RELAZIONE  Via  DIMAI  alla  PUNTA  FIAMES

CENNO GENERALE

E' una delle vie più classiche e frequentate della zona di Cortina, su una parete soleggiata e panoramica, percorribile dalla primavera all'autunno, ben chiodata, con le soste cementate, meno frequentata del vicino spigolo JORI.

Il camino a metà parete può risultare bagnato; la roccia è sempre ottima.

L'attacco è piuttosto lungo e faticoso e non da sottovalutare (passaggi di 2° e 3° grado).

Dalla terrazza ghiaiosa dell'attacco, la via sale ad una piccola cengia con mughi, aggira a destra uno spigolo, si immette in un ampio diedro che porta alla cengia più evidente della parete.

Si sposta a sinistra e affronta a zigzag la sovrastante parete fino ad immettersi in un profondo camino, dal quale esce a sinistra dove è ostruito; si mantiene quindi costantemente alla sinistra, passa in mezzo ai due grossi tetti della parte alta della parete, uscendo poi sulla cresta sommitale.

Primi salitori:  J.L Heath, A. Dimai, A. Verzi; 7 luglio 1901

Difficoltà:  D; passaggi di 4°/4°+      Coefficiente Difficoltà: 653   Coefficiente Globale:  718

(10*3)+(10*0,7)+(10*0,2) +(10*0) +(35*0,2)+(5*0,5) +(20*0,2)+(20*0,5) +(10*0,2)+(20*0) +(15*2) +(10*0,5) +(25*3) +(15*3)+(10*5) +(20*3) +(20*5)+(10*0,5) +(20*3) +(25*0,5)+(5*0,2) +(20*3)+(10*0,5) +(25*0,5) +(20*3)+(15*0,5) = 653    415m.

Dislivello:  320 m.

Sviluppo:  415 metri; 15 lunghezze di corda

Rischio: R2

Tempi:  5 ore

Versante:  Sud

Materiale:  la via è attrezzata (soste cementate), portare una normale dotazione alpinistica.

ACCESSO GENERALE 
Dalla SS 51 poco oltre Cortina (direzione Dobbiaco), circa 500 m. oltre l’ospedale Codevilla, si trova sulla destra uno spiazzo dal quale
si stacca una stradina asfaltata (tabelle dei sentieri fra le quali l’indicazione “Punta Fiames”). 
Seguire la stradina per 50 m. fino ad incrociare il percorso dell’ex ferrovia (ora pista ciclabile per mountain-bike). 
La si segue a sinistra per circa 200 m. fino ad altre indicazioni. 
Prendere sulla destra il sentiero (indicazioni “Punta Fiames”, non seguire la stradina sulla destra) segnato in bianco-rosso senza numero che risale il  bosco. 
Altra possibilità (più breve) è lasciare l’auto un pò più avanti presso il mobilificio Lacedelli; si attraversa la statale e si raggiunge in breve 
il percorso dell’ex ferrovia, lo si segue per poco a destra.
Qui sale verso il Pomagagnon un ghiaione cosparso di alberi. 
Lo si risale direttamente senza difficoltà (la ghiaia è pressata e comoda da risalire) fino ad incrociare il sentiero quando attraversa il 
ghiaione stesso (attenzione ai segni bianco-rossi sugli alberi) e lo si segue a sinistra.
Si guadagna quota costantemente (attenzione ad alcuni bivi; seguire sempre i segnavia) fino ad arrivare sotto gli avancorpi della catena 
del Pomagagnon.
(30-40 min. da Fiames). 
Qui si prende a sinistra una traccia che subito risale un ripido valloncello detritico, oltre il quale corre il basamento erboso e con mughi della Punta della Croce. 
La traccia attraversa il canalone che separa questa dalla Punta Fiames  (N°. 202). 
Subito oltre risale un ripido caminetto di rocce, erba e terra, non semplice (3°-) e prosegue poi in salita diagonale per roccette fino ad uno spiazzo detritico sotto 
la parete Sud della Punta Fiames. 
Dallo spiazzo risalire ancora la canaletta rocciosa che porta alla base della parete vera e propria, quasi al suo margine sinistro, 
sotto due camini (quello di sinistra è molto profondo ed ampio); attacco nel punto più alto del cono di ghiaia su un piccolo spiazzo di terra 
sotto il camino di destra (grossa clessidra). 

ore 1,30-1,45 da Fiames. 
ACCESSO
Lungo la cengia a metà parete traversare a sinistra. 

SALITA

1)  Salire a destra del camino, lungo una spaccatura della parete, che dopo 10 m. presenta una strettoia strapiombante, che dà accesso alle rocce superiori, più inclinate (10 m., 3°, pass. 4°).

Risalire la parete, con erba ma roccia buona, in diagonale verso destra fino a raggiungere la “prima cengia” (10 m., 3°+, 1C).

Percorrerla verso destra fino al primo grosso anello cementato (8 m., 2°).

30 m., 3°, 4°, 3°+, 2°, 1C

2)  Seguire la cengia verso destra, oltrepassare uno spigolo, oltre il quale vi è un diedro molto ampio e appoggiato che forma una depressione al centro della parete.

10 m., 1°

3)  Dalla sosta attraversare un paio di metri a destra (3 m., 3°, esposto), raggiungendo la base di un diedro-canale.

Risalire senza eccessive difficoltà nel fondo o un pò a destra, superando qualche salto più ripido fino ad un buon punto di sosta con anello (35 m., 2°, pass. 3°).

40 m., 3°, 2°

4)  Proseguire lungo il diedro-canale per rocce per lo più facili (20 m., 2°, pass. 3°, 1C).

Tenendosi a destra del diedro risalire dei facili gradoni rocciosi fino a raggiungere la seconda grande cengia della parete (20 m., 2°, 3°).

40 m., 2°, 3°, 1C

5)  Seguire la cengia verso sinistra per tracce (a destra si va sulla via dello spigolo Jori),

oltrepassare un diedro (10 m., 1°, 1C), oltre il quale girare uno spigolo (8 m., 2°, 1C) portandosi su uno spiazzo ghiaioso con mughi (10 m., 1°).

30 m., 1°, 2°, 2C

6)  Dall’anello di sosta rimontare una fessura verticale (5 m., 4°-) che porta su una rampa con mughi.

Seguirla in salita verso destra (8 m., 3°) fino alla base di una larga fessura che tende leggermente a sinistra.

Rimontarla nel fondo (10 m., 4°-) fino all’anello cementato della sosta.

25 m., 4°-, 3°, 4°-

7)  Continuare nella fessura fino a circa 5 m. sotto gli strapiombi gialli che la chiudono (10 m., 4°).

Traversare a destra con passaggio esposto su parete di roccia grigia scura, portarsi verso la base del grande camino che incide tutto il settore centrale della parete (15 m., 4°, 1C ).

Raggiunto l’imbocco del camino fare sosta.

25 m., 4°-, 4°, 1C, 2CF

8)  Scalare il camino verticale che ha i primi 15 metri ripidi (sulla sinistra grande nicchia gialla, 15 m., 4°).

Il camino qui piega leggermente a destra strapiombando un pò.

Tenersi sulla fessura sinistra delle due che formano qui il camino (8 m., 4°+, 1C), raggiungendo un terrazzino all’interno della spaccatura.

25 m., 4°, 4°+, 1C

9)  Proseguire nel camino, sempre con difficoltà piuttosto sostenute e continue fino al

successivo anello, alla base del tratto più verticale della linea di salita, circa 10 m. sotto un grande strapiombo.

20 m., 4°

10)  Continuare nel camino molto verticale in opposizione fin sotto lo strapiombo che lo chiude (10 m., 4°+, 2C).

All’altezza del secondo chiodo stare sulla parete a sinistra leggermente strapiombante, per uscire a sinistra su rocce più facili (10 m., 4°+, 3°, 1C).

Per terreno più facile si raggiunge la “terza cengia” dove si sosta (10 m., 3°).

30 m., 4°+, 3°, 3C

11)   A sinistra della sosta c’ è un camino di roccia bianca con un masso incastrato.

Salire il camino, passare sotto al grosso masso fino ad uno spiazzo all’interno del camino.

20 m., 4°

12)  Dall’anello andare a sinistra in orizzontale per qualche metro, aggirare lo spigolo sulla sinistra del camino. (2 m., 2°).

Inizia una rampa di rocce bianche che porta verso la base dell’ultima ripida parete che sbarra l’accesso alla vetta (25 m., 3°, 2°).

30 m., 2°, 3°, 2°

13)  Attaccare la parete verticale di roccia scura, usando una fessura che la incide nei primi metri (5 m., 4°).

Quando la fessura si esaurisce scalare direttamente la parete molto verticale (8 m., 4°+, 2C).

Seguono poi delle rocce più inclinate che portano alla base dei gradoni finali (8 m.,3°, 1C).

Prendere una fessura che in diagonale a sinistra porta a un terrazzino di sosta (5 m., 4°-).

30 m., 4°, 4°, 3°, 4°-, 3C

14)  Scalare l’ultimo salto verticale della parete in diagonale a destra lungo una fessura (10 m., 3°, pass. 4°), sopra la quale il terreno si appoggia.

Salire un canale roccioso che porta sulla spalla della punta Fiames circa 80 m. sotto la cima  (vicino alle attrezzature della ferrata Strobel).

(25 m., 3°, 2°). 35 m., 3°, 4°, 3°, 2°

COMMENTI

Via bella per essere una classica di 4°, roccia solida, anche se non entusiasmante.

Dopo la seconda cengia ci sono diversi percorsi possibili verso il camino con strapiombo.

Itinerario alpinisticamente completo per avvicinamento, sviluppo e discesa.

Il percorso non è sempre intuitivo, con diversi spostamenti laterali per cenge, parete aperta ed esposta, sempre panoramica, difficoltà omogenee, solo un paio di passaggi sono di  IV+.

Qualcuno dall'attacco prosegue ancora slegato fino alla prima cengia, ma è consigliabile  legarsi subito, alla fine delle ghiaie.

DISCESA
Ci sono due possibilità: 
a) 
D'inverno conviene scendere per la ferrata Strobel. 
Dalla vetta seguire il sentiero con ometti che scende a sinistra (vers. Ovest). 
Circa 50 m. sotto la vetta iniziano le corde metalliche, che lungo il fianco ovest, con percorso molto lungo che alterna tratti attrezzati a
tratti di sentiero, riporta a valle all’altezza del campo sportivo di Fiames. 
Da qui si segue verso sinistra l’ex ferrovia (ora ciclabile) fino al parcheggio o al mobilificio Lacedelli (ore 1,30 – 2). 

b)
D’estate è più comodo scendere per il canalone di Forcella Pomagagnon. 
Dalla cima si scende leggermente per sentiero lungo il versante nord (a destra) e poi quello est (ometti), per terreno verde, fino alla 
profonda Forcella Pomagagnon. 
Da qui scendere verso sud (destra) nel ripido canalone ghiaioso. 
Generalmente si riesce a scivolare nella ghiaia per tutta la lunghezza del canale. 
Quando questo esce dalla sua gola in mezzo alle pareti sulla sinistra c'è un ometto che indica l’inizio del sentiero che seguito in 
discesa si riallaccia a quello lasciato per andare all’attacco della via e per questo a valle 
(ore 1,40). 

Tuttavia conviene continuare a scendere in scivolata per il canale-torrente fino alla sua fine, dove si incrocia lo stesso sentiero 
quasi in vista della strada statale (questa soluzione permette di risparmiare tempo). 

NOTA:  La attuale chiodatura permette un rientro a corda doppia lungo la parete.

Il camino profondo a metà parete ("Camin del Frasto"), che costituisce il passaggio chiave della via, può essere evitato per rocce più facili sulla sinistra ( 3 lunghezze di corda).