MONTE CASALE  1630 m.

Via CRISTINA

Via "Alba Chiara"

Via "Viaggio nel Passato"

Via del Missile

Via Vedovella

Via "Brutti, sporchi e cattivi"

Via Einstein

Con il Monte Brento è il colosso della valle.

Per il suo dislivello e la forma concava della parete ricorda l' Eiger oltre che per la roccia di pessima qualità.

Anche qui però è possibile trovare roccia buona, soprattutto nei pilastri laterali dove le vie sono anche più brevi.

Chi ha provato l'avventura del Casale non è di certo restato indifferente di fronte alla sua ampiezza.

Quelle che da sotto sembrano piccole cenge sono in realtà grandi terrazzi, presunti diedri sono canali e i canali sono valli.

Si accede dal paese di Sarche verso Pietramurata, appena dopo un caratteristico ponte a gomito entrare a destra in una cava e lasciare la macchina.

Incamminarsi verso il ghiaione che scende dall' anfiteatro e per esso portarsi all'attacco delle vie (per il I e il II pilastro); oppure, lasciare la macchina al paese di Pietramurata e seguire la strada che sale nella cava sopra il paese e immettersi sul ghiaione fino al suo termine (Per le vie Einstein e "Brutti, sporchi e cattivi").

Via Cristina

Primo pilastro - Parete est

Con questa salita si è iniziata l'esplorazione dei pilastri laterali del Casale, accorgendosi che su questa parete, notoriamente marcia, si possono tracciare vie di roccia relativamente buona.

Nella prima ascensione e nelle ripetizioni successive l'assicurazione è stata fatta esclusivamente su blocchetti ad incastro.

La via segue una serie di fessure e camini sulla parete Sud del 1° Pilastro.

Primi salitori:  M. Furlani, L. Puiatti, 21 febbraio 1980

Dislivello:  270 m

Sviluppo:  320 m

Difficoltà:  V+

Tempi:  5-6 ore

Materiale:  corda da 50 m., 10 moschettoni, fettucce, 1 serie di stopper, friend n. 1-2-3  o exentric

La via segue una evidente serie di fessure e camini sulla parete sud del primo pilastro.

Nel corso della prima ascensione sono stati utilizzati solo dadi e cordini per l'assicurazione; oggi in parete sono presenti alcuni chiodi ma di tipo artigianale.

Si tratta comunque di una salita di tipo esplorativo che alterna lunghezze di corda su roccia abbastanza sana ad altre su roccia piuttosto friabile.

Attacco

Lasciare l'auto a Pietramurata, andare al caratteristico ponte a gomito sul Sarca e qui piegare ad Ovest seguendo la strada che sale alla grande cava diedro l'abitato.

Per l'evidente ghiaione sotto alla parete arrivare al piede delle rocce.

Ora salire un canale lisciato dall'acqua che, dopo un passaggio iniziale difficile (V-), prosegue per altri 60 m (II e III) fino alla grande cengia che porta verso destra al primo pilastro.

L'attacco è alla base di un camino (oltre 1 ora da Pietramurata).

SALITA

1)  Salire il camino fino a una nicchia (20 m IV+).

2)  Traversare a destra su una parete marcia per circa 7-8 m poi salire fino alla sosta che si trova a destra di un piccolo diedro (30 m V).

3)  Superare il diedro e il successivo canale ghiaioso e sostare all'inizio del camino (40 m V).

4)  Salire il camino fino a una sella (45 m IV+).

5)  Traversando a destra raggiungere una fessura da seguire fino a dove si stringe e strapiomba (35 m IV+).

6)  Per la fessura fin sotto ad un'altra fessura grigia (30 m V).

7)  Superare la fessura e uscire a sinistra sotto un tetto, quindi entrare in un canale ghiaioso e salire ad una pianta (40 m V+).

8)  Proseguire per la seguente fessura gialla e uscire a sinistra sotto un tetto per giungere al dietro terminale (40 m V+).

9)  Nel diedro per circa 20 m,poi traversare a destra sullo spigolo che si aggira; si sale quindi al bosco sommitale (40m IV).

Discesa

Dall'uscita della via, per tracce di sentiero nel fitto bosco, dirigersi verso Nord in leggera discesa fino ad incrociare una strada forestale.

Seguirla sempre verso Nord ed in discesa fino a una casetta in un prato.

Da lì, per evidente sentiero scendere alla vecchia strada del Limarò da cui, verso destra, scendere alla strada nuova e quindi a Sarche (ore 1.30).

Via "Alba Chiara "

Secondo pilastro - Parete est

Lunga ascensione che supera il grande pilastro nel centro superando nella prima metà, con andamento tortuoso, difficili placche e poi un grande diedro che porta direttamente al ciglio boscoso dove termina la via.

Come sulla via Cristina anche qui i chiodi sono di tipo artigianale.

Primi salitori:  M. Furlani, V. Chini. R. Mazzalai, M. Degasperi,  maggio 1981

Difficoltà:  V+ e A2

Dislivello:  600 m

Sviluppo:  710 m

Tempi:  10-1 2 ore

Materiale:  assortimento di dadi e qualche chiodo

Attacco

Lasciare l'auto a Pietramurata, andare al caratteristico ponte a gomito sul Sarca e qui piegare ad Ovest seguendo la strada che sale alla grande cava diedro l'abitato.

Per l'evidente ghiaione sotto alla parete arrivare al piede delle rocce.

Ora salire un canale lisciato dall'acqua che, dopo un passaggio iniziale difficile (V-), prosegue per altri 60 m (II e III) fino alla grande cengia che porta verso destra al primo pilastro (via Cristina).

Da qui salire per placca scalinata fino ad un'altra cengia (45 m, IV+) con un albero.

Per rocce e vegetazione salire verso la base di un grande diedro giallo chiuso da tetti.

Dalla base di questo le 2 vie si biforcano:

"Viaggio nel passato" va a sinistra per placche mentre "Alba chiara" va a destra traversando un pilastro giallo

(oltre 1 ora da Pietramurata).

L'attacco si trova sulla verticale della cima del  II° Pilastro vicino a un colatoio (ometto).

SALITA

1)  Salire il colatoio con divertente arrampicata fino a raggiungere la cengia superiore; traversarla 60 m a destra fino ad un cespuglio (60 m III - e IV, ometti).

2)  Per una placca scalinata leggermente a sinistra e poi dritti fino ad un piccolo pino (40 m III+).

3)  Dal pino diritti in direzione di un diedro giallo chiuso da strapiombi (40 m IV).

4)  Salire qualche metro sullo spigolo destro del diedro, quindi aggirarlo e con una traversata in diagonale a destra salire fin sotto ad un tetto (30 m V).

5)  Superare il tetto sulla destra e salire una fessura fino ad un minuscolo terrazzino (20 m A2 e V+).

6)  Salire una difficile placca a destra, poi direttamente per fessura fino ad un chiodo a pressione; da questo, con laboriosa e precaria scalata artificiale, fino a uno strapiombo nero da superare in libera; qualche metro a sinistra si trova la sosta. (40 m V+ A3 V+)

7)  Direttamente 8 m, quindi in diagonale a sinistra fino alla base di un pilastro friabile, risalirlo e fare sosta sulla sua sommità. (40 m IV+ e V-)

8)  Salire per solide placche 10 m fino a una cengia con chiodo, traversare qualche metro a sinistra per entrare in una svasatura; seguirla, e al suo termine obliquare a destra fino a un piccolo terrazzino (45 m V+, un passo A0).

9)  Continuare per una fessura a sinistra e poi per un'altra arrivando a una cengia (40 m V).

10)  Un pò a sinistra, quindi per una svasatura verso destra arrivare a una cengia (40 m V).

11)  Salire un diedro con piante fino al suo termine (40 m IV).

12-13)  Traversare a destra per prendere una rampa erbosa che con due lunghezze porta alla cengia del bivacco (100 m III).

14)  Salire a sinistra un pilastro con cespuglio, traversare a sinistra, quindi per placche e uno strapiombo entrare nel grande diedro da seguire fino ad un piccolo terrazzo (45 m V+ un passo A1).

15)  Sempre sul fondo del diedro per altri 40 m fino ad un ottimo terrazzo (40 m V+ e IV+).

16)  Continuare lungo una fessura gialla fin sotto i grandi strapiombi; la sosta è qualche metro a sinistra (30 m V).

17)  Traversare a sinistra qualche metro per entrare in un diedro strapiombante da seguire fino ad un terrazzino (40 m V+ e A2).

18)  Andare qualche metro a sinistra quindi direttamente fino al bordo sinistro del tetto finale, e per placca fino al bosco (20mV+).

(Relazione M. Furlani)

Discesa

Abbassarsi per il fittissimo bosco verso nord fino a trovarsi sull'orlo di una fascia di rocce.

Effettuare una corda doppia da 40 m (ancoraggio su albero) e quindi dirigersi verso Nord in leggera discesa fino ad incrociare una strada forestale.

Seguirla sempre verso Nord ed in discesa fino ad una casetta in un prato.

Da lì, per evidente sentiero scendere alla vecchia strada del Limarò da cui, verso destra, scendere alla strada nuova e quindi a Sarche (2 ore).

Via  "Viaggio nel passato"

Secondo pilastro - Parete Est

Primi salitori:  R. Larcher e D. Sebastiani, 1 maggio 1993

Difficoltà:  VI, VII

Lunghezza:  750 m.

Questa via, che ha l'attacco ed i primi due tiri in comune con la precedente, supera il secondo pilastro nel punto di massima verticalità correndo poco a destra della via Vedovella (Gadotti-Rossi, 1976), fra quest'ultima e la Alba Chiara.

E' una ascensione di grande difficoltà che presenta numerose lunghezze con passaggi in libera continui di VI e VII.

È dunque consigliabile solo a chi è ben preparato ed in grado di muoversi in scioltezza su difficoltà continue ed elevate e con poche protezioni.

Attacco e Discesa

Vedi l'itinerario precedente.

1° PILASTRO

Via del Missile al Pilastro Massimo Giusti

Primi salitori:  G. Stenghel, A. Baldessarini. 1981

Dislivello:  300 m

Sviluppo:  400 m

Difficoltà:  VI-

Tempi:  7 ore

Materiale:  qualche dado, 10 rinvii

Questa bella via supera direttamente, sfruttando una serie di fessure e diedri appena accennati, la parete est del 1° pilastro del Casale.

La massima esposizione, la linea e la qualità della roccia rendono questa salita una delle più belle vie di tutta la valle.

ATTACCO

Dalla cava sotto la parete, direttamente per zoccolo, alzarsi fin sotto la direttiva della via.

L'attacco è in un diedro di rocce grigie (conviene alzarsi nel canale e attraversare sopra), sotto un pilastro evidenziato dal color marrone scuro della roccia.

SALITA

1)  Alzarsi nel canale e poi attraversare a sinistra nel diedro grigio (V).

2)  Continuare nel diedro e, qualche metro dopo uno strapiombo, sostare (V).

3)  Alzarsi qualche metro e cominciare una lunga attraversata a sinistra che si conclude con un pendolino che porta alla sosta (VI).

4)  Superando una placca entrare nel diedro e seguirlo fino alla sosta (VI-).

5)  Sulla destra salire un altro diedro poi traversare a sinistra fino alla sosta (VI).

6)  Salire un diedro, poi fessura strapiombante, che porta a una sosta con pianta (VI+).

7)  Raggiungere il camino sovrastante superando un marcato strapiombo e arrivare alla sommità del pilastro (IV+).

8)  Abbassarsi a destra giungendo alla base di un diedro (II).

9-10)  Direttamente per 2 tiri di corda da una pianta all'altra e pareti verticali, arrivando sotto una fessura (V+).

11)  Sfruttando la stupenda fessura giungere sulla sommità (VI-).

Le lunghezze di corda sono tutte dai 40 ai 50 metri.

(Relazione G. Stenghel)

Via Vedovella

Primi salitori:  F. Gadotti, M. Rossi, 1 maggio 1976

Difficoltà:  V, VI e A1

Dislivello:  600 m

Sviluppo:  750 m

Tempi:  7-9 ore

Materiale:  10-15 chiodi, qualche stopper, staffe

L'attacco si trova un pò a sinistra della verticale del pilastro, alla sommità del ghiaione, sul bordo di un grande canale scavato nelle ghiaie dall'acqua che cade dalla parete (attacco in comune alla via Steinkotter-Comper).

Salire una placca qualche metro a destra di uno spigolo, traversare delicatamente a sinistra e aggirarlo.

1)  Traversare a sinistra un primo canale, poi diagonalmente fino alla base di un secondo canale (35 m V e VI).

2)  Salire il fondo del canale-diedro fino a una terrazza, dopo la quale diventa verticale (25 m V+).

3)  Abbandonare il canale superando il muretto a sinistra e percorrere un diedro superficiale che porta al di sopra del canale.

Traversare a destra e raggiungere una placca chiodata (35 m V+ e A1).

4)  Qualche metro a destra, quindi verticalmente fino a raggiungere rocce facili che portano ad una grande cengia sotto a una parete verticale e friabile (40 m V e III).

5)  Verso sinistra lungo una fessura-rampa erbosa (35 m IV e V).

6)  Superare un breve strapiombo per entrare in un canale che corre verso destra. Sosta con albero (35 m V e III).

7)  Lungo il canale fin dove termina (albero), per raggiungere una cengia soprastante (40 m III).

Seguire verso destra delle cenge che terminano sotto ad un diedro.

8)  Seguirlo fino a raggiungere la grande banca ghiaiosa visibile anche dal basso (45 m II e V+).

9)  Per ghiaie e rocce portarsi a destra senza difficoltà, raggiungere il fondo di una grande gola e traversare a destra alla base del pilastro (60-70 m I).

10)  Puntare una specie di diedro superficiale che si risale con forti difficoltà fino a una cengia che attraversa buona parte del pilastro (dopo 10 m dalla partenza, breve fascia di roccia friabilissima) (45 m V e VI).

11)  In diagonale verso destra in direzione delle marcate fessure che incidono il lato destro del pilastro (50  m I e III).

I tiri da 50 m non sono indispensabili (possibilità di soste intermedie).

12)  In diagonale a destra fino a raggiungere un camino poco profondo che si risale fin sotto una strozzatura (50 m III e V).

13)  Superare la strozzatura (albero) e sostare nell'allargamento successivo (15 m V e II).

In verticale lungo il camino che si trasforma in diedro giallo, fino a una marcata cornice.

14)  A destra fino a una terrazza con alberi (35 m IV e V).

15)  In orizzontale a sinistra lungo una cornice, aggirare uno strapiombo (A1), poi verticalmente lungo un diedro finché le difficoltà calano (25 m Al, V e V-).

16)  Diritto fino a raggiungere il fino del pilastro (35 m III).

17-18)  Seguire il filo del pilastro (80 m III e IV).

19)  A sinistra del pilastro per rocce fino a un diedro nero e strapiombante che porta fuori dalla parete (35 m II e III).

(Relazione M. Rossi)

Discesa dal 1° e 2° Pilastro

Dalla sommità dei pilastri addentrarsi nel bosco per circa 200 m, poi scendere verso Sarche (Est) superando le due fasce di roccia che interrompono il bosco in arrampicata e corda doppia .

(ore 1,30)

SPALLA DI SINISTRA

Via "Brutti, sporchi e cattivi"

Primi salitori:  S. Fruet , M. Cantaloni, 1981

Difficoltà:  V+

Dislivello:  270 m

Sviluppo:  380 m

Tempi:  6 ore

Materiale:  corda da 50 m. 7-8 rinvii, 1 serie stopper, friend N. 2-3 o exentric

Itinerario che con bella arrampicata sale sulla spalla del Casale sfruttandone i punti deboli.

Eccetto il 1° e il 7° tiro, la roccia è buona e in qualche lunghezza ottima.

Portarsi all'attacco salendo da destra sopra all'avancorpo e poi scendendo per la grande cengia verso il diedro che incide la parete superiore (45 minuti).

SALITA

1)  Salire circa 20 m a sinistra della verticale del diedro, su rocce marce (30 m IV+).

2)  Traversare a destra fino alla sua base (30 m II).

3)  Entrare nel diedro da destra e seguirlo fino ad una pianta (40 m V-).

4)  Continuare nel diedro superando una serie di strapiombi e uscire a sinistra sotto a lame e blocchi appoggiati

(40 m V).

5)  Obliquando a sinistra per facili rocce raggiungere un pino (30 m III).

6)  Sempre a sinistra, poi salire per uno spigolo arrotondato (45 m IV).

7)  Diritti per rocce facili ma friabili fin sotto un diedro ad arco (45 m IV+).

8)  Superare il diedro e poi per placche arrivare ad una pianta (40 m V).

9)  Salire sotto il tetto, traversare sotto di esso a destra e quasi al suo termine sormontarlo per una fessura obliqua fino alla sosta. (40 m V+)

10)  Proseguire per la fessura fino a quando muore in placca, poi attraversare a sinistra 5-6 m e salire alla grande cengia che delimita la parete (40mV).

Discesa

Scendere per la cengia a sinistra evitando i salti rocciosi e ritornare per ghiaioni al punto di partenza (1 ora).

AVANCORPO

Via Einstein al Pilastro Marchetti

Primi salitori:  G. Stenghel. F. Sartori, 1982

Dislivello:  350 m

Sviluppo:  400 m

Difficoltà:  V e VI

Tempi:  5 ore

Materiale:  1 dado e qualche chiodo

L'attacco si trova a destra di una caratteristica placca a forma di panettone.

1)  Salire per un camino, continuare direttamente sfruttando una fessura e si sosta sotto una parete verticale

(40 m IV e V).

2)  Vincere la parete raggiungendo una rampa obliqua a destra per la quale si può uscire dalla via (40 m VI-).

3)  Percorrere per 30 m la rampa tenendosi sotto il filo dello spigolo, poi, sfruttando una fessura, si raggiunge un pulpito sulla sinistra (40 m IV-).

4)  Ritornando a destra si sale sul filo dello spigolo con bella arrampicata (40 m V+).

5)  Superare la parete gialla sovrastante, raggiungendo dopo 15 m un boschetto che si percorre (40 m VI).

6-7)  Sempre sullo spigolo, ora appoggiato, fino ad un terrazzino sotto l'ultima parete verticale (80 m IV-).

8)  Con l'aiuto di qualche chiodo si vince la parete e si raggiunge la fessura seguente che si supera con un difficile passaggio. (40 m Al e VI)

9)  Dopo 20 m le difficoltà terminano e raggiungere la grande cengia (40 m IV).

(Relazione G. Stenghel)

Discesa

Scendere a destra (guardando la parete) per un sentiero a tratti attrezzato (30 minuti).