RODA DI VAEL

RELAZIONI   Via  MAESTRI  -  Via CONCILIO  -  Via Abram

VIA MAESTRI   (Parete Ovest)

Spettacolare scalata in artificiale, dedicata a Toni Egger, che supera i 400 m. della "Parete Rossa" in grande esposizione.

Pur essendo passata giustamente la moda della chiodatura ad oltranza, va riconosciuto ai primi salitori il merito di una concezione coraggiosa (in rapporto ai tempi) e di un estenuante e delicato lavoro di chiodatura.

Via per chi ama l'artificiale ed il vuoto assoluto.

MIE IMPRESSIONI

Percorsa nel Luglio 1997 (54 anni) con Renato Bernard

Via veramente bella e spettacolare, roccia stupenda.

In apertura Maestri piantò circa 300 chiodi, ora ce ne sono la metà .

La via che inizialmente era completamente artificiale ora risulta perciò mista artificiale libera.

Se si usano i chiodi come progressione si ha una difficoltà di A2 - 6°,

se non si usano la difficoltà sale a 6a/6b nel tratto iniziale e mediano, 6c nel tratto finale e 7a+ per il penultimo tiro che è comunque difficile.

Un ritorno dalla via è problematico per il forte strapiombo che presenta.

Da ammirare i luoghi dei vari bivacchi di Maestri e la maestria della chiodatura (un capolavoro).

Renato l’ ha percorsa in libera quasi tutta , solo qualche chiodo nella parte alta e nel penultimo tiro.

La via è molto aerea e strapiombante , esce dalla base di oltre venti metri.

Un sacco con materiale che cresce può essere lasciato alla base perché può essere ripreso al ritorno.

La discesa avviene sulla facile ferrata della Roda di Vael.

Primi salitori:  C. Maestri, C. Baldessari, dal 2 al 9-6-1960

Difficoltà:  TD+,  A1, A2, VI , in libera 6a/6b nel tratto iniziale e medio, 6c nel tratto finale, al penultimo tiro breve tratto di 7a+ obbligatorio per mancanza di chiodi

Coefficiente di Difficoltà:  6710     Coefficiente Globale:  7716

(20*14)+(25*10) +(10*14)+(5*16) +(20*19)+(10*16)+(10*18) +(20*19) +(25*19)+(20*16) +(15*18) +(20*19)+(15*16) +(15*19)+(15*16) +(20*18) +(20*18) +(25*19)+(30*20) +(35*21) +(40*3) = 6710

Dislivello:  380 m.

Sviluppo:  410 m.

Rischio: R3

Tempi:  ore 8,00-9,00; all'attacco in 50 minuti; ritorno al rifugio in 1 ora.

Materiale:  la via è abbondantemente attrezzata, soste comprese, usati dai primi salitori 200 ch. e 100 ch. ad espansione, 30 cunei di legno; 180 ore di cui 100 di arrampicata effettiva.

I primi salitori non hanno fatto quasi neanche un metro in libera tanto che qualcuno aveva definito la via "una scala delle galline".

Occorre però riconoscere loro una grande maestria nella chiodatura, chiodi accoppiati, chiodi a pressione spessorati con pezzetti di legno.

Ora sulla via ce ne sono circa la metà e questo non consente di percorrerla completamente in artificiale.

Si consiglia, comunque, di portare qualche chiodo, per eventuale sostituzione di chiodi precari, non sempre però è possibile collocare dei chiodi "normali" in modo sicuro.

Nella grande caverna sotto la cima si trova il libro della via.

SALITA

Dal rif. Paolina (m 2127) seguire il sentiero per il passo del Vaiolon fino all'altezza della base della parete, quindi tagliare in quota a destra alla base della parete , ore 0,30.

Al centro della parete si apre un grande diedro sbarrato in alto da un tetto molto sporgente situato a 100-120 m. di altezza.

1-2)  Iniziare la salita in un diedro fessurato e poi su rocce leggermente strapiombanti con forti difficoltà si arriva a 20 m ca. dal tetto che lo chiude (VI) (1° posto di bivacco).

3)  Sempre nel diedro, portarsi sotto al tetto (VI) che si supera uscendo alla sua destra (VI+, A1).

4)  Sul bordo del tetto obliquare a destra e entrare in un secondo diedro con fessura che sale in corrispondenza del primo (VI, VI+) (2° bivacco, artificiale. A2).

5)  Salire in verticale fino ad un comodo terrazzo (VI, VI+) (3° e 4° bivacco) (A2).

6)  Seguire sempre l'esile fessura con leggera tendenza a sinistra che dopo circa 40 m porta al 5° bivacco

(A2).

7)  Da qui continuare a salire direttamente sempre obliquando leggermente a sinistra (6° bivacco) (A2).

8)  Puntando a delle grosse righe nere che scendono dalla cima dopo 40-45 m ca. (la fessura qui termina) si arriva al 7° bivacco (A3).

9)  Puntare ad una piccola cengia tra le grandi righe nere che scendono dalla cima ed una riga nera spostata più a sinistra che nasce da una piccola forcella non visibile a causa dello strapiombo.

10-11)  Puntare alla piccola forcella, dopo 10 m ca. di A3 (7a+/7b in libera), uscire dalle difficoltà entrando in un canale che con 50 m ca. di arrampicata porta alla cima.

Via CONCILIO   (Parete Ovest)

Direttissima "a goccia d'acqua" che vince la parete in vertiginosa esposizione, con salita prevalentemente artificiale.

È stata ripetuta, in buona parte in libera, ma non completamente.

Primi salitori:  G. De Francesch, C, Franceschetti, Q. Romanin, E. Wuerich, dal 6 al 9-9-1962

Difficoltà:  TD+ sostenuto, per l'impegno fisico globale, VI, A2 e A3, in libera totale non è ancora stata liberata; in libera parziale dovrebbe avere una difficoltà di 6c/7b con passi di ancora maggiore difficoltà.

Coefficiente di Difficoltà:  7487     Coefficiente Globale: 8984

(25*0,5)+(25*3) +(10*14)+(10*16)+(5*8) +(20*0,5)+(20*3) +(30*4) +(20*8)+(20*10) +(40*18) +(30*18)+(5*3) +(15*8)+(15*18) +(25*16)+(25*18) +(15*16)+(5*4) +(40*16) +(50*16) +(80*18) +(45*19) =  7487    575m.

Dislivello:  450 m.

Sviluppo:  550 m.

Rischio: R4

Tempi:  all'attacco in 50 minuti; salita in 8-10 ore; discesa al rif. Paolina in 1 ora.

Materiale:  la via è chiodata; portare un piccolo assortimento di chiodi, praticamente inutili i friend.

I primi salitori hanno impiegato 77 ore di cui 45 di arrampicata effettiva; 400 ch. compresi quelli usati per assicurazione e bivacchi, dei quali 60 a pressione, alcuni cunei; lasciati 300 ch.

ATTACCO

L'attacco avviene a destra della verticale calata dalla cima e a destra dell' evidente diedro che caratterizza la parete, si trova un contrafforte nero, alto 60 m, sul quale si inizia.

SALITA

Dal rif. Paolina (m 2127) seguire il sent. per il passo del Vaiolon fino all'altezza della base della parete, quindi tagliare in quota verso destra.

1)  Salire per il canale a sinistra del caratteristico pilastro appoggiato alla parete gialla (III) poi per camino (IV; 2 ch.) fino in cima su una cengia detritica.

Spostarsi a sinistra per 20 m. fino sotto ad un caratteristica fessura su parete gialla strapiombante.

2)  Scalare la fessura inizialmente di VI- poi A1 e con l'uscita di V (25 m; 10 ch.). Sosta, 3 ch.

3)  Obliquare a destra per rocce facili (III e IV; 3 ch.; 38 m). Sosta, 3 ch.

4)  Andare ancora in obliquo a destra poi diritti su una stretta cengia con detriti poi a destra fino alla base della lama che determinerà la linea della salita (IV+ ; 5 ch.; 30 m). Sosta, 2 ch.

5)  Alzarsi 3 m. , poi a sinistra in un diedro per 5 m (1 cuneo e 2 ch.) poi a destra (3 ch.) nella caratteristica lama staccata

(V e V+; 40 m).

6)  Ancora a destra lungo la lama fino ad incontrare il camino-fessura che sale da destra (V) poi per questo ancora verso sinistra

(VI e A1; 40 m). Sosta, 4 ch.

7)  Obliquare a destra per roccia strapiombante (A2) poi traversare a destra (IV; 35 m). Sosta, 3 ch.

8)  Salire diritti in arrampicata mista libera-artificiale per placche appoggiate (V e A1 ; 3 ch. di sosta, 30 m).

9)  Proseguire prima a destra per 10 m poi diritti fino ad una nicchia; uscire dalla nicchia a sinistra fino a raggiungere lo spigolo in parete (VI, A2; 48 m; 4 ch. di sosta).

10)  Obliquare a sinistra (prima A1 o A0 poi IV+ ) fino a raggiungere la base di un diedro appoggiato (20 m; 3 ch. di sosta).

11)  Scalare il diedro e poi a destra per rocce rotte.

(da questo punto la parete è sempre strapiombante fino alla vetta e le difficoltà si mantengono costantemente sul VI artificiale)

12)  Superata una placca, una esile fessura sale leggermente verso sinistra e dopo 40 m. si arriva all'attacco di una fessura non visibile dal basso (1° bivacco).

13)  Lungo la fessura, ogni tanto con trazione dall'interno all'esterno (alla Dulfer), si riesce a salire qualche m in arrampicata libera che è agevolata da alcuni chiodi, fino a una cengia.

La cengia è lunga 4 o 5 m formata a gradini della larghezza dai 30 ai 50 cm.

Si attacca sul lato destro della cengia lungo un piccolo diedro formato da un masso instabile; superato il masso andare leggermente verso destra fino ad una nicchia, buona per bivacco (dalla cengia 50 m).

14-15)  Uscire dalla nicchia sul lato destro e salire in verticale per 80 m fino alla grande caverna visibile dal basso e da lontano.

In parete la caverna è visibile soltanto quando si sta per raggiungerla, ottima per bivacco (3° bivacco).

16)  Dalla grande caverna uscire a sinistra e con un tiro di corda (il più strapiombante di tutti) di 45 m ca. si raggiunge la cima.

Via Abram-Schrott

Primi salitori:  Erich Abram e Sepp Schrott nell'estate 1967

Difficoltà:  V, VI e A3

Lunghezza:  400 m.

Materiale:  i primi salitori hanno usato 180 ch.

Tempi:  ore 12, 2 bivacchi dei primi salitori

Scalata difficile che conta poche ripetizioni e che percorre il vistoso diedro tra la Via Maestri e la Via Eisenstecken.

Il diedro finisce dopo 150 m ca. sotto un grande strapiombo.

Salire per il diedro e superare lo strapiombo direttamente in arrampicata artificiale con uso di staffe.

Superato lo strapiombo raggiungere a destra un nuovo diedro.

Seguire il diedro ed alla fine traversare 40 m ca. verso sinistra a raggiungere la Via Eisenstecken che si segue per le ultime 2 lunghezze di corda.

DISCESA dalle VIE

A)  Scendere per la ferrata Nord, al passo del Vaiolon (m 2500) poi al rif. Paolina (ore 1,00) o al rif. Roda di Vaèl (m 2283).

B)  Per pendio erboso scendere la cresta Sud, poi immettersi nella gola fra Roda di Vaèl e Roda del Diavolo, dove, con l'ausilio di qualche fune, si scende per salti e ghiaie, raggiungendo il rif. Roda di Vaèl (45 minuti; soluzione raccomandata in caso di maltempo).