RELAZIONE    Via  LANGES-Merlet

PALE SAN MARTINO  CIMA DELLA MADONNA 2733 m.

Via  LANGES-Merlet

CIMA DELLA MADONNA 2733 m. Spigolo nord-ovest (del Velo)

Primi salitori:   G. Langes-E. Merlet, 19-7-1920 

Difficoltà:  D+, A0, 40 m. V se in libera, 70 m. di IV, 15 m. di IV+; II e III il resto        Coefficiente di Difficoltà: 1164   Coefficiente Globale:  1222

(25*0,2)+(20*0,5) +(45*0,2) +(40*0,5) +(40*0,5) +(20*0,7)+(10*3)+(10*1) +(10*10)+(10*8)+(5*5) +(20*3)+(20*1)+(5*5) +(25*5)+(10*3) +(15*3)+(15*5) +(30*0,7) +(20*10)+(10*5)+(10*8) +(20*3)+(20*0,7) +(45*0,5) +(70*0,2) = 1164  570m.

Dislivello:  400 m circa

Sviluppo:  600 m. (16 L)

Rischio: R1

Tempi:  avvicinamento 30 minuti, salita ore 5, discesa ore 1,30-2

Materiale:  normale dotazione alpinistica

MIE IMPRESSIONI

Percorsa nel Settembre 1966 con Ugo Banfi, con gli scarponi e i mezzi dell’epoca.

Via molto bella , da non prendere sottogamba.

Ricordo una grande spaccata tra i 2 pilastri e una placca impegnativa con chiodo lontano.

Mentre scrivo questo, devo purtroppo ricordare la morte di UGO in sci-alpinismo un pò di anni dopo, un amico generoso, serio e umano, che se fosse rimasto in vita avrebbe fatto sicuramente delle buone realizzazioni alpinistiche.

A te un ringraziamento sincero e un augurio di pace eterna.

CENNO GENERALE

La via è molto frequentata per la splendida arrampicata che offre, si svolge lungo l' affilato spigolo, con forte esposizione, si tratta di una delle più belle salite delle Dolomiti.

La roccia è sempre buona e l'itinerario è chiodato compresi i punti di sosta.

Consigliabili 2 corde da 40 m per facilitare le discese in doppia.

Dato l'orientamento (nord-ovest), il sole si ha solo nel tardo mattino.

ACCESSO

Partendo Dalla Malga Zivertaghe (o Malga Sopra Ronz) (1375m; raggiungibile per strada in parte sterrata e piuttosto ripida che si stacca 
nei pressi di un tornante a quota 1196 m circa, 2 chilometri a sud di San Martino di Castrozza), prendere il sentiero CAI 713 che in circa 2 ore 
porta al Rif. Del Velo (2358 m, 72 posti letto, poco sopra l'ex Bivacco del Velo. 
 
DIREZIONE SALITA
 
Lo spigolo presenta varie parti di salita, distinguibili dalla base e dal Rifugio del Velo:
 
A)  zoccolo di rocce ripide, ma articolate; 150 m. ca. 
B)  1° pilastro di circa 100 m., staccato dal secondo da una forcella di 5 m.; su questo primo pilastro si svolge la variante Zagonel, seguita 
normalmente per evitare il camino della via originale che sale sulla destra del pilastro fino alla forcella (più facile ma più faticoso con gli zaini).
Alla base del primo pilastro corre una la cengia verso destra in 30 min. per la quale si può raggiungere il canalone della via normale. 
C)  2° pilastro, verticale e esposto, alto circa 100 m.; una forcella molto stretta lo separa dal corpo principale (famosa spaccata). 
D)  salto terminale, parte chiave della via che inizia con una parete verticale (50 m. circa) e non facile, per appoggiarsi poi sempre più fino alla vetta (100 m. di rocce facili). 

ATTACCO

Dal Bivacco del Velo, portarsi verso la perpendicolare dello spigolo, attraverso una grande cengia ghiaiosa che sovrasta lo zoccolo.

Seguire le indicazioni per la ferrata « Alta Val della Vecchia », fino a raggiungere le prime corde fisse, seguirle per circa 90 m (sin qui circa 15 minuti dal Bivacco).

Quando la ferrata gira a sinistra, proseguire diritti per 80 m (II) sullo spigolo, fino ad una cengia orizzontale, sopra alla quale la parete a destra dello spigolo diventa più compatta e sempre più ripida.

Ora lo spigolo è leggermente sulla destra; salire così obliquando verso la sua base, lasciandosi a sinistra i profondi canaloni che scendono dalla forcella tra il Sass Maor e la Cima della Madonna.

SALITA

1-2)  Arrampicare, sfruttando delle fessure vicino allo spigolo (non proseguire a destra sulla rampa) (60 m, II).

3)  Salire per una ripida fessura per circa 8 m, aggirare lo spigolo a destra e proseguire in obliquo a destra fino a un punto di sosta vicino con clessidra (40 m, III).

4)  Attraversare a destra intorno a un piccolo spigolo e raggiungere su parete inclinata un punto di sosta su una forcella (cocuzzolo), a destra del primo pilastro (40 m, II).

5)   Attraversare alcuni metri e arrampicare dietro al pilastro per canalini poco profondi fino a raggiungere un punto di sosta vicino a dei denti (30 m, II).

6)  Proseguire diritto fino ad un punto di sosta vicino a una clessidra, davanti ad un gradino a placche sotto alla parete della forcella (25 m, II).

Qui iniziano le difficoltà maggiori.

A questa altezza è possibile attraversare sopra alle terrazze ascendenti della parete Ovest, per salire infine nel canalone.

7)   (Lunghezza chiave):

Salire il gradino a placche della spalla, poi a sinistra superare la fessura strapiombante incastrando la spalla (punto più difficile) e salire nel diedro, fino a quando la fessura non si chiude.

Portarsi 2 m a destra e scalare in opposizione la parete con buoni appigli fino ad una forcella; punto di sosta vicino a dei massi (30 m; IV+, A0 o V, 7 chiodi).

8)  Arrampicare sulla cresta esposta dello spigolo fino ad un scomodo punto di sosta

(35 m, IV e IV+, 1 chiodo).

9)  Continuare a destra sullo spigolo, alcuni metri prima dello strapiombo giallo spostarsi a sinistra e superare lo strapiombo (si può anche continuare a salire direttamente sotto allo strapiombo e sotto attraversare a sinistra).

Sopra allo strapiombo ad un punto di sosta vicino a dei denti (40 m, IV+, 2 chiodi).

10)  Salire per una lunghezza con minori difficoltà sullo spigolo inclinato fino ad un punto di sosta sulla cima del secondo pilastro (40 m, III e II).

11)  Passare in spaccata sulla parete opposta e salire a una clessidra, spostarsi a sinistra ad una fessura e in alto ad un punto di sosta.

La spaccata si può evitare raggiungendo la fessura direttamente a sinistra con l'aiuto di un chiodo, A0 (20 m, IV+), o scendere alcuni metri per poi risalire.

12)  Tenendosi un pò a destra, scalare la ripida parete fino ad una fessura (20 m, IV).

13)  Salire lungo la fessura, che si allarga nella parte superiore a camino, e lungo il canale verso destra fino ad un punto di sosta (40 m, III).

14)  Per gradoni salire a una terrazza detritica all'inizio della larga cresta della vetta (15 m, II).

Dalla cresta salire senza difficoltà in pochi minuti fino alla Cima.

VARIANTE ZONTA  per la PARETE NORD

Primi salitori:  Carlo Zonta e compagni

Difficoltà:  TD-, V

Sviluppo:  200 m

Materiale:  soste presenti a chiodi e clessidre, Normale Dotazione Alpinistica

Tempi:  avvicinamento ore 1, salita ore 2, discesa ore 1,30

SALITA

Interessante e consigliabile alternativa all'attacco normale dello Spigolo del Velo.

La variante sale tra la "Mega Maria" e lo Spigolo del Velo.

Andare all'attacco come per la Messner e la Mega Maria, fermandosi alcuni metri prima sotto la verticale di una colata nera che scende dal terzo intaglio dello spigolo.

Salire in verticale su roccia grigia, solida ed appigliata per 3 lunghezze, fino a prendere una fessura formata da una lama staccata.

Alla sommità della lama inizia un diedro formato da un pilastro giallo (sotto un grande becco giallo).

Seguire il diedro fino ad uscire sullo spigolo 20 m sotto l'intaglio.

Continuare poi per lo Spigolo del Velo.

Variante diretta del primo pilastro

Primi salitori:  Guide C. e M. Zagonel con due olandesi nel 1921.

Variante logica che supera direttamente il primo pilastro dello spigolo, circa 100 m. di sviluppo, IV e IV + con un passaggio di V.

Roccia ottima; 30 minuti.

Arrivati, lungo la via originaria, quasi in vista della conca ghiaiosa, deviare sulla sinistra verso lo spigolo in alto, raggiungendolo dopo circa 50 m.

Seguire una breve traversata a sinistra e scalare direttamente tutto il pilastro (30 m.; IV + e passaggio di V).

Dalla sommità scendere all'intaglio dove si ricongiunge alla via originaria.

Discesa per la Via Normale

Dalla vetta proseguire sulla cresta; superare prima una piccola spalla, poi raggiungere lo sbocco del Camino Winkler che divide trasversalmente tutta la cresta.

Scendere in doppia corda nel camino e portarsi a sinistra (Nord) fino ad un pulpito esposto con ancoraggio cementato; calarsi due volte per 20 m, poi scendere in arrampicata nel canale per 15 m, portarsi 10 m a destra e proseguire verso il basso (II e III) fino agli sfasciumi.

Da una clessidra calarsi per 20 m fino alla forcella col Sass Maor (meglio calarsi per 40 m nel canale a destra di questa).

Scendere senza difficoltà particolari nel canale a destra (Sud), fin quando sulla cresta si raggiunge una larga gola che si biforca (tra le due gole si trova il Campanile Luigia), prendere la diramazione di destra.

Salire a destra per alcuni metri e scendere per circa 70 m nella gola a destra (Ovest).

Calarsi in doppia o scendere direttamente al sottostante gradone a placche.

Effettuare un altra calata di 20 m e raggiungere in pochi minuti i ruderi del Biv. del Velo.

Ore 2 dalla vetta.

DISCESA per il Camino Winkler
 
La discesa non è nel complesso difficile ma presenta alcuni passi delicati. 
 
Dalla cima seguire la cresta verso il Sass Maor, seguendo le tracce di passaggio e gli ometti fino sopra la profonda spaccatura dove esce da nord il Camino Winkler.
Oltre la spaccatura, sull’altra parete, ci sono 2 frecce rosse che indicano verso Nord il primo anello di calata.
Attraversare la fenditura con una spaccata seguire la direzione indicata dalle frecce su rocce non difficili esposte e non solide.
Raggiungere dopo 8 m. un terrazzino sul versante Nord sul quale c'è il primo anello di calata. 
 
1)  Calata di 20 m. nel fondo del camino fino al successivo anello. 
2)  Calata di 20 m. fino ad una terrazza ghiaiosa, dalla quale scendere, seguendo frecce e ometti, prima verso destra (viso a valle, 20 m., 1°, un pass. di 2°) e 
poi a sinistra (5 m., 1°), fino al successivo anello; questo può essere raggiunto con una calata da 50 m. direttamente da sopra, scendendo in verticale qualche metro a destra 
(viso a valle) del fondo del camino. 
3)  Calata di 40 m. fino alle ghiaie a nord della forcella tra il Sass Maor e la Cima della Madonna.
Con una calata di 25 m. raggiungere un terrazzino dal quale, seguendo le frecce, scendere con passaggio non facile (5 m., 3°-), direttamente alla forcella. 
Raggiunta la forcella scendere 50 m. il canalone che punta a Sud-Est fra la Cima della Madonna e il Sass Maor (ometti).
Sormontare un masso, portarsi sulla parete a sinistra dove c' è un anello. 
4)  Calata di 20 m. per scendere il salto formato dai massi incastrati nel canale; è possibile scendere in arrampicata a sinistra (15 m., 2°+). 
Il canale si biforca: seguire il ramo a destra (viso a valle, ometti), scendere qualche metro in arrampicata (50 m., 2°).
Camminare ora su un’affilata cresta rocciosa che divide i 2 rami del canalone.
Restare a sinistra, calandosi lungo tracce di passaggio su sfasciumi e massi, fino ad un nuovo salto formato da grandi massi. 
5)  Calata di 20 m. da cordini con anello per evitare il salto con massi (anche qui è possibile scendere in arrampicata a sinistra; 2°). 
Proseguire sul bordo destro del canale fino a trovare l’ultimo anello di calata che permette di superare in discesa la ripida parete che sbarra l’accesso alla conca sottostante. 
6)  Calata di 20 m. fino agli sfasciumi. 
 
Da questi scendere a destra per sentiero in 10 min. fino al Rifugio del Velo. 
 
ore 2,30 dalla cima.

ALTRA  RELAZIONE SALITA

1)  Salire senza via obbligata, per rocce non difficili, tendendo a destra, puntando a raggiungere il profilo dello spigolo nei pressi del tubo dell’acqua del rifugio (spuntone per sosta). 
45 m., 2°, pass. 3°-. 
2)  Proseguire vicino al profilo dello spigolo per rocce appoggiate, guadagnando una terrazza con detriti sulla quale si sosta. 
45 m., 2°. 
3)  Ora le rocce diventano più ripide.
Scalare la parete subito a destra dello spigolo, senza via obbligata, tendendo sempre leggermente a destra per seguire le zone più facili.
Dopo 40 m., sostare su un buon terrazzino con clessidre. 
40 m., 3°. 
4)  Tendere ancora a destra per una rampa di rocce appigliate, arrivando sotto lo spigolo del “1° pilastro”, quasi in vista della grande cengia che fascia la parete sud.
Sosta alla base dello spigolo. 
40 m., 3°.
Qui inizia la variante Zagonel, qui descritta; la via originale prosegue invece a destra risalendo con 2 lunghezze facili la grande terrazza detritica che fascia tutta la parete Sud 
della Cima della Madonna.
5)  Scalare direttamente il primo pilastro lungo lo spigolo che guarda il Rifugio del Velo, prima su terreno ripido e articolato (20 m., 3°+) e poi su roccia quasi verticale e 
appigliata (10 m., 4°, 1C, 1CL).
Raggiunta una grossa clessidra, la verticalità si attenua e raggiungere, per rocce meno difficili, la base del salto verticale che porta verso la cima del primo pilastro (10 m., 4°-); 
sosta con anello. 40 m., 3°+, 4°, 4°-, 1C, 1CL. 
6)  Scalare il diedro direttamente per i primi metri (5 m., 5°+ / A0, 4C), uscire poi a sinistra per portarsi più verso il centro della parete (5 m., 5° / A0, 3C).
Salire dritti puntando alla cima del pilastro su rocce verticali e esposte (5 m., 4°+, 2C), rimontare alla fine un leggero strapiombo seguendo i molti chiodi infissi da destra a sinistra (6 m., 5°+ / A0, 5C).
Poco sopra c'è un piccolo posto di sosta con 2 vecchi chiodi (3 m., 4°+).
Lunghezza molto sostenuta e faticosa, superabile per buona parte in A0. 
25 m.,5°+ / A0, 5° / A0, 4°+, 12C. 
7)  Rimontare un ultimo tratto verticale sullo spigolo a destra (4 m., 4°), alzarsi poi per rocce via via più facili verso la sommità del primo pilastro, stando sempre vicino allo spigolo (25 m., 3°, pass. 4°-, 1C).
Aggirare la cima del pilastro sulla sinistra con movimento esposto (5 m., 3°+, 1CL), rimontarla poi fino in vetta per le facili rocce che guardano la Forcella del Porton (Nord, 10 m., 2°). 
45 m., 4°, 3°, 4°-, 1C, 1CL. 
8)  Dalla sosta sulla cima del 1° pilastro calarsi alla sottostante forcella che lo divide dal 2° pilastro e sulla quale sbuca da destra il camino della via originaria. 
Calarsi leggermente a sinistra (viso alla Cima della Madonna), aiutandosi con un cordino per uscire sul terrazzino della forcella.
Calata scomoda. 10 m. di calata. 
9)  Dalla forcella si innalza il 2°  pilastro.
Attaccare la parete più o meno nel mezzo seguendo una fessura superficiale che incide con andamento irregolare il muro con roccia grigio-arancio. (15 m., 4°, pass. 4°+, varie clessidre).
Salire sostanzialmente diritto nel centro della parete (20 m., 4°+, 3C), sosta scomoda su dei chiodi vecchi. 
35 m., 4°, 4°+, 3C, varie clessidre. 
10)  Proseguire con difficoltà costanti e simili a quelle del tiro precedente sempre su roccia ottima, spostandosi prima leggermente a destra (5 m., 4°, 1C), poi a sinistra (5 m., 4°, 1C) 
lungo una asperità superficiale, ritornando poi a salire diritto la parete del 2° pilastro, con difficoltà continue ed in completa esposizione (12 m., 4°+, 4C; possibile sosta scomoda).
Passare leggermente a sinistra dell’ultimo tratto leggermente strapiombante (4 m., 4°+, 2C), guadagnando rocce appoggiate che precedono la cima del 2° pilastro.
30 m., 4°, 4°+, 6C. 
11)  Rimontare facilmente l’ultimo tratto del 2° pilastro, risalendone la schiena rocciosa, con difficoltà decrescenti fino a raggiungerne la sommità, ottimo posto di sosta. 
30 m., 3°, 2°. 
12)  Tra il 2° pilastro e la parete terminale cè uno stretto intaglio che è possibile superare con la famosa spaccata, abbastanza delicata; 
è preferibile scendere facilmente in arrampicata nel fondo della spaccatura dove si sosta comodamente. 
5 m., 2°. 
13)  La risalita al livello della cima del 2° pilastro è difficile, ma è protetta da un chiodo.
Scalare la difficile parete bianca (4 m., 5°+, 1C), raggiungendo la base di una fessura (dove si arriverebbe con la spaccata) che sale in diagonale da destra a sinistra
sul muro verticale soprastante, passaggio chiave della via.
Salirla direttamente, stando leggermente a sinistra; (5 m., 5°, 1C).
La fessura poi si perde nella parete, ora più articolata (4 m., 4°+, 1C).
Proseguire in verticale con difficoltà sostenute (20 m., 4°+, 3C), fino ad un terrazzino alla base del camino che porta verso la vetta (5 m., 2°). 
40 m., 5°+, 5°, 4°+, 2°, 6C. 
14)  Scalare il camino soprastante, nella prima parte appoggiato (5 m., 3°, 1C), poi più verticale (15 m., 4°-).
Usciti dal camino seguire verso destra una rampa di rocce facili, sostare sotto gli ultimi salti prima della cresta sommitale (15 m., 3°, 2°). 
35 m., 3°, 4°, 3°, 2°, 1C. 
15)  Salire verso sinistra un facile diedro-camino (5 m., 3°), che porta sulle rocce della cresta da percorrere senza via obbligata verso la cima (40 m., 2°). 
45 m., 3°, 2°. 
16)  Seguire la cresta, con tracce e ometti, raggiungere la vetta segnata da una piccola madonnina su un ometto di pietre. 
70 m., 1°, 2°.