Via “ FUTURA “ - PILASTRO TATIANA

Primi salitori:  M. Giordani, R. Manfrini, 12/7 e 24/8/1985

Difficoltà:  7a+,  ED   Coefficiente Difficoltà:  9050    Coefficiente Globale: 11312

(25*0,7)+(25*8) +(15*10)+(10*8) +(20*19)+(20*20) +(30*18) +(35*3) +(40*10) +(15*10)+(15*18)+(15*16) +(30*5)+(30*8) +(45*5) +(35*8) +(15*18)+(20*19) +(20*10)+(20*8)+(10*16) +(25*3)+(25*8) +(30*0,5) +(40*18) +(25*16)+(25*18) +(25*3)+(25*8) +(20*0,5) +(25*5)+(25*8) +(50*5) +(50*3) +(25*5)+(25*8) +(20*0,5) +(40*8) +(25*8)+(25*10) +(20*3)+(20*0,7)+(20*0,2) = 9050  1100m.

Dislivello:  830 m.

Sviluppo:  1100 m. (27L)

Rischio: R5 (molto alto)

Tempi:  ore 10-12                         

Relazione dei Primi Salitori

Itinerario per gran parte attrezzato; tutti i chiodi usati nella prima salita, 28 comprese le soste, sono stati lasciati in parete ma si tratta di un tracciato lungo il quale è possibile fare largo uso di protezioni veloci.

Nel tratto più impegnativo sono stati infissi due spit di protezione che permettono di salire in arrampicata libera, senza rischio eccessivo, un tratto di parete apparentemente inaccessibile.

Frequenti sono le colonnine di roccia e molto utili nuts e friend, soprattutto nel diedro svasato all'uscita della prima fascia strapiombante e sotto la volta di tetti all'inizio della parte alta.

Tempo impiegato 14 ore; difficoltà massima, valutata in apertura, 7° grado con un passaggio in artificiale su cliff-hanger, salito in libera il giorno successivo, in ripetizione.

Una piccola cascata scende lungo il profondo canale che divide Punta Rocca dal Pilastro Nino, e cade alla base della parete dividendo idealmente in due una enorme fascia di roccia gialla strapiombante.

La via "Futura" sale direttamente per la parete sinistra di questa fascia strapiombante il cui limite sinistro è percorso dalla via del "Cinquantenario FISI" quindi, raggiunta la zona di placche sovrastante, attraversa il canale dell'acqua e supera direttamente le nere placche verticali sulla sinistra della linea immaginaria disegnata sulla roccia da "Tempi Moderni".

Alla grande cengia terminano le difficoltà maggiori dato che, nella parte alta, l'arrampicata è piacevole ma mai eccessivamente impegnativa.

Sulla sinistra dello spigolo Sud Ovest di Punta Rocca si alza un seminascosto pilastro (denominato Pilastro Tatiana e dedicato da Maurizio a sua madre), collegato alla vetta principale da una breve, affilata cresta e delimitato ai lati da due canali dei quali, il sinistro, molto profondo.

Prima verticalmente, poi per placche appoggiate verso sinistra, arrivare alla base di questo pilastro, che si sale fino in vetta.

La roccia è generalmente buona e l'arrampicata di grande soddisfazione.

Ascensione in esclusiva arrampicata libera, molto bella e particolarmente consigliata.

VIA DELLA CATTEDRALE

Primi salitori:  G. Maffei, P. Leoni, 23-27 Luglio 1983

                               G. Maffei, P. Leoni, M. Frizzerà, 12-13 Agosto1985

Difficoltà:  ED -, difficoltà massima 6°+, A4  Coefficiente Difficoltà:  15101    Coefficiente Globale: 18121

(30*0,2) +(60*19) +(30*20) +(35*20) +(30*20) +(45*22) +(35*21) +(45*22) +(60*18) +(25*20) +(30*19) +(20*23) +(20*19) +(25*18)+(25*20) +(40*8) +(55*10) +(40*3) +(60*10) +(60*19) +(50*20) +(55*20) +(25*10) +(60*5) +(40*0,5) =  1000m.

Sviluppo:  1000 m.

Dislivello:  800 m.

Rischio: R4

Tempi:  15-20 ore

Materiale:  usati stopper, hexentric, friends e cliff-hanger (ganci)

Itinerario tracciato in più tentativi; in un primo tempo la piramide "Canna d'organo" è stata salita lungo il lato sinistro quindi è stata successivamente superata al centro.

Gran parte dei chiodi usati sono stati lasciati in parete.

Dalla base alla cengia situata sotto la piramide "Canna d'organo" tutti i punti di sosta sono attrezzati con 2 o più chiodi e cordini avendo i primi salitori ripercorso la via in discesa con 12 corde doppie da 50 m.

A sinistra della via "Canna d'organo" la parete si mostra repulsiva, interrotta in alto da gialli strapiombi.

Qui si sviluppa l'itinerario che per placche, fessure e diedri costantemente verticali o strapiombanti si alza verso la piramide "Canna d'organo", un perfetto regolare campanile che poggia sulla grande cengia mediana.

Un grigio piatto calcare caratterizza il lato sud, che viene affrontato direttamente, quindi, raggiunta la cuspide della torre, si arriva, calandosi dall'altro lato, alla forcella fra la torre e la parete.

Una teoria di piccole guglie disposte lungo una cresta vertiginosa, già salita qualche anno prima da Rieser, accompagna alla bianca cornice di neve del ghiacciaio di Punta Rocca.

La roccia, tranne che sulla cresta terminale, è costantemente solida e l'arrampicata piacevole, anche se a tratti impegnativa e faticosa.

SALITA

L'attacco si trova circa 50 m. a destra della caduta d'acqua che caratterizza la zona.

1)  (m 40) Per poco per rocce rotte intervallate da cenge ad un comodo posto di sosta (4°).

2)  (m 50) Direttamente per fessure verticali (4°+, 5°) fino ad entrare, dopo breve placca gialla (6°, 2 ch.) nella cengia giallo-rossa a forma di nicchia, protetta da strapiombi.

3)  (m 50) Seguire per alcuni metri la cengia verso sinistra (blocchi gialli instabili) e continuare in diagonale per rocce compatte.

Superata una depressione (5°+, 1 ch.), affrontare la soprastante verticale parete nera (6°, 2 ch.) e raggiungere direttamente (6°, 2 ch.) la stretta cengia orizzontale vicino alla cascata d'acqua.

4)  (m 50) Alcuni metri verso destra per cengia, poi superato un liscio strapiombo che la delimita (6°+, 1 ch.) continuare verticalmente per fessura superficiale (6°+, 2 ch.), e per una compatta placca grigia (6°+, 1 ch.) fino ad uno spuntone grigio, sotto un caratteristico tetto a "V" visibile dal basso.

5)  (m 50) Contornare il tetto verso destra (A2, 5 ch.), poi in diagonale per grigie placche e nicchie (6°, poi 5°, 1 ch.) fino alla base di un diritto e levigato muro (6°, 2 ch.), superato il quale 5°+, A3, 2 ch.), sostare su una comoda cengia erbosa.

6)  (m 50) Direttamente per il liscio diedro soprastante (6°) poi per fessura più agevole (5°) fino alla cima dello spuntone.

7)  (m 50) Riprendere a sinistra per fessura strapiombante (5°+,1 ch.), poi direttamente (6°) e superato a sinistra lo strapiombo (6°+) continuare verso la soprastante fessura gialla strapiombante, che si supera (A2, 3 ch.) fino ad incontrare la gialla fessura orizzontale ed esposta (6°+, 1 ch.) superata la quale ed il successivo strapiombo (6°+), sostare su uno stretto e lungo terrazzino formato da una quinta staccata.

8)  (m 50) Continuare lungo una fessura più facile che presenta 2 salti. Poi a destra per placche e nicchie (5°) raggiungere la diritta fessura e seguirla fino ad un piccolo ripiano (6°, 6°+, 2 ch.).

9)  (m 50) Traversare a destra, poi direttamente per fessura prima strapiombante (6°+, A2, 2 ch.) poi verticale (6°, 1 ch.) fino ad una stretta compatta cengia orizzontale.

10)  (m 40) Salire direttamente per pochi metri verso i grandi strapiombi gialli (6°+, 2 ch.), poi traversare a sinistra (1 ch.) e raggiunta la fessura che contorna i grandi tetti, seguirla verso sinistra (massima esposizione, A3, 7 ch.) per sostare sotto l'enorme tetto.

11)  (m 50) Continuare fiancheggiando il tetto a sinistra (A3, 2 ch.) poi sfruttando alcuni grossi buchi a forma di nicchie vincere lo strapiombo verso destra (6°+, A3), e sempre verso destra, superato lo strapiombo finale (6°, A3, 2 ch.), entrare nel soprastante diedro nero.

Continuare lungo la fessura di fondo (5°+) fino sotto un piccolo marcato tetto.

12)  (m 50) Superarlo (6°+, A2, 2 ch.) e continuare lungo il soprastante diedro (5°+, 1 ch.) fino sotto un giallo strapiombo rotondo a forma di "rosone".

13)  (m 50) Traversare ora in orizzontale verso destra per la grigia compatta placconata (6°, 2 ch.), poi direttamente fino al bordo del "Rosone" (5°, 2 ch.), quindi per rocce nere e appigliate (5°) fino a sostare in un comodo caminetto di fronte al piccolo campanile, visibile dal basso, sovrastati dalla liscia Piramide perfettamente triangolare della Canna d'organo.

14)  (m 80) Direttamente per rocce nere e appigliate (1 pass. 5°, poi 4°) fino alla larga cengia dominata dalla Piramide.

15)  (m 50, 2 ch.) Per roccia inclinata in diagonale verso destra fino a percorrere il diedro a mezza luna (4°, 5°).

16)  (m 50, 1 ch.) Attraverso placche più verticali e sfruttando brevi fessure e nicchie portarsi in centro alla parete e successivamente più in alto verso destra ad un breve diedro gradinato (5°, 6°).

17)  (m 50, 5 ch.) Direttamente verso una zona di roccia più mossa e verticale, superata la quale si incontra una liscia verticale compatta placca.

Superarla, continuare verso sinistra e per fessura molto verticale guadagnare l'esposto pulpito (6° e 6°+, pass. A4).

18)  (m 50, 1 ch.) Superato il breve strapiombo a campana, continuare per fessura, prima rotta e appigliata, poi sempre più difficile e verticale, fino a che essa svanisce sotto il terrazzino che si guadagna con il superamento di passaggi aerei

(6°+, poi 5°, 6° e 6°+, pass. A4).

19)  (m 20) Proseguire in verticale, poi, dopo una grossa colonna, a destra verso il bordo esterno della Piramide fino alla piccola caratteristica vetta, costituita da 2 grossi spuntoni (5°).

Da qui traversando a destra in diagonale in basso e con successiva breve corda doppia, arrivare nel canale che lambisce sulla sinistra la Piramide, risalendo il quale si incontra la cresta sommitale che si segue, lungo la variante del fischio fino a raggiungere la cornice di neve del ghiacciaio di Punta Rocca.

Tutti i chiodi segnati nella relazione sono stati lasciati in parete.

(Relazione dei primi salitori)