RELAZIONE  Via INGLESE  PIZ POPENA  3152 m.

PIZ  POPENA  -   Via INGLESE - Parete Sud

Primi salitori:  A. Dimai, M. Innerkofler, Z. Pompanin, J. Phillimore, G.S. Raynor , 4 -8 1898 (relazione del 1998)
Difficoltà:  AD+ (IV)
Lunghezza:  600 m. 
Sviluppo:  800 m.
Tempi:  salita 4,5 ore, totale 11 ore
Materiale:  una corda da 50 m. 8 mm. (da usare in doppia), 5 fettucce, 6 moschettoni, inclusi 2 a ghiera.
ACCESSO
Andare fino alla "Grava di Cerigères", tra il Cristallo e il Piz Popena. 
Arrivati al grande tornante che rappresenta il massimo punto d'avvicinamento alla grande gola detritica che si 
insinua nel monte Popena (da Tre Croci ore 1.40).
Lasciare a sinistra il sentiero per il Passo Cristallo e salire alla meglio, lungo il bordo della frana che scende dalla gola. 
Risalire per ghiaia e rocce (ometti) il ramo di destra della gola, fino a raggiungere la forcella alla sua sommità. 
Dal Passo Tre Croci ore 2.10.
SALITA 
A 20 m. oltre la forcella, a sinistra, risalire un caminetto squadrato di 25 m. (II) che conduce ad una forcella. 
Scendere in una piccola conca e risalire ad una nuova forcella. 
Seguono dei torrioni che vanno aggirati ora a destra, ora a sinistra (I, ometti); quindi un canale verticale che, 
dopo circa 60 m. (ometto), si lascia per prendere a destra un camino verticale di 20 m (II). 
All'uscita, andare a destra per cengia, contornare un piccolo spigolo e rimontare a sinistra una cresta aerea. 
Aggirare un risalto a destra, scendendo per ghiaie. 
Superare, a sinistra, un gradino, compatto nella forma ma friabile nella superficie, di 4 m (III), proseguire in un facile canale di 10 m. 
e rimontare quindi il filo di cresta per 40 m., fino a raggiungere una spalla. 
Piegare a destra, a una ripida conca ghiaiosa sormontata da un piccolo risalto strapiombante, ma ricco di scaglie e clessidre. 
Superare lo strapiombo (8 m., passo IV, 3 clessidre) e proseguire per circa 12 m. facili (al termine dello strapiombo 2 ch. per   
eventuale calata di ritirata). 
Si è ora su una spalla sormontata da un risalto leggermente strapiombante. 
Superarlo subito sulla sinistra (passo IV-) e proseguire (15 m.) fino ad una terrazza. 
Seguire l'aereo spigolo di roccia salda (facili placche; a metà, sulla destra., un passo di II+) per circa 150 m. 
Lo spigolo termina, e si è al culmine della prima grande spalla (dalla forcella d'attacco, ore 2.30-3).
La seconda, grande spalla è separata dalla prima da una profonda fenditura. 
Scendere per ghiaie (ometti e sentiero) finché la fenditura non si rimargina, consentendo il passaggio 
alla base della seconda spalla. 
Attaccare, sulla destra., un canale-camino (passo II+). 
Salire ancora, entrare a destra. in un canale friabile, scavalcare a destra., grazie a un masso incastrato, una 
piccola quinta rocciosa (passo II+), al di là della quale ci sono 2 ch. per eventuale doppia di ritirata.
Proseguire per esposte roccette, fin sopra la seconda grande spalla (dalla "fenditura", 230 m. circa).
Scendere alla forcella che precede l'ultimo grande risalto (quello che culmina con la vetta) costeggiando un 
bordo roccioso che precipita sulla Grava di Cerigères e il Passo del Cristallo. 
Dalla forcella si stacca, a destra (ometti e tracce), la via di discesa, vale a dire la via normale. 
Passare la forcella e imboccare una lunga cengia che aggira a destra il grande salto finale. 
Percorrere la cengia a destra per circa 150 m., prima in orizzontale (anfratti in cui ripararsi in caso di
pioggia), poi in leggera discesa, fino a un vistoso ometto presso uno spigolo. 
Scalarlo (II; in discesa può essere aggirato per un sentiero pochi m. alla sua sinistra scendendo).
Continuare a salire per la parete di rocce e facili placche, finché essa si impenna in un paio di brevi 
fasce più ripide (II+), appoggiando a destra, sul bordo di un canale roccioso presso cui, a circa metà parete, 
si trova un buon ancoraggio per doppia (2 ch.). 
Dopo la seconda impennata, la parete diviene meno gradevole, in quanto meno compatta e cosparsa di 
brecciolino. 
Obliquare allora a sinistra, prima per una cengia rocciosa inclinata, poi per una serie di cenge ghiaiose, 
mirando allo spigolo sulla sinistra. 
Raggiunto lo spigolo (ometto), seguire il filo a destra per massi, scaglie, brevi risalti, fino in vetta. 
Dalla forcella d'attacco:  ore 4.30.
DISCESA
Rifare a ritroso il percorso senza lasciarsi attirare da un ometto sul lato Cristallo, mirando invece a 
un'evidente placca già passata in salita. 
Dopo la "cengia rocciosa inclinata", utilizzare la doppia (20-25 m; l'unica di questo salto finale, se si 
esclude un ancoraggio sulle ghiaie sommitali) sul bordo del canale, e continuare a scendere in esso.
Riguadagnata la lunga cengia e poi la forcella tra la cima sommitale e la seconda spalla, imboccare a sinistra 
(ometti) il grande canale di sfasciumi che scende sotto la forcella. 
Se non c'è più neve, superare un primo breve salto o tramite una breve doppia (a destra clessidra con cordino),
o (più raccomandabile) contornando a destra per rocce panciute (III-). 
Continuare per il canale fino a un secondo, più alto salto roccioso, che si aggira per rocce e caminetti a sinistra (I e II). 
Terminato questo primo, grande canale, volgere a sinistra, scivolando per una vasta cengia scoscesa e 
ghiaiosa che contorna a lungo (300 m circa) la parete, fino a raggiungere l'imbocco (destra) del secondo, 
grande canale di discesa (cioè, il primo della normale di salita). 
E' più lungo del primo, ed ingombro di neve (indurita) anche in stagione avanzata. 
Scendere prima sulla neve (o tra neve e roccia, a seconda delle condizioni). 
Quando la lingua diventa più ripida, appoggiare prima a sinistra su roccia (due ancoraggi successivi per 
doppie da 25 m), poi tra neve e roccia, a sinistra o destra, in base  alla convenienza. 
Usciti dal secondo grande canale, volgere a sinistra per una lunghissima cengia orizzontale (500 m circa), 
finché la parete che la sostiene si abbassa consentendo di perdere quota. 
Scendere allora a destra per una frana con labile sentiero (se in cattive condizioni, si può, all'inizio, 
facilmente appoggiare sullo sperone roccioso a destra).
La frana si trasforma presto in un grande cono detritico che scende sulla Val Popena alta. 
Da qui, due possibilità:
A)  Piegando subito a destra e risalendo al Passo Popena (2400 m circa) scendere sulle ghiaie della Val Rudavoi 
e quindi riallacciarsi al sentiero per il Passo Tre Croci. 
B)  Altrimenti si può scendere diritti lungo la gola di un torrente, e poi risalire alla Sella di Popena (2214 m) 
dove si trovano i ruderi dell'antico rifugio Popena. 
Dalla sella prendere il sentiero a sinistra che, con una lunghissima traversata in quota, va verso Misurina. 
Arrivati sopra Misurina, innestarsi sul sentiero N.° 224 che (a destra) scende con delle serpentine sulla riva del lago. 
In entrambi i casi dalla vetta circa ore 4.30.
Se si eccettuano un passo di IV, uno di IV- e uno di III, la salita presenta difficoltà non superiori al II+. 
Si può dunque scalare in conserva, tranne che per questi tre punti. 

Tenere presente che l'impegno è molto superiore a quello di una ordinaria salita di II grado (equivale a un lungo IV). 
Questo è determinato da vari fattori. 
La lunghezza complessiva della salita (11-12 ore), l'isolamento (pochissime cordate la percorrono), 
l'estrema attenzione richiesta per la discesa dal risalto sommitale, gli spinosi canali nevosi che seguono. 
Il fatto che la discesa risulti lunga quanto la salita, la dice lunga sulla sua complessità.