CIMA COLODRI

PARETE EST  -   Vie Zanzara e Labbradoro

Via Barbara

Via Katia

Via Renata

Via Somadossi

Via  White Crack

Via Giovanni Segantini

PARETE SUD - Via del Bepi

RUPE SECCA

PARETE EST -  Via Stenico

Via Mescalito

Via Tyszkyewicz

Via  "Follie di Hollywood"

Prendendo da Arco la strada che porta alla piscina comunale, oltrepassata la Rupe del Castello, raggiungere ai piedi della parete Est del Colodri.

Qui adagiati fra gli ovili, decine di massi ne ripetono in miniatura le forme: sono le Marocche di Prabi; con il termine Marocche vengono localmente chiamati accumuli di massi di qualsiasi origine.

Al di sopra, diedri rossi portano ad alberati terrazzi, quasi giardini pensili incastonati nella parete.

La sommità è costituita da una grande placca di calcare e interrotta da boschetti.
I prati ai piedi della parete si prestano ad accogliere bivacchi e tende, pur con qualche riserva, ma esistono nelle
vicinanze 2 camping.

È possibile arrampicare tutto l'anno; la neve viene raramente, d'inverno si può godere del calore del sole al mattino e d'estate arrampicare nel pomeriggio all'ombra e poi andare a trovare refrigerio nelle pozze del Sarca o nel vicino Garda.

La stagione migliore è comunque la primavera quando tutta la valle è fiorita e ancora la neve resiste sul Monte Stivo.

Le vie di salita sono tutte più volte ripetute e chiodate, basterà portarsi quindi qualche dado o friend.

È possibile salire tutte le vie in arrampicata libera, alcune con difficoltà classiche altre invece decisamente superiori.

Della Cima Colodri fanno parte anche la Rupe Secca e la Rupe del Castello.

Per arrivare prendere la strada per la piscina comunale di Arco e fermarsi sotto le rispettive pareti (comodi parcheggi).

PARETE EST  -   Vie Zanzara e Labbradoro

Primi salitori:  M. Zanolla, R. Bassi, settembre 1983

Difficoltà:  VIII+

Dislivello:  250 m

Sviluppo:  395 m

Tempi:  8-10 ore

Materiale:  10 rinvìi, 1 friend N. 2, qualche stopper piccolo

Grandiosa arrampicata che per continuità delle difficoltà ed esposizione trova riscontro solo nelle pareti del Verdon.

Chiodata completamente dall'alto in 3 giorni di lavoro, ha richiesto poi altri 2 giorni per essere ripetuta.

La salita si divide in due parti: la Parete del Diamante e il Pilastro.

Nella prima parte l'ambiente è veramente impressionante salendo, la via, in mezzo a lisci strapiombi.

La seconda parte, lascia all'arrampicatore un senso di vuoto e smarrimento nel trovarsi in mezzo a quelle compatte placche bianche.

La roccia è sempre ottima ad eccezione nel 3° tiro.

L'attacco si trova nel punto più basso del Colodri sotto la verticale degli spit visibili dal basso.

SALITA

1)  Dal piccolo bosco a ridosso della parete seguire una facile rampa obliqua che porta verso sinistra ad un comodo terrazzino erboso (20 m III).

2)  Seguire una facile fessura sulla destra che porta alla base del grande e marcato diedro che delimita a destra la Parete del Diamante; aggirare uno spigolo e portarsi sulla parete di sinistra; seguendo gli spit sulla placca compatta, raggiungere un piccolo gradino (30 m VII-).

3)  Dalla sosta alzarsi 1 m, aggirare uno spigolo e su roccia non molto buona prendere una fessura per le dita che muore sotto un marcato strapiombo scuro; superarlo delicatamente e per una fessura obliqua a sinistra portarsi su uno stretto balconcino (35 m VII).

4)  Iniziare un lungo traverso sulla destra sull'orlo della grande fascia strapiombante che porta, dopo un' arrampicata su gocce, a un aereo balconcino (35 m VII -).

5)  Si è ora al centro di una grande placconata; alzarsi su gocce e portarsi sotto a un bombamento, superarlo leggermente sulla sinistra, poi spostarsi a sinistra, continuare in verticale, quindi ancora a sinistra 2 m e, superato il soprastante strapiombo, raggiungere alla sosta (30 m (VII -).

6)  Seguire una verticale fessura che poi muore, proseguire sempre verticalmente per placca raggiungendo il piano inclinato dove passa la via Barbara (35 m VI+).

7)  Seguire il piano inclinato arrivando alla Sosta 3 della via Barbara (30 m III).

8)  Dalla sosta salire diritto per placca con uno spit, quindi dopo alcune fessure orizzontali superare un'altra placca arrivando alla cengia sotto il pilastro (20 m VI+).

9)  Dalla cengia alzarsi in direzione di un tetto, superarlo, continuare per la placca seguente raggiungendo un comodo gradino (20 m VII-).

Dalla sosta spostarsi a sinistra; si è ora nella grande placconata bianca del pilastro .

10)  Alzarsi qualche metro e, in obliquo a sinistra, raggiungere un diedro su roccia con gocce, uscire sulla sinistra del diedro e in verticale raggiungere un listello; dopo un'altra placca portarsi a sinistra ad una fessura che porta al grande intaglio orizzontale che rompe il pilastro in due parti; traversare la spaccatura verso destra fino alla sosta (45 m VII-).

11)  Superare lo strapiombo sopra alla sosta e, raggiunta la placconata, portarsi a sinistra, ritornare poi a destra, quindi in verticale su gocce raggiungere una stretta mensola, portarsi per questa a sinistra e superare un bombamento, poi per una corta fessura arrivare a un terrazzino (40 m VII).

12)  Verso destra per un diedro, superare una pancia e uscire sulle rocce più facili alla fine del pilastro (30 m VII-).

13)  Traversare a destra e per una fessura raggiungere la sommità (25 m IV-).

(Relazione M. Zanolla)

 Via Barbara

Primi salitori:  M. Ischia, U. Ischia. 8 novembre 1972

Difficoltà:  VI-

Dislivello:  200 m

Sviluppo:  310 m

Tempi:  3-4 ore

Materiale:  8 rinvìi, qualche stopper

Bella via che sale a destra del pilastro che caratterizza la parte superiore del Colodri.

Potrebbe considerarsi la via normale della parete.

1)  Per una placca sotto una parete gialla; superatala, continuare per un sentiero fin sotto un caminetto appoggiato (35 m  IV-).

2)  Salire il caminetto e al suo termine proseguire per il diedro o la lama alla sua sinistra arrivando ad un boschetto (45 m IV+).

3)  Proseguire per la rampa e sostare sopra un pilastro alla sua fine (40 m IV-).

4)  Traversare a destra per una fessura orizzontale, poi diritti per una placca e la seguente fessura e arrivare alla base del gran diedro (40 m. VI-).

5)  Percorrere tutto il diedro (40 m V+).

6)  Traversare a destra sulla cengia friabile fino ad una pianta (20 m II).

7)  Superare la fessura e, entrati in un camino, sostare al 2° blocco incastrato (40 m V-).

8)  Proseguire per la fessura a sinistra fino ad una cengia (30 m  V).

9)  Continuare per la spaccatura ed uscire sulla sommità (20 m lV).

Variante Gipponi

Primi salitori:  C. Gipponi. E. Salvaterra. 1979

Difficoltà:  VI-

Dislivello: 100 m

Sviluppo: 120 m

Tempi:  ore 2,30

Materiale:  8 rinvìi, qualche stopper

Bella variante che nelle prime due lunghezze sale il lato sinistro della parete del "Diamante".

Portarsi sotto la suddetta parete in corrispondenza di un diedro rosso circa 15 m a sinistra della via Zanzara e Labbradoro.

1)  Salire il diedro e poi per una cengia e paretina arrivare al limite sinistro del tetto sovrastante (35 m IV).

2)  Diritto per fessure e piccoli strapiombi uscendo alla Sosta  1 della via Barbara (45 m VI-).

3)  Continuare per il caminetto e dove questo termina salire quella fessura strapiombante che incide la placca

(40 m V+, A1).

Per una facile rampa raggiungere la Barbara.

 Via Katia

Primi salitori:  G. Stenghel, F. Monte, 5 maggio 1976

Difficoltà:  VI-

Dislivello:  200 m

Sviluppo:  335 m

Tempi:  4 ore

Materiale:  corda da 50 m. 10 rinvìi, qualche stopper

La via è un pò discontinua, la roccia è sempre ottima nelle difficoltà.

Molto belli gli ultimi 3 tiri.

1)  Percorrere il 1° tiro della via Somadossi (40 m IV+).

2)  Traversare a destra su un terrazzo, superare uno strapiombo e raggiungere la sommità di un pilastro (25 m IV+).

3)  Scendere su delle scaglie e raggiungere una fessura strapiombante che porta a un terrazzino (30 m VI-).

4)  Aggirare lo spigolo, salire un diedro e traversare a destra a un boschetto (25 m V+).

5)  Alzarsi per un pilastro poi fare un lungo traverso a destra fino alla base di un diedro strapiombante (40 m IV).

6)  Seguire il diedro per 3 m, uscire a destra a una pianta e percorrere la cengia fino alla base di un gran diedro grigio (25 m IV).

7)  Obliquare a sinistra per una rampa fino a una fessura-camino verticale che porta a un boschetto (30 m IV).

8)  Salire tutto il lungo diedro e arrivare a un terrazzo con piante (50 m V+).

9)  Diritti per la placca sovrastante seguendo lame e fessure fino a un terrazzino dopo una pianta (40 m V+).

10)  Continuare per la fessura e uscire dalla via (30 m V).

Variante Groaz

Primi salitori:  G. Groaz. R. Segalla, marzo 1976

Difficoltà:  VII- o V, A2

Dislivello:  100 m

Sviluppo:  115 m

Tempi:  2-3 ore

Materiale:  10 rinvii

L'attacco è a circa 15 m a sinistra di quello della via Barbara.

1)  Salire qualche metro per cespugli poi sostare a una pianta (20 m III).

2)  Prendere a destra un diedro, dopo circa 15 m abbandonarlo e raggiungere una fessura incisa nella placca a sinistra; per questa alla sosta su una cengia (40 m V).

3)  Salire il diedro soprastante e al suo termine traversare a sinistra a una cengia (30 m VII+ o A2 e V).

4)  Superando il camino-fessura soprastante ricongiungersi alla via Katia (Sosta 4), (25 m IV+).

 Via Renata

Primi salitori:  M. Furiarli, L. Giacomelli, R. Bassi, E. Piffer, 4 febbraio 1979

Difficoltà:  VI-

Dislivello:  200 m

Sviluppo:  290 m

Tempi:  4 ore

Materiale:  10 rinvii, qualche stopper

E una delle classiche più belle del Colodri.

La via supera una serie di lame e diedri che offrono un'arrampicata ora atletica ora tecnica, molto sostenuta.

La roccia è sempre ottima.

3)  Dalla Sosta 2 della Via Katia seguire una lama che porta a un terrazzino sotto ad un lungo tetto (25 m V).

4)  Attraversare a destra sotto di esso, continuare ancora 3 m per una cengia, poi salire alla sosta (20 m V+).

5)  Entrare nel diedro a sinistra e seguirlo fino a un terrazzino boscoso (45 m VI-).

6)  Salire a destra un diedro, percorrerlo fino ad un terrazzo con alberi (35 m IV e V).

7)  Superare il sovrastante diedro rosso fino ad un terrazzino sulla destra (30 m V).

8)  Raggiungere lo strapiombo nero, superarlo per una lunga fessura, doppiare uno spigolo e, dopo qualche metro salire alla sosta (30 m V).

9)  Continuare diritto per la placca fessurata fino al bordo sommitale  (40 m V+).

Variante Gulliver

Primi salitori:  M. Preti e C, 1979

Difficoltà:  V+

Dislivello:  60 m

Materiale:  exentric grossi

Bella ed atletica arrampicata che supera quella fessura a sinistra della parte centrale della via Renata.

1)  Dalla Sosta 5 della via Renata salire il diedro a destra fino al terrazzo inclinato e fare sosta (tiro in comune con la via Renata) (20 m  IV).

2)  Scendere per 2-3 m e traversare a sinistra la placca in orizzontale raggiungendo la fessura da salire fino ad una nicchia (45 m V+).

3)  Proseguire per la fessura, ora più larga, arrivando a una cengia (30 m V).

Da qua si può traversare a sinistra alla via Somadossi, oppure a destra alla Renata.

Variante "Specchio delle mie Brame"

Primi salitori:  R. Bassi, H. Mariacher, marzo 1982

Difficoltà:  VII-

Dislivello:  55 m

Materiale:  7 rinvii

Bellissima variante di 2 lunghezze alla via Renata.

1)  Dalla Sosta 6 della via Renata salire 3-4 m per il diedro rosso poi traversare a destra oltre uno spigolo, raggiungere un chiodo e traversare a sinistra tornando sullo spigolo; quindi, prima diritti poi verso destra, arrivare alla sosta su pianta (30 m V+).

2)  Proseguire per la placca soprastante, con una sequenza di splendidi movimenti, arrivando alla Sosta 8 della via Renata (30 m VII-).

Via Somadossi

Primi salitori:  M. Ischia, U. Ischia, 12 settembre 1975

Difficoltà:  VI-

Dislivello:  200 m

Sviluppo:  300 m

Tempi:  4 ore

Materiale:  corda da 50 m. 10 rinvii, qualche stopper

Salita ormai classicissima. Molto bella anche se molto "unta".

Segue una serie di diedri e fessure che offrono un'arrampicata atletica ed entusiasmante.

1)  Salire il diedro grigio fino a una larga cengia (40 m IV+).

2)  Continuare per la grande lama staccata. Sostare sulla sommità (30 m IV+).

3)  Spostarsi a destra, salire sotto a un piccolo tetto, traversare a destra e salire a una cengia da seguire fin nel fondo del gran diedro (30 m V+).

4)  Salire la fessura sulla faccia sinistra del diedro (20 m IV).

5)  Proseguire per la fessura incisa nella placca bianca e al termine traversare a sinistra a un terrazzo alberato

(30 m VI-).

6)  Continuare per il camino soprastante e arrivare a un boschetto (25 m IV+).

7)  Superare tutto il diedro fino ad un altro boschetto (45 m V+).

8-9)  Con 2 lunghezze di corda lungo un altro diedro portarsi sotto un grande tetto (30 m V -) (25 m V -).

10)  Traversando a destra entrare in un diedro che porta alla sommità (25 m V+).

Via  White Crack

Primi salitori:  R. Bassi. G. Giacomelli. Primavera 1979

Difficoltà:  VI+ o V-, A1

Dislivello:  120 m

Sviluppo:  150 m

Tempi:  compresa la Somadossi,  5-6 ore

Materiale:  6-7 rinvii, stopper grandi friend N. 2-3 o exentric

Ancora in bilico tra "variante" e "via", è stata la prima salita che sfruttò le strutture adiacenti alle vie già esistenti che precedentemente non erano prese in considerazione.

Dopo questa "via" si è cominciato lo sfruttamento delle fessure e diedri che avevano l'unica pecca di essere a pochi metri dalle vie originali.

Dalla Sosta 2 della via Somadossi entrare nel diedro sulla sinistra da salire fin sotto il tetto (35 m V).

2)  Traversare a destra sotto il tetto, oltrepassare lo spigolo, salire qualche metro e per una fessura orizzontale tornare a sinistra alla base di una fessura bianca (20 m VI+ o A1 e V).

3)  Diritto per la fessura arrivando sulla cengia boscosa e portandosi alla base del successivo diedro giallo (30 m V).

4)  Salire il diedro fino a 15 m sotto il tetto che lo sbarra (30 m V+).

5)  Raggiungere il tetto ed entrare nel diedro alla sua sinistra che porta a una cengia boscosa (35 m V+).

6)  Da qui si può traversare a destra alla via Somadossi (più consigliabile), oppure continuare diritti per la via Agostina.

PARETE SUD - Via del Bepi

Primi salitori:  A. Leviti, E. Salvaterra, giugno 1980

Difficoltà:  VII-

Dislivello:  130 m

Sviluppo:  170 m

Tempi:  3 ore

Materiale:  corda da 50 m. 10 rinvii, stopper grandi, friend 2-3 o exentric

Interessante via che sale a sinistra della grotta sulla parete Sud del Colodri.

L'attacco si trova sullo spigolo sinistro della grotta.

1)  Salire un diedro fin sotto la volta della grotta, traversare a sinistra e superando uno strapiombo e la seguente placca uscire alla sosta (30 m VII-).

2)  Seguire il camino per 20 m poi obliquare a sinistra per placche fino alla sommità di un pilastro (45 m V).

3)  Proseguire per i diedri soprastanti fino a una cengia boscosa alla base del gran diedro finale (45 m V+).

4)  Salire una regolare fessura sulla faccia sinistra del diedro poi portarsi sotto il tetto, traversare a sinistra sotto di esso e salire alla sosta (30 m V+).

5)  Continuare nel diedro fino sulla sommità (20 m IV+).

Discesa

Dall'uscita della via raggiungere la croce, ben visibile da ogni punto del Colodri.

Da qui seguire il sentiero segnato che porta in breve alla base (30 minuti).

Parete EST -  Via Giovanni Segantini
Primi salitori:  Massimo Antonini e Giampaolo "Trota" Calzà,  09/2008
Difficoltà:  6c+
Versante:  Est
Lunghezza Dislivello:  280 m.
Materiale:  15 rinvii 
Via tutta attrezzata a fix e che va ad aggiungersi alle altre grandi classiche sulla est del Colodri.
Questa nuova via dedicata al grande pittore Giovanni Segantini nato ad Arco nel 1858.
ACCESSO
Da Arco raggiungere la piscina comunale, poi salire verso la parete. 
SALITA
1)  La partenza è la chiave di tutta la salita, forse è quella più difficile e per cominciare non 
è proprio il massimo.
    Difficoltà : 6c+ Sviluppo: 35 mt.
2)  Per quelli che amano buchi e tacche è la lunghezza perfetta, anche se butta un po' in fuori.
   Difficoltà : 6c Sviluppo: 30 mt .
3)  E' la lunghezza più bella, è una scala crescente di difficoltà , si arriva su di un piccolo terrazzo.
   Difficoltà : 6c   Sviluppo: 35mt
4)  Qui, ci siamo trovati d'avanti ad una sorpresa, in una piccola grotta troviamo un nido di rapace, 
   tra l'altro abbastanza grande.
   La lunghezza butta un pò in fuori, c'è anche un piccolo tetto non difficile ma con appigli alti.
   Difficoltà : 6b+      Sviluppo: 25mt
5)  Se dobbiamo dare nomi alle lunghezze, questa è la "fessura". 
   Su un muro, che visto dal basso può fare impressione, si apre dalla metà in su la fessura; è larga pochi centimetri, quelli che 
   bastano per aggrapparsi. Anche questo tiro butta in fuori, forse come tutti gli altri.
   Difficoltà :  6c Sviluppo 38 mt.
6)  La parete cambia, le difficoltà diminuiscono, si segue il filo di uno spigolo: un pò 
   seguendo la logica, un pò lasciandosi andare.
   Difficoltà :  6a    Sviluppo 30 mt.
7)  Il tiro più facile. 
   Difficoltà :  5c Sviluppo 25 mt.
8)  Eccoci allo "Specchio delle mie brame": mi ritrovo a collegare i passaggi di 
   questa lunghezza che esisteva già.
   Questo è un pezzo famoso tra i locali di quel tempo: è una placca, la prima della valle del Sarca 
   ad essere chiodata dall'alto, espressamente per l'arrampicata libera da due famosi scalatori, 
   Roberto Bassi e Heinz Mariacher, precursori dell'arrampicata sportiva ad Arco.
   Difficoltà :  6c Sviluppo 30mt.
9)  L'ultima lunghezza, facile e defaticante; si segue la fessura.
   Difficoltà :  5c   Sviluppo 35 mt. 
DISCESA
Seguire le indicazioni in direzioni di Arco e poi scendere per la Ferrata, oppure continuare lungo 
le facili placche verso Laghel per raggiungere il centro storico di Arco. 
COMMENTI
Super Via. I gradi sono severi, non si azzera niente !
Le protezioni, anche se non vicine, sono ottime e messe con criterio.
I rischi sono contenuti anche se talvolta qualche brivido caldo non manca...
Lo specchio ha uno spittaggio lontano.
FONTE:   www.planetmountain.com

RUPE SECCA

PARETE EST -  Via Stenico

Primi salitori:  G. Stenghel, G. Vaccari, 1978

Difficoltà:  Vl+ o V, A2

Dislivello:  120 m

Sviluppo:  165 m

Tempi:  3-4 ore

Materiale:  10 rinvii, qualche stopper grande.

Bella salita che con arrampicata atletica segue quella serie di diedri che delimita a destra la Rupe Secca.

Si attacca circa 20 m a destra della calata dei diedri in corrispondenza di un tornante del "Percorso Vita".

1)  Percorrere la cengia verso sinistra e al suo termine salire alla sosta (40 m IV+).

2)  Per placche e fessure portarsi fino al punto in cui si incontrano i due diedri soprastanti (30 m V).

3)  Superare il diedro di destra fino ad un terrazzo inclinato (15 m V).

4)  Proseguire per il diedro e il successivo strapiombo e andare a sostare alla base del diedro finale

(45 m VI+ o V e A2).

5)  Diritti senza possibilità di errore fino all'uscita (35 m V).

Discesa

Traversando a destra per cenge discontinue raggiungere la via ferrata.

Via Mescalito

Primi salitori:  R. Vettori,  R. Bernard. 25 novembre 1982

Difficoltà:  VII e A2

Dislivello:  160 m

Sviluppo:  290 m

Tempi:  7-8 ore

Materiale:  qualche stopper, 12 rinvii, chiodi

Ardita via in arrampicata libera, il cui nome (Mescalito) ricorda le vie-viaggio che si trovano nella Yosemite Valley, sulla parete del Capitan.

L'attacco si trova in un evidente diedro alla base della parete tra la Tyszkyewicz e la Stenico.

1)  Salire il diedro fino alla sosta dopo uno strapiombo (40 m VI+ e A1).

2)  Continuare per fessure e diedri, sosta su appoggi (40 m V e VI-).

3)  Con difficile arrampicata superare la placca soprastante e sostare sotto una lama ad arco (25 m VI+, VII e A1).

4)  Traversando a sinistra raggiungere una cengia che riporta a destra, alla base di un diedro (50 m VI e A1).

Nota:

Da qui è possibile traversare a destra e raggiungere la via Stenico (passaggi di V e VI).

5)  Salire il diedro uscendo con un difficile passaggio a destra e, saliti sopra un pilastro, obliquare a sinistra e raggiungere la sosta circa 6-7 m sotto il grande tetto (40 m V+, VII e Al ).

6)  Raggiungere il tetto, superarlo nel suo punto più stretto e traversare obliquamente a sinistra la placca fino alla sosta sullo spigolo (30 m A1 e VI).

7)  Qualche metro diritto poi, per un diedro, ad un cespuglio (20 m V+).

8)  Obliquando a sinistra per placche raggiungere la parete terminale che porta alla sommità (45 m V+).

(Relazione R. Bernard)

Via Tyszkyewicz

Primi salitori:  G. Groaz, R. Segalla, 3 marzo 1976

Difficoltà:  VII o V, A1

Dislivello:  160 m

Sviluppo:  200 m

Tempi:  4-5 ore

Materiale:  10 rinvii, 1 serie di stopper

Via un tempo temuta per la pessima chiodatura, ora si riscatta potendo dare un' arrampicata libera molto bella ed esposta.

Tyszkyewicz è il nome del primo salitore alla nicchia che fa da sosta al secondo tiro che la raggiunse nel 1804.

Attaccare alla base di un diedro circa 20 m a sinistra della nicchia visibile in alto.

1)  Salire il diedro-camino fino a un boschetto (25 m IV).

2)  Traversare in obliquo a destra per placche erbose fino a rientrare nella nicchia (30 m IV+).

3)  Superare un diedro sulla sinistra (15 m IV+).

4)  Sormontare gli strapiombi soprastanti da destra a sinistra e sostare a un grosso chiodo su una placca subito sopra (25 m VII o V, A2).

5)  Portarsi in un'altra nicchia, entrare nel diedro che da essa parte e andare a sostare oltre dei pilastri alla sua fine

(25 m VI o V, A1).

6)  Superando una placca entrare in una serie di diedri che portano a una pianta; da qui traversare a sinistra a un' altra pianta (35 m VI o A1, V-).

7)  Portarsi alla base della fessura-camino che delimita a destra la placca, salirla fino a dove si allarga, quindi continuare per la placca uscendo dalla via (40 m VI o V, A1).

Via  "Follie di Hollywood"

Primi salitori:  G. Stenghel, F. Nicolini, 3 maggio 1983

Difficoltà:  VI+ un passo di A0

Dislivello:  160 m

Sviluppo:  200 m

Tempi:  5 ore

Materiale:  usati 6 chiodi, consigliabile qualche stopper grosso o exentric

Questa via di carattere accademico è costituita da due lunghe varianti alla via Tyszkyewicz e per la sua bellezza vale la pena di consigliarla.

1)  Dopo la Sosta 1 della via Tyszkyewicz continuare diritti per un camino fino a giungere sulla sommità di quella lama ricurva visibile da sotto (30 m IV+).

2)  Seguendo i chiodi traversare in orizzontale sulla placca arrivando alla Sosta 3 della via Tyszkyewicz (30 m V+).

Continuare per la suddetta via fino alla Sosta 5.

3)  Da qui spostarsi, verso destra in direzione della fessura-diedro che dà la direttiva della via nella sua parte superiore; montare delicatamente un pilastro e prendere detta fessura da risalire fino a una nicchia sopra una pianta di fico (20 m VI-).

4)  Salire per il diedro sulla sua faccia sinistra; al suo termine il diedro è sbarrato da un grande strapiombo solcato sulla sinistra da una fessura; per guadagnare la fessura uscire a sinistra in grande esposizione e vincere lo strapiombo, quindi raggiungere la sosta (30 m A0, VI e VI+).

5)  Per rocce meno verticali e un pò friabili sempre direttamente fino ad un altro strapiombo, più appigliato, che si supera raggiungendo una fessura che porta alla cresta terminale (25 m V).

Discesa

Salire fino ad incontrare la via ferrata che scende da Cima Colodri (30 minuti).