SASSOLUNGO  3181 m.  Parete Nord - Via Soldà-Bertoldi

Il Sassolungo giganteggia sulla Val Gardena alla quale presenta delle pareti verticali e innumerevoli campanili e cime, mentre al suo interno ha una conca selvaggia con il residuo di un antico ghiacciaio.

La parete Nord che si alza dagli alpeggi del Mont de Séura per un dislivello di oltre mille metri è una delle pareti più alte delle Dolomiti.

La via Soldà supera con percorso diretto questa parete e costituì una delle massime realizzazioni d'anteguerra.

Ancora oggi la via mantiene una collocazione di primo piano fra le grandi classiche di Sesto Grado, in quanto le rare ripetizioni e la conseguente scarsa chiodatura non hanno diminuito l' impegno complessivo che richiede.

La parte inferiore è più semplice, dopo due risalti verticali l'arrampicata si svolge in una successione di rampe ascendenti che consente di raggiungere e attraversare il profondo canale di metà parete; la parte superiore consiste in scalata per diedri e fessure e le difficoltà sono più sostenute.

La roccia è per lo più di buona qualità, salvo qualche breve tratto nella parte alta, che richiede attenzione.

Data l'esposizione della parete a Nord e la quota elevata, le temperature possono essere rigide anche nei mesi più caldi dell'estate, non è inoltre da escludere di trovare ghiaccio lungo il grande diedro finale.

La via è molto lunga, non è facile fare ritirate in caso di maltempo, anche la discesa è lunga e complicata, talvolta esposta e non facilmente rintracciabile, e richiede attenzione.

Può risultare utile il bivacco, situato a breve distanza dalla cima, per passare la notte in modo confortevole.

Più che di un'arrampicata si tratta di un viaggio di grande suggestione, lungo un'imponente parete che per l'atmosfera cupa e selvaggia è paragonabile all'ambiente delle Alpi Occidentali.

Primi salitori:  Gino Soldà e Franco Bertoldi, 25 agosto 1936 (dopo un tentativo dal 17 al 19 luglio)

Difficoltà:  IV, V, con alcuni tratti di V+ e qualche passaggio di VI- e VI

Coefficiente Difficoltà:  5237   Coefficiente Globale: 6284

(40*0,2) +(20*3)+(10*5)+(10*8)+(10*0,2) +(15*5)+(15*8) +(80*0,5) +(40*3) +(80*0,5) +(80*3) +(50*0,5) +(50*0,7) +(50*3) +(30*10) +(50*8) +(30*10)+(15*14) +(25*10)+(25*8) +(30*5)+(15*0,5) +(30*3) +(15*10)+(15*14)+(15*8) +(15*16)+(15*14) +(40*8) +(25*14)+(20*10) +(25*10)+(25*8) +(50*0,5)+(50*0,2) =  5237  1140m.

Dislivello:  1050 m.

Sviluppo: 1140m. oltre 23 lunghezze

Rischio: R4

Tempi:  salita 10-12 ore

Materiale:  I primi salitori hanno impiegato 50 chiodi di cui 10 lasciati, ora ce ne sono circa una ventina.

Sono pertanto necessari una serie di stopper e friend di misure piccole e medie, oltre a un buon assortimento di chiodi.

ACCESSO GENERALE

Dal Rifugio Passo Sella 2180 m (tel. 0471-795136), sul versante gardenese poco sotto il Passo Sella, ampio parcheggio.

ACCESSO

Dal Rifugio Passo Sella prendere il sentiero (segn. 526 e 528) pianeggiante che attraversa la Città dei Sassi e porta la Rifugio Comici 2153 m.

Dal rifugio continuare per una traccia in direzione Ovest, passando sotto i contrafforti rocciosi che fanno da base al caratteristico naso giallo del Sassolungo, fine allo sbocco della Gola Orientale (ore 1.15).

Dal cono detritico attraversare il canale nevoso sul fondo della gola e salire delle rocce gradinate con ghiaia, mirare alla base di un  diedro che incide la parete di sinistra (Est) della Gola Orientale (l e II).

DISCESA

La discesa si effettua con un percorso complicato lungo la via normale sul versante Sud-Ovest, percorrendo nella parte inferiore la cengia dei Fassani.

Viene effettuata per lo più in arrampicata, con possibilità di alcune calate in corda doppia nei punti più esposti, sono presenti diversi ancoraggi attrezzati con anelli cementati.

L'orientamento non è per nulla semplice, soprattutto per chi non ha mai fatto la via normale, e può diventare problematico in caso di nebbia o di scarsa visibilità, sono comunque presenti numerosi ometti che segnalano il percorso.

Sviluppo della discesa di oltre 1000 m.

Difficoltà:  Il e alcuni brevi tratti di III.

Dalla cima del Sassolungo scendere per gradoni facili in direzione Sud-Ovest alla piccola forcella sottostante, quindi salire parzialmente e contornare sulla destra un'elevazione minore, passando poi un' altra forcella.

Alzarsi brevemente sull'Anticima Sud 3100 m., poi percorrere la cresta sommitale verso Est, tenendosi sul meno ripido versante di destra (Sud), quindi abbassarsi per un esposto tratto di cresta (chiodo cementato) raggiungendo la cima della Torre Rossa.

Da un anello cementato effettuare una corda doppia di 25 m. al Bivacco del Sassolungo a 3100 m (I e II).

Scendere ora per rocce articolate e brevi canalini, in direzione Sud-Ovest, puntando alla Forcella della Finestra, che si apre tra la parete e la Torre a Piramide.

Sulla destra della forcella scendere una ripida parete fessurata (ancoraggio per eventuale corda doppia di 25 m.), quindi percorrere la Gola delle Guide, inizialmente abbastanza agevole, superare poi alcune ripide pareti incise da stretti caminetti (ancoraggio per eventuale corda doppia di 25 m.) giungendo infine all'Anfiteatro 2900 m., un ampio e caratteristico terrazzo detritico (Il e due tratti di III).

Seguire delle tracce di sentiero traversando in direzione Sud-Est e salire per un canalino alla stretta Forcella Doppia.

Sul versante opposto inizia la discesa lungo il ripido Canalone Basso.

Questo tratto richiede molta attenzione, sia per le condizioni della neve o del ghiaccio, che per il pericolo di cadute sassi (anelli cementati sulla parete di sinistra ogni 25 m.).

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In alternativa si può utilizzare la variante Demetz, che evita il Canalone Basso.

Poco sotto la Forcella Doppia seguire una cavo metallico che traversa sulla parete destra del canale.

In seguito scendere per un canalino e su una stretta cengia traversare a destra fino sopra un caminetto con scalini metallici.

Sotto questo breve camino calarsi da un anello cementato per 25 m., poi percorrere una rampa obliqua, al suo temine effettuare un'altra corda doppia di 20 m.

Con un passaggio delicato scendere un gradino strapiombante, spostarsi sul fondo del Canalone Basso, dove ci si ricollega all'itinerario originario (Il e un passaggio di III).

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Arrivati alla fine del canale raggiungere l'ampia conca detritica che racchiude le rimanenze del Ghiacciaio del Sassolungo.

Scendere brevemente sul ghiaione e attraversare in orizzontale il nevaio, portandosi dall'altra parte sulle rocce del Campanile di Venere.

Alzarsi alcuni metri e traversare su rocce gradinate e cenge in direzione Sud-Ovest; abbassarsi con un delicato passaggio in un colatoio spesso bagnato, traversare ancora e da ultimo (chiodo cementato) alzarsi per una breve placca a una piccola spalla in corrispondenza di uno spigolo (I, Il e un passaggio di III).

Oltre lo spigolo scendere un breve camino e per una placca articolata, stando un pò verso sinistra, poi superare un altro breve camino (ancoraggio per eventuale corda doppia di 20 m.) e infine spostarsi verso l'inizio di un cavo metallico.

Traversare delle ripide rocce, facilitati da questa corda fissa e al suo termine valicare uno stretto intaglio sullo spigolo Ovest del Campanile di Venere (Il e due brevi tratti di III).

Sull' altro versante abbassarsi per rocce gradinate all'inizio della cengia dei Fassani, che si percorre verso Est, seguendo le tracce di sentiero, fino poco prima di un'interruzione.

A questo punto scendere sulla destra, per una placca ripida ed esposta, puntando in basso a un piccolo ripiano (ancoraggio per eventuale corda doppia di 25 m.).

Girare verso sinistra uno spigolo giallo, quindi abbassarsi lungo una rampa-camino inclinata, raggiungendo un comodo terrazzo detritico alla base di un camino verticale (I, Il e un breve tratto di III).

Proseguire ora, alzandosi prima su un ampio pulpito, quindi scendere oltre un masso incastrato in una gola incassata.

Seguire delle tracce di passaggio, percorrere alcuni facili canalini e seguire il tratto inferiore della cengia dei Fassani, oltrepassando alla fine una cascata d'acqua (I e II).

Arrivati al termine della cengia, scendere brevemente in una piccola conca e risalire dall'altra parte, raggiungendo il sentiero in 15 minuti di salita al Rifugio Demetz sulla Forcella del Sassolungo 2681 m.

(ore 2 - 4, secondo se si scende slegati o in cordata, e in dipendenza della conoscenza o meno del percorso).