Via  FEDELE  Bernard  SASS  PORDOI  m. 2952  Parete Ovest

L'itinerario si svolge al limite destro della grande parete nera (dovuto allo scorrimento d'acqua) allo sbocco della Val Lasties, tenendosi ora a sinistra ora a destra di una vistosa colata nera per una logica successione di diedri e rampe.

La via vista dal basso appare terribile tanto da spaventare degli alpinisti, nel percorrerla si scopre che è assai meno terribile di quel che sembra.
Bella scalata di media difficoltà, tra le più note e frequentate del Gruppo; la roccia è ottima e i chiodi occorrenti sono in posto, oltre a numerose clessidre, attenzione a non sbagliare negli ultimi tiri, altrimenti ci sono problemi (variante difficile).

La salita è raccomandabile solo a stagione avanzata e con tempo asciutto, altrimenti alcuni tratti possono trasformarsi in vere e proprie cascate.

La chiodatura è buona, mentre nella parte iniziale bisogna mettere un pò di attenzione per seguire il percorso più facile e redditizio. 
Caratteristico e fastidioso il tiro in cui si attraversa e si risale lo scolo della parete che per gran parte dell’anno richiede una bella doccia sotto l’acqua fredda.
Inutile dire che alcuni tratti sono umidi ma sempre superabili.

Dal cengione è possibile interrompere la scalata e traversare a destra scendendo al Passo Pordoi; o continuare fino in vetta seguendo la parte finale della Via Dibona.

MIE IMPRESSIONI

Via lunga ed abbastanza impegnativa, da percorrere solo dopo alcuni giorni di bel tempo, per evitare tratti bagnati.

In caso di temporale diventa una trappola mortale per le cascate che si formano.

Percorsa nell’Agosto del 1967 con Gigi Grana.

Quando eravamo a circa 100 mt. dal cengione è arrivato un temporale e dato che eravamo in un canale ben presto questo si è trasformato in un torrente di acqua sporca mista a ghiaietto.

A un certo momento l’acqua era talmente tanta e violenta che si doveva arrampicare in apnea e per avanzare si doveva vincere anche la forza della corrente.

Eravamo al punto del canale dal quale si doveva uscire a sinistra per prenderne un altro parallelo.

Vista però la situazione abbiamo visto in alto a questo canale uno strapiombo che avrebbe potuto darci riparo dall’acqua e ci siamo alzati fino a raggiungerlo.

Effettivamente sotto lo strapiombo si soffriva solo uno sgocciolamento e la cascata ci passava sopra la testa.

Ricordo che ero talmente bagnato che i pantaloni alla zuava di vigogna non stavano più in vita per il peso che avevano, lo zaino ho dovuto capottarlo per svuotarlo dall’acqua che era entrata e pesava almeno trenta chili.

Siamo rimasti lì oltre un' ora in attesa che cessasse il temporale , anche se l’acqua continuava impetterrita a scendere.

Bagnati come eravamo ha cominciato ad assalirci un freddo cane che ci faceva battere i denti.

Un bel momento decidiamo di muoverci e di vincere lo strapiombo che vedevamo chiodato.

Gigi sale e con grande difficoltà (6° e artificiale) esce dallo strapiombo sulla sinistra ove si presenta una placca molto liscia che aveva al centro un chiodo a pressione.

Raggiunge con difficoltà il chiodo a pressione , ma da lì non riesce a andare avanti.

Pensare che eravamo a non più di 5/6 mt dal cengione e a 4/5 mt. dal diedro di uscita che avremmo dovuto percorrere seguendo la via giusta.

Qui Gigi ha avuto una buona idea, anche se non c’erano altre alternative, di farsi calare in modo che con un pò di pendolo a sinistra avrebbe potuto raggiungere il diedro parallelo.

Raggiunge la sosta giusta e mi dice di partire.

Con immani sforzi supero lo strapiombo e raggiungo il chiodo a pressione per farmi poi calare.

Non vi dico con quale apprensione ho fatto quella calata , perché se il chiodo fosse uscito avrei fatto un volo di almeno 60 mt. e non penso che sarei uscito vivo.

E’ andata bene , ma credo di aver speso un'altra Wildcard la 3°.

Mi sembra doveroso dire chi era Gigi Grana .

Nativo di Schio di 8 anni più vecchio di me, emigrato a Caronno P. vicino a Saronno per motivi di lavoro , conosciuto al C. A. I. .

Devo molto a lui in quanto è stato lui che ha insegnato a me e ad Arduino Lucio l’arte arrampicatoria portandoci in Grigna sulle vie più rappresentative al nostro inizio .

(che è la parte più delicata della crescita alpinistica).

Lavorava in una Fonderia, come formatore a mano degli stampi, un lavoro nocivo per i polmoni a causa delle polveri che si usano, e che però non gli impediva al Sabato pomeriggio di partire per la Grigna o per le Dolomiti per arrampicare.

Sempre squattrinato, allegro, buono di animo, arrampicatore libero eccezionale.

Solo lui l’ho visto salire tiri interi di grado elevato senza chiodi o protezioni.

Era un maestro a giostrare i suoi scarponi Munari su qualsiasi appoggio ed usava i piedi in maniera divina.

Ha fatto salite da capocordata di prim’ordine, tra le quali :

Carlesso Torre Trieste, Cassin alla Ovest, Aste al Civetta, Soldà in Marmolada, Guide al Crozzon, Concordia all’Ambiez e tante altre che gli sono valse il riconoscimento ad Accademico del C.A.I.

Gigi è stato il precursore della attuale Via Biasin al Sass Maor nelle Pale di S. Martino , infatti l’itinerario l’ha cercato per ben 3 volte senza riuscire a passare il passaggio chiave che poi G. Biasin , suo amico, riuscì a risolvere.

Come si sa poi G. Biasin morì in discesa dalla via.

Suo amico e compagno di arrampicata era Samuele Scalet , accademico , che in epoche successive riuscì a dargli il titolo.

A Saronno rimase solo alcuni anni e poi trovò lavoro a Schio , suo paese di origine, si sposò ed ebbe una figlia.

Da credo 6 anni è morto già in pensione per un cancro ai polmoni.

Tanti ringraziamenti !

Primi salitori:  Fedele Bernard e Giorgio Masè Dari, 1 agosto 1929

Difficoltà:  IV con passaggi di IV+, D+ max: pass. 5°             Coefficiente di Difficoltà: 653 fino alla cengia, 1196 fino in cima

Coefficiente Globale:  718 fino alla cengia ; 1315 fino in cima

(20*0,5)+(20*3) +(80*0,2) +(20*0,7)+(20*0,2) +(45*0,2) +(30*0,7)+(10*3) +(25*0,2) +(10*0,7)+(10*3)+(10*0,5) +(20*0,2)+(20*0,7) +(35*0,2) +(30*0,5) +(20*1)+(20*0,2) +(10*3)+(10*0,5)+(15*0,2) +(20*3)+(10*0,5) +(30*0,5) +(15*3)+(10*0,5) +(20*3)+(20*0,5) +(20*3)+(20*0,5) +(40*0,5) +(15*3)+(10*0,5) =  653  fino alla grande cengia

 (50*0,2) +(30*0,5) +(40*1) +(40*3) +(40*5) +(50*3) +(40*0,2) =543   dopo la grande cengia  per un Totale: 1196

Dislivello:  800 m. 18 lunghezze (600 m fino al cengione)

Sviluppo:  950 m. 26 lunghezze (750 m)

Rischio: R2

Tempi:  6 ore fino al cengione, 8 fino in cima

Roccia:  buona tranne gli ultimi tiri; alcuni tratti possono essere bagnati. 
Materiale:  cordini e dadi; chiodi non necessari (soste attrezzate e chiodi di passaggio presenti). 
Punto d’appoggio:  Rifugio Monti Pallidi, m 1965, privato, posti 24, aperto dal 20/5 al 20/10, tel. 0462 60 13 37 
Cartine: Tabacco fogli 06 (Val di Fassa); 05 (Val Gardena) o 07 (Val Badia), scala 1:25.000 
Linea di salita
Guardando l’immensa parete Ovest da Pian Schiavaneis, individuato il grande ed impressionante settore nero, si nota subito a destra di
questo una linea di colata nera che scende dalla cengia (in corrispondenza di un antro che si apre sulla verticale di un enorme 
macigno sulla cengia stessa) fin quasi alla base. 
La via attacca su rocce gradinate a sinistra della colata. 
La attraversa su facili cenge (poco visibili) a circa 100 m da terra. 
La via si svolge seguendo i tratti più accessibili della parete a destra della colata, fino poco sotto l’antro finale. 
Qui con 2 lunghezze di corda lungo la colata (acqua che scorre quasi sempre), entra alla base dell’antro per uscire in diagonale 
a sinistra lungo una rampa fessurata e poi camini (riconoscibili dalla base), fino alla cengia. 
ACCESSO
Dal Pian de Schiavaneis 1965 m poco più in alto del Rif. Monti Pallidi, lungo la statale 242 del Passo Sella, si stacca sulla destra (salendo) il sent. 647 che porta al Rif. Boè 
lungo la Val Lasties (tabella). 
Percorrerlo (i primi 100 m su stradina pianeggiante sul greto del torrente, poi sale a destra per sentiero fra alberi e mughi fino quasi alla base delle rocce della parete 
del Sass Pordoi. 
Alla base della parete il sentiero attraversa un pò a sinistra, sotto una placconata inclinata grigia, e poi riprende a salire a tornanti vicino alla parete. 
Dopo un pò di svolte sulla destra ci sono due ometti appaiati, circa 60 m a sinistra della base della grande colata nera.
Si è sotto la verticale dell'enorme masso sul cengione e a sinistra di una marcata striscia nera.
Salire per roccette ( I e II), puntando ad una piccola conca ghiaiosa a sinistra della colata nera. 
Portarsi all'estremità destra della conca, dove è chiusa da una quinta grigia che forma un canale.
Dal parcheggio 45 minuti. 

RELAZIONE COMPLETA FINO ALLA CIMA

SALITA

1)  Nel diedro di 10 m. creato da un pilastro salire fino alla cima dello stesso.

Portarsi su una cengia comoda ad una sosta presso un cocuzzolo (40 m, IV-, I, 1 chiodo intermedio).

2)  Salire per un pò in verticale, poi attraversare a destra e con una larga curva a sinistra arrivare ad un punto di sosta presso uno spuntone (40 m, II e I).

3)  Per terreno coperto di detriti attraversare a sinistra verso l'alto fino ad un pilastrino, direttamente alla destra di un diedro (40 m, I).

4)  Salire a destra del diedro e sul terreno detritico a destra fino ad un punto di sosta (45 m, III+, I).

5)  Salire un pò diritto, poi in diagonale a destra verso le strisce d'acqua; punto di sosta a destra (40 m, I, II).

6)  A destra, per un diedro-fessura nero e a destra verso un pilastro (40 m, IV-, III+; 3 chiodi intermedi).

7)  Scendere un pò e attraversare a destra verso un pinnacolo al termine della cenqia (25 m, I).

8)  Salire diritti in una nicchia gialla; spostarsi a destra superare uno strapiombo, di nuovo a destra su una parete, scalarla e per una fessura arrivare ad una sosta (35 m, III +, A0; 5 chiodi intermedi, 1 chiodo di sosta).

9)  Attraversare in obliquo a sinistra e, per una parete ed un' altra svolta a sinistra, raggiungere un punto di sosta su uno spuntone (40 m, I, III +; 1 chiodo intermedio).

10)  Per un camino arrivare ad un pinnacolo, a sinistra sotto ad uno strapiombo (35 m, I, II).

11)  Una fessura e un camino chiuso da uno strapiombo portano a una sosta, in prossimità del sistema di strisce d'acqua (25 m, III; 1 chiodo intermedio).

12)  Per un canale al margine destro delle strisce d'acqua raggiungere un punto di sosta sulla destra

(40 m, IV-, li; 1 chiodo intermedio, uno di ancoraggio).

13)  A destra scalare una fessura strapiombante e arrivare su una cengia con un grosso masso; al termine della cengia, tenendosi a  sinistra, seguire una rampa fino ad una sosta (35 m, IV, III, 2 chiodi intermedi; 1 chiodo di ancoraggio).

14)  Per un diedro poco marcato raggiungere dopo pochi metri facili, una fessura e alla fine un punto di sosta (30 m, IV, I, III; 2 chiodi intermedi).

15)  Scalare il camino che qui inizia, passando vicino a dei denti rocciosi ed arrivare a una sosta presso delle strisce d'acqua (30 m, III, I; 1 chiodo intermedio).

16)  Accanto alle strisce d'acqua e poi direttamente attraverso le stesse spostarsi a sinistra verso la parete asciutta, un pò più sopra di nuovo sotto l'acqua (secondo della stagione) (25 m, III e IV-; 3 chiodi intermedi).

17)  Spostarsi un pò a destra, poi salire diritto e portarsi a sinistra in una piccola depressione della grande gola dalla quale partono le strisce d'acqua.

Avanzare nella gola fino a dei grossi denti (40 m, da II al IV-; 4 chiodi intermedi).

18)  Superare la gola in spaccata e arrivare ad una fessura giallo-nera che taglia diagonalmente la parete verso sinistra.

Superare la fessura e procedere nel camino che segue fino ad un blocco incastrato, salire a sinistra su un terrazzino e seguendo il costone a sinistra del camino arrivare ad una sosta vicino ad un blocco incastrato

(40 m, III, IV-, II; 3 chiodi intermedi).

19)  Proseguire a sinistra del camino; per una cengia a sinistra raggiungere un altro camino.

A metà altezza lasciare il camino a sinistra raggiungendo una sosta (40 m, II e III).

20)  Seguire una fessura nera ricurva ed un canale e arrivare sulla grande cengia (25 m, IV- e II).

A destra di un enorme blocco si arriva ai piedi della parete superiore.

Scalare un avancorpo inclinato e gradinato.

Attraversare un pò a sinistra e seguire una cengia fino all'inizio di un camino-fessura (50 m di dislivello, I, II).

21)  Scalare un profondo camino-fessura nero arrivando ad una clessidra (30 m, III).

22)  Salire la fessura fino al termine e continuare nel camino fino ad una sosta

(40 m, IV-, III +; 1 chiodo intermedio).

23)  Per un camino all' inizio muschioso arrivare ad un punta di sosta presso una finestra naturale nella roccia (40 m, IV-, III +).

24)  Il camino si trasforma poi in una stretta fenditura; sopra la quale superare uno scaglione staccato

(35 m, IV, III, IV-; 1 chiodo intermedio).

25)  Il proseguimento del camino-canale porta al margine dell'altopiano (40 m, II e III; 1 chiodo intermedio).

26)  Dirigersi a sinistra salendo sul pianoro detritico della cima (40 m, II).

RELAZIONE FINO ALLA CENGIA MEDIANA
SALITA 
1)  Dalle ghiaie traversare a destra su placche inclinate, fino a portarsi alla base di un canale-diedro, obliquo da destra a sinistra (15 m, 3°+).
Salire il diedro (10 m.) appoggiandosi sulle placche inclinate della faccia sinistra fino ad un piccolo terrazzino, sosta con 2CF 
(35 m, 3°, 4°, 1C). 50 m; 3°+, 4°; 2CF. 
2)  Salire poco in verticale, poi attraversare a destra e con una larga curva a sinistra arrivare ad una sosta vicino a un cocuzzolo.
(40 m., 2°, 3°).
3)  Salire un diedro poco prima della colata nera (20 m, 4°-, 1C), raggiungendo una cengia che permette di attraversare la colata fino al suo limite destro. (30 m, 1°). 
50 m; 1°, pass. 4°-; 1C, 1CF.
4)  Circa 5 m a destra della colata nera (5 m, 2°) scalare un camino nero (15 m, 4°+, 4C) o un canalino umido più facile a sinistra del camino spesso bagnato (15 m, 3°+, 1C).
Dove si congiungono, una fessura verticale (4 m, 4°+) porta su rocce più facili, poi in diagonale a destra ad un’ altra cengia (10 m, 3°). 
35 m; 3°, 4°+; 5C, 2CF. 
5)  Traversare a destra lungo la cengia fin sotto una parete verticale con una nicchia. 
25 m; 1°; 1CF + CL. 
6)  Dalla sosta a destra per qualche metro fin sotto alla nicchia (5 m, 3°) che si raggiunge per roccia articolata (5 m, 3°+).
Traversare a destra dalla nicchia (2 m, 4°-, 1C) per raggiungere 1C sotto un leggero strapiombo. 
Superare lo strapiombo sulla destra (5 m, 5°, 3C). 
Proseguire in verticale lungo una fessura fino a portarsi un pò a destra su un terrazzino con 2CF (20 m, 4°). 
40 m; 3°, 4°, pass. 5°; 4C, 2CF.
7)  Dalla sosta un canale-diedro ascendente a sinistra segna la successiva linea di salita. 
Salire il primo tratto facile fino a sostare dove le rocce diventano più impegnative. 
30 m; 3°, 3°+; 1C, 2CF. 
8)  Proseguire con arrampicata più continua, sostare su degli spuntoni o poco oltre su 2CF. 
50 m; 3°, pass. 4°; 1C, 2CF.
9)  Con un altra lunghezza con qualche passo verticale e qualche chiodo, si arriva alla fine del canale inclinato,
ad una cengia con massi che permette una sosta comoda. 
35 m; 3°, pass. 4°; 2C, 2CF.
10)  Dalla cengia salire la soprastante parete nera fessurata con buoni appigli fino ad successivo terrazzino (30 m, 4°, 2C), andare a destra fino alla sosta.
 (5 m, 2°). 35 m; 2°, 4°; 2C, 2CF. 
11)  Subito a destra della sosta (5 m, 3°) c' è una fessura leggermente strapiombante da scalare (5 m, 5°). 
Proseguire su parete più appoggiata con fessure superficiali, sempre leggermente verso destra, 
fino ad un terrazzino sotto un nuovo sistema di fessure-diedri obliquo a sinistra (20 m, 4°). 
30 m, 3°, 5°, 4°, 2CF. 
12)  Per raggiungere l’inizio del sistema di fessure, scalare una placca compatta (5 m, 4°, 1C),
proseguire poi più facilmente in diagonale a sinistra lungo un diedro aperto fin sotto un tratto più ripido. (30 m, 2°, 3°, pass. 4°-, 1C). 
35 m; 3°, 4°; 2C, 2CF. 
13)  Continuare nel diedro abbastanza appoggiato (15 m, 3°) che poi diventa fessura, sulla quale si sale fino alla sosta in cima ad un pilastro (15 m, 4°, 1C). 
30 m; 3°, 4°; 1C, 2CF. 
14)  Il sistema di diedri e fessure in diagonale a sinistra, prosegue con una rampa più comoda, che si rimonta fino a raggiungere a sinistra la colata nera 
della parete (20 m, 3°). 
Scalare nella colata nera (asciutta solo dopo lunghi periodi secchi), che obbliga ad una doccia forzata  (20 m, 3°+, pass. 4°, 2C),  fino ad un terrazzino sotto 
al grande e tetro antro finale (2CF). 
40 m; 3°, 4°; 2C, 2CF. 
15)  Risalire il canale fin dove si chiude a strettoia e che sopra si apre a antro nero. 
Dalla sosta, per evitare altra acqua, conviene salire in verticale sulla destra, passando uno spigolo (5 m, 4°), oltre in quale si ritorna verso 
sinistra su rocce più facili verso il fondo del canale (5 m, 3°, 1C).
Alzarsi nel canale sempre bagnato, fin sotto una strettoia umida (15 m, 3°, roccia instabile). 
Dalla strettoia uscire sulla sinistra per una fessura obliqua che gira lo spigolo sinistro dell’antro (5 m, 4°+, 1C). 
La fessura si trasforma in cornice diagonale a sinistra (10 m, 4°+, 2C), raggiungere in traverso a sinistra (5 m, 4°, esposto),
il fondo di un camino dove si sosta (5 m, 3°). 
50 m; 4°, 4°+; 4C, 2CF. 
VARIANTE DIFFICILE e SCONSIGLIABILE
15 A) Invece di uscire a sinistra per la fessura obliqua, continuare nel canale facile per un 45 m e portarsi a una conca melmosa (stillicidio) 
con un ch. ad anello sulla parete sinistra (45 m, 4 ch., III). 
16 A)  Scalare un caminetto dal fondo melmoso (1 ch.) portandosi fin sotto al soffitto. 
Salire ancora aiutandosi con i ch. e i cordini presenti, incastrandosi più in alto possibile, uscire dall'antro a sinistra ad una sosta (25 m, 4 ch., IV, passo V+ o A1).
17 A)  Salire 3 m (ch.) sulla parete, quindi traversare delicatamente 1 ch. a sinistra e raggiungere un cordino fisso. 
Calarsi lungo il cordino per 3-4 m e atterrare su un piccolo pulpito con 2 ch. (20 m, IV). 
18 A)  Traversare in leggera ascesa a sinistra per portarsi in un canalino nero da rimontare. 
Si approda così sulla grande cengia mediana, proprio sotto il grande masso ben visibile dal basso (40 m, III+, 3 ch.).
16)  Scalare il camino lungo il suo bordo sinistra (15 m, 4°-), superare poi un tratto verticale fino ad un pulpito.
(10 m, 4°, 1C); sosta comoda. 25 m; 4°-, 4°; 1C, 2CF. 
17)  Proseguire lungo un sistema di camini che sale in obliquo a sinistra, portandosi preferibilmente lungo la faccia sinistra delle fessure, fino ad una rientranza sotto 
ad una fessura gialla che è la parte superiore del sistema di camini. 45 m; 3°, pass. 4°; 2C, 2CF. 
18)  Scalare la fessura gialla, uscendo dopo qualche metro a sinistra, fino ad un terrazzino sopra la stessa (10 m, 4°, pass. 4°+). 
Proseguire ora su una rampa detritica in obliquo a sinistra fin dove appare chiusa da un ultimo salto di rocce verticali (15 m, 2°, 3°, detriti). 
Scalare il muretto di rocce sulla destra (10 m, 4°, pass. 4°+),  fino ad arrivare sulla grande cengia d’uscita, dove si sosta attorno a qualche grosso 
masso (10 m, 1°, detriti). 45 m; 4°, 4°+. 
ALTRA RELAZIONE PIU' SINTETICA

SALITA

1)  Per facili gradoni raggiungere una cengia, oltre la quale la parete si fa più ripida (I).

2)  Salire a destra per un diedro e al termine proseguire per una facile rampa (50 m; II, IV, I).

3)  Proseguire verso destra fino a un'altra rampa obliqua a sinistra, seguirla, sostare in cima a uno spuntone (50 m; II, I).

4)  Superare la sovrastante fessura e obliquare a destra fino a un terrazzino (40 m; III +, II).

5)  Salire un placca (chiodo con cordino) e obliquare a destra attraversando la colata nera e bagnata (40 m; IV +, II).

6)  Scalare un diedro, obliquare a destra su parete articolata e montare in cima a uno spuntone (40 m; IV-, III+).

7)  A destra salire una fessura verticale fino una nicchia gialla e proseguire per un diedro (40 m; IV, III +).

8)  Obliquare a sinistra per una serie di diedri-canali sotto una zona di strapiombi (40 m; III, II).

9)  A sinistra salire un caminetto e sostare su una cengia, pochi metri a destra della colata nera (25 m; III).

10)  Subito destra dell'acqua alzarsi per un caminetto, poi obliquare a destra fino a una cengia (35 m; IV-, II).

11)  Superare una fessura-camino, vincere uno strapiombo che la chiude, e per rocce più facili obliquare a sinistra fino a un terrazzino (30 m; IV +, III)

12)  Tenendosi a sinistra di uno strapiombo salire una fessura e successivo diedro, chiuso da uno strapiombo che si supera direttamente (30 m; IV, IV +).

13)  Rimontare il sovrastante diedro e proseguire verso sinistra fin quasi alla cascata d'acqua (25 m; III +).

14)  Salire a sinistra dell'acqua per un caminetto e una placca e traversar a destra a un comodo terrazzino (35 m; III, IV, IV+).

15)  Si è alla base di un profondo canale, solitamente bagnato, che scende direttamente dal cengione; salire inizialmente a destra di esso, poi entrarvi e risalirlo, tenendosi a sinistra a una biforcazione, fin dove si restringe (40 m; III, II, IV-).

16)  Uscire dal canale traversando obliquamente a sinistra per una stretta cornice e raggiungere un altro canale parallelo (40 m; IV, IV +).

17)  Continuare lungo il canale, uscirne a sinistra e per pareti articolate raggiungere un comodo terrazzino (45 m; III +).

18)  Salire una fessura-camino fino a una cengia; per il sovrastante diedro o, più facilmente, verso sinistra, raggiungere la grande cengia detritica in prossimità del caratteristico enorme masso (40 m; III +, IV-).

Da qui si raggiunge la cima lungo la via Dibona

(ore 5-6 fino al cengione; ore 6.30-8 fino alla cima).

VARIANTE:

È la più importante delle numerose brevi varianti aperte più o meno volontariamente; consente di evitare il canale sotto la grande cengia, che può essere molto bagnato.

Giunti alla base del canale, si traversa a sinistra fino a un marcato diedro (35 m; III), che si risale per una lunghezza (38 m; IV, pass. di V).

Abbandonarlo traversando a destra e salendo a un comodo terrazzino (20 m; III).

Superare direttamente la parete sovrastante ricongiungendosi all'itinerario originario circa 1 lunghezza sotto il cengione (18 m; IV,V).

DISCESA  dalla CENGIA MEDIANA
Dall’uscita passare a destra del grande masso sulla cengia, per tracce di passaggio portarsi alla base delle rocce della parete terminale del Sass Pordoi
(poco lontano dal camino nero della via Dibona che porta in cima; 6 tiri, un pass. di 4°+).
Proseguire per sentiero verso destra, in direzione della Marmolada, risalire un tratto di detriti, sempre tenendosi alla base delle rocce.
Continuare a destra, aggirare tutto il versante Ovest della parete superiore, oltrepassare il pilastro Piaz in vista del Passo Pordoi, dove si scende prima per un 
sentiero su ghiaie e poi su mulattiera segnalata che scende al Passo Pordoi.
(ore 1 - 1,30 dall’uscita della via) 
Per ritornare a Pian Schiavanes:
A)  Seguire il sentiero che scende a Canazei a fianco della statale fino agli alberghi di Pian Pordoi (Hotel Gonzaga); 
poi lungo la statale fino al 16° tornante, dove sulla destra (tabella su un albero) si stacca un sentiero che nel bosco porta in discesa fino 
al Rifugio Monti Pallidi e al parcheggio.
 (ore 0,45 – 1 da Passo Pordoi; ore 2 – 2,30 dall’uscita della via). 
B)  In luglio e agosto è possibile usufruire del servizio di autobus (linea Passo Pordoi – Passo Sella – Ponte Gardena). 
C)  Fare autostop, non difficile trovarla almeno fino al bivio per il Passo Sella.
DISCESA  dalla CIMA
Dal grande terrazzo detritico delle Cima dirigersi verso Est fino a raggiungere la funivia che riporta al Passo Pordoi.
In alternativa, se si vuole evitare il ritorno a Schiavanes dal passo Pordoi, dirigersi verso Nord in direzione del Rifugio Boè.
Senza raggiungerlo deviare a sinistra e per sentiero percorrere tutta la Val Lasties che riporta a Pian Schiavanes.

(1 ora)