RELAZIONE   Via  DIRETTA  (Andreoli-Saggin)  al  SASS  PORDOI

SASS PORDOI, m 2950  parete SO (via diretta)
 
È una via per chi ama l’esplorazione, di difficile identificazione. 
La roccia non è molto buona e nei tratti facili è coperta di detriti.
Buone le assicurazioni naturali, qualche chiodo in posto, nessuna sosta è attrezzata
L' arrampicata è varia (camini, parete, placca), paragonabile anche se con qualche passaggio più difficile della vicina via Dibona.
Portare dei chiodi di varie misure. 
Primi salitori:  R. Andreoli, M. Saggin, 17 luglio 1947 
Difficoltà:  D, max: 5°, dal III al V-   Coefficiente Difficoltà: 520    Coefficiente Globale: 598
(35*0,2)+(20*0,5) +(20*3)+(30*0,2) +(70*0) +(30*0,2)+(25*0) +(5*0,5)+(50*0) +(15*0,5)+(15*0,7) +(25*5)+(5*6) 
+(20*0,5)+(15*0,2)+(5*3) +(20*0,2)+(20*0,5) +(40*0,2)+(15*0,5) +(50*0,2) +(25*0,5) +(10*3)+(10*5)+(10*6) +(20*0,5)+(5*5) = 520 620m.
Dislivello:  500 m. fino alla cengia
Sviluppo:  600 m.,14/16 lunghezze
Rischio: R3  (scala 1-6)
Tempi:  5-7 ore 
Roccia:  buona ma con tratti friabili e detritici 
Materiale:  cordini e dadi; 6–7 chiodi (la via è quasi completamente disattrezzata) 
Punto d’appoggio:  Rifugio Monti Pallidi, m 1965, privato, posti 24, aperto dal 20/5 al 20/10, tel. 0462 60 13 37. 
LINEA di SALITA 
Guardando la parete Ovest da Pian Schiavaneis, si possono riconoscere i seguenti punti salienti della via che termina sulla grande cengia.
Dall’alto, circa 100 m. a sinistra del grande scolo che divide il Sass Pordoi dal Piccolo Pordoi (o Sass de 
les Moles) si nota, proprio sul ciglio della grande cengia, una grande lavagna nera a forma di trapezio rovesciato.
L’uscita della via è a destra della stessa lungo una rampa di placche grigio scuro.
Sotto la lavagna, un canale scende per 100 m. fino ad una spalla (Spalla Soraruf)
Da essa scende a sinistra una larga rampa fino alla grande conca centrale della parete dove passa anche la via Dibona).
Sotto la spalla, a destra c'è un lungo e profondo camino verticale che si apre fra rocce gialle, che si percorrerà nel tratto inferiore.
Sotto il camino c'è un grande canale con sassi incastrati.
L’attacco è su un piccolo avancorpo circa 50 m. a sinistra dello scolo fra Sass Pordoi e Piccolo Pordoi su rocce gradinate. 
ACCESSO 
Poco più in alto del Rif. Monti Pallidi, lungo la statale 242 del Passo Sella, si stacca sulla destra il sent. N.° 647 che porta al Rif. Boé lungo la Val Lasties.
Percorrere 100 m. su una strada pianeggiante sul greto del torrente, poi salire a destra per sentiero nel bosco per circa 25 
minuti fino ad uscire dal bosco poco sotto la parete del Sass Pordoi.
Prendere a destra una traccia che sale per erba e ghiaie fino alla base del grande avancorpo della via Dibona
(grande ometto di pietre su un sasso; quota 2130 circa). 
Continuare a salire senza sentiero lungo il pendio fin sotto al successivo piccolo avancorpo.
Risalire le facili rocce di base verso destra per 50 m. fino ad un ripiano alla base della parete grigia,
circa 50 m. (a sinistra) prima dello scolo della parete che scende dalla grande conca, che divide il Sass Pordòi dal Sass de Moles, all'estremità destra.
50 min. da Pian Schiavaneis. 
SALITA 
1)  Risalire senza via obbligata le rocce soprastanti con qualche scaglia mobile, tendendo a sinistra, fino ad 
entrare in un canale. 25 m, 2°, pass. 3°).
Rimontare il facile canale, fino ad uno spiazzo con spuntoni sotto un tratto di parete ripido. 
(30 m, 1°, pass. 2°; 1CL). Sosta su spuntone.
55 m; 2°, 3° 
2)  Andare sotto la parete ripida (10 m, 2°) e per una fessura grigia sulla destra (5 m, 4°, 1CL), prendendo poi verso sinistra 
un’altra fessura (quella sinistra di due parallele) che porta sopra il tratto ripido della parete (15 m, 3°, pass. 4°-, 1C), 
uscire su rocce facili alla base di un canale detritico da risalire fino ad uno spiazzo con 2CF (20 m, 2°, 2CF).
50 m; 3°, 4°; 1C, 2CF 
3)  Risalire in conserva il facile canale, per rocce detritiche fin dove finisce sotto dei camini.
70 m; 1°. 
4)  A sinistra c'è un altro canale con dei salti di roccia.
Risalirlo nel fondo con alla fine un salto verticale (30 m, 2°, pass. 3°), entrare poi in un ulteriore canalone di scolo,
rimontarlo per detriti fin sotto a dei sassi incastrati (25 m, 1°).
55 m; 2°, 3° 
5)  Superare l’ostruzione sulla sinistra (5 m, 3°), continuare poi nel fondo del canalone superando dei salti di roccia facili fino al suo 
termine, su un terrazzo di ghiaia alla base di una parete gialla (50 m, 1°, pass. 2°).
55 m; 2°, 3° 
6)  Salire in diagonale a sinistra per una placca inclinata (15 m, 3°) per aggirare uno spigolo, oltre il quale entrare in un profondo 
camino, risalirlo nel fondo o sul lato destro (10 m, 3°+) con vari massi incastrati (sosta da attrezzare su un masso incastrato). 
25 m; 3°, 3°+ 
7)  Il camino (tratto chiave della via) risalirlo nel fondo (in opposizione), superando due tratti un pò 
strapiombanti per dei massi incastrati (15 m, 4°+, pass. 5°-; 1C).
Appena sotto al terzo masso incastrato uscire dal camino a sinistra per una parete verticale (10 m, 4°+) fino ad una grossa 
clessidra.
Traversare in orizzontale a sinistra per rocce facili, ma friabili, fino ad un terrazzino di sosta (5 m, 3°, 1CL).
30 m; 4°+, 5°-; 1C, 1CL 
8)  Salire in parete aperta, in diagonale a sinistra su rocce appoggiate (20 m, 3°), rimontare poi una bassa barriera più ripida di rocce 
(5 m, 4°), oltre la quale la pendenza della parete scende.
Ritornare in diagonale a destra per terreno detritico, fino alla base di un diedro aperto (15 m, 2°, 1CF) che termina, 30 m. sopra, 
alla Spalla Soraruf. 
40 m; 3°, 4°; 1CF 
9)  Scalare delle rocce ripide a sinistra del diedro senza via obbligata fino a portarsi sulla grande terrazza ghiaiosa della Spalla Soraruf
(a sinistra scende la rampa della variante Soraruf alla via Dibona).
40 m; 2°, 3° 
10)  Ora è visibile la grande lavagna nera a forma di trapezio e sulla destra la placca inclinata d’uscita.
Scalare su roccia buona una fessura che sale in diagonale da sinistra a destra con difficoltà costanti (55 m, 2°, pass. 3°).
55 m; 2°, 3° 
11)  Proseguire senza via obbligata in direzione della base della lavagna nera, lungo caminetti e canalini, tendendo 
sempre verso destra.
50 m, 2° 
12)  Portarsi alla base della lavagna (25 m, 3°), alla cui destra c'è una profonda fessura di circa 60 m.,
che termina sulla cengia d’uscita (sosta su un masso incastrato alla base della fessura).
25 m; 3° 
13)  Traversare 3 m. a destra sotto una scaglia nera (3 m, 2°), affrontare una fessura verticale (5 m, 4°+; 1C),
che porta al margine inferiore sinistro della placconata d’uscita.
Alla fine della fessura traversare qualche metro a destra (3 m, 5°-), risalire poi qualche metro fino ad un’interruzione 
della placca (5 m, 4°).
Traversare ancora a destra qualche metro verso rocce più chiare (5 m, 3°), al margine destro della placca.
Scalare un breve passaggio in aderenza (2 m, 5°-), fino ad un terrazzino (5 m, 4°-). Sosta da attrezzare.
30 m; 4°+, 5°-; 1C 
14)  Rimontare direttamente le rocce soprastanti (10 m, 3°), per ritornare a sinistra su detriti verso la lavagna nera fino alla 
fessura-camino (5 m, 1°), ora più larga ed ostruita da due massi incastrati.
Superare il primo (5 m, 3°), poi il secondo più difficile (2 m, 4°+), oltre il quale si è arrivati sulla grande cengia.
Sosta da attrezzare su dei massi all’uscita del camino.
25 m, 3°, pass. 4°+ 
DISCESA 
Dall’uscita (quota 2650 circa) risalire per ghiaie mobili alla base della parete superiore,
percorrere verso destra la cengia ghiaiosa (traccia di sentiero), fino a girare lo spigolo della via Piaz e portarsi sul sentiero 
che scende da Forcella Pordoi.
Da qui con sentiero si raggiunge il Passo Pordoi, m 2239.
(ore 1–1,30 dall’uscita della via) 
Per ritornare a Pian Schiavaneis seguire il sentiero che scende a Canazei a fianco della statale fino agli alberghi di Pian Pordoi (Hotel Gonzaga).
Da qui seguire in discesa la statale fino al 16° tornante, dove sulla destra (tabella su un albero) si stacca un sentiero che nel bosco porta in discesa fino al Rifugio Monti Pallidi.
ore 0,45 – 1 da Passo Pordoi; ore 2 – 2,30 dall’uscita della via). 
In luglio e agosto è possibile utilizzare un servizio di autobus (linea Passo Pordoi – Passo Sella – Ponte Gardena). 
Sempre è inoltre possibile fare AutoStop.

ALTRA RELAZIONE

SALITA

1)  Come andamento generale la via sale diritta ad una macchia gialla, che si supera per una fessura di destra; quindi salire lungo un camino tra rocce nero-gialle (visibile dal basso), fino ad una placca verticale nera a forma triangolare, la cui base delimita il bordo del cengione e il cui vertice è puntato verso il basso, qui prendere una fessura-camino che forma il lato destro di detto triangolo.

Salire diritti su rocce un pò friabili (40 m di III).

2)  Ancora diritti e leggermente a sinistra fin a raggiungere un salto verticale formato da una parete gialla (40 m di III).

3)  Vincere il salto per mezzo di una fessura sulla destra, che lo solca interamente (35 m di IV).

Salire diritti fino ad un ampio terrazzo detritico che forma un grande anfiteatro.

4-5-6)  Mirare in alto ad un camino ben marcato, un pò sulla destra, che porta quasi al cengione.

Sono 3 tiri di corda, inizialmente verso destra, quindi dove il terrazzo si alza e diventa canale, verso sinistra, percorrere questo canale che si stringe a camino, fino alla base del camino ben marcato che sale in verticale su rocce giallo-nere.

Questi 3 tiri si svolgono su roccia sporca di detriti.

7-8-9-10)  Entrare nel camino per mezzo di una fessura.

Quindi lo si percorre tutto con quattro tiri di corda su roccia sana e con bella arrampicata in spaccata.

Al termine del camino uscire su un terrazzo comodo, coperto di detriti.

In questi tiri ci sono 2 ch. e le difficoltà sono di IV.

Mirare ora al vertice della grande placca a forma triangolare, che si raggiunge salendo diritti, dopo 4 tiri di corda di III e III+.

11-12)  Dal vertice, rivolto verso il basso, di detto triangolo, si arriva al gran cengione con 2 tiri di corda lungo la fessura-camino che forma il lato destro.

Il primo di questi 2 tiri presenta un passaggio iniziale in Dulfer (ch. V inf.) e poi diventa IV+.

Il secondo tiro è di III.