Punta  PENIA, m 3342 parete SUD (Via Tomasson-Bettega)

La Marmolada è la Regina delle Dolomiti e la sua parete Sud con la parete Nord del Civetta, è sicuramente la parete sulla quale ci sono molti itinerari estremi. 
La via Tomasson (aperta nel 1901) è l’unica via abbordabile dagli alpinisti classici di media capacità, anche se nel complesso l’impegno è notevole, 
sia per la lunghezza, sia per la fatica dei passaggi in camino. 
Le difficoltà sono costanti e sostenute fino ad oltre la seconda terrazza, la roccia è spesso poco solida. 
La salita era abbastanza frequentata fino ad alcuni anni fa; oggi è passata di moda, ma conta ancora qualche estimatore. 
In cima c’è la Capanna Punta Penia che potrà servire da ricovero la sera in caso di stanchezza o maltempo. 
 
Primi salitori:  M. Bettega, B. Zagonel, B. Tomasson, 1 luglio 1901 
 
Difficoltà:  D+, max: 5°  Coefficiente Difficoltà:  1692    Coefficiente Globale: 1861
 
(35*0,2) +(20*3)+(5*5) +(40*3) +(20*3)+(10*5) +(10*6)+(10*5)+(10*3) +(40*3) +(25*3)+(5*6) +(15*0,2) +(50*0,2) 
+(25*0,5)+(5*3) +(25*5)+(20*3) +(15*0,7)+(25*3) +(30*5) +(20*2)+(20*0,7)+(20*3) +(20*0,5)+(15*2) +(10*0,2)+(10*0,5) 
+(80*0) +(20*3)+(5*0,5) +(10*2)+(5*5)+(10*0,5) +(15*2)+(10*5) +(40*0,2) +(45*0,2) +(15*0,2)+(20*0,5) +(50*03) +(50*0,2) =  1692 950m.
 
Dislivello:  650 m 
Sviluppo:  1000 m 
 
Rischio: R2
 
Tempi:  7 – 9 ore 
Roccia:  discreta (buona nei tratti difficili). 
Materiale:  cordini, dadi, eventualmente 3–4 chiodi per l’ultima parte (soste attrezzate, chiodi di passaggio presenti) 
Punti d’appoggio:  Rifugio Falier, m 2080, CAI, posti 45, (5 posti nel locale invernale, ben tenuto), aperto dal 20/6 al 20/9, tel. 0437 72 20 05. 
Rifugio Contrin, m 2016, ANA, posti 110 (12 nel locale invernale), aperto dal 20/6 al 20/9, tel. 0462 60 11 01. 
Capanna Punta Penia, m 3342, privato, posti 10, aperto dal 1/7 al 15/9, tel. 0462 60 10 37. 
Bivacco Marco Dal Bianco, m 2727, CAAI, posti 9. 
 
ACCESSO 
 
Dal Rifugio Falier salire fin quasi al Passo Ombretta, alla fine per faticose ghiaie (alla base della parete Sud della Marmolada, non verso la sella 
dove c’è il Bivacco Dal Bianco – possibile base di partenza, molto vicina all’attacco ma scomoda). 
Circa 80 m sotto la sella, traversare a destra per tracce il grande cono ghiaioso mobile che scende dalla base del Pilastro Sud della Punta Penìa, 
puntando alla base del grande pulpito che sostiene la prima grande terrazza della montagna. 

L’attacco è in corrispondenza delle rocce più facili alla base della serie di camini che scendono dalla terrazza.

Ore 1,30 – 2 dal Rifugio Falier.
 
È possibile arrivare qui anche dal Rifugio Contrin salendo fino al Passo Ombretta per sentiero e scendendo dall’altra parte per 80 m verso la Val Ombretta,
raggiungendo poi l’attacco (ore 1,45). 
Il pernottamento al Rifugio Contrin è più consigliabile se si scende per la ferrata. 
 
 Direttiva di Salita 
 
La parete Sud della Punta Penìa, proprio sopra il Passo Ombretta, è segnata da una profonda gola. 
Sulla destra c'è un grande pulpito roccioso che sostiene la prima terrazza. 
La via, per raggiungerla, segue una serie di camini sulla destra, che iniziano circa 80 m sotto il Passo Ombretta verso la Val Ombretta. 
La risalita di questi camini circa 200 m., è il tratto più impegnativo della salita. 
Sopra il pulpito della prima terrazza la salita si svolge in diagonale verso destra in direzione della seconda terrazza circa 200 m. più in alto sulla destra. 
Circa 50 m. sopra la prima terrazza c'è una placca grigia appoggiata che si supera lungo una fessura sul margine sinistro. 
Questa fessura porta alla base di una torretta staccata dal corpo della montagna, risale un camino che la divide dal monte, calandosi poi dall’altra parte 
a metà altezza di un diedro-canale. 
Sul lato destro dello stesso rimonta fino alla seconda terrazza. 
La via percorre per 100 m. verso destra la seconda terrazza, fin oltre un pilastro staccato (muretti a secco da bivacco), subito oltre il quale inizia a salire 
di nuovo sul fianco sinistro della grande gola che scende dalla forcella fra la Punta Penìa e la Punta di Rocca. 
La raggiunge e per una facile cresta si porta poi in vetta. 
 
SALITA 
 
1)  Traversare a destra per roccette e piccole cenge, fino alla base di due caminetti paralleli (1C alla base), che costituiscono l’inizio della serie di camini 
che portano alla prima terrazza. 35 m; 2°; 1CF. 
2)  Rimontare il caminetto a sinistra (15 m, 4°, 2C), superando all’esterno un piccolo masso incastrato (5 m, 4°, 1C) e poi un secondo più grande (5 m, 4°+) 
sopra il quale c'è la sosta. 25 m; 4°, 4°+; 3C, 2CF. 
3)  Continuare nel camino fin sotto un salto un pò strapiombante (15 m, 4°-, 1C).
Scalare direttamente il salto per la fessura nel fondo (3 m, 4°+, 1C sopra), proseguendo poi per rocce più facili nel fondo del camino (7 m, 3°, 1C). 
Continuare nel camino che sale leggermente in diagonale da sinistra a destra fin sotto un altro breve salto nerastro (15 m, 4°). 
40 m; 4°, 4°+; 3C, 2CF.
4)  Scalare il breve salto strapiombante (3 m, 4°+) per poi proseguire nel fondo del camino con difficoltà costanti (20 m, 4°, 2C), sostare nel fondo dove 
diventa verticale ed è sbarrato in alto da un masso (7 m, 4°-, 1C). 30 m; 4°, 4°+; 3C, 2CF. 
5)  Scalare direttamente il camino verticale in opposizione (10 m, 5°-, 2C). 
Poco sotto il masso incastrato che impedisce il passaggio traversare a destra per 3 m su un ballatoio (3 m, 5°, 1C), oltre il quale riprendere 
a salire sul fianco destro del camino (5 m, 4°+, 1C), rientrare sopra il masso incastrato, fino ad una sosta nel fondo del camino (10 m, 3°). 30 m; 4°+, 5°; 4C, 2CF. 
6)   Continuare nel fondo del camino, sostare ancora nel suo fondo. 40 m; 4°; 4C, 2CF. 
7)   Sopra la sosta il camino si stringe e per qualche metro si alza più verticale, obliquare (passaggio difficile 10 m, 4°, pass. 5°-, 1C), poi le rocce sono più facili 
ed il camino inizia ad esaurirsi sotto le cenge che portano alla prima terrazza (20 m, 4°-, 2C). 30 m; 4°, 5°-; 3C, 2CF. 
8)   Seguire a sinistra una cengia che porta sulla prima terrazza (ometto). 15 m; 2°. 
9)   Traversare a sinistra lungo la terrazza, prima per ghiaie (5 m, 1°) poi per rocce, attraversare un colatoio (20 m, 2°, pass. 3°-), oltre il quale la terrazza 
si allarga a grande ballatoio ghiaioso (10 m, 0°); sostare sotto una rampa che sale da destra a sinistra. 35 m; 1°, 2°. 
10)   Risalire in conserva la rampa in diagonale a sinistra fino dove le rocce riprendono ad essere più verticali. 15 m; 1°, 2°. 
11) Scalare una breve fessura in diagonale a sinistra (5 m, 4°, 1C), poi in diagonale a destra per rocce articolate ad una terrazza (25 m, 3°). 30 m; 3°, 4°; 1C, 2CF. 
12)   Rimontare dei gradini rocciosi fin quasi sotto la grande placca (10 m, 3°), dove si traversa quasi in orizzontale a sinistra (10 m, 4°, 1C).
Andare alla base della fessura diagonale da sinistra a destra che segna il bordo sinistro della placca. 
Scalare la fessura (inizio difficile, 25 m, 4°+, 4°-, 3C) fino a sostare 15 m sotto le rocce gialle di una torretta. 45 m; 4°, 4°+; 4C, 2CF.
13)  Continuare nella fessura fino alla base del camino-diedro che divide la torretta dal massiccio (15 m, 3°+, 1C), salirlo (10 m, 4°-, 1C) e continuare lungo
la fessura che porta alla base del camino della torretta (15 m, 3°, pass. 4°, 1C). 40 m; 3°+, 4°; 3C, 2CF. 
14)  Scalare il camino soprastante all'inizio difficoltoso(15 m, 4°+, passi 5°, 3C). 
L’ultimo tratto è un pò più facile (10 m, 4°, 1C) e porta alla forcella che divide la torretta dal massiccio.
Entrare nella forcella sopra a dei massi incastrati (delicato e stretto) fino a guardare sull’opposto versante (5 m, 4°). 30 m; 4°+, 5°; 4C, 3CF. 
15)   Con una breve CD scendere su un terrazzino (10 m) che si percorre a destra (viso a monte) fino a raggiungere il fondo della gola-diedro che scende dalla 
seconda terrazza (5 m, 1°). 15 m; CD e 1°; 1CF. 
16)   Salire direttamente il diedro lungo la fessura del fondo (15 m, 4°, 3°+, 1C) fin dove è facile uscire a destra (5 m, 3°) per prendere un'altra fessura 
sulla faccia destra del diedro. 
Superarla e poi sostare (20 m, 4°-, 2C). 40 m; 3°+, 4°; 3C, 2CF. 
17)  Continuare a salire in diagonale a destra per fessure in direzione della seconda terrazza, sostando su una cengia poco sotto il bordo della terrazza. 
35 m; 3°, 4°-; 1C, 2CF. 
18)   Seguire a destra la cengia (5 m, 2°) superare un gradino (5 m, 3°, 1C) che porta sulla grande seconda terrazza (10 m, 1°), sostare su massi.  20 m; 2°, 3°; 1C. 
19)   Sulla seconda terrazza andare a destra per roccette e detriti per circa 80 m, passando sotto ad un pilastro staccato dalla parete (muretti a secco da bivacco). 80 m; 1°. 
20)  Dopo il pilastro ci sono 2 fessure parallele; raggiungere la base superando un breve gradino (5 m, 3°) e utilizzare la fessura di destra, con difficoltà continue (20 m, 4°, 3C)
fino ad un punto di sosta. 25 m; 3°, 4°; 3C, 2CF. 
21)  Proseguire lungo il sistema di fessure (10 m, 4°-, 1C), superare un passaggio difficile (5 m, 4°+, 1C), poi ci sono rocce più facili (10 m, 3°, 2°). 25 m; 4°-, 4°+; 2C. 
22)   Salire i sovrastanti gradoni, non difficili ma di roccia un pò friabile, fino alla base di una fessura-rampa che sale in diagonale da sinistra a destra. 25 m; 2°, 3°. 
23)  Scalando un muretto e ci si porta alla base della fessura-rampa (5 m, 4°), ultimo passaggio impegnativo della via,(10 m, 4°, 2C), superare in alto un breve 
passaggio verticale più difficile (5 m, 4°+, 1C) (5 m, 3°). 25 m; 4°, 4°+; 3C, 2CF. 
24)  Continuare senza via obbligata per gradini e fessure stando a sinistra della grande gola che scende dalla forcella fra Punta Penia e Punta di Rocca (Pilastro Nino) 40 m; 2°. 
25)   Proseguire fin sotto le rocce finali di Punta Penìa. 45 m; 2°; 1CF. 
26)  Per una fessura (5 m, 3°, 1C) e poi scavalcando sulla destra una costola arrotondata (5 m, 3°), entrare in un canale che scende dalla forcella, risalirlo facilmente
(possibile neve) (20 m, 2°). 30 m; 2°, 3°; 1C. 
27)  Continuare nel canale, uscirne poi sulla destra per raggiungere la forcella di cresta, oltre la quale appare l’opposto versante con in basso il ghiacciaio. 50 m; 1°, 2°, pass. 3°-.
28)   Salire in conserva la cresta sommitale di Punta Penìa senza via obbligata. 
Tenersi preferibilmente verso il ghiacciaio, risalire poi il pendio detritico sommitale fino alla croce di Vetta ed alla Capanna Punta Penìa. 100 m; 1°. 
 
DISCESA 
 
La discesa dalla vetta della Marmolada di Penìa è abbastanza facile. 
Scartando la via normale del ghiacciaio (che richiede gli scarponi ed una piccozza), la discesa usuale è la ferrata della cresta Ovest, con la quale si scende a Forcella 
Marmolada, m 2900 (ore 1,15). 
Il percorso è facile ma richiede attenzione, soprattutto in presenza di ghiaccio. 
Dalla forcella scendere a sinistra (versante Sud) in Val Rosalia con una scaletta. 
Dalla forcella per il Rifugio Contrin scendere per ghiaie e sentiero (ore 1 dalla Forcella Marmolada; 2,30 dalla cima) 
mentre per il Rifugio Falier tenersi alti a sinistra alla base delle pareti (segnavia e tracce di passaggio), e con vari saliscendi su terreno detritico raggiungere 
il Passo Ombretta (30 min. dalla forcella) e quindi l’attacco, da dove si scende in 1 ora al Rif. Falier 
(ore 2,45 dalla cima).