RELAZIONI  Monte Brento

Via Anniversario 

Via Vertigine 

Via Boomerang

Via degli Amici

Via Gadotti

Via Betti 

MONTE BRENTO  -  1545 m

Il monte Brento ancora di più del Casale ha un carattere alpino.

Spesso è necessario il bivacco e il ritorno non è da sootovalutare.

Fino a pochi anni fa l'unico ritorno conosciuto portava in un' altra valle parallela, ora invece esiste un sentiero che scende direttamente nella valle del Sarca.

Per arrivarci fermarsi come per le Placche Zebrate e seguire la comoda stradina che porta con qualche tornante a un acquedotto proprio sotto il Monte Brente (45 minuti).

Alla località Gaggiolo, appena a nord di Dro, una grande parete incombe sulla valle del Sarca: è la est del monte Brento, contrassegnata a destra da grandi strapiombi gialli e a sinistra da una liscia placca appoggiata lunga oltre un chilometro.

Ad eccezione delle Placche Zebrate, che si trovano all'estremità inferiore destra del Brento e che sono considerate una palestra di roccia, il Brento offre solo itinerari alpinistici molto lunghi e tecnicamente molto impegnativi.

La roccia è a tratti molto friabile ma, nel complesso, può essere valutata discreta.

La via dell'Anniversario, supera il settore di destra della parete, a destra dei grandi tetti; la via Vertigine è probabilmente il più spettacolare ed affronta direttamente i grandi tetti (forse lo strapiombo più grande d'Europa!); la via del Boomerang, percorre la grande placconata di sinistra che offre difficoltà relativamente contenute.

L'esposizione ad Est ed il clima mite consentono di arrampicare sul Brento tutto l'anno anche se d'estate occorre fare i conti con il caldo e d'inverno con la brevità delle giornate e con la possibilità di trovare ghiaccio in parete.

Accesso

Le pareti del monte Brento si raggiungono seguendo la statale che dal paese di Sarche scende verso Arco.

Superato il paese di Pietramurata si incontra sulla sinistra un grande allevamento di trote.

In prossimità di questo si può lasciare l'auto in un'area predisposta di fronte a un distributore di benzina.

Da qui si parte anche per salire alle Placche Zebrate.

Via dell'Anniversario - Parete Est 

Primi salitori:  M. Furlani, V. Chini e F. Comi, primavera 1983

Difficoltà:  VI+, A1

Dislivello:  500 m.

Lunghezza:  750 m.

Tempi:  10-12 ore

Materiale:  assortimento di chiodi, 2 bong N. 1, 2 bong N. 2, una serie di stopper (tutte le soste sono chiodate)

La via sale al centro della parete concava, a destra della grande fessura diagonale marrone, percorrendo in alto il diedro giallo che si appoggia sulla placconata grigia.

Presenta una lunghezza particolarmente impegnativa e, in genere, difficoltà elevate e continue (specialmente nella parte alta) in un ambiente grandioso consigliabile solo a cordate ben allenate.

Il materiale usato dai primi salitori (rimasto tutto in parete) è costituito da chiodi artigianali sulla cui tenuta è meglio non fare oggi troppo affidamento.

Attacco

Dal parcheggio vicino alla pescicoltura sulla strada della valle del Sarca salire come per le Placche Zebrate, fino a raccordarsi alla stradina forestale che il sentiero per le Placche attraversa.

Anziché salire alle Placche seguire la stradina fino all'acquedotto situato proprio sotto la parete del Brento.

Dall'acquedotto andare alla base delle rocce che si costeggiano poi verso destra fino a salire in un boschetto fra la parete ed alcuni pilastri di roccia leggermente staccati, esattamente sotto la perpendicolare del diedro.

(1 ora e mezzo circa dall'auto)

Discesa

Dall'uscita anziché salire in cima al Brento e poi scendere verso Sud, è preferibile piegare a destra e scendere lungo la cresta boscosa in arrampicata (facile).

Alla fine della cresta boscosa con una corda doppia da 50 m calarsi sul ghiaione all'uscita delle Placche Zebrate.

SALITA

1)  Salire da destra a sinistra una costola di roccia grigia fino ad una cengia, traversare a sinistra fino alla sosta(50 m V).

2)  Sempre in diagonale a sinistra fino alla sosta (20 m V -).

3)  Traversare a sinistra 15 m e ritornare a destra, alla base di un diedro nero strapiombante (40 m V - IV).

4)  Salire il diedro nero e sostare sulla cengia sopra (30 m VI un passo di A0).

5)  Traversare la cengia a sinistra fino ad una fessura (35 m ll).

6)  Salire la fessura e la placca seguente (30 m V -).

7)  Superare la placca grigia da destra a sinistra e sostare sopra un terrazzo con albero (40 m V - IV+).

8)  Leggermente sulla sinistra della sosta per roccia grigia fino ad una grossa scaglia appoggiata, traversare sotto a sinistra e uscire sulla cengia (45 m V).

9)  Per facili gradoni a destra fino a un caratteristico boschetto in una grande nicchia (30 m III+).

10)  Dal lato destro del boschetto traversare 5 m in piena parete e salire direttamente 30 m fino alla sosta con albero (35 m IV+).

11)  Salire sulla sinistra roccia con erba e, con delicato passaggio, arrivare a un terrazzino con chiodi di sosta su uno spigolo (30 m IV+ -  V+).

12)  Direttamente per la svasatura fino ad un cespuglio quindi in diagonale a destra per arrivare ad un albero; sosta subito sopra (45 m V - e IV+).

13)  Facilmente verso destra (piattaforma per bivacco) quindi dirigersi a sinistra alla base del diedro giallo (30 m  II).

14)  Salire il diedro giallo uscendo sulla sinistra (30 m VI - e 3 passi di AO).

15)  Sempre nel diedro superare un tetto e la seguente fessura liscia fino ad un terrazzino (25 m VI e 3 passi di A2).

16)  Assicurandosi sui chiodi a pressione proseguire in arrampicata libera uscendo a sinistra della volta strapiombante del diedro ad un terrazzino (40 m VI o A1).

17)  Sulla sinistra salire una placca con 4 chiodi a pressione e uscire sullo spigolo sfruttando la fessura e superando un tetto: arrivare a un piccolo terrazzo (35 m AE A2 VI).

18)  Sulla sinistra una placca fino ad un boschetto (15 m AE  VI -).

19)  Seguire il diedrino finale fino alla sommità (15 m VI -).

(Relazione M. Furlani)

Via Vertigine -  Parete Est

Primi salitori:  M. Furlani, D. Filippi, A. Andreotti, primavera 1992

Difficoltà:  VI+, AE

Lunghezza:  1100 m.

La via Vertigine è forse l'itinerario in artificiale più impressionante di tutte le Alpi: dalla metà in poi supera direttamente i grandi soffitti gialli del Brento.

La placconata grigia iniziale che porta all'accesso del settore strapiombante costituisce una via a sé: lunga circa 500 m, è stata attrezzata a spit con possibilità di ritornare in corda doppia (10 doppie da 50 m su catene con moschettone) alla base.

I grandi tetti rappresentano tutta un'altra realtà e chi li affronta deve essere in grado di muoversi con disinvoltura sulle difficoltà in artificiale e possedere una buona resistenza fisica e psicologica in quanto il ritorno in doppie è assolutamente impossibile.

È consigliabile portare il perforatore e qualche spit per sostituire eventuali chiodi precari e di portarsi molta acqua da bere.

Attacco

Dal parcheggio vicino alla pescicoltura sulla strada della valle del Sarca salire come per le Placche Zebrate fino a raccordarsi alla stradina forestale che il sentiero per le Placche attraversa.

Anziché salire alle Placche seguire la stradina fino all'acquedotto proprio sotto la parete del Brento.

Dall'acquedotto andare alla base delle rocce in direzione di una rampa gradinata da destra a sinistra da risalire tutta ed al cui termine si trova la prima catena.

(1 ora e mezzo circa)

Discesa

Dato lo sviluppo della via e l'impegno che comporta è preferibile aver preventivamente posizionato un'auto in località San Giovanni al Monte, situato a Sud della cima e collegato a Vigne di Arco da una strada asfaltata.

Dalla cima per tracce di sentiero verso Sud raggiungere la base di un caratteristico torrione grigio e quindi, ancora verso Sud su tracce, alzarsi di quota per arrivare ad incrociare una strada forestale che porta verso sinistra a San Giovanni al Monte.

(1 ora circa)

Via del Boomerang - Parete Est

Primi salitori:  Furlani-Mazzalai-Degasperi-Chini, 25 maggio 1979

Difficoltà:  V, VI-

Dislivello:  900 m.

Sviluppo:  1000 m.

Tempi:  7-10 ore

Materiale:  qualche stopper e qualche chiodo.

La via supera esattamente nel centro la grande placconata inclinata situata a sinistra degli strapiombi del Brento fino alla radice del grande tetto arcuato dalla forma che ricorda vagamente un boomerang.

Essendo la prima via aperta sul placconata sfrutta i punti di minor resistenza della parete e quindi talvolta si trova roccia un pò friabile ed erba.

La via è comunque abbastanza ripulita dalle numerose ripetizioni.

Pur non toccando mai il VI grado, per lunghezza di salita, per la complessa discesa e per l'ambiente selvaggio, è da considerarsi una delle grandi vie della valle.

L'itinerario è oggi interamente attrezzato, sia alle soste che sui passaggi più impegnativi, ma portare comunque del materiale alpinistico.

Attacco

Dal parcheggio vicino al distributore sulla strada della valle del Sarca salire fino alla base delle Placche Zebrate.

Per il sentiero di discesa, da queste si arriva fino all'acquedotto proprio sotto la parete del Brento.

Dall'acquedotto, per tracce, andare in diagonale a sinistra fino alla base della grande placconata esattamente sotto la perpendicolare del grande tetto ad arco che caratterizza la parete.

Un ometto di pietre e tracce di passaggio indicano il punto esatto d'attacco (ore 1.30 circa).

SALITA

1)  Dall'ometto alzarsi prima per svasatura e poi su placca 45 m in direzione di un tetto a forma di orecchio (45 m lV).

2)  Per una fessura con erba sulla destra della sosta arrivare sotto il tetto che si supera sulla sinistra e, seguendo il diedro, subito dopo arrivare alla sosta (50 m IV+, VI - e V).

3)  In leggera diagonale verso destra per placche grigie fino a una cengia; sosta sulla placca con chiodo e freccia scolpita (50 m IV -).

4)  Dalla freccia direttamente in direzione di un terrazzino sotto un piccolo tetto nero (50 m IV+).

5)  Superare sulla destra il tetto, subito sopra traversare a sinistra e per placca ad un diedro con erba che porta a una sosta 3 m sotto un cespuglio sotto il vertice sinistro del boomerang (50 m V -).

6)  Alzarsi sulla destra 2 m, traversare ancora a destra, girare uno spigolo, alzarsi 2 m per arrivare ad un comodo terrazzino (30 m IV e IV+).

7)  Seguendo un diedro svasato erboso verso sinistra arrivare sotto il boomerang  (25 m IV+).

8)  Alzarsi 2 m sulla liscia placca di destra, poi attraversare 15 m a destra, quindi per placca nera salire in direzione del vertice più alto del boomerang (50 m V+ e V).

9)  Dalla sosta 5 m a destra e quindi salire direttamente per una svasatura fino ad una pianta (40 m V+ e IV+).

10)   Per una svasatura verso destra arrivare a una cengia con alberi (50 m IV).

11)  Seguendo una freccia scolpita sulla roccia per placche appoggiate in diagonale a destra fino ad un pino rosso (50 m IV).

12)  Dal pino traversare a sinistra qualche  metro e per una fessura su placche ricoperte di erba arrivare all'altezza di due pini rossi; raggiungerli e fare sosta (45 m III+ e IV).

13)  Salire nel canale formato dal bosco contro le placche fino in cima ad esso; freccia scolpita sulla roccia (50 m I).

14)  Dalla sommità del bosco salire per placche pulite 50 m fino a una riga orizzontale di grosse zolle (50 m IV).

15)  Dalla sosta abbassarsi 1 m fino a una freccia scolpita e traversare fino ad un piccolo pino (35 m lV -).

16)  Traversare ancora 15 m a sinistra, quindi salire in diagonale verso un terrazzino con albero; salire ancora qualche metro sopra (45 m IV - e V -).

17)  Dalla sosta traversare 5 m a destra per entrare in un diedro, seguirlo, quindi uscire sulla destra per arrivare a una piccola sosta con chiodo (35 m V).

18)  Dalla sosta direttamente sotto un tetto, superarlo sulla destra e ritornare a sinistra, quindi salire fino ad un albero (30 m V).

19)  Seguire 6 m un diedro sopra l'albero, quindi uscire a destra fino ad una scaglia che serve a traversare ancora a destra per entrare in un corto camino che si segue fino ad un albero (45 m V - e IV+).

20)  Superare una placca sulla sinistra della sosta, riattraversare a destra e per piante salire fino ad una nicchia con albero (50 m V, poi facile).

21)  Uscire sulla sinistra fino al bosco sommitale (50 m IV+).

(Relazione M. Furlani)

Discesa

Dall'uscita della parete, salire diritti nel bosco fino ad incontrare una prima fascia di rocce che si costeggiano a sinistra, fin dove si lasciano superare con facilità; di nuovo diritti a una seconda fascia (strapiombante) che si costeggia a sinistra, fino ad un canale che porta in cresta.

Scavalcata la cresta raggiungere i prati del versante ovest.

Seguirli decisamente verso destra (nord) lungo una mulattiera, prima poco accennata e cespugliosa, che si spinge nel bosco in leggera discesa e che va a raggiungere, sempre verso nord, una vasta conca prativa tra il Brento e la successiva cima a nord di questo.

Da tale conca (Baite) parte la mulattiera che porta al paese di Lundo (Ponte Arche).

Dall'uscita alla vetta 30 minuti.

Dalla vetta a Lundo ore 1,30.

Arrivati a Lundo tornare al punto di partenza in corriera o in autostop.

Più consigliabile: dall'uscita delle vie traversare subito per il bosco, incontrando poi tracce di sentiero, verso sud, passando sotto a una torre bianca in alto.

Incontrare poi una comoda mulattiera che porta ad un gruppo di case.

Da qui scendere per un sentiero all'altopiano sottostante (Cima alle Coste), incrociando la strada forestale che ne percorre il bordo.

Continuare come il ritorno dalla Cima alle Coste (2 ore).

Via degli Amici

Primi salitori:  H. Steinkotter, F. Gadotti, G. Groaz, G. Cantaloni, 1,2,3,4 novembre 1974

Dislivello:  800 m

Svilupppo:  1000 m

Difficoltà:  V+ e A1

Tempi:  8-12 ore

Materiale:  qualche chiodo e qualche stopper.

Grandiosa salita che sale al centro della concava parete est del Monte Brento.

La direttiva è data dal grande diedro grigio che porta sotto gli strapiombi e dall'evidente diedro nero che sale accanto ad essi.

L'attacco si trova nel fondo del diedro grigio.

Il diedro grigio si sale con 7 lunghezze di corda su roccia friabile e con difficoltà che vanno dal III al IV+ che portano ad un pilastro con terrazzo proprio all'inizio del diedro nero (7 lunghezze 200 m III e IV+).

8)  Dalla Sosta 7 salire la parete a sinistra della fessura-camino sul fondo del diedro; sotto ad un piccolo strapiombo traversare qualche metro a sinistra e poi diritti per una placca e un diedro svasato fino ad un terrazzo nel diedro

(45 m V - e V+).

9)  Seguire la rampa fino alla base di un camino (25 m  lV-).

10)  Salire all'interno del camino fino ad una nicchia (30 m V).

11)  Proseguire nel diedro arrivando ad una pianta (40 m V-).

12)  Continuare nel seguente camino-diedro fino a dove si allarga a una profonda gola (40 m IV+).

13)  Salire qualche metro, poi attraversare a destra e per roccia friabile arrivare a una pianta (25 m IV+ e V-).

14)  Traversare a sinistra e per un camino strozzato sbucare sulla grande cengia alla fine del diedro (20 m IV+).

15)  Traversare a sinistra sulla cengia fino alla base di un piccolo diedro che sale in mezzo a una placca.

Salirlo fino ad un terrazzino (30 m V+, A0).

16)  Non salire diritti ma traversare qualche metro a sinistra e poi per una fessura arrivare a un terrazzino erboso

(25 m V).

17)  Continuare per rocce erbose fino ad una cengia interrotta sulla sinistra (50 m IV+ e IV).

18)  Calarsi qualche metro con l'aiuto di un chiodo e poi traversare su una caratteristica cengia incavata fino al suo termine

(40 m III+).

19)  Continuare a traversare per rocce frastagliate sbucando sullo Spigolo Betti (50 m III).

Continuare per la via dello spigolo.

Via Franco Gadotti al Pilastro Magro

Primi salitori:  M. Zanolla. G. Groaz, 10-11-12 ottobre 1 978

Dislivello:  500 m (solo il pilastro)

Sviluppo:  600 m

Difficoltà:  VI-

Tempi:  14 ore (primi salitori)

Materiale:  37 chiodi, 8 nut, 8 cunei. Lasciati 16 chiodi e 5 cunei.

Roccia:  generalmente buona salvo all'attacco per i primi 20 m.

Il pilastro è evidenziato, a sinistra, dallo spigolo determinato dalle grandi placche del Brento (Spigolo Betti) e a destra da una profonda gola sospesa dalla quale cola l'acqua in direzione dell'inizio del profondo diedro situato in centro a tutta la parete (prima parte via degli Amici).

L'attacco è a mezza strada tra le due vie, in corrispondenza di un sistema di cenge a circa 20-30 m sopra il margine basale della parete.

1)  Si inizia al termine destro delle cenge superando un difficile tratto molto friabile, spostandosi poi a sinistra (IV+, un ch. visibile da sotto).

2)  Seguire le cenge tenendosi in alto fino ad imboccare l'evidente camino-canale (III).

3)  Superare il liscio canale, a tratti con erba (IV).

4-5)  Ancora qualche metro nel canale, poi uscire a sinistra dove si segue un sistema di fessure a diedri difficili, fino a una zona più facile, avendo sulla destra il profondo camino che è la continuazione del canale precedentemente salito

(IV+ e V sostenuti, 1 ch. e 1 cuneo; 1 ch. alla sosta intermedia).

6)  Si è ora all'inizio di una facile rampa che sale a sinistra; non seguirla ma traversare sul bordo superiore di una caratteristica placca staccata a lama, visibile dal basso (Tomahawk); prima che questa finisca, c'è un chiodo piantato dal basso in alto; passare in traversata dalla lama alla parete per qualche metro (esposto) quindi salire direttamente sulla placca liscia difficilmente chiodabile (1 ch. lasciato), fino ad un comodo terrazzo (VI-, tratto chiave).

7)  Aggirare una costola entrando in una facile rampa obliqua a sinistra (III 1 ch. di sosta)

(da qui proseguendo lungo la rampa per altri 40 m, si può raggiungere l'ottimo posto di bivacco dei primi salitori).

8)  Obliquare a destra (2 ch.) poi superare delle placche verticali imboccando poi un camino dove si sosta

(V e V+ 1 ch. di sosta).

9)  Non continuare nella spaccatura, ma obliquare a destra in parete aperta e, da un chiodo con cordino, entrare a destra in un diedro molto aperto, poi tornare a sinistra e raggiungere una comoda, lunga cengia detritica

(V e VI - 2 ch. e 1 ch. di sosta).

10)  Seguire verso destra tutta la cengia fino ad un ch. di sosta (10 II).

11)  Superare una spaccatura a sinistra e tornare a destra su placche fino ad una sosta all'inizio di un canale

(V e IV , 1 cuneo).

12)  Seguire il canale fino ad un albero dove inizia un camino che sbocca sullo Spigolo Betti: traversare a destra e superare un muro (III+ e IV 1 cuneo e 1 ch. di sosta).

13)  Raggiungere una rampa obliqua a destra e salirla fino ad una sosta su alberi (IV - e IV 1 ch. e 1 cuneo).

14)  Diritti ad un cuneo, poi traversare una difficile placca verso sinistra fino a rocce più facili che, obliquamente a sinistra, conducono allo Spigolo Betti, 50 m sotto il vertice del Pilastro Magro (V e III).

15)  Continuare lungo la via dello spigolo e l'ultima parte della via degli Amici fino al bosco sommitale.

(Relazione Groaz)

Spigolo Betti

Primi salitori:  G. Cantaloni, M. Rossi, 18 e 19 aprile 1975

Dislivello:  1000 m

Sviluppo:  1200 m

Difficoltà:  IV+, 2 lunghezze V e A1

Roccia:  friabile, ma non in maniera pericolosa, in particolar modo sopra la spalla.

Tempi:  6-9 ore

Materiale:  qualche chiodo e stopper, 7-8 rinvìi, staffe a scelta.

Grandioso spigolo che delimita a destra le placche del Monte Brento e fa da bordo al gigantesco incavo formato dagli strapiombi gialli.

Arrampicata non molto elegante, ma consigliabile per l'ambiente grandioso e singolare. 30 tiri circa.

Nella parte bassa esso perde la sua caratteristica geometrica, trasformandosi in una specie di zoccolo arrotondato.

Attacco: prendendo come riferimento il grande diedro sottostante gli strapiombi gialli, seguire verso sinistra il piede della parete fin quando questo da orizzontale diventa discendente.

Qui si attacca puntando ad una grande cengia ghiaiosa che si raggiunge (1 tiro).

Su questa cengia va a morire una lunga colata nera di acqua che parte da metà altezza dello spigolo (sassone).

Al margine sinistro della cengia si segue una rampa che aggira uno sperone e porta in una zona di placche chiare e poco inclinate.

Seguirle con andamento verso destra fino a raggiungere una zona verticale (2 tiri, non lasciarsi tentare da fessure friabili che, verso sinistra, portano allo spigolo).

A questo punto due tiri in traversata a sinistra portano sullo spigolo.

Il primo, ascendente fino a un ginepro, passa al piede degli strapiombi, il secondo, in discesa dopo la metà, porta sullo spigolo vero e proprio.

Due tiri verso sinistra portano a un pino visibile anche dai ghiaioni.

Dal pino traversare orizzontalmente a sinistra su placca, quindi verticalmente fino alla base di una fessura che si segue diagonalmente verso destra (2 tiri).

Verticalmente per rocce rotte e placche in prossimità dello spigolo (3-4 tiri) fino a un enorme sassone, visibile anche dalla base (bivacco dei primi salitori).

Orizzontalmente a destra fino a un grande camino che si segue per 20 m uscendone a sinistra.

Si supera un muretto e si raggiunge a sinistra una grande cengia (2 tiri).

Verticalmente per 4-5 tiri, dapprima per un canale superficiale, poi per placche in prossimità dello spigolo, fino a una grande spalla con vista grandiosa sugli strapiombi gialli.

Dalla spalla salire il filo dello spigolo per un tiro quindi alla sua sinistra (passando in prossimità di due grandi grotte) per altri tre tiri fino ad un boschetto ai piedi del liscio diedro d'uscita.

(Grotta, punto di congiungimento con la via degli Amici, posto da bivacco, libro di vetta).

Attraverso un breve tratto con erba si raggiunge il diedro finale, liscio e con la faccia sinistra strapiombante, che si risale con due tiri di V e Al.

Punti di sosta su chiodi lungo lo zoccolo fino al filo dello spigolo. Lungo questo fino al diedro finale si usufruisce per le soste di ottimi alberelli.

Relazione: M. Rossi