PARETE SUD EST - Via BIASIN

Via stupenda per idea e compimento che risolve, con largo uso di mezzi artificiali, il problema della salita da sud-est del Sass Maòr.

Primi salitori:  S. Scalet e G. C. Biasin, 1/2/3-8-1964

Difficoltà:  V nei primi 300 m. in comune con la via Scalet-Franzina; VI / A2 fino alla calotta sommitale

Coefficiente di Difficoltà:  4144  Coefficiente Globale:  4972

(15*0,5)+(15*8) +(20*5)+(20*3)+(10*0,5) +(30*5)+(20*3) +(25*8)+(20*3) +(30*3) +(10*8)+(10*10)+(10*16)+(10*18) +(15*18)+(10*16) +(10*18)+(10*10) +(10*14)+(5*8)+(5*10) +(10*16)+(10*18)+(10*10) +(10*10)+(10*8)+(10*5) +(15*8)+(10*14)+(5*19) +(10*8)+(25*18) +(10*10)+(5*21) +(25*0,5)+(25*0,7) +(60*0,5)+(60*0,2) =  4144  615m.

Dislivello:  600 m.

Rischio: R4 (scala 1-6)

Tempi:  ore 12-14

L'attacco è comune a quello originale Solleder.

La direttiva della via è rappresentata da fessure parallele ai camini dell'attacco Solleder, ma più in alto, e da una fascia di rocce grigio-nere che sul versante Sud Est vengono ad incunearsi dall'alto nei grandi strapiombi gialli visibili da tutta la Val Pradidali.

Per i camini Solleder guadagnare circa 60 m (terrazzo-chiodo).

Uscire a sinistra sulla parete, e quindi verticalmente ad un terrazzo (chiodo).

Proseguire per 7 m lungo un marcato diedro inclinato a sinistra; uscire a sinistra prendendo una fessura (chiodo) che conduce ad una lama staccata di cui si rimonta lo spigolo scendendo 2 m dietro (chiodo).

Salire in verticale ad un terrazzo (40 m) alla cui sinistra si prendono delle buone fessure-camino inclinate a destra che portano in 120 m all'inizio dei gialli sotto un marcato diedro giallo che è conveniente aggirare prima con traversata di 10 m a sinistra e quindi altrettanti metri in verticale.

(Nota: da questo punto si dirama ed inizia a sinistra per un diedro la via di raccordo S. Scalet e G. Franzina).

Proseguire a destra oltrepassando una lista di roccia fino ad una stretta cengia che finisce contro una costola in una piccola nicchia all'inizio delle maggiori difficoltà (fin qui 300 m con costanti difficoltà di 4°).

Salire in verticale per 30 m ad un punto di sosta su staffe.

Girare a destra (non seguire i chiodi verso sinistra), una costola di roccia che in grande esposizione porta alla base di un grande diedro giallo-bianco da seguire per 25 m uscendo quindi a destra (bivacco).

Rientrare in obliquo sopra una strozzatura della fessura di fondo.

Uscire a sinistra, verso lo spigolo, per parete friabile con grande esposizione fino ad un minuscolo gradino spiovente (cuneo).

Continuare in obliquo a sinistra al punto di prendere due fessure ben marcate che in 15 m. portano ad un punto di sosta dal quale si continua un pò a destra per placche levigate e povere di fessure e in 30 m obliqui a sinistra, conducono sotto un rilevante tetto.

Girare a destra e traversare in senso inverso subito sopra il tetto, guadagnando un altro diedro.

 Salire direttamente (40 m) ad un buon punto di sosta (bivacco).

Ancora direttamente, per la parete gialla e strapiombante, alla base di un diedro chiuso in alto da un tetto da superare uscendone a sinistra verso la calotta terminale.

Per rocce facili raggiungere la vetta.