sinistra c'è un ometto che indica l’inizio del sentiero che in discesa si riallaccia a quello lasciato per andare all’attacco della via e per questo a valle,  oppure continuare per il canalone fino alla sua fine, dove si incrocia lo stesso sentiero quasi in vista della strada statale (soluzione più veloce).

(ore 1,40)