CIMA del PISSADU'

Spigolo Nord-Ovest - Via DILLMAIER

Primi salitori:  H. Dillmaier e K. Heim, 9 agosto 1927

Difficoltà:  IV     Coefficiente Difficoltà:  150  Coefficiente Globale: 165

(40*0,3) +(30*0,2) +(10*0,5)+(10*0,7)+(10*2) +(20*2)+(20*0,5)  +(20*0,5)+(20*2) +(40*0) =  150  235m.

Dislivello:  220 m. fino alla spalla NO, 360 m. fino alla cima

Rischio: R2

Si tratta dello spigolo che delimita sulla destra l'ampia parete N e conduce alla piatta spalla NO, da cui la cima è raggiungibile facilmente.

Arrampicata divertente ed esposta, su roccia quasi sempre ottima, spesso ripetuta; i chiodi necessari sono in loco.

Dal rif. F. Cavazza 2587 m.  in 10 minuti raggiungere l'attacco, posto in cima ad uno sperone sulla verticale dello spigolo, a cui si sale per facili roccette.

Lo zoccolo della parete è solcato da due camini; salire per quello di sinistra fino a uno spuntone (30 m; III; è possibile salire anche per quello di destra).

Attraversare a destra su una cengia friabile fino a rocce più solide che conducono sulla cengia alla sommità dello zoccolo (45 m; II).

Aggirare sulla destra un salto verticale, portarsi su una cengia alla base dello spigolo e seguirla verso sinistra per una decina di metri fino ad una clessidra.

Dalla sosta salire diritto fin sotto un grande strapiombo giallo, evitarlo a destra proseguendo per parete verticale e articolata fino a una cengia con 1 ch. di sosta a sinistra (35 m; IV, III+ ; clessidre).

Superare alcuni gradoni e la verticale parete a sinistra di una lama staccata salendo su una cengetta; spostarsi a destra, salire su una scaglia appoggiata alla parete e proseguire diritto fino a una terrazza sul filo dello spigolo con 2 ch. di sosta (40 m; IV; 5 ch.; nell'ultimo tratto è possibile anche salire più direttamente con difficoltà di IV+ ).

Tenendosi un pò a sinistra del filo dello spigolo salire su parete articolata e meno ripida (35 m; IV-, III; clessidre).

Continuare per rocce gradinate fino a uscire sulla spalla NO (40 m; I, II).

Da qui proseguire facilmente per ghiaie e roccette senza percorso obbligato fino a raggiungere la cima.

Oppure, senza raggiungere la cima, alzarsi per una cinquantina di metri, poi attraversare a destra per cenge (qualche ometto) fino all'altezza della Sella di Val de Tita, da cui si scende in breve per ghiaie.

(ore 2-3 dall'attacco)

Parete Ovest-Nord-Ovest

Primi salitori:  Declara, Germano Kostner, Oberbacher e Pitscheider, data non precisata

Difficoltà:  IV, 1 pass, di V

Dislivello:  250 m.

La via, raramente percorsa, supera il tratto di parete compreso fra lo spigolo NO e il pilastro O.

L'attacco è in comune con la via Domenigg, anziché piegare a destra, salire direttamente per una serie di camini spesso bagnati fino a uscire sulla larga cengia alla sommità dello zoccolo.

Proseguire per il largo camino a destra dello spigolo NO e dopo 2 lunghezze raggiungere una nicchia sotto uno strapiombo, evitarla sulla parete di sinistra (V).

Piegare poi a destra e salire per una grande quinta appoggiata alla parete.

Raggiunta la sua sommità, proseguire direttamente fino a uscire sulla spalla NO

(ore 3 dall'attacco).

VARIANTE DIRETTA - Rudi Comploj, Otto Senoner ed Edi Stuflesser, 10 agosto 1956

Dopo lo strapiombo, anziché piegare a destra, proseguire direttamente lungo una fessura che poi si approfondisce a camino e conduce alle rocce terminali dello spigolo NO

(circa 100 m; V; 3 ch., 1 lasciato).

Parete Nord

Primo salitore:  W. Junghanns, 1 agosto 1900

Difficoltà:  II

Dislivello:  400 m.

È la prima via percorsa sull'ampia parete N e si svolge con percorso diagonale da sinistra a destra fino alla spalla NO, cercando i settori più facili.

La salita si svolge su roccia spesso coperta di detrito.

Dal rif. F. Cavazza 2587 m raggiungere l'attacco, situato nel primo canalino a destra del canalone che divide la Cima dalla Torre del Pissadù (15 minuti).

Per il canalino raggiungere una zona di facili gradoni da rimontare in obliquo verso destra fino alla larga cengia che attraversa tutta la parete.

Seguire la cengia verso destra fino al punto in cui la fascia rocciosa sovrastante diventa più bassa e più facilmente superabile.

Salire diritto poi obliquamente a sinistra fino a un altro ripiano.

Da qui obliquare lungamente a destra per rocce gradinate fino alla spalla NO.

Per ghiaie e roccette, senza percorso obbligato, raggiungere facilmente la cima

(ore 1.30 dall'attacco).

Parete Nord

Primi salitori:  Karl Domenigg, Mary e Wolf von Glanvell e Gùnther von Saar, 10 agosto 1902

Difficoltà:  III, passaggi di IV

Dislivello:  400 m.

La via si svolge al centro della parete, sfruttandone con percorso molto tortuoso i punti di minore resistenza.

Itinerario poco ripetuto, anche perché alcuni tratti sono spesso bagnati.

L'attacco e la prima parte della salita, fino al secondo ripiano, sono in comune con itinerario precedente (Junghanns).

Anziché obliquare verso destra, traversare a sinistra per cenge e facili rocce sotto pareti verticali fino a un grosso blocco.

Per una cengia obliqua a sinistra raggiungere un camino bagnato da rimontare per alcune lunghezze, superare un blocco che lo ostruisce fino ad una cengia più alta, in gran parte coperta da strapiombi, che attraversa verso destra la parete.

Percorrere la cengia per circa 80 m, finchè è interrotta da un ripido canale bagnato.

Entrare nel canale scendendo a un blocco 3 m più in basso e risalirlo per una lunghezza.

Dove si restringe a camino strapiombante, uscire a sinistra 5 m e proseguire direttamente per parete ripida bagnata fino a quando è possibile rientrare nel camino.

Poco sopra abbandonarlo nuovamente (il camino è pericoloso per la caduta di pietre) e salire a destra a un terrazzino 4 m più in alto, quindi per rocce che diventano più facili salire per 60 m fino alla larga cengia sotto la cuspide terminale.

Dei 4 canali che la solcano prendere il secondo da sinistra che inizialmente strapiomba, pertanto salire a sinistra per un caminetto fino a una sporgenza da cui, in obliquo a destra per 15 m, entrare nel canale da seguire fino alla cima.

(ore 3 dall'attacco)


Mur del Pissadù Via Tridentina

Primi salitori:  M. Cominetti, F. Piardi 1999

Difficoltà:  7a / 7b 2 pass. A0   (OBBLIGATORIO  6b+)   Coefficiente Difficoltà:  4992  Coefficiente Globale: 5990
(60*0,2) +(20*18) +(30*19) +(35*19) +(35*20) +(40*21) +(30*21) +(35*19) +(50*3) +(50*8) =  4992   405m.
Versante:  Est
Dislivello:  300 m.
Sviluppo:  405 m.
Rischio: R4
Via interessante che si sviluppa sulla grande parete a ridosso della Torre Exner.
L'itinerario sale una parete giallo grigia di roccia molto buona interrotta da un evidente tetto orizzontale posto a metà altezza.
La via si ferma sotto la cima, è comunque possibile arrivare al pianoro sommitale con alcune lunghezze non 
difficili lungo la via Garbin Schmalz. 
ACCESSO
Seguire il sentiero che porta alla ferrata Tridentina, superato il primo salto seguire il sentiero fino alla base del grande canalone 
che divide la Torre Exner dal Mur del Pissadù.
Abbandonare il sentiero salendo per prati fino al canalone.
Seguirlo per poco e poi verso destra superare una facile rampa fino ad uno spit, poi ancora verso sinistra fino ad una cengia con spit e cordino. 
DISCESA
In doppia lungo la via di salita o dal pianoro sommitale lungo il sentiero della Val Setus. 
MATERIALE
La salita è attrezzata a spit, portare comunque qualche nut piccolo, friends e cordini. 
COMMENTI
Via bella, tetto in libera max. 7a / 7a+ (duro per i piccoli).
Via in cui tratti molto belli si alternano ad altri di roccia che richiede attenzione (soprattutto all'ultimo tiro).
Chiodatura distanziata e non facilmente integrabile con dadi e friends.


Mur del Pissadu'   Via "Oro e Carbone" 
Primi salitori:  F. Piardi, F. Tremolada 1998
Difficoltà:  7a  (OBBLIGATORIO  6c)   Coefficiente Difficoltà:  5831  Coefficiente Globale: 6997
(35*19) +(40*18) +(35*18) +(10*21)+(15*19)+(15*8) +(30*20) +(30*21) +(40*19) +(25*20) +(30+16) +(35*19) =  340m
Versante:  Nord
Sviluppo: 340 m. 
Dislivello:  300 m.
Rischio: R4
Arrampicata sostenuta su roccia eccellente.
La via è stata aperta dal basso a spit e sale al centro la grande parete nera e gialla (Mur del Pissadù). 
Le difficoltà medie sono attorno al 6b - 6c, con due tratti di 7a.
L'itinerario ha 10 lunghezze di corda con difficoltà mai inferiori al 6a.
Alcuni tratti nella parte iniziale della via possono rimanere bagnati dopo periodi di pioggia. 
ACCESSO GENERALE
Raggiungere il parcheggio della ferrata Tridentina, posto alcuni tornanti sotto il Passo Gardena in direzione Corvara. 
ACCESSO
Seguire il sentiero per la Val Setus e imboccare dopo poco un sentiero che devia verso sinistra in 
direzione della ferrata Tridentina.
Prima di raggiungere due grandi massi molto evidenti salire a destra per ghiaie in direzione della Torre 
puntando ad un grande diedro al centro della parete.
Oro e Carbone attacca in cima ad un piccolo avancorpo di una decina di metri, alla base di una grande fascia gialla
strapiombante un centinaio di metri più a destra di Ottovolante (circa 25 minuti dal parcheggio). 
DISCESA
Dalla cima arrampicare brevemente fino all'altopiano del Sella.
Da qui raggiungere camminando (direzione sud) il sentiero che porta al rifugio Pissadù e verso destra all'imbocco della 
Val Setus da dove si scende fino al parcheggio. 
MATERIALE
Utili alcuni friends piccoli (Camalot n°1, Metolius 1-2-3) e qualche nut. 
COMMENTI
Bella via su roccia ottima e con una linea di salita logica e non forzata.
Sullo schizzo di salita manca il 4° tiro che potrebbe essere valutato con un breve boulder di 6c e il resto del tiro di 6b.
Sullo strapiombo giallo di 7a viene più logico passare a destra e attraversare poco dopo a sinistra.
La via ha dei lunghi tratti sprotetti anche se non difficili.
Doppie non semplici , (mancano nelle ultime 3 soste), serve rinviare alcuni fix in discesa.

FONTE:  www.planetmountain.com