RELAZIONE    Via   MICHELUZZI  e  DIEDRO  BHUL

PIZ  CIAVAZES  m. 2828  Parete Sud

MIE IMPRESSIONI

Percorsa nell’ Agosto 1985 con Giovanni Turconi e Massimo Garghetti.

Via spettacolare per il lungo traverso che caratterizza la via.

Difficoltà 5° - 5°+

Il traverso è delicato e poco proteggibile, vietato volare.

L’abbiamo fatta in una giornata freddissima e nei diedri di uscita scendeva una cascata d’acqua gelida che ci ha bagnato.

L’abbiamo sofferta parecchio.

Primi salitori:  L. Micheluzzi-E. Castiglioni, 26-9-1935

Dislivello:  250 m circa fino alla cengia

Difficoltà:  TD+  (dal 4°+ al 5°+ sostenuto, un passo ìn A0 (o 6°).       Coefficiente di Difficoltà: 3169  Coefficiente Globale: 3644

(15*3)+(20*6) +(20*10)+(15*8) +(20*0,7)+(15*8) +(10*18)+(25*6)+(10*8) +(20*0,5) +(35*10) +(30*8) +(30*16) +(20*8)+(15*5) +( 20*6)+(20*10) +(30*5) +(10*6) +(35*5) +(40*3) = 3169

Rischio: R3

Tempi:  salita ore 5,30, discesa ore 1.30

CENNO GENERALE

La via sale nel mezzo il settore centrale della parete Sud.

Una delle più belle arrampicate libere delle Dolomiti, celebre per la famosa traversata di 90 m. dì alta spettacolarità.

La parte inferiore si svolge su placche grigie di roccia ottima, anche se levigata dal continuo passaggio, ed è caratterizzata da un lungo traverso (90 m) in completa esposizione.

La parte superiore oltre la Cengia dei Camosci segue una rampa obliqua da destra a sinistra fin sotto una zona gialla e strapiombante, poi, con una traversata a destra, prende un sistema di diedri e fessure che portano in vetta.

La via è molto frequentata nella parte inferiore; la parte superiore, invece, è poco ripetuta, meno continua e si svolge su roccia a tratti friabile.

Tutti i chiodi occorrenti, soste comprese, sono presenti, per la parte superiore è consigliabile portare dei dadi di varie misure o friend; nella prima parte, da circa metà traversata, è  possibile scendere a corde doppie (ancoraggi in posto).

Dallo spiazzo a q. 2080 m sulla strada del Passo Sella, in corrispondenza del rettilineo sotto il Piz Ciavazes, salire per sentiero alla base della parete (10-15 minuti), all'attacco c'è scritto il nome della via.

Un marcato diedro giallo solca in alto la parte inferiore del settore centrale; la via attacca circa 40 m. a sinistra della zona strapiombante situata sulla verticale di detto diedro.

ACCESSO

L'attacco si raggiunge in 15 minuti, posto più o meno al centro della parete e nel suo punto più basso (scritta scolpita nella roccia).

SALITA

1)  Alzarsi per parete, dopo 3 m. traversare poco a destra, superare un leggero tratto verticale. Sosta su cengia con ch.

(35 m di IV e V con ch.)

2)  Piegare leggermente a sinistra e superare una placca liscia (ch.), traversare a sinistra (ch.) e portarsi in un diedro verticale sulla destra (ch.), uscire a destra. Sosta con ch. (33 m dì V- e V).

3)  Salire diritto fino a una cengia da seguire a sinistra.

Scalare poi un diedro giallo (ch.).  (40 m di IV e IV+).

4)  Diritto su una placca liscia (ch.) poi a destra; in seguito più facilmente riportarsi a sinistra (35 m di V e IV).

Si è sotto i grandi strapiombi gialli visibili anche dal basso.

5)  Andare facilmente in obliquo a destra (III-), sosta su uno spuntone. (20 m di III).

Qui inizia la famosa traversata, per non sbagliarla, riferirsi al diedro verticale della via Buhl che non va raggiunto, ma iniziare a traversare.

Completata la traversata (90 m.), tenersi a sinistra della striscia d'acqua nera che scende dalla Cengia dei Camosci.

6)  Traversare 4-5 m a destra , girare lo spigolo a destra, obliquare un pò verso l'alto, scendere 3 m., poi risalire verso destra fino a raggiungere una sosta scomoda su ch. (35 m di V con un passo di V+).

7)  Continuare a traversare in orizzontale con leggere deviazioni. (30 m di V- e V).

8)  Sempre verso destra, prima con una discesa di 5-6 m (ch. con cordino), poi raggiungere una cengetta dove si sosta comodamente (ch.). (25 m di V).

9)  Salire in obliquo a destra la placca nera, superare un tratto di roccia leggermente strapiombante fino ad una sosta (38 m di IV e V).

10)  Superare una pancia e una fessura leggermente obliqua a sinistra. (35 m di IV e V).

11)  Continuare per la fessura superando un salto verticale di 7 m, poi più facilmente fino al suo termine. (35 m con un tratto di V).

12)  Andare in obliquo a destra su parete verticale nera. (35 m di V con diversi ch.).

13)  Proseguire a destra e diritti su rocce progressivamente più facili fino ad arrivare sulla Cengia dei Camosci.  (40 m di IV poi III e II).

PARTE  SUPERIORE

Sulla Cengia dei Camosci traversare verso sinistra per circa 80 m, salire per rocce facili dalla cengia ad un pulpito (inizio della seconda parte della via).

Per facili gradoni andare a sinistra all'inizio di un camino di 10 m; superarlo, uscirne a sinistra, e proseguire per circa 120 m (II e III) per una serie di diedri aperti, canali e brevi tratti di parete, sempre in obliquo a sinistra, fino ad una profonda e friabile nicchia, sotto dei grandi strapiombi gialli.

Con una breve traversata di 3 m su roccia strapiombante e friabile (V+), raggiungere una cengia con interruzioni che porta facilmente a destra per 2 lunghezze all'inizio del grande diedro che solca la parte superiore della parete.

Salire per 2 lunghezze di corda per parete verticale, poi passare a sinistra nel canale in fondo al diedro.

Dopo un tratto liscio superare un forte strapiombo, uscire poi a destra su una cengia.

Ritornare a sinistra nella fessura del fondo del diedro, friabile e terrosa, che porta dopo 30 m ai gradoni del grande terrazzo sommitale.

DISCESA
La cengia dei camosci è la via di discesa più frequentata e più sicura, seguirla verso sinistra. 
Nel tratto più esposto si trova una corda metallica (tracce e ometti).
Al termine della cengia abbassarsi su salti di roccia facili e detriti fino ad arrivare ad uno spuntone 
(possibile corda doppia).
 
Scendere per rocce facili (II°) fino al sentiero di discesa della prima torre del sella e per questo raggiungere la base della parete. 
 
(circa 1 ora)