BIVACCO in PARETE

Un Bivacco in montagna non è un evento normale o abitudinario, tuttavia si può verificare e  accade sicuramente quando un alpinista percorre molte vie e statisticamente non può non incappare suo malgrado in questa situazione.

Tipi di bivacco:

1) Programmato

2) Coatto per mancanza di tempo o per maltempo

3) Coatto per incidente

 

1)   Programmato

Un bivacco si programma quando ci si appresta a fare una via nuova, o la lunghezza della via da ripetere non permette la sua esecuzione nelle ore di luce di una giornata.

Trascuro le avvertenze nel caso di via nuova in quanto è troppo dipendente dalla via stessa e chi si appresta a fare una cosa del genere conosce bene come comportarsi e attrezzarsi.

                       Preambolo

Leggere bene la relazione della via , non quella dei primi salitori (che di bivacchi possono averne fatti diversi), che dovrebbe dare delle indicazioni del punto e della ubicazione migliore in cui effettuarlo.

Partire dal rifugio già imbragati per arrampicata, con un totale di 16 rinvii, 1 serie di friends delle misure ritenute adatte con aggiunta di qualche friends medio che sono i più usati, nuts di varie misure compreso qualcuno molto sottile per microfessure, 1 martello da roccia a testa, i serie di chiodi di varie misure comprendenone qualcuno ad anello e qualcuno corto per fessure cieche, 2 corde da 60 metri da 8 mm, 8 fettucce, 8 cordini in Kevlar di varia lunghezza, 4 moschettoni a ghiera grandi e a forma di pera per ciascuno, scarpette di arrampicata, il casco.

Arrampicare con 1 sacco a testa sempre sulle spalle contenente:

1 litro di acqua pura con disciolta una bustina di sali minerali (MK-Vis)

2 barrette vitaminiche ENERVIT (sono schifose ma fanno sopravvivere)

1 stecca di cioccolato

1 busta di frutta secca

giacca a vento o Kwait

1 sacco da recupero con una corda da 5/6 mm. della lunghezza delle corde di arrampicata contenente:

le scarpe da trekking per la discesa dei componenti la cordata

1 discensore a testa

materiale di arrampicata normalmente non necessario, ma che può venire utile in situazioni particolari.  (Io porto sempre 4 chiodi a pressione con perforatore, e una staffa)

scatoletta con pronto soccorso

1 maglione a testa di ricambio

1 calza maglia pesante o pantaloni tuta per ricambio

1 cappello a testa di lana o di materiale moderno foggiato come per i rapinatori, copre molto bene le orecchie  e la gola.

1 paio di guanti di lana o pelle imbottita a testa

2 litri di acqua preparata come sopra con eventuale aggiunta di vitamina C.

1 termos corazzato con tè bollente e molto carico.

un mazzo di chiodi normali di varie misure, da usare se esauriti quelli indosso.

qualche cordino di riserva

telefonino carico e solo dopo essere sicuri che ci sia il campo o una radio trasmittente.

macchina fotografica se si vuole immortalare l'impresa

viveri (panini morbidi con companatico, scatoletta di carne), evitare la frutta che è pesante e finisce in poltiglia.

1 sacco da bivacco a testa in piuma d'oca e impermeabile

portare 1 o 2 amache a rete, solo se si è sicuri che non esistono cenge o ballatoi  su cui bivaccare.    

Questo sacco viene recuperato mano a mano che si sale stando attenti che non si incastri in qualche camino (normalmente l'operazione di recupero e portarsi su la corda relativa spetta al secondo di cordata).

                        Preparazione del Bivacco

2 ore prima del tramonto cominciare a guardarsi attorno per cercare qualche posto comodo per bivaccare, se se ne trova uno bello non proseguire sperando di trovarne altri, ma fermarsi.

Se il posto scelto è una cengia, ripulirla dai sassi e spianarla al meglio.

Il posto migliore è una grotta o un pianerottolo sormontato da un tetto che riparano dalla pioggia.

Assolutamente da scartare canali o camini in quanto in caso di pioggia si trasformano in torrenti limacciosi con flussi di acqua rilevanti misti a pietrisco.

Mettere dei chiodi di ancoraggio per agganciare i sacchi e il materiale e per autoassicurarsi.

Togliere le scarpe di arrampicata e indossare quelle da trekking, stendere i sacchi a pelo, togliere dal sacco i viveri e il tè, cenare si fa per dire.

Godersi il tramonto, parlare delle proprie condizioni fisiche, di quanto dovrebbe  mancare alla cima e la previsione del lavoro del giorno successivo.

Autoassicurarsi in modo adeguato, infilarsi nei sacchi , per i credenti dire le preghierine, il sonno viene automaticamente dopo una simile giornata.

Se non imperversa la bufera nei sacchi si dorme in maniera confortevole e calda anche se c'è sempre qualche sasso che punge la schiena e il giaciglio è un pò duro.

Al mattino non c' è bisogno della sveglia ci pensa il sole a darvi il buongiorno.

Fare colazione con il tè rimasto che nel frattempo è diventato freddo se non gelato, con cioccolato e una barretta energetica.

Sgranchirsi muovendo braccia e gambe a mò di ginnastica, ripiegare i sacchi a pelo, rimettere nei sacchi quanto si trova in giro sparpagliato.

Togliere i chiodi utilizzati per il bivacco, rimettersi in condizione di arrampicata e riprendere a salire fino ad arrivare in cima.

Sosta per godere il panorama e la vittoria ottenuta e pensare alla discesa.

2) Coatto per mancanza di tempo o per maltempo

Avviene quanto non si riesce nel tempo di luce l'intera ascensione a causa di sbagli di itinerario, lentezza nella arrampicata, difficoltà non previste o per il sopraggiungere di temporali o pioggia.

Dato che si è partiti senza programmare questo bivacco e si ha con sè solo la normale dotazione alpinistica ci si deve preparare a una notte lunga , fredda e a molta sofferenza.

(Vedere Dotazione Alpinistica)

                        Preparazione del Bivacco

2 ore prima del tramonto cominciare a guardarsi attorno per cercare qualche posto comodo per bivaccare, se se ne trova uno bello non proseguire sperando di trovarne altri, ma fermarsi.

Se il posto scelto è una cengia, ripulirla dai sassi e spianarla al meglio.

Il posto migliore è una grotta o un pianerottolo sormontato da un tetto che riparano dalla pioggia.

Mettere dei chiodi di ancoraggio per agganciare i sacchi e il materiale e per autoassicurarsi.

Togliere le scarpe di arrampicata e indossare quelle da trekking, stendere le corde che faranno da giaciglio, togliere dal sacco i viveri se si sono portati e consumarli.

Indossare tutto quello che si ha.

Aspettare il tramonto, parlare delle proprie condizioni fisiche, di quanto dovrebbe  mancare alla cima e la previsione per il giorno successivo, cercare di non demoralizzarsi a vicenda e essere ottimisti.

Autoassicurarsi in modo adeguato.

Le condizioni del trascorrere della notte sono dipendenti dalla temperatura e dalle condizioni atmosferiche.

Ci possono essere bivacchi  ad una temperatura che consente di dormire tranquillamente anche se non si ha il sacco a pelo, ma nella maggioranza dei casi la notte è da incubo in cui si patisce del gran freddo.

Dovete tenere conto che tra giorno e notte in montagna c'è una differenza di temperatura di  15° e dato che si è in altitudine (la temperatura è più bassa di 5° ogni 1000 di altitudine) si capisce come la temperatura ambiente si può avvicinare allo 0° o meno.

Considerando, che non si è stati previdenti, non si dispone di indumenti adeguati e che dopo una giornata di arrampicata le calorie fornite sono state spese quasi tutte e prima che si attivi il meccanismo di recupero delle calorie dai grassi corporei passano delle ore e stando fermi si viene assaliti dal freddo e la temperatura corporea scende.

Nei casi di queste basse temperature non è consigliabile lasciarsi prendere dal sonno che inesorabilmente  ci attacca in quanto si rischia di non risvegliarsi più.

Agire in questo modo, dormire per brevi periodi massimo 30 minuti a turno, nel senso che uno sta sveglio e ad intervalli sveglia il compagno e viceversa.

Quando si è svegli muovere braccia e gambe e se esiste la possibilità, fare qualche giretto attorno per tenere attiva la circolazione e i battiti del cuore normali e non ridotti come avviene nel sonno.

Tenere presente che la parte più calda del nostro corpo sono i cosidetti ed ogni tanto si può utilizzarli come un minicalorifero.

Tenere presente che il congelamento è un fenomeno subdolo e che prima che arriva in modo definitivo si manifesta con delle caldane o vampate di calore (dovuta alla reazione corporea all'abbassamento della temperatura), normalmente se ne sopportano 2 , dopo la terza il fisico comincia a non reagire più e inizia il processo di congelamento vero e proprio.

Il mattino non arriva mai e il sole dell'alba sembra che emani freddo e prima di riuscire a muoversi e a mettersi in condizioni di arrampicata ci vogliono delle ore.

Sgranchirsi muovendo braccia e gambe, saltellare, rimettere nei sacchi quanto si trova in giro.

Togliere i chiodi utilizzati per il bivacco, e riprendere a salire fino ad arrivare in cima.

3) Coatto per incidente

Questo è il tipo di bivacco da non augurare a nessuno e fortunatamente abbastanza raro che si è costretti a fare in caso di volo di un componente la cordata, con conseguenze tali da non poter più consentire nè la salita nè la discesa, e che si esplica in attesa dei soccorsi.

Subito dopo il volo calare lentamente il compagno fino alla sosta anche per toglierli la mancanza di respiro dovuto allo schiacciamento della cassa toracica e del diaframma da parte dell'imbragatura.

Giunto in sosta sincerarsi a voce e visivamente delle condizioni e ,anche se non si è medici, valutare se sia in grado di muoversi almeno in modo collaborativo.

In base alla gravità e alla valutazione se si ritiene di essere in grado di cavarsela da soli chiamare o meno i soccorsi indicando chiaramente la montagna, la via e la posizione sulla via.

La scelta da fare subito indipendentemente dai soccorsi è se è possibile proseguire (da eseguire solo se si è vicina alla cima)  o decidere per la discesa (sempre preferibile se si è da metà via in giù).

In caso di rotture o forti botte non perdere tempo, perchè più tempo passa i dolori si fanno più lancinanti, e portarsi avanti nella scelta che si è fatta.

La discesa è fattibile solo se il ferito sia in grado di collaborare e sia in grado di autoassicurarsi giunto alla sosta sottostante.

Guardare l'ora, tenendo presente che prima dell'arrivo dei soccorsi occorrono almeno tre ore, e che di notte le squadre di soccorso possono muoversi normalmente solo su sentieri.

Nel caso che o per i tempi o per la gravità dell'incidente si debba passare la notte in parete, fare quanto già detto al punto 2) con la sola differenza di parlare sempre col compagno , di non dare l'impressione di essere preoccupati, rincuorarlo in continuazione  e sgridanlolo  quando emana espressioni pessimistiche.

Di dormire non se ne parla se non per brevi sonnellini.