MARMOLADA d'OMBRETTA

Via Schwalbenschwanz - Via  SPECCHIO di SARA - Via  PISONI-CASTIGLIONI

Via  CONFORTO-BERTOLDI - Via " IRREALE " - Via FORTUNA

Marmolada d'Ombretta - Via Schwalbenschwanz

Primi salitori:  L. Rieser, R. Schiestl 19/11/1978

Difficoltà:  6a (6° obbligatorio),  TD   Coefficiente Difficoltà: 4968     Coefficiente Globale: 5961

(40*0,2) +(40*0,5) +(40*0,5) +(50*0,5) +(40*0,5) +(40*3) +(25*3)+(25*8) +(25*8)+(25*6) +(30*10)+(10*16)+(10*8) +(40*6) +(20*3)+(10*14)+(10*10)+(10*16) +(20*10)+(15*14) +(15*16)+(15*18) +(15*8)+(15*16)+(15*10) +(30*10)+(10*8) +(20*0,5)+(10*5)+(10*8) +(80*3) +(80*5)  +(50*3) +(50*3) = 4968  940m.

Dislivello:  800 m.

Sviluppo:  940 m. (20-25L)

Rischio: R4 (alto)

Tempi:  6-8 ore

Materiale:   2 corde da 50 m, chiodi, protezioni veloci (friends, nut ecc.) 

Itinerario ormai classico, ripetuto di frequente e quasi completamente attrezzato.

Dove termina a destra la grande Parete d'argento, inizia un settore del tutto particolare, che in alto sfocia in una cresta apparentemente orizzontale, incisa però da numerose forcelle che separano diversi pilastri.

Una larga cengia divide in due il tracciato che in basso sale lungo una netta spaccatura che termina sotto enormi tetti.

Grossa curiosità; un piccolo foro, largo appena quanto basta per far passare una persona, permette di superare questo grosso ostacolo senza nessuna difficoltà, al massimo trattenendo il fiato per un attimo, per non rimanere incastrati.

Si è quindi subito in cengia e da qui inizia la parte veramente interessante dall'ascensione.

Una stupenda serie di placche, leggermente segnata sulla destra da una piccola riga nera, effetto di una caduta d'acqua, costituisce la base su cui poggia un panciuto pilastro.

L'obiettivo non è però il pilastro, ma una profonda spaccatura sulla destra, poco più a destra del canalino per il quale scende l'acqua.

Destreggiandosi lungo le placche, ricercando la via più logica, prima attraversando la riga nera verso destra, poi tornando a sinistra per riattraversare più in alto a destra, si raggiunge lo stretto camino terminale, posto a destra del pilastro e della striscia nera formata dalla caduta d'acqua, da seguire fino in vetta.

Per la qualità della roccia sempre solida e rassicurante, le difficoltà accettabili e l'arrampicata estremamente piacevole, estetica e di grande soddisfazione, è attualmente una delle vie più ricercate in Marmolada

La Schwalbenschwanz, ovvero la via "Coda di rondine", parte a destra della Don Quixote, con cui condivide lo stile 
d'arrampicata su solide e levigate placche.
Offre una progressione "intelligente" e divertente sempre ricercando la strada migliore per salire.
 
ACCESSO
 
Dal Rif. Falier seguire il segnavia 610 lasciando il sentiero quando, all'altezza di stretti
tornanti, si dirige decisamente verso il Passo d'Ombretta (Ovest); traversare per prati, in
leggera salita a destra (Est), fino ad una rampa che sale le rocce dello zoccolo alla base della parete e quindi raggiunge il facile canalino obliquo d'attacco. (circa 1 ora dal Rif. Falier). 

VARIANTE GATTO DI MARMO

Primi salitori:  L. Meciani, P. Meciani, 27/7/1987
Difficoltà:  6c, Rischio: RS3 (alto), TD+

Dislivello:  150 m.

Sviluppo:  170 m. (6L)

Tempi:  2 ore

A metà strada fra lo sportivo e il classico, è questa una variante alla via "Don Quixote", per la quale esce in vetta, e permette di superare, in magnifica arrampicata, uno dei tratti più belli di questa zona di parete, oltre la grande cengia.

Mai pericolosa, anche se i 4 spit e i 14 chiodi presenti non danno garanzia di una chiodatura abbondante, merita veramente di essere ripetuta; attenzione a non sottovalutarne le difficoltà.

In apertura è stato salito un breve tratto in artificiale (A1), ora percorribile in libera con impegno superiore al 7° grado.

VARIANTE di DESTRA

Primi salitori:  H. Mariacher, L. lovane, 24/7/1979
Difficoltà:  5+, Rischio: R2 (medio), TD-

Dislivello:  170 m.

Sviluppo:  200 m. (7L)

Tempi:  2 ore

Aperta in occasione della prima salita della parte bassa di "Sancho Pansa" (completata poi per un percorso indipendente) è stata proposta come variante a Schwalberschwanz" (in alto, si raccorda con questa via).

Stile veloce e poco materiale è una caratteristica comune a queste aperture; pochi quindi i chiodi in parete, per lo più lasciati dai ripetitori.

Utile portarne una piccola scelta oltre a qualche nuts e friend.

In questa zona si intrecciano molti itinerari; sono quindi possibili varie soluzioni per interessanti combinazioni.

 VARIANTE di SINISTRA

Primi salitori:  H. Mariacher, L. lovane, 5/9/1980
Difficoltà:  6a, Rischio: R3 (alto), TD-

Dislivello:  120 m.

Sviluppo:  140 m. (4L)

Tempi:  1 ora

Itinerario poco attrezzato.

Data la compattezza della roccia non è possibile aggiungere molto materiale per proteggersi adeguatamente. Il tracciato si sviluppa sulla sinistra dell'originale e supera, in magnifica arrampicata, una serie di solide placche grigie.

Soluzione particolarmente consigliata.

VARIANTE di RACCORDO

Primi salitori:  I. Knapp, M.Wolf, 27/7/1983
Difficoltà:  6b+, Rischio: R3 (alto), TD

Dislivello:  80 m.

Sviluppo:  90 m. (2L)

Tempi:  1 ora

Attraverso questa combinazione i primi salitori hanno impiegato 6 ore, dalla terrazza alla vetta, valutando difficoltà fino al 7°-.

Si tratta di un itinerario che raccorda la via "Schwalbenschwanz" con la via "Don Quixote", attraverso una serie di spostamenti in placca verso sinistra e che permette di unire le due parti più interessanti delle due vie.

Roccia solida, arrampicata delicata ma piacevole, di grande soddisfazione.

DISCESA
 
2 doppie da 50 m. fino al ghiacciaio, quindi per le piste da sci raggiungere la stazione intermedia della funivia di Malga Ciapela. 

Relazione di Maurizio Giordani.

Via  SPECCHIO di SARA

Primi salitori:  M. Giordani, R. Manfrini, agosto 1988

Difficoltà:  7b+, EX   Coefficiente Difficoltà: 11234     Coefficiente Globale: 14042

(50*3) +(45*18) +(25*18) +(40*20)+(10*10) +(40*21) +(20*20)+(20*21) +(45*21) +(35*21) +(40*21) +(50*18) +(35*19) +(20*8)+(20*10) +(40*0,2) +(75*0,5)+(75*3) +(50*10) +(50*5) +(50*10) +(50*5) +(45*10) +(50*8) +(50*3) +(70*0,7) = 11234  1075m.

Dislivello:  850 m.

Sviluppo:  1075 m. (22L)

Rischio: R5 (molto alto)

Tempi:  8-10 ore

Lo "Specchio", la più compatta, verticale, impressionante placca della "Sud" è salita in modo ideale da questo itinerario, ormai una delle "classiche estreme" della parete.

Comprese le soste vennero usati 14 spit e 37 chiodi normali oltre a una piccola scelta di nuts, tricam e friend; la difficoltà dichiarata: "9°- con quattro passaggi in artificiale". Sul libro del rifugio si legge: "Le difficoltà sono valutate in apertura; in ripetizione l'itinerario è arrampicabile esclusivamente in libera".

Naturalmente la via venne liberata successivamente e valutata 7c.

Il pilastro sovrastante venne salito in precedenza e solo dopo, collegato alla prima parte.

Dato l'impegno della scalata e i tempi necessari a raggiungere la grande cengia, è raro che cordate affrontino anche la parte alta; si scende così in corda doppia lungo la via di salita, dove si deve comunque prestare particolare attenzione a non commettere errori.

Il nome "Specchio" non è stato dato a caso e la placca si mostra liscia come un vetro e all'apparenza priva di ogni possibilità di scalata. La roccia è solidissima e compatta, la verticalità interrotta solo da zone strapiombanti e gli appigli piccoli e spesso difficili da individuare; una vera scommessa che si traduce in una delle più belle arrampicate che la fantasia possa immaginare.

Relazione di Maurizio Giordani.

Via  PISONI-CASTIGLIONI

Primi salitori:  G. Pisoni, E. Castiglioni, 21/8/1942

Difficoltà:  5°,  D+    Coefficiente Difficoltà: 2414     Coefficiente Globale: 2896

(60*0,5) +(40*8) +(45*3) +(10*0,5)+(30*8) +(50*0,2) +(45*8) +(30*3) +(40*0,5) +(50*0,5) +(50*0,2) +(40*0,2) +(40*3) +(40*0,2) +(50*0,5) +(20*0,5)+(20*0,2) +(45*0,2) +(35*3) +(40*3) +(40*8) +(40*8) +(40*3) =  2414  900m.

Dislivello:  800 m.

Sviluppo:  900 m. (20L)

Rischio: R4 (medio-alto)

Tempi:  5-6 ore

Itinerario raramente ripetuto. Pochi i chiodi in parete; portare una piccola scelta di chiodi oltre a protezioni veloci come nuts e friend.

A Est delle fessure "Conforto", la parete perde compattezza; non si presenta più in un unico blocco dove rari sono i cedimenti, ma si mostra più accessibile, forse perché interrotta a metà del suo sviluppo da una grande terrazza.

Non sono comunque molti i punti deboli e Castiglioni seppe sfruttare il più appariscente, affrontando la parete là dove cede in verticalità e dove le difficoltà non superano mai il 5° grado.

Un profondo canale colatoio indica l'attacco della via; si tratta di una naturale condotta alimentata in alto da un vasto avvallamento a imbuto, dove la roccia levigata è incisa da lunghi rigagnoli.

Dopo un violento temporale non è raro notare vere e proprie colline di grandine che, alla base del canale iniziale, testimoniano quanto pericoloso esso sia in caso di maltempo; un rischio che però cessa dopo pochi tiri di corda.

La spaccatura principale infatti si abbandona per seguirne un'altra più superficiale, sulla sinistra, dove si incontra un arco naturale di oltre 7 metri sotto il quale passa l'itinerario.

La cengia permette una facile traversata verso destra, dove una zona di rocce inclinate permette di raggiungere velocemente l'intaglio d'uscita, interposto fra due grossi pilastri gialli.

Nel camino terminale, prima dell'intaglio, si incontrano alcuni tratti impegnativi a causa della friabilità della roccia e del ghiaccio che a volte ostacola l'ascesa, mentre poco sotto si arrampica su sfasciumi.

Ma le difficoltà non sono rilevanti. La roccia migliore si trova comunque nella parte bassa come anche i passaggi tecnicamente più difficili.

L'arrampicata non è interessante dal punto di vista estetico, soprattutto in alto, ma l'ultimo tratto può oggi essere evitato e molte altre alternative si sostituiscono al tracciato originale creando combinazioni sempre valide.

Relazione di Maurizio Giordani.

Via  CONFORTO-BERTOLDI

Primi salirori:  U. Conforto, F. Bertoldi, dal 17 al 19/8/1939

Difficoltà:  6a (6°-),  TD+    Coefficiente Difficoltà: 5594     Coefficiente Globale: 6712

(30*0,2) +(50*3) +(30*18) +(40*8) +(20*3)+(20*5) +(25*3) +(45*16) +(35*0,7) +(230*3) +(50*5) +(25*5)+(25*10) +(30*3)+(15*8) +(30*5)+(20*8) +(50*0,7) +(20*5)+(10*8)+(20*16) +(45*5) +(40*3) +(20*10)+(10*16) +(10*3) +(15*8)+(15*10) +(20*3)+(20*5) +(20*0,2)+(20*3) =  5594   1030m.

Dislivello:  870 m.

Sviluppo:  1025 m. (26L)

Rischio: R4 (medio-alto)

Tempi:  6-8 ore

Itinerario scarsamente ripetuto; pochi i chiodi in parete, molto utili friend e nuts vari.

La più alta, vasta e levigata lavagna di roccia della Marmolada d'Ombretta, la Parete d'argento, è delimitata a destra da una profonda spaccatura che la incide fin dove termina nella cresta in alto.

È questo un apparente punto debole che indica la strada più logica da seguire per vincere la grande muraglia.

Conforto e Bertoldi non riuscirono però nell'intento di seguire per intero questa linea evidente che abbandonarono nei pressi della grande cengia per seguirne un'altra, più diretta e verticale, di poco sulla sinistra.

L'itinerario termina quindi in una delle molte, piccole forcelle che caratterizzano la frastagliata cresta terminale e non nella più profonda, di poco più a Est.

Questo tracciato è sicuramente il più famoso, in fessura, dell'intera parete Sud, anche se non è il più frequentato.

Il calcare della Marmolada si presenta infatti, su parete aperta, rugoso e aderente, ma all'interno di colatoi e canali, vere e proprie condotte d'acqua di fusione durante il disgelo o di masse inverosimili di pioggia e di grandine scaricate in zona da frequenti, violentissimi temporali, è spesso liscio e scivoloso.

L'arrampicata che ne consegue sarà perciò faticosa e quindi non particolarmente piacevole.

Di impegno complessivo non trascurabile, l'itinerario merita comunque di essere salito; si sviluppa in un ambiente suggestivo dove la roccia è generalmente solida, a parte qualche tratto nella parte terminale dove i camini sono spesso interrotti da sporgenze. Particolarmente impegnativo risulta il superamento dei curiosi strapiombi a campana che segnano l'interno della spaccatura principale. È infine salita da effettuarsi con tempo stabile perché può risultare estremamente pericolosa in caso di temporale.

Relazione di Maurizio Giordani.

Via " IRREALE "

Primi salitori:  M. Giordani, F. Zenatti, dal 17 al 19/8/1983

Difficoltà:  7a+, , EX   Coefficiente Difficoltà: 17160     Coefficiente Globale: 21450

(45*5) +(45*0) +(50*18) +(45*18) +(50*10) +(30*0,5) +(50*18) +(50*5) +(25*10) +(40*18) +(100*18) +(50*10) +(50*18) +(25*10) +(40*19) +(40*20) +(20*19) +(75*21) +(45*18) +(50*20) +(50*18) +(100*3) +(85*10) +(25*8) +(40*18) +(50*10) +(35*5) +(50*3) +(40*0,5) =  17160  1375m.

Dislivello:  920 m.

Sviluppo:  1390 m. (33L)

Rischio: R5 (molto alto)

Tempi: 10-12 ore

Per aprire la via sono occorsi due tentativi (al primo, fino al 18° tiro, partecipò anche R. Manfrini) per 28 ore di arrampicata effettiva (2 bivacchi in parete) e furono valutate difficoltà fino al 7° e A3; nel 1988 la via è stata ripetuta in completa arrampicata libera e valutata 7a+.

Oltre a nuts e friend di varie misure sono stati usati, nel corso della prima salita, più di 100 chiodi, tutti lasciati in parete.

Dal 18° punto di sosta è possibile il ritorno in corda doppia.

Questo settore della Marmolada d'Ombretta, si affaccia a Sud con un salto di quasi 1000 metri, regalando al rifugio Falier uno scenario unico, di rara bellezza.

Qui una lavagna di grigie placche verticali, alta 600 metri, costituisce l'elemento caratteristico di questa impressionante parete.

In alto una fascia di gialli strapiombi ostacola l'accesso ai camini terminali che, solcando l'ultimo tratto della muraglia, si immergono in una teoria di guglie e di pilastri.

L'itinerario supera il tratto più repulsivo di questa zona vincendo direttamente una levigata successione di placche sulla sinistra della via "Conforto-Bertoldi", la zona intermedia di tetti e strapiombi e lo stretto camino che delimita a sinistra un panciuto pilastro caratterizzato alla base da un enorme strapiombo.

Il nome dato alla via, "Irreale", deriva dalle caratteristiche dell'arrampicata, di difficoltà continue e sostenute, ma soprattutto dall'ottima qualità della roccia, che permette sempre una scalata fantastica, come solo la fantasia può immaginare.

Così si legge al riguardo, sul libro delle ascensioni: "Attualmente questo itinerario può essere considerato come una delle vie in roccia più audaci, belle e impegnative nelle Dolomiti".

VARIANTE di  ATTACCO

Primi salitori:  M.Giordani, M.Girardi,22/7/1995

Difficoltà:  6b+, Rischio: R3 (alto), ED

Dislivello:  50 m.

Sviluppo:  50 m. (1L)

Tempi:  1 ora

Una breve variante d'attacco alla via "Irreale" che sale sulla destra per una magnifica placca, compatta e molto difficile; un solo tiro di corda oltre la prima grande cengia, nato dal progetto di salire direttamente la sovrastante parete verticale, interrotto in attesa di un nuovo tentativo.

Roccia particolarmente solida.

Relazione di Maurizio Giordani.

Via " FORTUNA "

Primi salitori:  M. Giordani, F. Zenatti, 5/8 e 1/9/1985

Difficoltà:  6c+, EX    Coefficiente Difficoltà: 14252     Coefficiente Globale: 17815

(15*19) +(15*8) +(50*3) +(20*8)+(20*10) +(15*16)+(15*8)+(15*19) +(20*3)+(10*5)+(10*10) +(20*16)+(20*19) +(20*8)+(20*10) +(30*8)+(20*3) +(25*3)+(25*8) +(15*18)+(15*8) +(15*16)+(15*14) +(20*8)+(20*14) +(20*8)+(20*18) +(10*16)+(20*19) +(15*10)+(10*19) +(30*20)+(10*16)+(10*10) +(15*18)+(15*16) +(20*10)+(10*8)+(10*16)+(10*19) +(30*5) +(20*16)+(20*18) +(30*0,5)+(10*8)+(10*16) +(30*0,5)+(10*8)+(10*10) +(20*20)+(10*16)+(20*19) +(15*8)+(10*16) +(20*18)+(10*19)+(20*16) +(40*3) +(40*5) +(15*8)+(15*10) +(20*10)+(30*18) +(10*19)+(20*16)+(20*18) +(20*3) +(20*8)+(20*10)+(10*16) +(25*0,2)+(25*0,5) =  14252  1335m.

Dislivello:  920 m.

Sviluppo:  1335 m. (32L)

Rischio: R5 (molto alto)

Tempi:  14-16 ore

Magnifico itinerario, fra i più belli e difficili in Marmolada, risulta per gran parte attrezzato; quasi tutti gli 80 chiodi usati sono stati lasciati in parete.

Impiegate in apertura 25 ore complessive di arrampicata per superare difficoltà massime di 8°- con 7 passaggi in A0; necessari per la ripetizione, oggi possibile in completa arrampicata libera, almeno 2 giorni.

Uno spit protegge il superamento dello strapiombo al 16° tiro, uno dei tratti più impegnativi, superabile anche in arrampicata artificiale con passaggi in A0.

Indispensabile una buona scelta di nuts e friend.

Frequenti le clessidre di roccia, per gran parte evidenziate da un cordino.

Dal punto di possibile raccordo con la via "Ideale" (19° tiro) è attrezzata la discesa in corda doppia.

La più alta ed estesa placca della Marmolada d'Ombretta è tagliata in due da una caduta d'acqua sempre alimentata dalla calotta del soprastante ghiacciaio.

Sulla destra della cascata la zona più impressionante della parete Sud è caratterizzata da lavagne di roccia levigata e verticale, interrotte nella parte alta da fasce di strapiombi giallo neri; la via sale subito a destra della cascata superando in entusiasmante arrampicata libera una successione di magnifiche placche di calcare grigio e solido, che, anche in alto, permette un'arrampicata stupenda, estetica e di grande soddisfazione.

Nella parte alta, infatti, sulla destra del canale di uscita della via "Ideale", un affilato spigolo giallo, lo Spigolo di Giada, delimita a destra una concava parete di placche giallo grigie che vengono superate direttamente seguendo un'incredibile successione di piccoli buchi nella roccia.

Le difficoltà elevate, continue e sostenute lungo tutto lo sviluppo, e la qualità della roccia, sempre ottima e aderentissima, rendono questa salita particolarmente impegnativa ma altrettanto entusiasmante, fra le più belle scalate possibili.

I primi 12 tiri di corda sono stati saliti nell'aprile del 1984 da M. Giordani con G. Manica;

la salita è stata poi completata nel 1985, in due tentativi, con F. Zenatti.

A circa metà parete è possibile attraversare la cascata per raggiungere la via "Ideale"; questo raccordo è però sconsigliato in presenza di molta acqua nel canale.

Il tratto più impegnativo, la liscia placca del 20° tiro, è stato evitato, il 28 luglio del 1992, dalla cordata austriaca di B. Kristovski e R. Burkhard per una breve variante sulla destra con difficoltà fino al 6b+.

Relazione di Maurizio Giordani.