PICCOLO   DAIN

Via Loss

Via Luce del Primo Mattino

Via Vecioti e Zovenoti

Via Freccia nel cielo  

Via Canna d'Organo

Via Bortolo Fontana

PICCOLO   DAIN (965 m.)

Visto da Sarche, dove prende la forma di uno slanciato pilastro, è certamente la più bella cima della valle.

Anche l'ambiente circostante con il lago di Toblino e i suoi castelli rende questo uno dei luoghi di rara bellezza.

Bruno Detassis l'aveva notato nel 1938 e tracciò una via difficile sul gran diedro che taglia la parete.

Altre due vie salgono a sinistra del diedro Detassis e si distinguono per la loro esposizione.

La via Loss-Pilati, aperta nel periodo delle direttissime che ora si può ripetere completamente in arrampicata libera, e la via di Ursella che segue una sottile fessura che porta sullo spigolo sud però non chiodata a sufficienza.

Parete Sud - Via Loss-Pilati

Primi salitori:  V. Chini, V. Degasperi, B. Loss e M. Pilati, 27-28 marzo 1970

Difficoltà:  VIII - o  V+,  A2

Dislivello:  200 m

Sviluppo:  300 m

Tempi:  5 ore

Materiale:  10 rinvìi, stopper grandi

Salita molto aerea ed elegante.

Sale la parete nel lato sinistro, evitando in alto i grandi tetti che restano sulla destra all'altezza dell'ultimo tiro di corda.

Pur essendo interamente attrezzata occorre fare attenzione alla qualità del materiale presente, in quanto si tratta di chiodi abbastanza vecchi.

Il gran numero di ripetizioni ha reso la roccia piuttosto liscia.

Attacco

Da Sarche seguire il sentiero segnalato per Ranzo fino all'altezza del traliccio dell'alta tensione.

Da questo traversare in direzione della cengia alberata che porta nel cuore della parete da seguire tutta (attenzione, friabile!) fino ad un albero utilizzato come ancoraggio di partenza (1 ora circa da Sarche).

SALITA

1)  Abbandonare la traccia e portarsi sotto la parete; quindi traversare lungo delle cenge discontinue che portano sotto il suddetto diedro (40 minuti).

Salire per fessure e lame instabili fino alla base del diedro (35 m V).

2)  Percorrerlo fino al suo termine (40 m V+).

3)  Traversare a destra, salire delle fessure e dopo uno strapiombo andare alla sosta (erba) (35 m V).

4)  Seguire la placca con chiodi e dopo una pianta traversare a destra ad una cengia (35 m VI+  o IV, A1).

5)  Continuare per la placca chiodata a pressione arrivando ad un'altra cengia (30 m VII - o  IV, A1).

6)  Entrare nel diedro sulla destra e percorrerlo fino ad un piccolo tetto (25 m V-).

7)  Portarsi sotto il lungo tetto, attraversare a sinistra e salire una placca strapiombante che porta ad una grande cengia (30 m VIII- o V+, A2).

8)  Lungo un diedro uscire sulla cima (35 m IV).

Discesa

Dall'uscita della via scendere per tracce di sentiero verso sud sud-ovest (destra), oltrepassare un canale ghiaioso e quindi  attraversare in orizzontale fino ad entrare in un canale boscoso.

Questo porta in breve al bosco sottostante, che è la sommità dello spallone dove arriva la via Maestri.

Da qui, per comodo sentiero verso Est, ritornare a Sarche (50 minuti circa).

Parete est - Via "Luce del primo mattino"

Primi salitori:  M. Furlani e A. Andreotti, 29 maggio 1991

Difficoltà:  VII e A2

Lunghezza:  500 m.

Salita molto bella ed aerea che vince la parete nel settore di maggior dislivello superando il grande tetto finale dedicata a Tita Weiss.

Attacco

Da Sarche seguire per un tratto il sentiero che porta alla ferrata Rino Pisetta ma, dopo alcuni tornanti, lasciarlo a destra per prendere un sentiero che segue un canale che porta sotto la parete fino ad una scalinata nella roccia.

Salirla e dopo circa 150 m, là dove il sentiero diventa pianeggiante, salire diritto per il bosco fino ad un chiodo rosso (1 ora circa da Sarche).

Discesa

Vedere l'itinerario precedente.

Parete Est  - Via "Vecioti e Zovenoti"

Primi salitori:  A. Andreotti, M. Furlani, I. Rabanser e F. Bertoni, 19-20 maggio 1993

Difficoltà:  VI+ e A2

Lunghezza:  400 m. 

La via sale la strapiombante parete a destra della fessura della via Detassis offrendo una difficile arrampicata prevalentemente in libera ma con alcuni tratti in artificiale.

La roccia, compatta ed abbastanza solida, è però a tratti infestata dalla vegetazione.

Attacco

Dall'estremità settentrionale del paese di Sarche seguire il sentiero per la ferrata Rino Pisetta, che si abbandona però sulla destra dopo i primi tornanti per salire più direttamente al piede delle rocce.

Superare alcuni salti di roccia e arrivare alla base di un caratteristico avancorpo di forma tondeggiante visibile dal basso.

Scalare il camino che delimita il lato destro, raggiungere la cima e poi scendere qualche metro fra gli alberi fino a raggiungere un albero con cordino di sosta (l'attacco è in comune con la via "Freccia del cielo")

(1 ora circa da Sarche).

Discesa

Dalla sommità della parete dirigersi per tracce di sentiero verso Sud fino all'uscita della via Loss-Pilati.

Da qui per tracce di sentiero verso sud sud-ovest oltrepassare un canale ghiaioso e quindi attraversare in  orizzontale fino ad entrare in un canale boscoso.

Per comodo sentiero verso Est, ritornare a Sarche (1 ora circa).

Parete Est  - Via "Freccia del cielo"

Primi salitori:  I. Rabanser, S. Comploi, P. Mazzotti e M. Scarpellini, 11-12 aprile 1992

Difficoltà:  VI+, A1

Lunghezza:  450 m. 

Itinerario logico e diretto che si svolge a destra della via "Vecioti e Zovenoti" vincendo un diedro di roccia grigia e compatta.

L'arrampicata è sostenuta ed abbastanza faticosa.

Nella parte alta la presenza di erba fra le rocce ostacola l'arrampicata.

Attacco e Discesa

Vedere l'itinerario precedente

Diedro SUD  Via "Canna d'organo"

Primi salitori:  B. Detassis - R. Costazza, 21, 22/9/1938

Difficoltà:  ED inf., VI-

Dislivello:  300 m.

Sviluppo:  330 m.

Tempi:  salita ore 4, discesa ore 1.30

Materiale:  10 rinvìi, dadi e qualche chiodo

Questa via supera il grande diedro che solca la parete Sud del Dain con un'arrampicata libera molto impegnativa sia perchè i punti di assicurazione sono pochi, sia perchè la roccia richiede talvolta attenzione.

La roccia è a tratti coperta di vegetazione: comunque alcuni passaggi sono interessanti e molto tecnici.

ACCESSO

Lasciare la macchina a Sarche, sulla strada che porta al Lago di Toblino, imboccare il sentiero che porta al paese di Ranzo.

Presso uno spiazzo inizia un sentiero segnalato che porta verso la parete.

Dopo un pò abbandonarlo per raggiungere la parete seguendo tracce in mezzo al bosco.

Attaccare lo zoccolo un pò a destra della verticale calata dal diedro.

SALITA

Raggiungere l'avancorpo sotto il diedro e portarsi al suo limite destro, traversarlo verso sinistra arrivando sotto ad un diedro giallo friabile.

Qui inizia la via vera e propria (35 minuti).

1)  Salire il diedro giallo fino a delle piante (35 m IV+).

2)  Aggirare uno spigolo a sinistra, poi diritti, poi tornare a destra e arrivare alla base di una svasatura (40 m IV+).

3)  Seguirla fino ad un camino (40 m V )

4)  Salirlo e al suo termine uscire a sinistra quindi diritto a uno strapiombo con ciuffi d'erba dove si traversa a destra e salire alla sosta per una parete erbosa (45 m VI -).

5)  Entrare nel camino e seguirlo per 50 m fino a una nicchia (50 m V+).

6)  Con una lunghezza friabile arrivare a una pianta (40 m V -).

7)  Superare lo strapiombo e continuare fino a una grande nicchia (30 m V).

8)  Con una lunghezza nel diedro uscire sul bosco (50 m IV+).

Discesa

Entrare nel bosco e scendere verso ovest fino ad incontrare le tracce di sentiero che partono dall'uscita della via Loss-Pilati  (1 ora).

Da dove esce la via scendere verso sinistra (O) per roccette con passi di 3°, fino a raggiungere la spalla Ovest del Dain.

Da qui alla macchina con sentiero attrezzato.

Via Bortolo Fontana

Primi salitori:   A. Ursella, M. Rossi. A. Andreotti, T. Pedrotti,  21-22 marzo 1970

Difficoltà:  V+ e A2

Dislivello:  150 m

Sviluppo:  170 m

Tempi:  5-7 ore

Materiale:  Qualche chiodo a "U" grosso, 1 serie stopper. friend N. 1 e 2, staffe.

L'attacco si trova nello stesso punto della via Loss-Pilati.

1)  Salire la fessura che taglia la placca con una arrampicata mista. Sosta su staffe (35 m V+ e A2).

2)  Superando uno strapiombo riprendere la fessura arrivando alla sosta con cordini (35 m V+ e A2).

3)  Continuare per la fessura e al suo termine salire un pilastro, da questo traversare a destra e salire alla sosta su un terrazzino alla base di un piccolo diedro (40 m V+ e A2).

4)  Superare il diedro e al termine operare un grande traverso a sinistra su cornici (40 m V+ e A1).

5)  Salire la parete sopra la sosta e per rocce erbose andare sullo spigolo alla fine della parete (20 m IV+).

Discesa

Salire in obliquo per il bosco fino a incontrare le tracce di sentiero che scendono dall'uscita dalla Via Loss-Pilati.

(45 minuti)