PALA DI SAN MARTINO, m 2987 pilastro SO (Gran Pilastro)

 
Via superba, che segue una delle linee più eleganti del gruppo delle Pale.

La roccia è stupenda, l’esposizione, specialmente nel tratto superiore è forte, le difficoltà non sono mai esasperanti ma costanti. 
I tiri di corda di 40 e più metri si succedono ma la vetta rimane sempre lontana.
Ad alpinisti non propriamente veloci può capitare di dover adattarsi a dormire nel Bivacco delle Guide, posto in cima alla Pala, anche perchè 
la fatica non è finita a causa di una delle discese più complicate delle Dolomiti, con passaggi fino al 3° sulla quale è difficile assicurare ed assicurarsi. 
Le soste non sono tutte attrezzate, dopo il camino iniziale, è difficile seguire un percorso preciso lungo il tratto centrale, portare qualche chiodo.
 
Primi salitori:  G. Langes, E. Merlet, 24 luglio 1920 
 
Difficoltà:  D- (IV- in 8 lunghezze), per lo più III, max: 4°, un pass. 4°+

Coefficiente Difficoltà:  892  Coefficiente Globale:  981

(20*0,2)+(20*0,5) +(40*0,5) +(30*0,2) +(30*0,5) +(80*3) +(80*0,5) +(60*3) +(50*0,5) +(40*3) +(60*0,5) +(25*3) +(70*0,5) +(45*0,7) +(50*0,5) +(175*0,2) = 892  875m.

(10*2)+(30*0,7) +(30*0,5) +(15*0,5)+(15*0,7) +(50*0) +(15*0,7)+(10*0,2) +(25*0,5)+(25*3) +(25*3)+(25*2) +(10*0,7) +(40*2)
+(20*0,7)+(20*5) +(15*0,5)+(15*0,7) +(20*2)+(15*0,5) +(10*0,5) +(20*0,5)+(5*2) +(20*0,2)+(20*0,5) +(20*3)+(15*2) +(20*0,5)+(20*2) 
+(15*0,5)+(15*3) +(30*0,7)+(10*5) +(30*0,5) +(20*0,2)+(15*0,7) +(75*0)+(75*0,2) = 912
 
Dislivello:  650 m 
 
Sviluppo:  880 m 

Rischio: R2

Tempi:  6-8 ore 
Roccia:  ottima, a parte un breve tratto; uscita con detriti 
Materiale:  dadi, cordini; 3 – 4 chiodi (soste quasi sempre presenti) 
Punti d’appoggio:  Rifugio G. Pedrotti (Rosetta), m 2581, CAI, posti 70 (10 nel ricovero invernale), aperto dal 20/6 al 20/9, tel. 0439 68 308. 
Rifugio Pradidali, m 2278, CAI, posti 60 (2 nel locale invernale), aperto dal 20/6 al 20/9, tel. 0439 64 180. 
Bivacco Guide Alpine di San Martino, m 2987, CAI, 6 posti, sempre aperto, in cima alla Pala di San Martino. 
 

ACCESSO

Da S. Martino di Castrozza, 1467 m.

APPOGGIO

Rif. Rosetta, 2578 m, sul P.so Rosetta. Raggiungibile in 10 min.

Dalla stazione a monte della funivia Rosetta.

AVVICINAMENTO 
 
Dal Rifugio Pradidali, m 2270, salire al Passo di Ball e scendere dalla parte opposta percorrendo i due tratti di corde fisse (segn. 715) fino ad arrivare sotto il profilo della Pala.
Traversare lo sbocco del canalone fra questa e la Cima Immink e prendere a destra per tracce (ometti) che risalgono le ghiaie verso la base delle rocce.
L' attacco è circa 80 m a sinistra del filo dello spigolo, alla base di un diedro-rampa obliquo da destra a sinistra che segna buona parte della parete.
50 min. dal rifugio. 
Partendo dal Rifugio Rosetta, m 2581, seguire il sentiero per il Rifugio Pradidali e il Passo di Ball, scendere fino all’erboso dosso del Col delle Fede e quindi traversare 
le ghiaie alla base della Pala fino ai degli ometti, quasi sotto il Gran Pilastro.  50 min. 

ATTACCO

Sul sentiero in direzione del P.so di Ball / Rif. Pradidali, attraversare prima un breve plateau, poi scendere a serpentina e attraversare sotto la parete della Cima di Roda.

Qui il sentiero si biforca verso il Col Verde.

Dalla biforcazione proseguire ancora per circa 5 min., verso il P.so di Ball e quindi salire a sinistra sui detriti fino alla base della parete.

Circa 45 min. dal Rif. Rosetta.

DIREZIONE DI SALITA 
 
La linea generale della salita è la seguente: 
a)  camino-rampa di 80 m fino alla cengia basale. 
b)  grande cengia verso destra (80 m), fino al suo termine, alla base del camino a sinistra del profilo dello spigolo (formato da un torrione). 
c)  risalita completa di un camino (tratto più impegnativo della via) fino a una forcella sullo spigolo (200 m.). 
d)  parte centrale costituita da placche appoggiate a sinistra del filo dello spigolo (parte più facile, ma di difficile orientamento, 200 m.). 
e)  diedro finale (da percorrere sulla parete a sinistra, 100 m.). 
f)  cresta finale di rocce rotte fino in vetta 150 m.
 
SALITA 
 
1)  Attaccare il camino obliquo a sinistra per buona roccia grigia, tenendosi prevalentemente sulle placche inclinate a sinistra dello stesso (25 m, 3°+, 1FR). 
Superare un tratto di roccia più ripida sempre sulla sinistra (10 m, 4°-, 1C), arrivando a un buon punto di sosta (5 m, 3°). 
40 m; 3°+, 4°-; 1FR, 1C, 2CF 
2)  Continuare con minori difficoltà, mantenendosi preferibilmente sulla sinistra fino ad uno spiazzo sotto un tratto più ripido (possibili assicurazioni). 30 m; 3°. 
3)  Rimontare il camino nel fondo (ora non più obliquo verso sinistra ma leggermente a destra), portandosi sul successivo spiazzo dove si trova 1C (10 m, 3°+, 1C, sosta).
Risalire il camino nel fondo su roccia friabile (10 m, 3°), raggiungere la grande cengia detritica che fascia la base del Gran Pilastro.
Percorrerla con cautela (10 m, 1°, sassi mobili) fino ad un grosso blocco di roccia sulla destra, quasi sotto la parete gialla della Pala, buon posto di sosta. 30 m; 3°, 3°+. 
4)  Percorrere verso destra la cengia, prima in orizzontale, poi in discesa per rocce rotte e sfasciumi fino al suo termine, alla base di un camino (da sotto arriva l’attacco originale). 
50 m; 1°. 
5)  Rimontare il camino ripido, ma facile, portandosi al terrazzo sovrastante (15 m, 3°+).
Scendere verso destra in fondo alla conca ghiaiosa alla base del lungo camino che segna la direttiva del successivo tratto di salita (10 m, 2°).
25 m; 2°, 3°+; 2CF. 
6)  Salire per rocce facili alla base del camino (10 m, 2°). 
Non entrare nel fondo del camino ma salirlo a destra fino alla base di una fessura (1CL) che porta verso una rampa di rocce grigie che più in alto ritorna a sinistra verso il fondo 
del camino, sopra il suo primo tratto (5 m, 3°).
Scalare la fessura verticale appigliata, raggiungendo una rampa (15 m, 4°, 1C).
Seguire la rampa verso sinistra, riportandosi nel fondo del camino, sosta sopra un masso incastrato (20 m, 3°, pass. 4°-). 
50 m; 3°, 4°; 1CL, 1C, 2CF. 
7)  Salire direttamente lungo il camino, quasi verticale, in opposizione o spaccata (15 m, 4°, 2C). 
Superato un tratto verticale portarsi sulle rocce a sinistra, proseguire sempre molto ripidamente, ma con difficoltà inferiori (25 m, 4°-).
Superare un masso incastrato nel fondo del camino, sopra il quale si sosta (10 m, 4°-).
50 m; 4°-, 4°; 2C 
8)  Proseguire ancora lungo il camino ora più facile, raggiungere uno spiazzo dove si sosta. 10 m; 3°+; 1CL, 1CF. 
9)  Salire ancora lungo il camino con difficoltà continue di 4°-, su roccia buona fino a sostare a una grossa clessidra sulla sinistra del camino. 40 m; 4°-; 1CLF. 
10)  Il camino diventa un canale di sfasciumi, diminuisce la pendenza (10 m, 2°).
Il canale finisce sotto un nuovo salto verticale, alla base ci sono 2C. 
Superare il salto (5 m, 4°+), proseguire oltre lungo il camino, fin dove è possibile salire sulle rocce più facili a destra (15 m, 4°-). Poco prima della forcella che segna la fine 
del camino sullo spigolo passare dall’altra parte (sinistra) del camino stesso con una spaccata per raggiungere la sosta su un terrazzino (10 m, 3°+). 
40 m; 3°+, pass. 4°+; 2C, 2CF
11)  Ora la parete si apre; appare in alto il gran diedro finale.
Dalla sosta traversare facilmente in orizzontale a sinistra (5 m, 2°), salire poi in diagonale nella stessa direzione verso una nicchia gialla (15 m, 3°, clessidre). 
Prima di raggiungerla iniziare a salire in verticale lungo una fessura che porta a un terrazzino 10 m sopra la nicchia stessa (10 m, 3°+), dove si sosta su uno spuntone. 
30 m; 3°, 3°+. 
12)  Salire senza via obbligata sulla sovrastante parete grigia, ripida e appigliata, tendendo un pò a sinistra fino a raggiungere una cengia (25 m, 3°, pass. 4°-).
Percorrere la cengia a sinistra fin allo sbocco di un camino di roccia grigia. (15 m, 2°).
Il filo arrotondato dello spigolo è a circa 40 m alla destra. 35 m; 3°, 4°-. 
13)  Andare qualche m. a sinistra lungo la cengia fino allo sbocco del camino (5 m, 2°). 
Salire i primi metri facili (5 m, 3°) fino a un terrazzino dove si sosta. 10 m; 2°, 3°. 
14)  Per evitare la salita nel camino, verticale e faticoso, alzarsi sulle placche grigie alla sua destra su roccia solida, superando più in alto un diedro formato da 
un pulpito grigio staccato dalla parete (25 m, 3°, pass. 4°-).
Dalla cima del pulpito salire leggermente verso sinistra, sempre in parete, riportandosi gradualmente verso il camino (15 m, 3°), sosta con varie possibilità. 40 m; 3°, 4°-. 
15)  Portarsi a sinistra raggiungendo di nuovo il camino, ora più facile (10 m, 3°), e risalirlo (10 m, 1C).  Sosta al suo termine (2CF).
Proseguire per rocce facili appoggiate, sempre diritti verso una grande nicchia giallo-nera sotto la base dei grandi strapiombi gialli dell’ultimo salto del Gran Pilastro 
(20 m, 2°, pass. 3°); varie possibilità di sosta. 
40 m; 2°, 3°; 3C 
16)  Andare qualche metro a destra in orizzontale (5 m, 2°), fino alla base di una fessura-diedro che sale fino sotto gli strapiombi gialli.
Salirla per meno di 10 m fin dove è possibile passare più facilmente sulla verticale parete grigia a destra (10 m, 4°-, 1C). Superare la parete in diagonale verso destra, 
cercando di riportarsi verso il profilo dello spigolo, con un tratto esposto (20 m, 4°, 2C), raggiungere un terrazzino esposto 1C dove si sosta.
Inizia ad apparire di nuovo il grande diedro sommitale. 
35 m; 4°-, 4°; 3C, 1CF. 
17)  Puntare allo sbocco inferiore del gran diedro, scalando ancora un tratto di parete ripida (8 m, 4°-), raggiungendo il filo dello spigolo.
La pendenza diminuisce e si sale per rocce più facili fino all’inizio del diedro, dove c' è un terrazzo per sosta (30 m, 3°, 2°). 38 m; 3°, 4°-. 
18)  Salire in verticale lungo quello che è lo sbocco del diedro per salti di roccia grigia (15 m, 3°), fin dove il diedro stesso si alza verticale ed è inciso nel fondo da una fessura.
Risalire il diedro lungo la fessura (10 m, 4°, protezione con dadi medio-grandi), fin sotto uno strapiombo (1CL). 
Da qui uscire sulla parete a sinistra, risalendo in diagonale su una parete verticale appigliata fino ad un terrazzino con sosta (8 m, 3°+).
33 m; 3°, 4°; 1CL, 2CF 
19)  Dalla sosta salire direttamente superando un muretto verticale (3 m, 4°+, 1CL). 
Da qui salire in diagonale a sinistra, puntando allo spigolo, raggiungere un terrazzino (15 m, 3°+, 1C). 
Salire quasi sullo spigolo, aereo nel primo tratto ma non difficile (10 m, 3°), proseguire poi per rocce più facili, sosta a destra dello stesso (10 m, 2°).
40 m; 3°+, pass. 4°+; 1CL, 1C.
20)  Proseguire a destra dello spigolo, che ora ha vari gendarmi, rimontando una lunga fessura che riporta sul profilo stesso sopra un torrione su un terrazzino. 30 m; 3°. 
21)  Risalire l’ultimo tratto ripido dello spigolo (10 m, 3°+), oltre il quale la pendenza e l’esposizione diminuiscono, trovare un punto di sosta sul pendio soprastante (25 m, 2°). 
35 m; 2°, 3°+. 
22)  Da qui percorrere in conserva o slegati la cresta sommitale, senza via obbligata per roccette e sfasciumi, portandosi sulla calotta ghiaiosa della cima. 150 m; 1°, 2°. 
 
DISCESA 
 
Arrivati sulla cima della Pala l’ascensione non è finita, in quanto la discesa è molto insidiosa dopo aver percorso una via così lunga. 
Sconsigliabile con pioggia (è preferibile pernottare al Bivacco con 6 posti e con coperte). 
La via è segnata con bolli rossi. 
Percorrere la cresta nella direzione opposta da dove si è arrivati (ometti, bolli rossi), portandosi sul ciglio dell’altopiano della vetta.
Scendere, sempre seguendo le tracce, per roccette (1° e 2°) verso il ghiacciaio della Pala, perdendo rapidamente quota, raggiungere la forcella fra il corpo principale della Pala e la 5° Torre. 
Percorrere la cresta, formata da 5 torri, che congiunge la Pala al grande altopiano centrale del gruppo. 
Questo tratto è impegnativo (fino a 3° in traverso o discesa) e di solito percorso slegati. 
Bisogna seguire i segni e le frecce rosse che dirigono lungo il labirinto di cenge e salti che congiungono le forcelle fra le torri sul versante che guarda il ghiacciaio della Pala. 
Aggirare la 5° Torre lungo cenge esposte, ma non troppo difficili (2°).
Scendere alla forcella con la 4° Torre (pass. 2°+), aggirando poi anche questa lungo cenge friabili.
Sullo spigolo sopra la forcella fra la 3° e la 4° torre c' è un CF. 
Da qui con una CD da 40 m (o con due da 20; attenzione all’ancoraggio intermedio posto molto a sinistra – viso a valle) raggiungere una cengia poco distante dalla forcella fra la 4° e la 3° Torre.
Per raggiungerla percorrere la cengia per 20 metri, aggirare il gendarme della forcella sul lato Val Pradidali e scendere con un salto non facile (3 m, 3°) all’intaglio della forcella. 
Da questa risalire una parete (seguire le frecce) di 3° grado (10 m), raggiungendo una cengia sulla 3° Torre.
Percorrere la cengia con vari tratti esposti sul ghiacciaio della Pala.
Su un salto più impegnativo in discesa è possibile effettuare una breve CD da 1CF (5 m, altrimenti 3°).
Raggiungere la forcella con la 2° Torre.
Aggirarla sempre su cenge esposte ma facili (2°), portandosi all’intaglio che la separa dalla 1° Torre.
Aggirare anche questa torre con percorso non difficile fino alla forcella che la separa dall’Altopiano delle Pale.
Attraversarla (neve o ghiaccio), e risalire dalla parte opposta (ometti e segni) fino a raggiungere il cupolone roccioso con 2 ometti.
Ore 2 - 2,30 dalla vetta. 
Ora seguire le tracce di sentiero verso Nord.
Dopo circa 10 min. scendere a destra per ghiaie e neve al Passo Pradidali Alto, e da questo ancora a destra per sfasciumi e neve alla conca di Pradidali, percorrerla a lungo 
in discesa per sentiero fino al Rifugio Pradidali
(1 ora; 3,30 dalla cima) 
Per ritornare al Rifugio Rosetta continuare a seguire le tracce verso Nord che sboccano sul sentiero 709 che porta in breve al rifugio (45 min.). 
 
 
ALTRA RELAZIONE

La salita porta prima sopra ad un gradone nella parete, ovvero, da sinistra ad un evidente camino-canale che taglia il terzo inferiore del pilastro SO.

Salire nel canale e poi portarsi a sinistra sullo spigolo del pilastro e, attraverso un diedro visibile dal basso, raggiungere l'anticima.

Dalla cresta salire alla cima.

Ascensione ricca di varianti, molto bella, su roccia molto solida, con appigli accentuati.

Molto esposta, ripida e relativamente lunga, si tratta di un'impresa alpinistica soprattutto se si considera anche la discesa, da non sottovalutare (via normale).

Il tracciato originale, attraverso il canalino ghiacciato, pericoloso per la caduta di pietre, a destra del pilastro, viene seguito solo raramente.

Ci sono possibilità di assicurazione naturali.

La maggior parte dei chiodi di ancoraggio è presente, si consigliano alcuni cordini e cunei di ancoraggio.

SALITA

L'attacco si trova sulla verticale della lunga serie di camini.

1)  Salire diritto fino ad una nicchia (30 m, III).

2)  Attraversare in orizzontale a sinistra per 20 m e poi arrampicare di nuovo sulla linea di massima pendenza (35 m, III e IV-).

3)  Proseguire diritto, raggiungere la conca ghiaiosa ai piedi della serie di camini (35 m, III).

VARIANTE

1A)  Proseguire a sinistra, accanto alla base del diedro inclinato verso sinistra, fino ad un punto di sosta (IV-).

2A)  A destra della base del diedro scalare un camino fino ad un punto di sosta presso una clessidra (III).

3A)  Attraversare a destra (sopra si trova un piatto pilastro che termina a punta, visibile dalla base della parete).

Attraversare per 60 m (I) su una cengia, scendere a una piccola piazzola di detriti, poi salire a destra per 20 m ad una forcella (II) accanto alla conca ghiaiosa.

Proseguimento via originale

4)  Dalla conca arrampicare in parete a destra e portarsi a destra del camino ad un punto di sosta (40 m, IV-).

5-6-7-8)  Entrare nel camino liscio e scalarlo fino a dove finisce accanto a dei denti.

(40 m, IV-) (40 m, III) (35 m, IV-) (35 m, IV-)

9)  A destra del canale a un punto di sosta sulla costa (40 m, III; qui sbocca la via originale dal canalone nevoso a destra).

10)  Attraversare a sinistra di un camino e portarsi su una cengia (40 m, III).

11)  Scalare la fessura a rampe sulla sinistra fino a dove finisce (30 m, II).

12)  Attraversare a sinistra su strette cenge (25 m, I).

13)  Arrampicare su parete esposta verso sinistra fino ad una forcella (35 m, II).

14-15-16)  Dal ripido spigolo del pilastro, ricco di appigli, arrivare direttamente su una piccola terrazza con denti.

(35 m, II) (35 m, III) (35 m, III)

17)  Tenersi prima un pò a destra, scalare poi verso sinistra la ripida parete fino a sotto al diedro giallo

(40 m, IV-, poi III).

18)  Salire i gradini all'inizio della fessura verticale del diedro (25 m, II).

19)  Proseguire per circa 15 m lungo la fessura, poi attraversare a sinistra fino ad un punto di sosta (25 m, IV-).

20)  Superare lo strapiombo con buoni appigli e raggiungere in esposizione lo spigolo a sinistra (35 m, IV-).

21)  Stando sullo spigolo raggiungere le terrazze in un rientro della parete (40 m, III).

22)  Arrampicare a sinistra lungo delle fessure fino ad una forcella, quindi su uno spigolo fino alla cima di un pilastro (40 m, II).

Scendere sulla cresta, attraversare a destra di una torre e salire per 50 m in cresta fino alla vetta della Pala di S. Martino (bivacco). (80 m, I e II).

DISCESA

Scendere in direzione E sulla cresta di collegamento fino all'altipiano.

In caso di nebbia è difficile orientarsi.

Prima di tutto occorre trovare l'attacco della cresta di collegamento.

Seguire le tracce di passaggio presso il bivacco (piccolo sentiero), portarsi sulla cresta di cima e quindi in direzione E senza difficoltà raggiungere la spalla sopra alla cresta E.

Dalla spalla scendere in arrampicata la parete ripida ma ricca di appigli (II), fino a 15 m al di sotto di una forcella tra la Pala e la quinta torre (nel senso di salita).

Di qui alla costa (tracce di passaggio), aggirarla nella forcella.

Attraversare a sinistra la successiva quarta torre, salendo leggermente, e continuare la traversata fino a raggiungere un chiodo di ancoraggio.

A questo punto non calarsi con la corda.

Prima salire brevemente e quindi scendere, attraversare per altri 40 m fino ad un grande ancoraggio cementato.

Calarsi per 20 m fino ad una forcella.

Aggirare a destra la stretta torre nella forcella e quindi attraversare di nuovo a sinistra (lato N) il fianco della successiva terza torre, infine scendere in un canale (I) e da qui salire alla successiva forcella.

Scalare la seconda torre sulla fessura che la spacca (II, I) e attraversare di nuovo a sinistra (N) la prima torre.

Ora stando a sinistra su tre vette a punta arrotondata ed infine scendere a destra per pendii gelati e doline fino al Rif. Rosetta.

(In caso di nebbia tenersi quanto più possibile a sinistra, in vista dei dirupi scoscesi)

Circa 2-3 ore dalla vetta al Rifugio.