CIMA DEI BURELONI   m. 3130

È una delle più importanti vette delle Pale, molto bella e imponente vista da Ovest.

Isolata da profondi canaloni, che le danno il nome (burèl = burrone), offre 2 vie lunghe e abbastanza frequentate.

69                                                             Per la Cresta Nord/Ovest

Primi salitori:  Battisti-Morandini 1933

Difficoltà: fino al IV

Dislivello:  750 m.

Tempi:  ore 4 per la via, ore 8 A/R dal Campìgol

Dalla Val Venegia seguire il sentiero 710 per il rifugio Mulàz fino al canalone che scende tra la Cima di Valgrande e Cima dei Burelòni, a sinistra della cresta Nord/Ovest.

Traversarne lo sbocco e, su rocce friabili, portarsi all'intaglio dietro il primo sperone della cresta (ore 2).

Imboccare a destra un canale da seguire lungamente, finché non porta sul filo.

Sulla destra, su rocce non difficili, si arriva alla torre giallo e nera, dove arriva la via Òrtel.

A destra superare un salto di 30 m., prima per un diedro bagnato (IV) e poi, a sinistra, per un canale, all'intaglio successivo.

Per lo spigolo, o poco a destra, salire 10 m., poi traversare a destra in un caminetto strapiombante di 25 m. (IV+ , molto esposto), che riporta in cresta.

Facilmente ora (evitando a destra un gendarme) ad un terrazzo detritico.

Superare un breve camino, traversare su cengia a destra su uno spigolo, e facilmente raggiungere la cresta terminale, e per essa senza problemi in vetta.

70                                                       Per lo Spigolo Sud-Ovest

Itinerario grandioso, di stampo classico, esposto, su roccia disuguale e non sempre buona, di difficile orientamento, in parte su neve e ghiacciaio, attrezzatura in parete quasi inesistente.

Primi salitori:  Langes-Zagonèl,  19 luglio 1927

Difficoltà:  III,  IV, un passo di IV+, V, D+, max: 5° 

Coefficiente Difficoltà: 777 Coefficiente Globale: 893

(20*0,2)+(20*0,7) +(20*0,7)+(15*3) +(30*0,5)+(10*0,7)+(5*3) +(25*3) +(10*0,7)+(15*0,2) +(15*0,5)+(15*0,7) 
+(15*5)+(10*8) +(15*0,2)+(15*0,5)+(20*0,7) +(15*0,5) +(10*0,5)+(30*2) +(10*0,5)+(20*2) +(25*0,7)+(15*0,2) 
+(10*3)+(25*0,5) +(15*0,5)+(15*3) +(15*0,7)+(20*0,5) +(20*3)+(20*0,7) +(15*3)+(15*0,5) +(100*0) =  777  680m.

Dislivello:  400 m.

Sviluppo:  18 L (600 m.)

Rischio: R3 (scala 1-6)

Tempi:  ore 5 per la salita, ore 8 A/R dal Campìgol

Roccia:  buona ma che richiede costante attenzione 
Materiale:  dadi, cordini; 4–5 chiodi (solo qualche sosta attrezzata, quasi nessun chiodo di passaggio) 
Punti d’appoggio:  Baita Segantini, m 2170, privata, posti 10, aperta dal 20/6 al 20/9 e nella stagione sciistica, tel. 0439 68 251. 
Rifugio G. Volpi al Mulaz, m 2571, CAI, posti 110 (2 nel locale invernale), aperto dal 20/6 al 20/9, tel. 0437 59 21 44. 
ACCESSO 
Dalla Baita Segantini, m 2170 (strada aperta al traffico da Passo Rolle dalle 18 alle 9; durante il giorno servizio bus-navetta), prendere 
il sentiero che in leggera discesa su prati porta verso la base del Cimon della Pala e poi per ghiaie in quota allo 
sbocco del vallone del Ghiacciaio del Travignolo.
Raggiunta la morena risalirla fino ad un basso sperone di rocce.
Salire (qualche ometto), portarsi per una banca rocciosa 100 m. sotto e a destra del fronte del ghiacciaio.
Attraversare il vallone morenico, portarsi dall’altra parte passando sotto il pulpito roccioso che lo divide in due.
Rimontare le ghiaie verso la base del Campanile del Travignolo, raggiungere la cengia ascendente a sinistra che porta alla forcella 
fra questo e la Cima Silvano (a sinistra).
Salire tutta la cengia inclinata (1°, roccia con detriti), raggiungere infine la forcella per un canale detritico e terroso sulla destra.
Scendere oltre la forcella per ghiaie nel fondo della Busa dei Camosci, risalirla poi per detriti o neve, portandosi sopra a un balcone 
di rocce che fa da base alla parete SO dei Bureloni.
Rimontare il balcone per lastre rocciose e detriti fino sotto la parete.
Andare a sinistra fino a circa 50 m. prima dello spigolo.
Individuare la prima nicchia, la grande grotta gialla e il camino. 
L’attacco è sulla verticale della prima nicchia, 50 m. a destra dello spigolo su rocce inclinate. 
Ore 2,30 dalla Baita Segantini. 

DESCRIZIONE RIASSUNTIVA

Attaccare 30 m. a destra di esso vicino a una fessura.

Stare a destra e salire per gradoni sotto una nicchia; ancora a destra alla sosta presso degli spuntoni (35 m., III).

Diritti per alcuni metri (non a sinistra per fessura) e a destra per lo spigolo a placche (35 m., III+); sosta a sinistra di una nicchia.

Superare a sinistra uno strapiombo e proseguire per fessura molto esposta (35 m., IV-, III).

A sinistra superare uno strapiombo, traversare a destra (esposto), andando a sostare a sinistra di una nicchia (35 m., IV).

Oltrepassarla la nicchia a destra, e per fessura ad una placca, sostare su spuntoni (45 m., IV).

Andare a destra su un terrazzino sotto un diedro giallo (20 m. III).

Superare il diedro (chiodi, IV+, V) e continuare diritti per 30 m. (IV+).

A sinistra dietro uno spuntone c'è un canale poco profondo.

Per il canale ad una piazzola sopra un camino (35 m., III).

Raggiungere a sinistra una forcella e l'inizio dello spigolo vero e proprio (15 m., III).

Salire diritto per 5 L (circa 160 m., III, IV- e IV: dopo 80 m. breve discesa a destra in un diedro);

poi ancora per il filo fino ad uno strapiombo, che si oltrepassa a destra per un diedro e una parete gialla friabile

(40 m., IlI, III+ , un passo di IV); a sinistra è più facile (III+ ).

Ora stare a sinistra (35 m., III+, II) e con 2 L (I) passando per un'anticima, raggiungere la vetta.

SALITA 
1)  Scalare i gradoni sotto la prima nicchia (20 m, 2°),  raggiungerla (5 m, 3°+).
Dalla nicchia traversare in orizzontale a destra verso un terrazzino dove si sosta (15 m, 3°, pass. 3°+).
40 m; 2°, 3°+. 
2)  Dalla nicchia salire in diagonale verso destra, puntando alla grande grotta gialla.
Superare prima qualche fessura superficiale (15 m, 3°, pass. 4°-) e poi direttamente la parete fino a qualche 
metro sotto la grotta, dove si deve attrezzare una sosta su un ripiano (clessidre). 
(20 m, 3°+, 4°, 1CL). 35 m, 3°, 4°. )
3)  Traversare qualche metro a sinistra (5 m, 2°) per prendere una fessura diagonale che porta verso sinistra.
Rimontare i primi metri facili (5 m, 3°) e poi un pò più difficili (5 m, 4°, 1C).
Continuare lungo la fessura inclinata (30 m, 3°, pass. 3°+) fino ad una nicchia con sosta. 
(1CF+CL). 45 m; 3°, 4°; 1C, 1CF.) 
4)  Dalla nicchia salire in verticale per alcuni metri (3 m, 4°), per poi traversare in orizzontale a destra su parete, raggiungere un 
terrazzino dove si sosta (20 m, 4°-, clessidra). 25 m; 4°. 
5)  Continuare la traversata, prima facilmente sul terrazzino (10 m, 2°), poi, girato uno spigolo (10 m, 3°+, 1CL), fino a 
raggiungere una terrazza dalla quale è visibile in alto il profondo camino del tiro chiave (5 m, 2°).
Sosta su clessidra. 25 m; 2°, 3°+. 
6)  Scalare una fessura che sale in diagonale verso sinistra in direzione della base del camino (roccia buona ma con scaglie e detriti).
Sosta su 2CF. 30 m; 3°, 3°+; 2CF. 
7)  Scalare il profondo e stretto camino leggermente strapiombante, passaggio chiave della via.
Superare il primo passo strapiombante (2 m, 5°), continuare sulla faccia sinistra e nel fondo umido della fessura, 
passando poi il leggero strapiombo che lo chiude (8 m, 5°-).
Scalare la parete verticale lavorata sulla destra della fessura, raggiungendo delle rocce più appoggiate.
Sosta da attrezzare (15 m, 4°+, 4°). 25 m; 4°+, 5°. 
8)  Salire una fessura diagonale verso sinistra su roccia appoggiata, portandosi su una cengia con detriti (20 m, 3°, pass. 3°+), 
traversare verso sinistra fino al canale che scende dalla forcella sullo spigolo (15 m, 2°).
Salire nel canale fin poco sotto la forcella, dove si sosta su sassi incastrati (15 m, 3°). 50 m; 3°, 3°+. 
9)  Salire l’ultimo tratto del canale fino alla forcella (5 m, 3°), scendendo poi dall’altro lato ad una zona appoggiata.
Sostare su un terrazzino (10 m. in discesa, 2°). 15 m; 2°, 3°. 
10)  Traversare quasi in orizzontale a sinistra lungo rocce facili ma instabili, tenendosi sotto del filo dello spigolo (20 m, 2°), 
fin dove si può salire più direttamente, prima lungo una fessura inclinata a sinistra (10 m, 3°), e poi direttamente per parete (10 m, 4°-).
Sostare in una piccola nicchia con clessidra. 40 m; 3°, 4°-. 
11)  Proseguire lungo la parete in verticale, entrando in una grande nicchia (20 m, 3°, pass. 4°-), da questa qualche metro a destra su un 
terrazzino, sostare su una clessidra (10 m, 3°). 30 m; 3°, 4°-. 
12)  Ritornare sul filo dello spigolo (25 m, 3°+), che si percorre facilmente fino alla 
base di un successivo salto più ripido, inciso a sinistra da una fessura gialla instabile (15 m, 2°).
Sosta alla base su 2CF. 40 m; 2°, 3°+; 2CF. 
13)  Scalare la fessura, prima un po’ friabile (10 m, 4°), e poi più solida ed appoggiata (15 m, 3°, pass. 4°-), riportandosi sul filo sopra il salto ripido.
Percorrerlo fin sotto il successivo salto di rocce (10 m, 2°, sosta su massi). 35 m; 3°, 4°. 
14)  Sulla destra del salto un diedro di rocce grigie permette di alzarsi (15 m, 3°, pass. 4°), riportandosi poco sopra sulla cresta 
che si rimonta fino 20 m. sotto un pulpito giallo con strapiombo (15 m, 2°, sosta comoda su massi).
30 m; 3°, 4°. 
15)  Salire sul filo dello spigolo (15 m, 3°, 1C), usare una fessura gialla a destra del filo (10 m, 3°+) 
portandosi proprio sotto il pulpito giallo strapiombante (10 m, 2°), sostare in una nicchia gialla subito a destra del filo dello spigolo sotto lo strapiombo 
(1CL). 35 m; 3°, 3°+; 1C. 
16)  Uscire dalla nicchia per imboccare un diedro (3 m, 4°).
Scalare il diedro appoggiandosi sulla sua faccia destra e con difficoltà decrescenti (20 m, 4°, 3°+), fino a sbucare sopra il pulpito giallo sulla cresta.
Salire la cresta qualche metro fino alla base dell’ultimo risalto giallo (15 m, 3°), sosta su spuntoni. 40 m; 3°+, 4°. 
17)  Dalla base del risalto, traversare a sinistra qualche metro su rocce esposte (6 m, 4°-), fino a un grosso spuntone.
Riguadagnare il filo della cresta (4 m, 4°), che ora si può seguire più facilmente verso la non lontana anticima (20 m, 2°). 30 m; 4°-, 4°. 
18)  Seguire lo spigolo di rocce facili e instabili fino a raggiungere l’anticima SO. 50 m; 1°, 2°. 
Scendere alla sella sottostante (10 m, 1°), e risalire verso la vetta (grosso ometto) per roccette e ghiaie (50 m, 1°). 
DISCESA 
Si effettua lungo la via normale, facile, ma abbastanza lunga, fino al Rifugio Mulaz. 
Dalla cima seguire le tracce di sentiero (ometti), lungo la cresta NE (verso l’Altopiano delle Pale) prima per roccette quasi pianeggianti, poi 
scendendo a sinistra verso il sottostante Passo dei Bureloni, 2980 m. (80 m, pass. 1°) e alla spalla detritica adiacente.
Da qui ancora a sinistra per roccette e sfasciumi (50 m, 1°) alla larga sella ghiaiosa in cima alla Val Grande.
Scendere nel vallone a destra fino al suo fondo innevato (nevaio delle Ziroccole).
Percorrerlo, uscendo dal vallone a sinistra su un ampio dosso ghiaioso, oltre il quale (tracce e ometti) scendere nel vallone 
sotto il Passo delle Farangole, dove si incrocia il sentiero 703.
Per questo sentiero risalire fino alla sella, 2814 m. (corda metallica), ore 1. 
Scendere poi per roccette attrezzate e ghiaie dall’altra parte, portandosi alla Forcella Margherita, dalla quale 
con una ripida discesa si arriva al Rifugio Mulaz, 2580 m.,
ore 0,30 dal passo; 1,30 dalla cima.