RELAZIONI

PARETE DI LIMARO'

Diedro Maestri - Via Gadotti-Andreotti

PALA del PIAN della PAIA

Parete Est:   Via "Tenente Torretta" - Via "Andrea Calliari" - Fessura Kerouac

Parete Sud:  Via "Cesare Levis" (Manolo) - Via "Big Bang"

PALA delle LASTIELE

Via "Pilastro Maledetto" - Via "Isola del Nagual"

CIMA alle COSTE

Via Martini-Tranquillini - Via Zylinder - Via "Sole Nascente" - Via "Dino Sottovia"

COSTE DELL'ANGLONE

Parete Est:          Via "Mario Centi" -  Via Supernova

Parete Sud-Est:  Via "Specchio di Narciso"

CIMA di MANDREA

Via "delle Fontane" -  Via "Black Hole" -  Pilastro Gabrielli

PARETE DI LIMARO'

E' la parete che si trova alla fine della gola di Limarò, vista dalla strada che passa proprio di fronte ha un aspetto veramente formidabile.

Parte direttamente dalla gola del fiume e si alza per circa 300 m.

Poche sono le linee di salita che sembrano possibili, tutto il resto è veramente repulsivo.

Sicuramente conosciuto è il diedro Maestri, è la via più logica della parete, salendo quel gran diedro che la taglia in due.

Un' altra via è la Gadotti- Andreotti, che sale a sinistra del diedro.

Sono anche stati saliti i due spigoli ai lati della parete.

La roccia di queste vie non è delle migliori però con le ripetizioni è destinata a migliorare.

Da Sarche proseguire verso Madonna di Campiglio e prima del ponte sul Sarca svoltare a destra in un piazzale e lasciare la macchina.

Oltrepassare la diga e per il greto del fiume arrivare sotto la parete (10 minuti).

Diedro Maestri

Bella salita che sale il grande diedro in centro alla parete di Limarò.

Primi salitori:  C. Maestri, C. Baldessari, 1958

Difficoltà:  VI-

Dislivello:  350 m

Sviluppo:  400 m

Tempi:  6 ore

Materiale:  10 rinvii, exentric di media misura o friend

SALITA

L'attacco è nel fondo del diedro.

1)  Salire per 50 m arrivando al limite del boschetto (50 m V).

2)  Camminare nel bosco e portarsi sotto alla continuazione del diedro (30 m).

3)  Dopo uno strapiombo con edera entrare in un diedro che porta a dei terrazzini (40 m V).

4)  Superare alcuni strapiombi un pò friabili fino ad arrivare alla sosta su staffe (40 m VI-).

5)  Portarsi sotto al tetto soprastante, uscire a sinistra ad una cengia (40 m V).

6)  Proseguire nel diedro fino sotto ad un altro tetto (40 m V).

7)  Superare il tetto e proseguire per un camino-diedro fino a un terrazzino con pianta (40 m V).

8)  Con un tiro breve portarsi a un ripido bosco (25 m V-).

9)  Sempre nel diedro fino ad un tetto (45 m V).

10)  Uscire a destra del tetto e per fessure arrivare al bosco sommitale (50 m V).

Variante Renato Chizito Cerezo

Primi salitori:  G. Stenghel, F. Sartori

Difficoltà:  VI

Dislivello:  250 m

Sviluppo:  270 m

Tempi:  4 ore (primi salitori)

Materiale:  usato 1 chiodo, consigliabile qualche dado e qualche chiodo.

La via parte proprio sopra la centrale e segue una evidente fessura.

Nella parte bassa la roccia è un pò sporca d'erba e qualche pianta intralcia e forse aiuta l'arrampicata; più in alto la roccia diventa molto bella e l'arrampicata atletica con tratti strapiombanti.

Via Gadotti-Andreotti

Primi salitori:  F. Gadotti, A. Andreotti, 4-5 novembre 1972

Difficoltà:  V+, A2

Dislivello:  350 m

Sviluppo:  435 m

Tempi:  6-7 ore

Materiale:  qualche chiodo, dadi, staffe

L'attacco è a circa 40 m a sinistra del diedro Maestri.

1)  Salire il tiro tutto sull'edera fino a un terrazzino (35 m IV+ e V-).

2)  Salire la fessura di destra fino a una sosta aerea (40 m,  A2).

3)  Ancora in artificiale per circa 20 m proseguendo poi in libera per altri 20 m fin sotto ad una fessura gialla leggermente strapiombante (40 m A1 e V+).

4)  Salire la fessura gialla (3 ch. A2)  proseguendo poi in libera sempre in fessura (40 m A2 e V+).

5)  Attraversare 30 m a sinistra fino a un gruppo di piante (30 m II e III).

6)  Dalle piante, piccolo spostamento a sinistra poi diritti fino a un terrazzino boscoso.

(50 m IV e V)

7)  Attraversare a destra fino alla base del diedro finale (30 m facile).

8)  Salire il fondo del diedro (45 m V e V+).

Dalla sosta su albero rimanere sulla faccia destra del diedro, aggirare uno strapiombo a destra per poi proseguire diritto (tiro pericoloso per la presenza di blocchi instabili).

9)  Salire su roccia friabile per 10 m, affrontare uno strapiombo (4 ch. A2)  poi in libera fino alla sosta (40m  IV+, A2 e V+).

10)  Sempre nel diedro in arrampicata libera e con un passo in artificiale uscire sul pianoro.

(40 m V+ e A1)

Variante Stenghel

Primi salitori:  G. Stenghel, R. Vettori, autunno 1979

Dalla Sosta 4 della via non attraversare a sinistra ma proseguire diritto raggiungendo, con 2 lunghezze di V, alla Sosta 7 

(Relazione M. Pegoretti)

Discesa

Addentrarsi nel bosco fino ad incontrare il sentiero che scende a Sarche (30 minuti).

PALA del PIAN della PAIA

Piccolo satellite del Monte Casale che si trova sopra Pietramurata sopra la pista di motocross.

Nel 1978 è stata tracciata la via Cesare Levis che ha rivalutato questa parete prima evitata.

Altre vie sono state aperte successivamente fra cui da segnalare sono la Jack Kerouac e la Big-Bang.

Nella primavera del 1983 è stata salita per la prima volta anche la parete grigia sopra il campo di motocross.

Andando da Pietramurata verso Arco, appena dopo essere usciti dal paese, seguire le indicazioni per l'albergo "al Ciclamino" dove si trova la pista di motocross.

Lasciare l' auto e incamminarsi per sentieri e canali nel bosco fino alla base della parete Sud.

(30 minuti)

PARETE EST (PARETE GHANDI)

Via "Tenente Torretta"

Primi salitori:  G. Stenghel, F. Nicolini, F. Sartori, 1983

Difficoltà:  VI

Dislivello:  100 m

Sviluppo:  145 m

Tempi:  4 ore

Materiale:  qualche stopper, 7-8 rinvii

La via sale sulla parete Est della Pala del Pian della Paia, quella placca grigia sopra il campo di motocross.

Per arrivare all'attacco puntare verso la parete per bosco fino in prossimità di un pilastro staccato.

SALITA

1)  Sormontare il pilastro sulla sua destra (II, friabile) per raggiungere un grande albero (25 m II).

2)  Obliquare 5 m a destra per placche (IV+) e salire facilmente fino ad un albero, attraversare decisamente a sinistra 10 m e salire in verticale per placche e diedri (VI), poi in obliquo a destra e raggiungere la sosta sotto a una fessura nera (45 m V e VI).

3)  Salire in dulfer la fessura e dove si divide continuare a destra doppiando uno strapiombo fessurato; sostare vicino a un pilastro staccato (30 m V e V+).

4)  Andare prima verso sinistra e poi zigzagando su placche verticali, uscire verso destra sulle facili rocce sommitali (45 m V e V+).

Via "Andrea Calliari"

Primi salitori:  G. Stenghel, A. Baldessarini, F. Sartori, inverno 1981

Difficoltà:  IV e V un passo VI-

Dislivello:  120 m

Sviluppo:  200 m

Tempi:  2 ore

Materiale:  usato 1 chiodo

1-2)  Salire fino alla base del camino formato dal pilastro e la parete (60 m III).

3)  Superare il camino e sostare sulla cima del pilastro (40 m VI-).

4)  Traversare a sinistra (20 m I).

5-6) Salire obliquando verso destra su roccia appigliata e solida e poi direttamente sullo spigolo.  (80 m IV e V)

(Relazione G. Stenghel)

Discesa

Dall'uscita della via, un sentiero tracciato riporta in breve al punto di partenza (20 minuti).

PARETE SUD

Fessura Kerouac

Primi salitori:  P. Baldo, G. Groaz, L. Massarotto, 2 maggio 1981

Dislivello:  150 m più 100 m di zoccolo

Sviluppo:  200 m

Difficoltà:  VI-, un tratto di A1

Tempi:  6-7 ore

Materiale:  corda da 50 m, 6-7 rinvii, 1 serie di stopper, friend n.° 1,2,3 o exentric

Via molto bella e con difficoltà continue.

Superare il facile zoccolo comune alla via Cesare Levis e portarsi alla base del camino formato da un pilastro sulla destra.

1)  Dal chiodo di sosta salire la verticale parete per qualche metro e con una breve deviazione raggiungere un terrazzino; continuare per una fessura con un blocco staccato, arrivando infine ad una cengia (45 m V+).

2)  Andare 2 metri a sinistra, riprendendo la fessura da risalire fino a una scomoda sosta detta "del poeta"  (40 m VI-).

3)  Spostarsi un pò a destra, raggiungere un'altra fessura da seguire fino ad un pulpito (30 m VI-).

4)  Diritto, poi a destra scavalcando un diedro per arrivare ad una nuova scomoda sosta.

(30 m V+)

5)  Superare il muro verticale fino ad una cengia con alberi (20 m A1 e V+).

6)  Traversare a sinistra sulla cengia, poi direttamente sullo spigolo e, salendo su un pilastro staccato, arrivare ad una cengia con alberi (40 m III, un passo di V).

Pochi metri facili portano al boscoso pendio sommitale.

(Relazione G. Groaz)

Via "Cesare Levis" (Manolo)

Primi salitori:  M. Zanolla, G. Groaz, M. Furlani, ottobre 1978

Difficoltà:  VI-

Dislivello:  250 m

Sviluppo:  300 m

Tempi:  5 ore

Materiale:  corda da 50 m. 7-8 rinvii, 1 serie stopper

La via supera il sottile diedro grigio che incide la parete Sud.

Attaccare sotto la verticale del diedro salendo il facile avancorpo (80 m IV), fino alla base del diedro.

1)  Salire una fessura-diedro fino a un terrazzino sulla destra (40 m V-).

2)  Portarsi sotto il tetto, superarlo per una lama grigia e continuare fino a una nicchia sotto una fessura-camino (40 m VI-).

3)  Seguire la fessura-camino fino a un terrazzino sulla sinistra alla base di un diedro grigio.

(40 m V+)

4)  Per il diedro fin sotto un piccolo tetto, uscire a sinistra e sostare su una cengia (40 m V).

5)  Per rocce instabili portarsi sotto una placca gialla, superarla e sostare alla base di una larga fessura (40 m IV+).

6)  Seguire la fessura ed uscire sul pianoro sommitale (20 m IV+).

Via "Big Bang"

Primi salitori:  G. Stenghel, A. Baldessarini, primavera 1980

Difficoltà:  VI, un passo di A1

Dislivello:  250 m

Sviluppo:  300 m

Tempi:  3-4 ore

Materiale:  qualche chiodo, exentric grossi o friend, stopper

Salire il facile avancorpo come per la via Cesare Levis e portarsi sotto il pilastro sulla sinistra della via.

1)  Da un vecchio chiodo salire per una esile fessura e piccoli diedri fino a una pianta (40 m V+).

2)  Seguire la fessura di destra spostandosi poi a sinistra fino alla sosta (35 m V-).

3)  A destra per una fessura friabile (25 m V+).

4)  Nel diedro fessurato fino alla sosta con chiodi a pressione (30 m VI).

5)  Superare i 3 tetti soprastanti uscendo a una cengia (30 m VI e A1).

6)  Proseguire per la fessura sovrastante o a sinistra di essa per 50 m (50 m IV+).

7)  Salire ancora diritto uscendo sulla sommità (30 m IV).

(Relazione M. Pegoretti)

Discesa

Raggiunta la sommità, traversare verso Nord, senza abbassarsi, fino a raggiungere un sentiero che si innesta alla sottostante comoda mulattiera che in breve riporta in fondovalle.

Se si incontra il bordo della parete Est, seguirlo (l'ultima parte in salita) fino al sentiero anzidetto (tracce qua e là).

(30 minuti)

PALA delle LASTIELE

Chiamata anche Avancorpo delle Placche Zebrate, è quella parete che le delimita sulla destra. Solo di recente (1980) l'interesse degli arrampicatori si è rivolto a questa parete.

Due interessanti vie sono già state tracciate, ma altre attendono il primo salitore.

Lasciata l'auto nello stesso punto delle Placche Zebrate, imboccare un sentiero che porta in direzione della parete e, quando si è sotto, addentrarsi nel bosco arrivando alla sua base.

(30 minuti)

Via "Pilastro Maledetto"

Primi salitori:  G. Stenghel, A. Baldessarini, G. Groaz, 1982

Difficoltà:  V e VI, un passo di A2

Dislivello:  170 m

Sviluppo:  245 m

Tempi:  5-6 ore

Materiale:  1 serie stopper, qualche exentric

Itinerario diretto e audace che, a causa di sfortunati tentativi, prende il nome suddetto.

Questo pilastro visto di fronte non appare nitido e solo di profilo mostra la sua verticalità rivelando la logica della via.

L'attacco si trova a sinistra di una rientranza gialla.

1)  Salire fin sotto una nicchia da superare sulla destra e continuare per un diedro fino a un terrazzo (30 m V).

2)  Diritto per fessure e diedri, con piccoli strapiombi, raggiungendo una cengia (50 m V+).

3)  Dalla cengia andare in direzione di un diedro giallo da superare, poi per una parete a una pianta (30 m V).

4)  Da qui su roccia solida ed appigliata salire direttamente in obliquo a sinistra arrivando ad un pulpito (30 m V-).

5)  Traversare a destra entrando in un diedro strapiombante (alcuni chiodi), salirlo qualche metro, poi traversare a destra portandosi sul filo dello spigolo del pilastro con un passaggio molto difficile (tratto chiave), raggiungere la sosta a pochi metri dal diedro della via Isola del Nagual.

(50 m V+, A2 e Vl-)

6)  Salire in aperta parete e poi obliquare a destra entrando nel diedro che porta alla fine delle difficoltà (35 m V-).

(Relazione G. Stenghel)

Via "Isola del Nagual"

Primi salitori:  F. Giacomelli, F. Stedile, 29 ottobre 1982

Difficoltà:  VI

Dislivello:  170 m

Sviluppo:  200 m

Tempi:  5 ore

Materiale:  7-8 rinvii, 1 serie di stopper, qualche exentric grosso o friend

Salita molto bella ed elegante che segue la direttiva del diedro giallo-grigio a destra del Pilastro Maledetto.

1)  Salire la 1° lunghezza come per la via precedente (30 m V).

2)  Obliquare per placche con fessure a destra arrivando alla base di un diedro grigio (25 m IV).

3)  Proseguire per il diedro raggiungendo una cengia alla base del diedro giallo (30 m IV+).

4)  Salire il diedro giallo e, al termine, sotto uno strapiombo, traversare a sinistra; salire per dei pilastri instabili entrando nel diedro (35 m V+).

5)  Continuare nel diedro che diventa svasato fino alla sosta (40 m V).

6)  Diritto per la svasatura, che poi ridiventa diedro, fino ad uscire dalle difficoltà (40 m VI).

Discesa

Uscire sulla cresta per un canale-camino (II), poi scendere nel bosco, interrotto da salti rocciosi, fino a dove termina con un salto di roccia; obliquare a sinistra al bosco sottostante .

(45 minuti)

CIMA alle COSTE   900 m.

Sorella minore del Monte Brento e Casale, è la terza delle tre cime più alte a carattere alpinistico.

Essendo più bassa ed accessibile delle altre, è la più frequentata.

Arrampicata molto varia.

Prima grandi placche appoggiate in aderenza, poi la parete si impenna diventando verticale e interrotta da frequenti tetti con fessure nere.

La prima via è stata aperta da Holzer-Messner-Steinkòtter che però salirono il settore con la roccia più friabile.

Classica invece è la via Martini-Tranquillini che nella parte superiore segue una fessura che si insinua in mezzo ai tetti.

Altre vie belle sono "Luna Nascente", impegnativa sia nelle placche inferiori che nella parte superiore e la "Zylinder" che sale solo le placche appoggiate.

Da Pietramurata andando verso Arco dopo la pescicoltura si incontrano due distributori sulla sinistra.

Lasciare l'auto al 2° distributore e imboccare una strada che inizia a un capitello quasi di fronte al distributore.

Seguire la strada e a un bivio piegare a sinistra.

Dopo circa 10-15 minuti in corrispondenza di un ometto imboccare il sentiero che parte da questo punto e che porta sulla grande cengia sotto la parete (30 minuti).

Via Martini-Tranquillini

Primi salitori:  S. Martini, M. Tranquillini, 4-5 novembre 1972

Difficoltà:  V+

Dislivello:  450 m

Sviluppo:  520 m

Tempi:  6 ore

Materiale:  8 rinvii, stopper grandi, qualche exentric medio

Salita che risolve brillantemente la parete della Cima alle Coste.

La parte alta segue una fessura che serpeggia tra tetti e placche lisce.

Attaccare nel fondo del grande diedro dell'avancorpo e risalirlo fino a una zona di placche erbose.

Traversare per cenge per circa 100 m a sinistra, poi salire obliquando a destra fino sotto la fessura che incide la parete (150 m IV, poi 150 II e III).

Qui comincia la parte superiore della via.

1)  Salire per pareti e fessure fino ad un terrazzino con pianta (35 m V-).

2)  Continuare per la fessura fino sotto un tetto, superarlo direttamente, giungere sotto a un'altro tetto e traversare a sinistra alla base di un camino (45 m V+).

3)  Percorrerlo e uscire a un terrazzo all'inizio di una lama (25 m V).

4)  Continuare per questa e, al suo termine, sotto a un tetto, traversare a sinistra lungamente fino a una larga cengia (45 m V+).

5)  Superare una placca nera ed entrare nel diedro finale. Sosta ad una pianta (45 m IV).

6)  Continuare nel canale erboso fino all'altopiano (25 m III).

Via Zylinder

Primi salitori:  L Rieser, H. Enthofer, H. Schmalzl, M. Lotta, 1982

Difficoltà:  VI

Dislivello:  200 m

Sviluppo:  250 m

Tempi:  3-4 ore

Materiale:  qualche chiodo

L'attacco si trova a sinistra del diedro d'attacco della via Martini, in corrispondenza di un pilastro nella placconata.

1)  Salire direttamente il pilastro (III).

2)  Dalla cima del pilastro traversare sotto uno strapiombo, passare a sinistra di un altro e sostare sopra di questo.

(IV-)

3)  Superare la placca soprastante ed entrare in un canalino, alla sua fine traversare a destra e sostare a una fessura (IV).

4)  Superare lo strapiombo soprastante, traversare a sinistra per placca, salire sopra una scaglia quindi continuare per una fessura e al suo termine traversare la placca a sinistra, arrivando alla sosta alla base di una fessura (V).

5)  Salire la fessura e la placca soprastante arrivando alla sosta (V+).

6)  Salire qualche metro, traversare a destra e mirare a uno strapiombo sa superare, continuare per il canalino e la seguente placca e raggiungere la sosta dopo un altro canalino (VI).

Nota:

Si può anche fare la variante Think Pink: salire qualche metro, quindi traversare a sinistra poi salire obliquamente a destra e, arrivati all'altezza dello strapiombo della via originale, traversare fino a raggiungerlo e continuare per questa (VI-).

Con un altro tiro arrivare alle cenge boscose (Sosta 7  IV).

Da qui continuare per la via Martini o la via "Sole Nascente2, oppure scendere in corda doppia per il diedro dell'avancorpo, oppure ancora traversare a sinistra per le cenge fino al loro limite sinistro dove, superando un salto di 30 m (III), raggiungere il bosco che porta alle grandi placconate della via di discesa.

Via "Sole Nascente"

Primi salitori:  A. Leviti, E. Salvaterra, primavera 1980

Difficoltà:  VI

Dislivello:  500 m

Sviluppo:  715 m

Tempi:  7-8 ore

Materiale:  Stopper per la parte bassa, stopper e  exentric grossi o friend per la parte alta

L'attacco si trova nel punto in cui le placche iniziali formano un avancorpo più rotto.

Salirlo fino al suo culmine, ad un terrazzino con albero alla base di un diedro grigio (60 m III+ e IV-).

1)  Salire il diedro e uscire a sinistra ad un terrazzino, continuare per una fessura fino ad un chiodo e traversare a sinistra 5 m a una scomoda sosta (40 m V+ e V).

2)  Seguire la fessura nera e traversare in cengia a sinistra 20 m alla base di un diedro-camino (45 m, V, poi facile).

3)  Seguire il camino e dove termina prendere una rottura nelle placche e dopo un impegnativo passaggio in aderenza portarsi nella cengia boscosa (50 m V).

4)  Traversare a destra la cengia e salire in verticale le placche (40 m IV+).

5)  Traversare a destra per una depressione nelle placche che poi si trasforma in cengia (20 m III).

6)  Salire in verticale per 20 m e sostare a una fessura orizzontale (20 m IV).

7)  Diritto per placche e sostare dopo aver superato una placca quasi verticale (30 m V-).

8)   Ancora diritto arrivando alle placche erbose della zona centrale della parete (50 m III+).

 Zigzagando tra queste placche raggiungere la parte superiore della via (100 m dal II al IV).

9)  Dalla cengia (tracce di bivacco) per una costola erbosa verso sinistra fino a degli alberi (25 m IV-).

10)  Direttamente per fessure fino sotto un tetto, traversare a destra a una svasatura (chiodo), superarla per entrare in una fessura da seguire fino a ballatoio (40 m V- e V+).

11)  Continuare nella fessura fino ad una cengia, superare una parete verticale per arrivare a una seconda cengia con albero (35 m IV+).

12)  Per fessura in parte friabile verso sinistra fin sotto il primo tetto della scala rovescia, traversare a sinistra ad un terrazzino (35 m IV+ e V).

13)  Superare la scala rovescia e sotto l'ultimo tetto traversare a sinistra a un terrazzino (45 m V+ e VI).

14)  Verso sinistra fino al bosco sotto una lama-camino (30 m IV, poi facile).

15)  Seguire il camino, al termine attraversare a destra fino a un albero, superare un breve ma friabile diedro fino al bosco (50 m IV).

Via "Dino Sottovia"

Primi salitori:  M. Pegoretti, C. Paris, E. Degasperi, primavera 1981

Difficoltà:  V- e A1

Dislivello:  450 m

Sviluppo:  500 m

Tempi:  4-5 ore

Materiale:  qualche chiodo, qualche dado

Via molto bella ed elegante, la roccia nella prima parte è sana e compatta.

Nell'ultima parte (dopo la grande cengia) è molto friabile.

La via inizia circa 100 m a sinistra della via "Sole Nascente".

Superare lo zoccolo ai piedi della parete (II), portarsi alla base della grande placconata (ometto ai piedi della via).

Si attacca in una fessura nera molto difficile pochi metri a destra dell'ometto.

1)  Seguirla per 7-8 m, quindi spostarsi leggermente a destra, poi obliquare a sinistra e raggiungere una grande cengia (30 m V e V+).

2)  Spostarsi 40 m a destra lungo la cengia fino ad un comodo terrazzino con chiodo (40 m IV).

3)  Ritornare a sinistra 2 metri e attaccare una fessura che sale obliquamente verso sinistra la grande placconata.

Seguirla verso sinistra con arrampicata artificiale per circa 20 m (chiodi nascosti tra l'erba) quindi innalzarsi diritto per 5 m e traversare a destra 3-4 m.

Con un passaggio in libera delicato uscire sull'ampia cengia sovrastante (50 m e A1 e V).

4)  Traversare a destra lungo la cengia fino ad un pino (20 m II).

5)  Portarsi ancora a destra per qualche metro, poi salire in obliquo leggero a sinistra fino a una cengia con 2 chiodi. (35 m IV)

6)  Seguire una fessura che porta ad una placca sotto a un tetto.

Superarla e raggiungere la sosta con due chiodi (40 m VI-).

7)  Superare un diedro e quindi proseguire a sinistra fino ad una sosta (40 m V e IV).

8)  Proseguire diritto per rocce erbose fino alla grande cengia che taglia tutta la parete; risalirla puntando a sinistra verso un camino che comincia circa 15 m sopra l'inizio del 2° salto roccioso.

Per arrivare alla base di questo camino occorre attraversare a sinistra per cengia con roccia friabile ed arrampicata delicata.

Dopo circa 30 m di traversata alzarsi verso destra e raggiungere la base del camino vero e proprio (40 m V-).

9)  Seguire il camino friabile per una lunghezza di corda fino a raggiungere il bosco sommitale (50 m V-).

Discesa

Percorrere la strada che si trova all'uscita in direzione Nord, poi, nel bosco sempre verso Nord, per tracce di sentiero costeggiando la sommità.

Giunti ad un grande canale scendere (doppia di 15 m)  per 100 m e quasi al suo termine uscire a sinistra; attraversare tutto il costone arrivando al grande canale che porta a valle. (ore 1,30).

Oppure:

Seguire la stradina verso Sud fino a dei massi con delle frecce.

Prendere il sentiero che scende a sinistra arrivando alla sottostante placconata.

Scenderla e puntare da questa a una teleferica visibile in fondo al bosco.

Da lì parte un sentiero che porta all'abitato di Dro.

Appena arrivati in fondovalle prendere una stradina che, passando prima per olivi poi per la pineta, riporta alla macchina (1 ora).

Torre Solidarnosc

Stupenda guglia che si trova sullo spigolo Est della Cima alle Coste.

Vista di fronte scompare mimetizzandosi con la parete mentre di traverso è visibile il camino che la separa.

La cima è molto panoramica sul Brenta, sulla Mandrea e su tutta la valle.

La via normale, che è anche la via di discesa, sale per rocce facili sulla destra del gran diedro Messner (diedro d'attacco della via Martini-Tranquillini); più in alto sfrutta il camino che porta alla cima.

Le altre vie tracciate da Stenghel, assieme ai compagni Baldessarini, Andreotti e Zenatti, salgono sul versante Est e fanno di questa guglia una alternativa alle lunghe arrampicate della Cima alle Coste.

La torre è stata salita per la prima volta da G. Stenghel e A. Baldessarini e propone 2 vie di sviluppo di 250 m.

COSTE DELL'ANGLONE

Lunga fascia di rocce che unisce la Cima alle Coste alla Cima di Mandrea e che, sopra l'abitato di Ceniga, presenta alcune interessanti pareti.

La parete Est, proprio sopra il paese, e la parete Sud-Est, che si può raggiungere da Laghel (vedere Mandrea) oppure sempre da Ceniga seguendo una mulattiera.

PARETE EST

Via "Mario Centi"

Primi salitori:  G. Stenghel, A. Baldessarini, Sartori, 1982

Difficoltà:  VI+

Dislivello: 1 00 m

Sviluppo:  150 m

Tempi:  2 ore

Materiale:  qualche dado

Sopra Ceniga si notano 3 diedri gialli paralleli che cominciano a circa 60 m da terra.

Quello in centro è salito da questa via.

Salire lo zoccolo con difficoltà di II e III fino alla base del diedro.

1)  Salire nel diedro fin sotto un marcato strapiombo. Sosta a destra (30 m V).

2)  Superare lo strapiombo e continuare per il diedro, uscire a delle piante (30 m VI+).

Discesa

Scendere a corde doppie per il diedro di sinistra (guardando la parete).

Via Supernova

Primi salitori:  G. Stenghel, R. Vettori, primavera 1980

Difficoltà:  V+

Dislivello:  120 m

Sviluppo:  160 m

Tempi:  3-4 ore

Materiale:  qualche chiodo e dado

Circa 120 m a sinistra della via precedente si nota un lungo diedro grigio che comincia a 60 m da terra e che, alla sua sinistra, è delimitato da un lungo tetto.

L'attacco si trova a circa 40 m a destra del diedro.

Salire per 3 lunghezze di corda fino alla base del diedro per placche erbose e rampe che presentano però qualche passaggio impegnativo (100 m IV+ e V+).

Il diedro si sale con 2 tiri di corda (60 m V).

Discesa

A corda doppia lungo la via.

PARETE SUD EST

Via "Specchio di Narciso"

Primi salitori:  M. Pegoretti, E. Covi, M. Cagol, 1983

Difficoltà:  VI- e un passo di A2

Dislivello:  250 m

Sviluppo:  295 m

Tempi:  4-5 ore

Materiale:  qualche stopper, qualche exentric, chiodi a "U"' e normali

L'attacco si trova al vertice di una parete a cuneo color arancione e si raggiunge attraverso una cengia.

1)  Salire sotto un tetto fessurato (strapiombo) su parete gialla, uscire a sinistra, e proseguire poi fino a una sosta su pianta (35 m A2 e V+).

2)  Dalla pianta salire la fessura gialla strapiombante, uscendo al secondo strapiombo a destra fino ad una pianta.

(45 m VI -)

3)  Proseguire superando un piccolo strapiombo, entrando poi in un diedro grigio che porta sotto un'altro strapiombo, evitarlo a sinistra raggiungendo un terrazzino (45 m V e V+).

4)  Salire a destra una fessura-camino ed arrivare a una pianta(30 m lV).

5)  Per un diedro a tratti strapiombante fino ad un terrazzino (50 m A1 e V+).

6-7)  Continuare per il diedro che, con 2 lunghezze di corda, porta alla sommità (90 m IV+).

Discesa

Dall'uscita della via addentrarsi nel bosco fino ad incontrare una strada da seguire verso Sud procedendo come nel ritorno dalla Cima di Mandrea (1 ora).

CIMA di MANDREA

Dalla Cima del Colodri si vede una larga parete con accentuati pilastri alternati a diedri e rientranze che finiscono con una linea retta su un altopiano.

È questa la Cima di Mandrea posta nella valle di Laghel, un luogo solitario e di rara bellezza

Una strada a saliscendi nel fondo della valle porta alla base della parete, pur con qualche difficoltà per la macchina nell'ultimo tratto, e alterna a visioni di rocce verticali altre fatte di case isolate in mezzo ai prati, boschi di olivi e fitti querceti.

La prima via aperta sulla Cima di Mandrea risale al 1975 (via delle Fontane), non è quindi di recente scoperta.

In seguito sono state aperte altre vie, tutte appannaggio di Stenghel, però c'è ancora molto da fare in questa zona.

Una delle salite più belle è il pilastro Gabrielli, che presenta sul filo dello spigolo una serie di diedri che portano alla sua sommità.

Da Arco seguire la strada per il santuario del Laghel e continuare poi fino a quando la strada diventa sassosa.

Lasciare l' auto e continuare a piedi fin sotto la parete (25 minuti).

Nota:

Si può anche arrivare dall'abitato di Ceniga per comoda mulattiera (45 minuti).

Via "delle Fontane"

Primi salitori:  M. e U. Ischia, F. Calza, 27 agosto 1975

Difficoltà:  V+, A2

Dislivello:  220 m

Sviluppo:  250 m

Tempi:  4 ore

Materiale:  qualche chiodo, 1 serie stopper

Bella salita non molto sostenuta che si svolge in un ambiente solitario.

L'attacco è proprio sopra una sorgente d'acqua in corrispondenza di un masso staccato dalla parete.

1)  Salire il diedro giallo e il seguente diedro grigio (35 m IV).

2)  Continuare per la placca sovrastante fino a delle grosse piante alla base di una fessura (35 m A2. V).

3)  Superare la fessura un pò all'esterno e un pò' a incastro fino ad arrivare sulla sommità di una grande lama.

(45 m V+)

4)  Entrare nel camino sovrastante e salirlo sostando ad un sasso incastrato che forma un ponte (40 m IV).

5)  Raggiungere il tetto che sbarra il camino, traversare a destra sotto di esso e salire a un terrazzo con pianta.

(35 m IV+)

6-7)  Con 2 lunghezze non obbligate uscire sulla sommità (6-7 60 m lV-).

Variante Cliff-Cloff

Primi salitori:  S. Fruet, M. Cantaloni, C. Faes, F. Toldo, 1981

Difficoltà:  V

Dislivello:  60 m

Sviluppo:  65 rn

Tempi:  ore 1,30

Materiale:  qualche rinvio, stopper grossi

Interessante variante che rende più bella e continua la via delle Fontane.

Superare il 3° tiro della via "delle Fontane" e dove la fessura si allarga e forma una nicchia fare sosta (30 m V+).

1)  Traversare 5 m a sinistra e salire una stretta fessura all'inizio strapiombante sostando ad un terrazzino alla base di una fessura-camino (20 m V -).

2)  Continuare per la fessura-camino e dove è sbarrata da un tetto uscire a destra e sostare (45 m V-).

Da qui i primi salitori sono scesi a corde doppie.

Si può anche continuare per rocce non molto stabili uscendo dopo 60 m alla sommità (IV).

Via "Black Hole"

Primi salitori:  G. Stenghel, M. Giordani, settembre 1979

Difficoltà:  VI, A2

Dislivello:  180 m

Sviluppo:  230 m

Tempi:  4-5 ore

Materiale:  qualche dado, chiodi

Logica via che sale quasi interamente nel fondo del gran diedro a fianco del pilastro Gabrielli.

Salire lo zoccolo come per il pilastro Gabrielli e arrivare alla stessa sosta di partenza.

1)  Traversare per placche erbose fino ad una fessura (20 m IV).

2)  Salire la fessura fin sotto un tetto (35 m V+).

3)  Traversare a sinistra ed entrare nel fondo del diedro (20 m V+).

4)  Proseguire nel diedro e, dopo un traverso a sinistra su placca, sostare (30 m VI).

5)  Continuare per la fessura strapiombante fino a un terrazzo detritico. Sosta a sinistra (20 m A2 e VI).

6)  Traversare a destra e raggiungere il diedro da superare e, dopo una rampa, sostare alla base di un camino.

(30 m V e VI)

7)  Proseguire per il camino e poi, dopo uno strapiombo, più facilmente (35 m V+).

8)  Con un' altra facile lunghezza si arriva alla sommità (40 m IV).

Pilastro Gabrielli

Primi salitori:  G. Stenghel, G. Vaccari, aprile 1977

Difficoltà:  VI-

Dislivello:  180 m

Sviluppo:  210 m

Tempi:  3-4 ore

Materiale:  qualche stopper e exentric grosso

Sale i diedri che si trovano poco a destra dello spigolo dell'evidente pilastro rosso e strapiombante, circa 150 m a sinistra della via "delle Fontane".

L'attacco è spostato 50 m a destra della direttiva del pilastro, presso una nicchia con una freccia scolpita.

Salire per zolle e raggiungere il cespuglio sopra la nicchia; da questo, guardare attentamente per scorgere un ferro che, fissato a una pianta sopra, permette di superare la placca (il ferro è fissato ottimamente); poi, traversando cenge erbose, arrivare sotto il pilastro (60 m III e II).

1)  Arrivati ai piedi di 2 fessure, una gialla e una grigia, salire quella di sinistra, grigia, e portarsi sotto il tetto da evitare sulla sinistra arrivando alla sosta su una scaglia (25 m V).

2)  Spostarsi a destra e, dopo aver superato una placca con ch. a pressione, proseguire per una stretta fessura che porta ad un piccolo diedro; superarlo, sostando poi ad un terrazzino (30 m VI).

3)  Continuare per il diedro arrivando alla base di un altro diedro grigio più grande (20 m V).

4)  Superare tutto il diedro fino a dei ch. a pressione dove inizia, a sinistra, una fessura-camino (25 m V+).

5)  Salire la fessura sostando a un terrazzo con alberi (20 m V).

6)  Diritto prima per placca poi per vegetazione fino alla sommità (30 m IV).

Discesa

Dall'uscita della via scendere in località Mandrea e dirigersi verso Arco (Sud) seguendo prima una strada asfaltata, poi prendendo una stradina sassosa a sinistra che si ricollega alla strada principale in prossimità di alcuni tornanti.

All'estremità Est di un tornante imboccare un sentiero che riporta in valle di Laghel dove si incontra una strada che porta al punto di partenza (45 minuti).