TORRE VENEZIA m. 2337  Via   ANDRICH - FAE’  Spigolo Sud -Ovest

Primi salitori:  Alvise Andrich e Ernani Faè, 17-8-1934

Difficoltà:  TD+ max: 6°-; 4°, 5°, 5°+             Coefficiente di Difficoltà:  2081   Coefficiente Globale:  2289

(30*0,2) +(30*0,5) +(25*8)+(20*10) +(30*8) +(25*10) +(50*8) +(30*0,5) +(25*10) +(30*6) +(50*5) +(25*3) = 2081  370m.

Dislivello:  275 m.

Sviluppo:  370 m.

Rischio: R2

Tempi:  ore 4-5

Materiale:  i primi salitori hanno usato 30 - 35 chiodi, portare dei dadi di misura media, cordini; qualche friend, chiodi non necessari

MIE IMPRESSIONI

Percorsa nel Luglio 1986 e ripercorsa nell’ Agosto 1998 con Ruggero Meles.

Via molto bella , aerea , solare , la più bella della Torre Venezia.

La roccia è friabile solo in un tratto, le massime difficoltà si incontrano solo in brevi tratti.

Mediamente ha una difficoltà di 5°.

Le soste sono attrezzate e i chiodi necessari sono in loco.

Portare comunque friends e cordini.

Verso l’alto quando parte l’ultimo conoide della torre, da un canale facile occorre deviare a destra per cengia.

Via veramente bella, sostenuta ed esposta, chiodatura essenziale e roccia molto buona.
Possibile un’uscita di ripiego sulla Via Castiglioni (più facile) al termine della 7° lunghezza. 

La via segue costantemente lo spigolo, dirottando nel primo tratto verso la parete sud e andando poi ad imboccare in alto il grande diedro che caratterizza la salita.

I primi salitori hanno attaccato lo spigolo alla sua base (100 m. (3°, 4°, 5°);  di solito lo si evita salendo alla cengia secondo la descrizione che segue.

ACCESSO 
Dal Rif. Vazzoler seguire il sentiero per il rifugio Tissi (segn. 560), oltrepassare il bivio per le Case Favretti e 
raggiungere il Pian di Pelsa, ampia distesa di prati e mughi ad Ovest della Torre (20 minuti).
Abbandonare il sentiero in corrispondenza di un grande masso e salire a destra per tracce tra ghiaie e mughi puntando alla base della Punta Agordo.
Non è consigliabile l’accesso diretto al ghiaione della torre a causa di una fitta selva di mughi e poi il ghiaione è ripido e duro.
Prima di raggiungere le rocce di base piegare a destra raggiungendo il canalone che separa la Torre Venezia dalla Punta Agordo. 
Risalire il canalone fino a circa 50 m. sotto la forcella che lo chiude; seguire a destra la più alta delle grandi cenge che fasciano il versante Ovest.
Percorrere la cengia per sentiero per circa 50m. fin dove si restringe e diventa esposta (II-III).
(1 ora dal rifugio) 
SALITA 
1)  Traversare sulla cengia fin dove finisce (1 chiodo).
Traversarla in grande esposizione (roccia buona 3°) Sosta sotto una fessura. 
50 m., 3°, 1CL, 1CF. 
2)  Dal chiodo d’attacco traversare un metro a destra oltre uno spigolo, poi salire in verticale una fessura nera che porta sotto uno strapiombo (10 m., 5°+),  
superare lo strapiombo a destra.
Seguire un’altra fessura diagonale a destra (10 m., 5°+, 2C), fin dove è possibile traversare a destra.
Traversare 3 m. a destra (3 m. 4°-, 1C alla fine), poi salire in diagonale a destra per rocce più facili fino ad una cengia (15 m., 3°) dove si sosta.
38 m., 5°+, 4°-, 3°, 3C 
Da qui seguire la cengia erbosa verso l’alto e non a destra (via Ratti-Panzeri). 
3)  Sopra la sosta c'è una fessura gialla che sale verticale in leggero obliquo a sinistra.
Dopo i primi metri facili (5 m., 4°), diventa più difficile (5 m., 5°+, 1C), stare sulla sinistra in placca dopo il primo chiodo.
Rientrare nella fessura più sopra (5 m., 5°+), proseguire per essa fino ad un terrazzino dove si sosta. (10 m., 5°+, 4°, 1C).
25 m., 4°, 5°+, 4°, 2C, 1CF
4)  Dalla sosta, salire in verticale per parete aperta (8 m., 4°) fino ad un chiodo (5 m., 5°, 1C).
Salire diritti sulla parete gialla strapiombante, passando a destra di un piccolo tetto, obliquare a sinistra fino ad un chiodo (7 m., 6°-, 3C).
Sopra lo strapiombo traversare a sinistra (5 m., 5°) fino ad un terrazzino vicino al filo dello spigolo. 
30 m., 4°, 5°, 6°-, 5°, 4C 
5)  Raggiungere la base di una fessura verticale (5 m., 5°), salirla leggermente verso sinistra (10 m., 5°+, 2C), superare alla fine uno strapiombo, 
a sinistra di un tetto (5 m., 5°+, 1C), poi su rocce meno impegnative raggiungere la sosta sullo spigolo (5 m, 4°).
25 m., 5°, 5°+, 4°, 3C, 1CF 
6)  Salire ancora in verticale lungo un'altra fessura gialla fino ad un chiodo (5 m., 4°, 1C), dopo il quale spostarsi 2 m. a sinistra oltre lo spigolo.
Risalire un canalino subito a sinistra dello spigolo (10 m., 4°, 1C), ritornare poi a destra 
appena possibile su roccia articolata fino ad un terrazzino sotto una placca inclinata (10 m., 4°-).
25 m., 4°, 4°-, 2C, 1CF 
7)  Proseguire in verticale un pò a destra dello spigolo, fino a raggiungere la cengia ghiaiosa che porta a destra alla base del grande diedro finale.
Sostare su una grossa clessidra all’inizio della cengia.
25 m., 3°, pass. 4°, 1CL di sosta.
NOTA:  da qui traversando per cengia a sinistra oltre lo spigolo e poi salendo in diagonale a sinistra per gradoni,
si raggiunge (30m., 3°) la base del camino finale della via Castiglioni. 
8)  Camminare a destra lungo la cengia, fino alla base della fessura nel fondo del grande diedro. 
20 m., 0°,2CF 
9)  Salire in diagonale a destra per rocce articolate fino alla base di una fessura più larga (10 m., 3°). 
Salire la fessura in leggero obliquo a destra (15 m., 4°-, pass, 4°, 2C) raggiungendo un terrazzino 
di sosta a destra del diedro (5 m., 3°).
Dato che la fessura è facile si è tentati di proseguire diritto invece di piegare a destra, questo porta su un terrazzo dal quale parte la Via Neri.
In questo caso fare una doppia che verso destra riporta sulla cengia della nostra via.
30 m., 3°, 4°-, 4°, 3°, 2C, 1CF. 
10)  Affrontare il grande diedro sulla faccia destra, superare dei leggeri strapiombi e pancette 
(20 m., 5°+, 3C) fino ad entrare in una fessura.
Scalare in fessura, dove è sbarrata da uno strapiombo traversare a sinistra per 3 m. (3 m., 5°+, 1C), per poi 
riprenderla, fino a raggiungere un pilastro staccato nel fondo del diedro e dove si sosta comodamente.(15 m., 5°+, 3C).
35 m., 5°+, 5C. 
11)  Rimontare la fessura del fondo del diedro, appoggiandosi sulla sinistra (10 m., 5°), oltrepassare uno strapiombo che lo chiude (10 m., 5°, 2C).
Salire ancora fino a raggiungere un terrazzino, sotto uno spuntone staccato all’interno del diedro (7 m., 4°+, 1C). 
30 m., 5°, 4°+, 3C. 
12)  Proseguire nel fondo del diedro (10 m., 4°+), superando il pilastro staccato nel fondo della fessura (5 m., 5°-, 1C), e continuare nella fessura fino a 10 m. 
sotto il tetto che chiude l’uscita (10 m., 4°+, 1C).
Deviare sulla faccia sinistra del diedro e raggiungere la grande cengia circolare (10 m.,4°).
Fare attenzione a non smuovere pietre e detriti.
40 m., 4°+, 5°-, 4°+, 4°, 2C, 1CF 
Per chi vuole andare in cima risalire il pendio di rocce soprastante per circa 50m. (1°).
DISCESA
Per chi invece vuole raggiungere le calate della discesa, seguire verso sinistra il sentiero che aggira la cupola sommitale per un centinaio di metri, fino ad un 
ometto con freccia rossa che indica verso il basso.
Scendere delle rocce (possibile CD) verso Nord fino al primo grande anello di calata. 
1)  15 m. di calata fino al terrazzino sotto la fessura Cozzi. 
2)  20 m. di calata verticale lungo la parete. 
3)  25 m. di calata verticale. 
4)  20 m. di calata in parte nel vuoto. 
5)  20 m. 
6)  20 m. fino al grande quadrato rosso sui gradoni alla base della parete Nord-Est. 
Le calate sono unificabili essendo perfettamente verticali.
Con 2 corde da 50 m. occorrono 3 calate per raggiungere la base (attenzione a incastramenti della corda). 
Dalla base seguire i segnavia rossi, scendere il canalone fra la Torre Venezia e la Torre delle Mede per 150 m. circa,
superare con facile arrampicata in discesa vari salti rocciosi del canalone (2°, 1 pass. 3°).
Il salto iniziale scenderlo in doppia 30 m. (anello sulla parete a destra - viso a valle).
Sotto questo salto non proseguire nel fondo del canalone, ma uscire a destra (viso a valle) su una cengia rocciosa (un passo di 2°) 
raggiungendo il sentiero marcato che scende ripido per mughi, erba e ghiaia fino al Rifugio Vazzoler. 
(Ore 2,30 dalla cima) 

ALTRA DISCESA (Via Normale di Salita)
290 m., sviluppo 600 m.; ore 2. Difficoltà: 1°, 2°, 3°, una corda doppia di 16 metri.
Dalla cima scendere prima verso sud, su rocce coperte di detriti, e poi in obliquo a destra, in direzione ovest, fino alla grande cengia detritica, 
circa 50 m. sotto la cima della torre (passaggi di 1°). 
Per tracce di sentiero, seguendo la cengia, aggirare verso destra (idr.), la parte terminale della torre fino ad arrivare, sul versante nord, 
in corrispondenza di una fessura che solca l’intera parete.
10 metri più avanti deviare a sinistra (idr.) verso l’orlo della grande cengia e con discesa obliqua a destra (idr.), su roccia gradinata, si arriva ad 1 chiodo. 
Con una corda doppia di 16 metri si raggiunge un comodo terrazzino. 
Traversare a sinistra 3 metri e scendere per due successivi salti di roccia (1°, 2°).
Con una traversata in discesa verso sinistra (ometti), su una zona di parete caratterizzata da una serie di gradoni (1°, 2°), raggiungere la cima di un camino. 
Scendere nel camino per circa 10 m. (2°), traversare a destra, scendere su roccia a gradoni (ometti) e raggiungere una piccola terrazza. 
Dal suo bordo destro (idr.), scendere in verticale su parete (20 m., 3° o corda doppia con chiodi e fettucce sul posto).
Raggiungere il termine superiore di un canale-diedro della parete nord della torre, che si segue in discesa (40 m.; 2°, 2°+, un passo di 3°) fino a un allargamento detritico.
Continuare la discesa tra la parete di destra (idr.) e un grosso masso incastrato fino a una nicchia. 
Traversare su parete a destra per 3 metri di 2° e poi scendere in verticale (6 m.; 2°, 3°) fino a una cengia. 
Seguire la cengia verso destra (passaggio delicato), raggiungere la forcella, compresa tra la parete est della torre e un grande spuntone staccato. 
Attraversare la forcella, proseguire verso destra, seguire un’altra cengia (ometti; passaggi di 1°), fino a giungere in corrispondenza di uno sperone. 
Abbandonare la cengia, seguire verso est la cima dello sperone e poi scendere a sinistra (idr.) su facili salti di roccia (passaggi di 1°) e in un caminetto (3 m; 2°). 
Traversare verso destra su sentiero, fino ad un allargamento detritico del canalone che separa la Torre Venezia dalla Torre delle Mede.
Seguire il canalone che subito si restringe. 
Scendere un salto di rocce rosse (1°) e, dopo un tratto detritico, un altro salto (2°). 
Camminando su fondo detritico si arriva sopra un grande masso incastrato, sul bordo di un terzo salto del canalone. 
Scendere 3 m. tra la parete di sinistra (idr.) e il masso incastrato e traversare verso destra, seguendo una cornice (3 m.; 2°, 3°). 
Scendere in verticale 5 m. (3°) su parete levigata fino alla base del salto. 
Seguire il canalone, senza difficoltà, fino ad un altro masso incastrato.
Scendere tra il masso e la parete destra (idr.) e poi su una parete di roccia bianca, compatta e levigata (2°). 
Di qui, fino al rifugio Vazzoler, la discesa non presenta difficoltà. 
Continuare a scendere per il canalone fin dove è possibile abbandonarlo sulla sinistra (idr.), aggirando alla base la Torre delle Mede.
Uscire dal canalone, verso destra (idr.), salire 2 m., e proseguire in quota, verso sud, alla base di uno sperone orientale della Torre Venezia. 
Scendere in una piccola conca (tracce e ometti), con erba e mughi, passare a destra (idr.) di un grosso masso e proseguire in discesa obliqua a sinistra (idr.), 
su un ripido pendio detritico, in direzione della cresta di un dosso con mughi e erba.
Per tracce di sentiero seguire in discesa la cresta del dosso fino a raggiungere la mulattiera. 
Andare a sinistra (idr.) e raggiungere il rifugio Vazzoler.
(dislivello totale di 600 m.; ore 2,30)