RELAZIONE   Via  NORMALE  BECCO  di  MEZZODI’

BECCO DI MEZZODI’

MIE IMPRESSIONI

Percorsa nel Luglio 1992 con Silvio Roncoroni.

Via facile in un bell’ambiente dolomitico , rimasto vergine e solitario.

Bello il tratto di salita in un camino liscio e difficile.

Per la discesa abbiamo voluto passare per il Rifugio Palmieri (bel lago) facendo perciò tutto il giro del gruppo (francamente un po’ lungo).

Dalla Vetta un panorama spettacolare.

Becco di Mezzodì 2603 m.  Via comune

Si erge solitario davanti al Rifugio Palmieri.

Alla verticalità dello spigolo e delle pareti settentrionali si contrappone la selvaggia e frammentata parete meridionale, su cui passa la via comune.

Via aperta il 5 luglio 1872 dalla guida Santo Siorpaes detto Salvador con Utterson Kelso, la prima ad essere conquistata nel gruppo della Croda da Lago.

La salita (di II grado), poco dolomitica per la mancanza di esposizione e verticalità costanti, soddisfa essenzialmente la richiesta di ampi panorami.

Presenta un breve tratto superabile solo da chi possiede buona esperienza arrampicatoria

(3° in camino con 1 chiodo).

Il percorso è in parte facilitato da sbiaditi segni di vernice che s'interrompono oltre il tratto difficoltoso.

Dal Rifugio Palmieri traversare il ruscello d'acqua che esce dal lago, guadagnando l'ampio sentiero (n. 434) che costeggia lo zoccolo roccioso orientale della Croda da Lago.

In circa 45 minuti si raggiunge l'erbosa Forcella Ambrizzola, crocevia di altri sentieri che giungono dal Passo Giau (1,30 ore), da Selva e da San Vito di Cadore.

Per tracce di passaggio si punta verso il Becco e costeggiata sulla sinistra una squadrata torre ben visibile dal rifugio, si oltrepassa lo sperone occidentale.

Risalita la conoide ghiaiosa (fare tacche per i piedi) che scende verso il Monte Pelmo, si raggiungono alcuni denti rocciosi della cresta Ovest.

L'attacco è sulla parete di destra.

Dopo un facile traverso, superato un gradino roccioso percorrere un breve camino (clessidra) che termina ad una cengia (sosta, 2 ch.).

Proseguire in direzione Sud-Ovest ad un ben marcato camino.

Salire inizialmente per la costola destra (II grado, 1 ch), penetrando successivamente nella spaccatura.

Due chiodi infissi nella parete rendono più sicura la salita, impedendo però l'utilizzo della tecnica di camino (schiena-gambe) e costringendo a mantenersi verso l'esterno con un significativo aumento delle difficoltà (III gr. con 2 ch.).

Proseguire ora traversando verso destra per superare una breve spaccatura e quindi in diagonale oltre un profilo roccioso che sbarra il passo.

Mantenendo la stessa direzione raggiungere la cresta Sud, il cui percorso è reso difficile dalla mancanza di stabili ancoraggi.

Percorrere la cresta brevemente per il versante orientale.

Scavalcato un dente seguire un sistema di cenge rocciose che, passando per un intaglio profondo ed una breve parete, si arriva sull'ampia cima.

Qui è stata collocata una vecchia pentola, non utilizzata per cucinare ma bensì riempita di combustibile per illuminare la cima e renderla visibile nel giorno di festa della valle.

Discesa:

Per il ritorno seguire l'itinerario di salita a rovescio. Ancoraggi per corda doppia nei tratti difficili.