MARMOLADA 3342 m.  -  VIA MICHELUZZI al PILASTRO SUD

Itinerario classico, fra i più famosi In Marmolada, ma risulta essere tra i più pericolosi della Marmolada.
La prima parte della salita segue una successione di muri verticali, poi la via sale lungo i camini E e fessure superficiali fino alla seconda Grande Terrazza. 
Infine una profonda gola penetra all'interno del Pilastro.
Qui si incontrano i maggiori ostacoli perché oltre all'impegno tecnico della salita, si aggiungono Neve, Ghiaccio e il vetrato spesso presente nell'ultimo tratto.
La roccia nella parte iniziale è solida e arrampicabile, mentre nella Gola, non si trovano le condizioni per una bella salita e molti alpinisti sono stati respinti 
anche a pochi metri dalla Cima dalle croste di ghiaccio che ricoprono la roccia.
Ambiente aspro e particolarmente ostile, quota elevata e arrampicata impegnativa, rendono la via ancora oggi una delle salite più temute e difficili delle Dolomiti.
 
Primi salitori:  L. Micheluzzi, R. Peratoner, D. Cristomannos, 6/ 7, Agosto 1929
 
Difficoltà:  massimo VI, un tratto A0  Coefficiente Difficoltà:  4776    Coefficiente Globale: 5970
 
(40*3) +(40*3) +(40*8) +(40*8) +(40*3) +(60*18) +(30*8) +(80*3) +(40*5)+(40*8) +(40*10)+(40*3) 
+(20*10) +(70*3) +(30*18) +(20*3)+(20*8) +(30*0,2) =  4776  720m. 
 
Sviluppo:  circa 720 m.
 
Dislivello:   550 m.   
 
Rischio: R5    
ACCESSO
 
Ci sono 2 possibilità per avvicinarsi comodamente a questo settore:
 
1)  Dal rifugio Contrin per la Val Rosalia, al passo Ombretta lungo il segnavia 610 (ore 1,30 dal rifugio).
2)  Dal rifugio Falier sempre per il segnavia 610 raggiungere il passo Ombretta (ore 1,30 dal rifugio).
Dal passo Ombretta raggiungere il ghiaione di base, vicino a resti di guerra (15 minuti).
                 
SALITA
 
1)   Salire uno stretto camino verticale (IV°).
2)   Continuare a salire lo stretto camino obliquando leggermente destra fino ad arrivare ad un pulpito (IV°).
3)  Sempre in obliquo leggero verso a destra raggiungere la prima grande cengia (V°).
4-5-6-7)  Pervenire ad una gialla fessura a sinistra di un piccolo pilastro appoggiato.
Seguire la fessura arrampicando nei primi due tiri di corda leggermente verso destra, poi, con altri due tiri di corda 
estremamente difficili (VI°-) arrivare all'inizio di un diedro.
8)  Salire il diedro verso destra (IV°+).
9-10)  Continuare a salire il diedro arrampicando leggermente verso sinistra fino ad arrivare alla seconda grande cengia (IV°+).
11)  Per placche a destra, poi 5 m. a sinistra fino a raggiungere un punto di sosta (V°).
12-13-14)  Salire per fessure verticali lasciando sulla destra una cascata d'acqua 
raggiungendo la sosta, sotto un grande masso incastrato, nel fondo della gola (V°+, IV°+).
(bivacco dei primi salitori)
15)  Superare il grosso masso incastrato a destra, e con grande sforzo, arrivare alla base 
della profonda gola, che si alza verticalmente e direttamente, verso la cima di Punta Penia.
16)  Salire per una lunghezza di corda, facilmente, il profondo canale (II°+).
17)  Salire verso destra una fessura sempre all'interno del colatoio (IV°).
18)   Evitare sulla sinistra, uno strapiombo, e continuare a salire, con arrampica difficile, all'interno del colatoio (VI°).
19)   Ora la salita diventa più facile, ma non senza problemi (ghiaccio o possibilità di neve) per guadagnare la vetta.         
      
DISCESA
 
1)  Dalla Punta Penìa, per tracce e segni, lungo la cresta “dorso del mulo” e poi per il ghiacciaio al Pian dei Fiacconi e (seggiovia) al Pian di Fedaia.
 
2)  Dalla Punta Penìa lungo la ferrata della cresta ovest (tratti di II°), che termina alla forcella Marmolada, a 2910 metri.
 
3)  In caso di necessità si può riparare sulla Punta Rocca (stazione superiore della funivia della Marmolada).