PIZ SERAUTA

VIA  " EZIO POLO "

Primi salitori:  A. Aste, T. Gross, dal 17 al 20/9/1958

Difficoltà:  6a,  TD    Coefficiente Difficoltà:  4971    Coefficiente Globale: 5965

(50*5) +(35*3) +(40*18) +(50*8) +(40*10) +(35*8) +(30*18) +(65*10) +(40*19) +(40*18) +(40*0,5) +(40*3) +(30*0,2) = 4971 535m.

Dislivello:  550 m.

Sviluppo:  625 m. (13L)

Rischio: R4 (alto)

Tempi:  6-8 ore, i primi salitori impiegarono 26 ore effettive di arrampicata

Materiale:  una scelta di chiodi, nuts e friend (uno anche grosso). i primi salitori hanno usato circa 200 chiodi e 20 cunei di legno.

Itinerario per gran parte attrezzato.

La salita si può oggi portare a termine in arrampicata libera e la valutazione non supera mai il 6° considerando evitabile, su difficoltà minori, l'unico breve tratto dove, seguendo il tracciato originale, si arriverebbe al 7°.

L'Anticima del Piz Seràuta si rivolge alla Val Ombretta con una vasta parete striata di nero dove una lunga terrazza, la Cengia dei camosci, si interpone a dividere un primo salto verticale dalla successiva vera muraglia.

Le suggestive crepe di melafiro suggerirebbero un'ideale via di salita e lo stesso Aste vi indirizzò un tentativo che, non primo e non ultimo, si risolse in una rinuncia a causa della particolare friabilità della roccia.

Una successione di grandi diedri, subito sulla sinistra delle spaccature, indicano però un'altra possibilità che venne sfruttata da Aste, con intuito, nell'occasione della prima salita di questa bastionata.

Grossi tetti e strapiombanti zone di roccia gialla caratterizzano la parete che viene superata in modo indiscutibilmente superbo da questo itinerario; non un'interruzione nelle linee logiche o un tratto inaccessibile ostacolano infatti la salita, che si trasforma in una indimenticabile esperienza alpinistica.

L'ambiente è severo ed è impressionante salire fra quelle sporgenze di roccia variopinta dove sembra che a ogni passo sia negata la possibilità di continuare.

Il tracciato è in definitiva di grande interesse e di massima soddisfazione e i pericoli oggettivi sono irrilevanti.

La roccia non sempre è solida e rassicurante, ma ciò raramente crea difficoltà; rimane invece costantemente alto il livello dell'arrampicata, spesso faticosa, ma sempre tecnica ed esteticamente piacevole.

Via " MARIA ASSUNTA "

Primi salitori:  A. Aste, F. Solina, dal 10 al 15/8/1959

Difficoltà:  6a, A2, TD+

Dislivello:  800 m.

Sviluppo:  1150 m. (26L)

Rischio: R4 (alto)

Tempi:  8-10 ore, i primi salitori hanno impiegato 30 ore di arrampicata effettiva

Materiale:  Necessari una buona scelta di chiodi oltre a nuts e friend di misure anche grandi.

I primi salitori hanno usato oltre 250 chiodi e 1 cuneo di legno.

Itinerario per gran parte non attrezzato; pochi chiodi in parete.

Uno zoccolo di rocce, a tratti strapiombanti costituisce la base su cui poggia il compatto blocco roccia del Piz Seràuta.

La parete Sud è caratterizzata da immense lavagne di grigia roccia levigata sottostanti a una fascia di accentuati strapiombi che sbarrano l'accesso alla cresta terminale.

Un grosso tetto obliquo disegna qui una macchia gialla fra rocce grigie che si vede poco sopra quella grande cengia posta fra zoccolo e parete; è un inconfondibile punto di riferimento sulla sinistra del quale ha inizio una netta spaccatura che, incidendo la prima metà della muraglia, indica una logica via di salita.

Dopo circa 300 metri la linea si interrompe sotto uno specchio di calcare inaccessibile ma una zona di facili rocce permette un comodo spostamento verso destra.

Inizia qui la parte alta della via che si sviluppa lungo il diedro di destra dei tre che segnano il tratto terminale d pilastro; una gialla sequenza che accompagna fino alla forcella in cresta dove c'è il raccordo con la via Pisoni Castiglioni che, serpeggiando fra le guglie un frastagliato spigolo inclinato, conduce in vetta.

Complessivamente un'ascensione di tutto rispetto sia per lo sviluppo che per le difficoltà continue sostenute.

La roccia è gialla e friabile in fessura, ma molte varianti possibili sulle placche di destra dove il calcare è solido e aderente, permettono un'arrampicata entusiasmante.

L'ascensione è quindi varia e si alternano serie di placche magnifiche fessure particolarmente impegnative e friabili complessivamente un'esperienza alpinistica di grande interesse che va affrontata con un buon grado preparazione.

Pericolosa per i fulmini in caso temporale è infine la cresta che porta in vetta.

Altri pericoli oggettivi sono praticamente inesistenti.

Via  DE DONA'-PAGANI

Primi salitori:  B. De Donà, G. Pagani, 9-10/5/1976

Difficoltà:  6a,  D+     Coefficiente Difficoltà:  3530    Coefficiente Globale: 4236

(100*0,7) +(50*3) +(50*10) +(50*3) +(50*8) +(40*3) +(50*10) +(40*5) +(50*5) +(50*18) +(70*3) +(160*0,5) = 3530

Dislivello:  500 m.

Sviluppo:  700 m. (14L)

Rischio: R4 (alto)

Tempi:  4-5 ore

Materiale:  utili friend e nuts oltre a una piccola scelta di chiodi.

Itinerario per gran parte disattrezzato; pochi i chiodi in parete.

L'arrampicata si svolge prevalentemente in fessure e diedri superficiali con roccia spesso solida e compatta tanto da rendere questa salita di vivo interesse da tutti i punti di vista.

Si tratta di un itinerario consigliato perché piacevole e non particolarmente impegnativo.